Fibrillazione!! Siamo quasi sulla linea del traguardo per il meraviglioso negozio di piccoli produttori, dal quale potrete acquistare direttamente da chi *fa* le cose (o le pensa), e non vedo l’ora di aprir(gli)vi le porte per farvelo vedere, per sapere cosa ne pensate, come potremmo migliorarlo, se trovate facile e intuitivo comprare da lì e così via.
Ecco perché non mi avete visto cucinare in questi giorni; non che non l’abbia fatto, semplicemente non ho avuto tempo di mettere su carta (elettronica) ricette e immagini, ma magari recupererò tra qualche giorno (il negozio apre i battenti il primo novembre). Anche lì, non vedo l’ora di potermi rimettere tranquilla tranquilla a postare cose buone da mangiare e a raccontarvi i produttori che ho visitato negli ultimi mesi e che ancora non sono riuscita a farvi vedere (vero Antonella? :-))
Intanto, visto che ho la cucina piena di zucche (e un’altra zucca bellissima che mi aspetta da Dama), e visto che oggi è praticamente il primo giorno ufficiale dell’autunno (fino a ieri 24°, stamattina 7°, brrr…) ho pensato di farvi vedere una ricetta piccola-piccola, in mood nostalgico, che risale alla mia infanzia, molto semplice e sorprendentemente buona. Secondo me la zucca migliore per questa ricetta è quella che viene chiamata zucca provenzale (dovrebbe essere una varietà della Cucurbita Moschata, ma trovate altre immagini qui su google), oppure quella conosciuta come la zucca lunga napoletana, che infatti è quella che a Napoli si trova più facilmente.
È piuttosto differente dagli altri tipi di zucca perché è molto meno dolce e farinosa, e più asciutta delle zucche comuni, non si disfa facilmente, rimane piuttosto croccante, ha un sapore fresco e nocciolato. Ha pochi estimatori (tra cui me, eheheh) perché viene accusata (ingiustamente!) di avere poco sapore. È vero che è decisamente meno dolce rispetto a molte altre varietà di zucca), ma io la adoro, perché da cruda ha un profumo di pane appena sfornato, misto a cose buone non individuabili, e quando la taglio passo il tempo a sniffarla tipo segugio.
È un piatto semplice e veloce da preparare, solito metodo risottato napoletano. Dopo un paio di volte che lo preparerete vi verrà facile come fare una pasta al pomodoro. Vanno bene spaghetti spezzati di qualsiasi grano antico (anche Senatore Cappelli); io ultimamente sto mangiando soprattutto farro e grano etrusco, insomma basta che non mi usate un grano moderno nanizzato e pieno di glutine >:-/
Per chi non è vegetariano è possibile aggiungere dei pezzettini di gambuccio nella fase in cui mettete i cubetti di zucca in padella. Ci stanno un gran bene, ma non sono necessari, è un piatto ottimo anche così com’è.
Ingredienti:
200 grammi di spaghetti di grano etrusco
un pezzo ingente di zucca napoletana
un paio di spicchi d’aglio
olio extravergine d’oliva
sale marino integrale
un pezzetto di Parmigiano Reggiano
un mazzetto di prezzemolo
un litro di brodo di verdure (opzionale)
Per prima cosa munitevi di un bel coltellone tagliente e togliete la buccia alla zucca. Tagliatela tutta a dadini e mettetela da parte.
Spezzate gli spaghetti, grattugiate il parmigiano, tritate il peperoncino e il prezzemolo e mettete tutto da parte; mettete a bollire un pentolino d’acqua (o di brodo di verdure), vi servirà per cuocere la pasta “risottata”.
Mettete a scaldare a fiamma bassa un’ampia padella con il fondo coperto d’olio e gli spicchi d’aglio schiacciati, possibilmente in modo che siano immersi nell’olio (inclinate la padella ad esempio). Quando l’aglio sarà dorato aggiungete i dadini di zucca e lasciateli sfrigolare un pochino nell’olio; poi versate un dito d’acqua, aspettate che prenda bene il bollore, aggiungete un po’ di sale e subito dopo gli spaghetti spezzati.
A questo punto non dovete fare altro che mescolare ogni tanto con un cucchiaio di legno, e aggiungere un pochino di acqua o brodo bollenti man mano che la pasta li assorbe. Gli spaghetti rilasceranno in acqua il loro amido che legherà insieme tutti gli ingredienti. Portate tutto a cottura, ma non fate asciugare troppo, deve rimanere leggermente umida, un po’ meno di un risotto, ma un po’ più di una pasta asciutta.
Togliete la padella dal fuoco, aggiungete il parmigiano grattugiato, mescolate e servite immediatamente in piatti piani, aggiungendo ancora una grattatina di parmigiano, il peperoncino e il prezzemolo. E benvenuti ufficialmente nell’autunno!
ottimo primo autunnale, sì, oggi qui le temperature ci vogliono far assaggiare l’inverno, sono scese improvvisamente. Un piatto così ristora e fa allegria. E’ una specie di pasta risottata, da provare. Fa parte della tradizione come da titolo o è una tua interpretazione?
Su, curiosona
ma….. sbaglio o è lo stesso identico procedimento della minestrina all’aglio?
tolta la zucca, chiaramente :)
la farò senz’altro, grazie.
Ma che meraviglia! È proprio quello che ho fortemente desiderato di trovare in tavola ieri sera al mio rientro a casa! Un confortevole e profumatissimo e confortevole piatto della nostra tradizione. ( e invece… Ho trovato pollo e patate! )
Brava! Lo farò senz’altro presto. Che dici: ci aggiungo un trito di nocciole tostate?
@izn: buona questa pasta… me la fai la prossima volta che i ospiti? comunque guarda, io questa zucca napoletana qui non la conosco (e non saprei neanche come trovarla), ma io adoro le zucche compatte, profumate di pane e castagnose… e uso solo quelle perché le altre le snobbo prepotentemente.
@Dama: secondo me ci stanno benissimo le nocciole, ma anche le mandorle se riesci a trovarle profumate (cioè sicule o pugliesi)
Bell’articolo, ti stimo anche fosse solo per “un pezzo INGENTE di zucca napoletana” !:)
Ok, il mio spacciatore di zucche consapevoli ha solo quelle di qui (che vedo nascere e crescere dalla mia finestra, creature…) meravigliosamente buone, ecchecavolo, anche qui al Nord qualche verdurina buona l’abbiamo…quindi ho provato a farla con il “tipo nordico” anzichè napoletano, ed è venuta eccezionale (quasi quasi una zucca di qui te la spedisco, Izn, perchè no, sulle zucche non scherziamo per favore, le migliori sono le nostre).