Alla fine i piatti che preferisco sono sempre questi qui: geniali nella loro semplicità, veloci da preparare, e in genere… estivi :-) Credo di aver trovato gli ultimissimi peperoni della stagione, e ho deciso subito di sacrificarli per condirci la pasta visto che non ho fatto questo primo neanche una volta quest’anno.

Queste penne con i peperoni sono un altro baluardo della mia infanzia (tra poco la finisco con le ricette della mia infanzia, eh), e ogni volta che le preparo mi chiedo perché diavolo non le faccio più spesso… è solo che non ci credo neanch’io che unendo semplicemente peperoni e pasta possa venire fuori un piatto con così tanta personalità, voglio dire qualcosa che ti fa dimenticare che stai mangiando pasta *e* peperoni, una fusione perfetta che dà vita ad una cosa a sé.

Adesso vi devo dire una cosa che scatenerà una polemica infinita, lo so: originalmente questa ricetta andrebbe realizzata con le penne *lisce*! A Napoli le penne sono quasi sempre lisce, e io le adoro… solo che qui a roma non esistono, e tutti le odiano, uffa! Lo so che adesso tutte mi direte che la pasta liscia è una schifezza, che il sugo non si attacca etc etc, zac mi dà addosso con questa storia del sugo che non si attacca da quando ci siamo conosciuti.

Insomma, faccio outing, io amo le penne lisce!!! E sono disperata perché non riesco a trovarle biologiche! Se c’è qualcuno del mondo del biologico che sta leggendo, per favore fatemi queste benedette penne lisce, ve le comprerò tutte io! (visto che vi trovate ci sarebbero anche le candele, o ziti… ma questa è un’altra storia).
I peperoni non vanno coperti durante la cottura in padella perché altrimenti riassorbirebbero il vapore acqueo, diventando molto più umidi e quindi meno aggredibili dai succhi gastrici. la bioterapia nutrizionale in generale non ama affatto i cibi imbibiti di acqua, li ritiene poco digeribili.
Questo modo di preparare i peperoni (potete anche mangiarli semplicemente così come sono, invece di condirci la pasta) è molto indicato per combattere i virus (e con il bombardamento mediatico terroristico sull’H1N1 che stiamo subendo in questi giorni, sapete quanto ne abbiamo bisogno… mah); per potenziare l’effetto antivirale è possibile aggiungere fettine di aglio alla fine della cottura (in modo che rimanga semi-crudo, e quindi mantenga tutte le sue proprietà antibiotiche e antivirali. L’aglio inoltre ha anche l’effetto di limitare il potere eccitante dei peperoni.
Una cosa molto importante da ricordare è che il peperone arrostito una volta spellato non va mai passato sotto l’acqua corrente, perché il liquido denso che si forma all’interno dei peperoni contiene un enzima che li rende più digeribili.
Nella fase gialla il peperone contiene più vitamina K, antiemorragica e coagulante e in quella rossa c’è più vitamina C; soprattutto in quest’ultimo caso, ma anche in generale, i peperoni stimolano decisamente la peristalsi intestinale, e questo è uno dei motivi per cui sono potenti antinfluenzali, facilitando l’eliminazione dei germi attraverso l’intestino.
Questo piatto è molto utile anche per frenare un ciclo mestruale troppo abbondante; in questo caso l’optimum sarebbe mangiarlo insieme ad una scamorza ai ferri e a un kiwi.

Ingredienti:
2 peperoni (rossi o gialli)
olio extravergine d’oliva
1 spicchio d’aglio
100 grammi di penne di Kamut
un bel mazzetto di prezzemolo
Parmigiano Reggiano
sale marino integrale
pepe bianco in grani

Preriscaldate il forno a 180°C. Lavate i peperoni e asciugateli, poi sistemateli sulla placca del forno, sul piano più basso. Dovrete stargli un po’ dietro perché tendono a bruciarsi a tradimento; quello che dovete ottenere è la buccia completamente bruciata, nera, e il peperone all’interno bello morbido; per raggiungere questo risultato dovrete girare i peperoni tempestivamente sui quattro lati, io ci ho messo una ventina di minuti in tutto (anche meno).
Una volta ottenuti i vostri peperoni bruciacchiati all’esterno, tirateli fuori dal forno, aspettate che si intiepidiscano, apriteli da un lato, asportate i semi e le pellicine chiare interne, spellateli e tagliateli in striscioline (fate attenzione a scolare in una ciotola il liquido interno dei peperoni, che andrà cotto con i suddetti.
Ho sentito che molti chiudono i peperoni appena usciti dal forno in una bustina di plastica: in questo modo si crea molto vapore all’interno e la buccia del peperone si stacca molto più facilmente; io tenderei ad evitare questo procedimento perché non mi piace mai mettere la plastica (che cerco di usare comunque pochissimo) a contatto con gli alimenti caldi. Immagino però che questa cosa possa funzionare splendidamente posizionando i peperoni bollenti su un piatto e capovolgendoci sopra una ciotola di vetro a campana.
Avevo anche pensato di usare i sacchetti di mater-bi, ma poi l’ultimo neurone che mi è rimasto mi ha avvertita sospirando che *probabilmente*, essendo biodegradabile in acqua, il sacchetto si sarebbe sciolto creando un’improbabile ibrido peperone-sacchetto di mais; sarebbe stato il mio primo (e ultimo) esperimento di cucina molecolare, eh eh. Grazie neurone, dovrò darti un nome prima o poi :-)
Una volta ottenute le sudate striscioline di peperone non dovrete fare altro che scaldare il solito spicchio di aglio schiacciato a fuoco bassissimo in una padella con il fondo coperto d’olio, asportare l’aglio una volta dorato (appena dorato), e metterci dentro i peperoni con un pochino di sale, rigorosamente senza coperchio.
Vi basterà lasciarli cuocere molto piano, rilasceranno un sughetto meraviglioso, intanto cuocerete la pasta al dente e quando sarà pronta la salterete un minuto nella padella con i peperoni aggiungendo il prezzemolo tritato al momento. Finite con una grattugiata di Parmigiano Reggiano e una spolverata di pepe macinato sul momento e portate subito a tavola.