Ciao selvatici! È un sacco di tempo che non mi faccio vedere da queste parti, ma ci tenevo a tornare per parlarvi di un’erbetta commestibile molto diffusa che torna a popolare i prati proprio in questo periodo, nel momento in cui quasi tutte le altre specie stanno entrando nel loro periodo di quiescenza, in attesa della prossima primavera.
Lei invece no, va controcorrente; a quanto pare ha un certo amore per il freddo, il che per noi è un bene, visto che in inverno le piante da raccogliere non sono molte. Vi sto parlando della Stellaria Media, chiamata volgarmente in diversi modi, principalmente stellaria e centocchio, ma anche erba passerina, budellina, paperina e diversi altri. Quasi tutti finiscono in ina, avete notato?
Probabilmente perchè la stellaria è un pianticella davvero piccola, ma trova comunque i suoi modi per farsi notare, crescendo in grandi, grandi macchie negli incolti e molto spesso negli orti, che ama particolarmente. Si espande così tanto da formare, nei suoi momenti migliori, un vasto tappeto soffice e verdissimo, che al momento della fioritura si riempie di piccole stelline bianche: sono proprio i suoi fiori numerosi e dalla forma caratteristica ad aver suggerito i nomi “stellaria” e “centocchio”, mentre altri nomi volgari sono attribuibili all’amore di molti volatili e animali da aia per le sue foglie e semi.
Semi davvero abbondanti, che le assicurano una propagazione veloce e massiccia e che rendono questa delicata pianticella una delle infestanti più odiate dai coltivatori; forse è per questo che non ci sono grandi storie mitologiche o usi magico-popolari in cui sia coinvolta la stellaria e che allo stesso modo anche il suo uso culinario è stato un po’ trascurato, fino ad ora.
La Stellaria media fa parte della famiglia delle Caryophyllacee. Su actaplantarum viene descritta come “erba antropofila, commensale delle colture, che cresce rigogliosa ed invasiva nei campi, giardini, margini strade, luoghi umidi, discariche, dal piano fino a 1600 (2.500) m.”
Non disdegna nemmeno i vasi, in cui cresce senza essere stata invitata e senza chiedere troppo permesso. Gli piace anche crescere alla base degli alberi cittadini, in quella poca terra tra il tronco e l’asfalto; in questo momento ne vedo moltissima sotto i tigli. Insomma, la stellaria ci ama, dove andiamo noi viene pure lei. È descritta anche come una specie cosmopolita, presente in tutte le zone del mondo.
Non faccio parte di quelle persone fortunate che possono coltivare un’orto, quindi non so bene come si comporti la stellaria in un terreno coltivato. Ho potuto osservarla però durante un anno intero in un incolto vicino a una fattoria abbandonata, in cui cresce quasi indisturbata. Dico quasi, perché in primavera passa qualcuno ogni tot a tagliare l’erba; ma anche questo dettaglio mi è stato utile per osservarne il comportamento.
L’ho notata per la prima volta in quel campo verso gennaio-febbraio; cresceva in vaste macchie morbide e verdi, in una zona parzialmente ombreggiata ai margini di acacie e gelsi. Ha iniziato a fiorire verso fine marzo-inizio aprile, poi è letteralmente sparita dalla circolazione, lasciando il posto ad altre specie. Ho notato che tagliandola prima della fioritura non ributta (diversamente da altre piante, come la borsa di pastore o il papavero, che fanno di tutto per ricrescere in fretta e fare anche un solo piccolo fiore): una volta passato il suo momento aspetta che arrivi l’autunno.
L’ho vista ricominciare a spuntare da poco, a fine settembre-inizio ottobre; ora in alcuni punti inizia ad essere grandina e pronta da raccogliere. Probabilmente tra un mesetto o poco più fiorirà, ma continuerà a rispuntare fino a primavera.
È facile riconoscerla nonostante la sua grande variabilità, che ne fa una delle piante con il più alto numero di sottospecie, definibili a seconda della pelosità della pianta, della forma delle foglie e di altri caratteri. È una pianticella molto delicata (ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze, è una vera guerriera!), dal portamento strisciante, con foglioline simmetriche, tondeggianti e leggermente appuntite. In generale, come sempre, se volete essere certi di individuare una pianta seguitela fino alla fioritura: a quel punto potrebbe non essere più il momento di raccoglierla (a meno che non vi interessino proprio i fiori, ma non è il caso della stellaria), ma almeno sarete certi di ciò che avete davanti e potrete tornare nella stagione giusta.
Disperavo di riuscire a fotografare il fiore, le piante che osservavo in giro erano tutte troppo giovani, poi ho iniziato a dare un’occhiata ai vasi che le signore del mio paese tengono fuori dai portoni e ne ho trovato uno bello carico di stellaria in boccio. Dopo un paio di giorni in cui passavo sempre troppo presto la mattina, finalmente sono riuscita ad andarci verso mezzogiorno e li ho trovati belli aperti e avidi di luce. Proprio quel giorno parlavo con la izn in chat e mi diceva che, oltre ad aver trovato la stellaria nei suoi vasi sul terrazzo, anche la sua era piena di bocciolini. Insomma, mi pare di capire che il nostro centocchio sia molto più precoce quando colonizza i vasi rispetto a quando cresce a terra.
Il fiore è ben riconoscibile e vi è molto utile per distinguere la stellaria da una pianta molto simile, l’Anagallis Arvensis, una specie tossica. L’anagallis è davvero somigliante (guardatela bene nelle foto qui), ma si può distinguere facilmente: fa un fiore dalla forma e dal colore completamente diversi, arancione o azzurro; ha lo stelo quadrangolare e coriaceo, al contrario di quello della stellaria che è tondeggiante e tenero; ha (non sempre, ma spesso) dei puntini grigio-neri sulla parte inferiore delle foglie, assenti nella stellaria. E poi l’Anagallis prospera in estate, quando la stellaria di solito riposa.
Ultimamente ho notato che anche alcuni tipi di euphorbiacee, famiglia che annovera al suo interno molte specie tossiche, possono somigliare alla stellaria quando sono molto piccole, ma hanno le foglie arrotondate all’estremità, non a punta come il nostro centocchio.
A proposito di tossicità, sappiate che la Stellaria non va consumata troppo alla leggera, ma con una certa moderazione: contiene una bella quantità di saponine, composti utili ma pericolosi oltre una certa soglia. Quindi non fatevi allettare troppo dalla sua grande abbondanza e non ne fate scorpacciate, ma non andateci nemmeno in paranoia.
Anche perché oltre alle saponine contiene molti minerali e vitamine, in particolare una grande quantità di vitamina C, di cui possiamo approfittare però solo nel consumo a crudo… ve lo ricordate che la vitamina C è termolabile, vero? Ne parlavamo l’anno scorso nei post sulla rosa canina, che, a proposito, è quasi il momento di andare a raccogliere!
Ma restiamo sulla Stellaria; presto vi dirò come usarla in una ricettina buonissima e molto semplice :-)
ho i vasi invasi di stellaria! A me la ricetta :-)
E’ già pronta, tra poco arriva :) Che bello che te la sei ritrovata nei tuoi vasi!!