Non so se sia una malattia di tutto il genere maschile, ma per quanto riguarda zac il Natale potrebbe tranquillamente essere privo di alberi, presepi, luminarie e decorazioni, e anzi meno ci ha a che fare meglio è, e mai che perda l’occasione per fare una battutina sarcastica in falsetto su quanto è carino quel fiocchetto e come è graziosa quella stellina dorata.

biscotti allo zenzero

Anche io non amo molto le lucine di plastica colorata (per non parlare dell’uso smodato che se ne fa sulle case dei paesi di campagna), e proprio non sopporto alberi e palline di plastica pseudoeterni, e mi viene uno scompenso se i suddetti alberi sono anche variamente colorati (o bianchi. O rossi.).

Il problema è che però, coerentemente con il mio rifiuto di tenere uccelli in gabbia o pesciolini negli acquari (un mio problema personale con la libertà… in un altra vita sarò stata rinchiusa in una torre senza finestre), non riesco neanche a vedere un cucciolo di abete chiuso tra quattro pareti, sapendo che sta soffrendo il caldo e la mancanza d’aria e di umidità, che perderà piano piano tutti i suoi aghetti meravigliosi e penserà: “xç#x§” (insulto nel linguaggio degli alberi).

Per questo due anni fa ho disegnato un grande albero di natale con i gessi colorati su una gigantesca lavagna che ho nel soggiorno, coercendo chiunque venisse a trovarci a disegnare la sua pallina personale; l’anno scorso ho ceduto all’albero di ikea, visto che poi glielo puoi riportare e lo ripiantano nel terreno, salvo poi portarlo fino all’ingresso di casa e non avere il coraggio di farlo entrare sempre per la succitata claustrofobia botanica, e addobbarlo così al gelo in fretta e furia guadagnandogli dal fratello di zac l’appellativo di “albero più triste del mondo”.

Insomma quest’anno, che la bimba comincia a capire e a pretendere tutte le carinerie del Natale, ho dovuto riaffrontare tutti i miei atavici dubbi, e alla fine ho trovato il compromesso storico: addobbiamo il benjamin di casa e chi s’è visto s’è visto, e per le decorazioni usiamo biscotti fatti in casa e palline di cartapesta dipinte da noi.

Per fortuna con i biscotti che sono più campo mio va tutto molto meglio, ma *come sempre* zac il miglioratore ha avuto un’obiezione filosofico-pratica, sostenendo che si sarebbero riempiti di polvere, così li ho aggiunti solo negli ultimissimi giorni.

biscotti di natale

Tutto lo sproloquio per presentarvi dei biscottini ispirati a una ricetta trovata sull’infallibile joy of baking, i famosi gingerbread man, con una variazione fondamentale: al posto del burro fresco ho usato quello chiarificato, e con mia grande sorpresa sono venuti fuori comunque ottimi!

Ingredienti:
200 grammi di farina 00
60 grammi di burro chiarificato
50 grammi di zucchero grezzo chiaro
80 grammi di miele
1/2 uovo
1 pizzico di sale marino integrale
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaino abbondante di polvere di zenzero
1 presa di cannella
1 presa di noce moscata
qualche chiodo di garofano

Setacciate in una ciotola media la farina, il sale, il bicarbonato, lo zenzero, la cannella, la noce moscata, e le teste dei chiodi di garofano che avrete ridotte in polvere, e mettete da parte.

In un’altra terrina più grande frullate il burro chiarificato (che avrete lasciato ammorbidire a temperatura ambiente) con lo zucchero, cercando di ottenere una crema spumosa, e di far sciogliere i granelli di zucchero più possibile. Mescolate a questo composto il mezzo uovo e il miele fino a quando non saranno ben amalgamati. A questo punto aggiungete gradatamente il misto di farina e spezie, cercando di mixare solo il tempo indispensabile perché tutto sia ben mischiato.

Otterrete un composto piuttosto granuloso, mettetelo insieme con le mani e formate una palla che schiaccerete a forma di sfera, avvolgerete nella pellicola senza pvc e metterete in frigo per una notte (io ce l’ho tenuto per due notti).

Al momento vi sembrerà che sia impossibile ritagliare dei biscotti da un insieme così poco aggregato, ma dopo 24 ore avrete un impasto molto lavorabile e anche piuttosto elastico, e molto più resistente al calore delle mani rispetto alle paste frolle con il burro tradizionale alle quali siamo abituate; io di solito dopo la prima “ritagliata” di biscotti sono costretta rimettere insieme l’impasto e a farlo riposare in frigo per poter poi ritagliare gli altri, anche se lavoro molto velocemente; con questo impasto non ce n’è stato bisogno.

Il giorno dopo per prima cosa preparate una teglia da biscotti o la leccarda del forno rivestendole con la carta forno; poi tirate fuori l’impasto dal frigo, aspettate due o tre minuti e stendetelo delicatamente con il matterello sulla spianatoia infarinata, girandolo ogni volta di 45 gradi, e senza tentare di spiattellarlo in due volte. Lavorate pazientemente altrimenti vi si creperà tutto!

Ritagliate gli alberelli, praticate sulla sommità un buchino con uno spiedino di legno o di metallo e posizionateli sulla leccarda, e quando l’avrete riempita (lasciate un paio di centimetri tra un biscotto o l’altro, potrebbero crescere un pochino) mettetela in frigorifero.

Intanto accendete il forno a 180°C, e quando avrà raggiunto la temperatura da una decina di minuti prendete la teglia direttamente dal frigo e infornate per 8 minuti; come al solito dopo cinque minuti sedetevi davanti al forno e controllate i biscotti perché 8 o non 8 dovrete comunque tirare subito fuori la teglia se vedete che i biscotti si dorano sui lati.

Quando saranno al punto giusto tirateli fuori, aspettate che si intiepidiscano e poi lasciateli raffreddare su una griglia, a profumare tutta la cucina di zenzero.