È di una decina di giorni fa un articolo sulla Repubblica a firma di Federico Rampini, che riporta non una, ma ben due notizie piuttosto confortanti in materia di organismi geneticamente modificati. Primo, pare che la Monsanto rinunci a chiedere all’Unione Europea nuove autorizzazioni per gli OGM. Rimangono permessi in ambito Europeo il Mais MON810 (coltivato soprattutto in Spagna, ma anche in Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) e la patata Amflora (che però non è ancora coltivata).
mais ogm
Secondo, dopo la firma dell’abbastanza agghiacciante decreto salva Monsanto che Obama ha firmato lo scorso Marzo, con il quale sostanzialmente impediva ai tribunali americani di bloccare la vendita di prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati, a prescindere dai rischi per la salute, diversi stati USA hanno deciso di rispondere imponendo per legge che sulle etichette degli alimenti venga segnalata la presenza di OGM, in modo che i consumatori possano almeno sapere cosa stanno comprando.
Whole foods, la più grande catena americana di cibo “organico” (potete vedere in questa pagina e in quest’altra come si pongono rispetto agli Organismi Geneticamente Modificati, qui trovate anche un update trimestrale sulla lotta per l’etichettatura e qui c’è un progetto non-profit molto interessante, il Nongmoproject, che supportano), sta addirittura stampando, sui sacchetti di carta nei quali i cassieri infilano i prodotti, uno slogan che pubblicizza la nuova iniziativa per l’etichettatura.

Molti grandi e piccoli produttori americani stanno cominciando a ritirare dal commercio prodotti contenenti OGM sostituendoli con altri che ne sono privi; gli agricoltori si stanno organizzando per avere certificazioni “non-ogm” (vedi il caso ad esempio delle merendine Crunch della Thinkthin, che si sta certificando proprio con il Nongmoproject che vi ho linkato più sopra (ente che per inciso riceve circa 300 richieste di certificazioni al mese).

Federico Rampini conclude scrivendo che la Monsanto si è resa conto di aver combattuto, producendo “un fuoco di sbarramento di studi scientifici spacciati come indipendenti, ma quasi sempre da lei finanziati”, su un terreno non decisivo, cercando di dimostrare che gli OGM non arrecano danni alla salute. Il fatto è semplicemente che la gente *non li vuole*. Anche in Cina la Monsanto comincia a incontrare resistenza; rimane solo il terzo mondo, che riescono ancora a intortare con la storia che “poverini senza OGM moriranno di fame”, e l’America latina, Brasile e Argentina in pole position.
Nelle stesse pagine compariva anche un articolo di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, da un certo punto di vista incoraggiante, e che mi ha lasciata sul filo della speranza per il futuro della nostra agricoltura (e quindi della nostra vita). Come probabilmente già saprete, a coltivare ogm sono rimasti per adesso solo 5 paesi europei: in testa c’è la Spagna, seguita a ruota dalla Repubblica Ceca, il Portogallo, la Romania e la Slovacchia.
In Italia, nonostante in aprile sia stata avanzata “alla Commissione europea la richiesta di sospendere le autorizzazioni alla messa in coltura di sementi di mais Ogm Mon810 nel nostro Paese e nell’Ue, affinché la stessa Commissione effettui una nuova valutazione completa su questo tipo di mais modificato alla luce delle ultime linee guida, e definisca adeguate misure di gestione che dovrebbero essere rese obbligatorie per tutti gli utilizzatori di tali Ogm”, un certo Giorgio Fidenato, agricoltore friulano in quel di Arba, a metà giugno ha pensato bene di seminare in un suo campo (e adesso – pare – anche in altri che sta affittando in Veneto e in Lombardia, pare), seimila metri quadrati di mais OGM (in Italia è possibile vendere alimenti ogm ma non si possono coltivare). Qui potete leggere le sue motivazioni (lascio a voi i commenti sulle sue affermazioni).
Carlo Petrini nel suo pezzo ci racconta che L’Italia ha approvato il 12 Luglio un decreto interministeriale che vieta la coltivazione proprio di questo mais nel nostro paese, basandosi anche sulle valutazioni dell’Efsa, l’agenzia europea che si occupa di sicurezza alimentare.
Il problema però è che il decreto interministeriale *non è* una legge, ma solo un sollecito che sprona il governo a emettere un decreto legge (questo sì, decisivo) che impedisca una volta per tutte la coltivazione degli organismi geneticamente modificati, tramite la clausola di salvaguardia, che si basa sui forti dubbi sulla possibilità di una coesistenza pacifica tra colture ogm e non.
Ecco perché qualche giorno dopo questa approvazione il tribunale di Pordenone ha purtroppo assolto Fidenato (non per la semina di quest’anno, ma per un’altra, analoga, che tentò nel 2010).
Cosa possiamo fare noi, oltre a sederci in meditazione e cercare di spingere telepaticamente i nostri governanti a fare *subito* questa legge (a questo punto di tratta solo di volontà)? Intanto possiamo far capire a chi guida il paese quanto siamo contrari agli organismi geneticamente modificati, e per quale motivo li riteniamo inutili e dannosi, scrivendone diffusamente sui nostri blog (per chi li ha). Inoltre è importante parlarne a chi conosciamo (soprattutto le persone anziane, che hanno poco accesso alla rete) e spargere più possibile queste notizie, combattendo la confusione nella quale continuamente si cerca di gettarci. Se le trovate, firmate eventuali petizioni che girano sulla rete (anzi segnalatemele se ne vedete… c’è qualcosa su Avaaz per caso?).
Questo è quanto, al momento. Spero di poter scrivere presto che l’Italia ha definitivamente salutato gli organismi geneticamente modificati, a favore dell’agricoltura vera, quella di cui abbiamo parlato spesso, e che auspico con tutta me stessa.

Aggiornamento:
30 luglio 2013

Una lettrice del pasto nudo ha posto un bel po’ di obiezioni interessanti, corredate da vari link, sulla situazione italiana (e sul mio ottimismo, sob). Credo sia interessante riportarvi il suo commento: “Se proprio devo fare della dietrologia: o il governo è composto di totali incompetenti (che non hanno fiutato che l’EU stroncherà il decreto e farà pagare i danni ai coltivatori, vedasi l’influenza dell’EU sulla sentenza al famigerato Fidenato) oppure stanno solo facendo un gran polverone per prendere un po’ di tempo e non dar grossi dispiaceri agli americani.”
Il primo link è questo articolo su il Journal Blog sostiene che proprio il fatto di varare il decreto di cui vi parlavo consentirà agli agricoltori pro-ogm di aggirare il registro pubblico europeo delle colture ogm, in modo che nessuno saprà se l’agricoltore confinante, magari in regime biologico, sta coltivando ogm. L’Europa, come sapete, vieta agli stati di vietare la coltivazione degli ogm, anche se la stragrande maggioranza degli italiani è contrarissima.
Cito: “In questo caso l’Italia avrebbe gli Ogm ma non avrebbe il registro. La Polonia, che è in una situazione analoga, pochi giorni fa è stata deferita alla Corte Europea di Giustizia. L’Italia farebbe verosimilmente la stessa fine. Dunque riceverebbe la multa Ue sia per il decreto non consono alle norme europee sia per il mancato registro
Orsù, signora ministro: imbocchi la strada più diritta e più sicura. Non per nulla anche la Fondazione per i Diritti Genetici e Greenpeace, oltre al Senato, chiedono la clausola di salvaguardia: non un inutile decreto. Vorrà mica farmi credere che — come ai suoi predecessori — a lei interessa solo alimentare il caos e il polverone?”
Anche il sito di Grillo la pensa nello stesso modo e rinomina la disposizione “il decreto farsa”. Dulcis in fundo, gli agricoltori del movimento libertario, al quale fa capo il Fidenato di cui vi dicevo sopra, pare sia lì lì per chiedere allo stato 5 miliardi di danni per non aver potuto seminare mais ogm da dieci anni a questa parte.
Insomma rimango ottimista per quanto riguarda gli Stati Uniti ma ripiombo nel più nero pessimismo per quello che riguarda il nostro paese. Che possiamo fare? Troviamo una soluzione a questa assurdità.