Quando vedo che il pasto nudo sta crescendo troppo velocemente e penso adesso mi riposo un attimo lui si mette a correre come un pazzo. Succedono cose inenarrabili, sta (stiamo) crescendo alla velocità della luce, non riesco neanche a raccontarvi tutto quello che succede in tempo reale, aiutooooo!!
Oggi però non vi parlo di me; vi devo raccontare di una realtà che in tanti sicuramente già conoscete bene, ma devo proprio spenderci due (si fa per dire, ehm) parole, perché se lo merita veramente.
Proprio oggi, infatti, Equomercato compie 20 anni dalla fondazione (cosa del tutto eccezionale per il non profit). Loro, all’epoca, iniziarono dal nulla: Paola e Fabio, una fisioterapista e un infermiere che si erano trasferiti in Burundi e avevano fatto nove anni di vita comunitaria, tornati in Italia decisero di aprire una finestra sul commercio equo e solidale, per aiutare la gente che avevano lasciato in Africa, dar loro la possibilità di vendere in Italia le piccole grandi cose che producevano sul posto.
Inizialmente furono mercatini e bancarelle, poi nel 1993 riuscirono ad avere un negozio in usufrutto per un anno, con i prodotti in conto vendita. Adesso la cooperativa conta 15 soci e importa non solo manufatti artigianali, ma anche prodotti alimentari e cosmetici, giocattoli, capi di abbigliamento, strumenti musicali e tante altre cose da decine di piccole cooperative Africane, Asiatiche e dell’America latina. Arrivano qui da noi nella loro rete di botteghe sparse in Italia, garantendo ai piccoli produttori un prezzo giusto, la continuità del lavoro (che per loro è assolutamente fondamentale) e un finanziamento anticipato per un valore pari alla metà della merce ordinata, oltre ad assisterli per sviluppare eventuali nuovi prodotti.
Guarda i casi della vita, ho qui in casa da un bel po’ un bellissimo manufatto di uno dei loro produttori, che mi è stato regalato da una carissima e coraggiosa amica che lavora per le ONG in giro per il mondo: uno specchio di ferro comprato in un Villaggio di Artisti del Ferro ad Haiti. Lo specchio è fatto con una lamina di metallo ritagliata dai bidoni di petrolio che loro raccolgono ai margini degli aeroporti o degli insediamenti industriali, e che battono e incidono manualmente con una tecnica a sbalzo.
Se li vanno a prendere sul posto e li portano nei laboratori prima sul tetto di taxi collettivi e poi sulle spalle! Li scoperchiano, li tagliano, li bruciano per eliminare la vernice, poi ci salgono sopra mani e piedi per appiattirli, li martellano, li levigano, poi li cesellano e li rifiniscono. Ci fanno bracciali, ciotole, cornici, lampade, orecchini, piatti, portatovaglioli, tavoli!! E specchi, come il mio che vedete fotografato qui sopra. Io sono commossa ed emozionata di avere in casa un oggetto così prezioso. Altro che oro e diamanti. Beh, questa cooperativa l’ho ritrovata da loro, da Equomercato, e credo che già solo questo dica tutto. Questa meraviglia, che sostiene la popolazione Haitiana, che come potete immaginare è in difficoltà *enorme*, e che la mia amica mi ha portato l’anno scorso caricandosela in aereo apposta per me, adesso si può acquistare da loro :-)
Ci sono anche tanti altri produttori interessanti di cui vi parlerò in seguito, tanto per citarvene un paio una cooperativa Messicana che si chiama “Manantial de las Flores” che produce cosmetici senza l’ombra di un conservate sintetico, fatti con acqua di sorgente e oli essenziali naturali, oltre a marmellate biologiche dolcificate con succo d’agave (chiamato “aguamiel” dagli indios del posto), e un’altra che si chiama “Agua Escondida”, sempre in Messico, che produce cosmetici e conserve completamente naturali (su di loro potete anche andare a dare uno sguardo al sito, qui.
Che dire. Non credo di dover aggiungere nient’altro, tranne che ci sono stati vicini dall’inizio — cosa che mi riempie di orgoglio — per aiutarci a vendere il pastonudolibro, esponendolo nelle loro botteghe, e tantissimi dei loro clienti lo hanno acquistato proprio lì.
Se fossi in voi, ora che si sta avvicinando il Natale, ci farei un pensierino a farmi un giro in una delle loro botteghe per i vostri regali (ma anche per compleanni, onomastici, anniversari e feste comandate). Piccoli produttori, onesti e coerenti con la loro vita. Non industrie tentacolari che se ne fregano di tutto tranne che del profitto.
Insomma, per celebrare questi meravigliosi vent’anni e fare loro i miei migliori auguri di andare avanti per altri duecento, ho pensato di regalarvi una ricetta buona buona che ho preparato con uno dei loro prodotti, un riso thai integrale profumatissimo, chiamato “Hom mali” (“fiore bianco” in lingua Thai) che oltretutto rimane al dente come piace a me.
Proviene da una cooperativa di Bangkok, ha la certificazione biologica e proviene dalle provincie di Surin e Yasothon. Io l’ho amato, semplicissimo con due verdurine saltate in padella e glassato con poco stracchino. Francesca-vulcano, che se ne intende, dice che è meraviglioso con le verdure e… la banana fritta. Io una chance gliela darei, anche alla sua versione 8-)
Ingredienti:
150 grammi di riso rosso thai
270 grammi d’acqua
1 foglia di alloro
2 piccole zucchine
1 peperone giallo
sei o sette friggitelli
due piccole melanzane
mezza cipolla grande o una normale
un mazzetto di timo fresco
due cucchiai di stracchino
un cucchiaio di semi di canapa decorticati (facoltativo)
pepe bianco in grani (facoltativo)
olio extra vergine d’oliva
sale marino integrale
Mettete il riso in un pentolino di acciaio e aggiungete l’acqua, la foglia di alloro e un po’ di sale. Se vi piacciono, mettete nell’acqua anche qualche granello di pepe e un chiodo di garofano.
Mescolate e mettete sul fuoco a fiamma allegra fino a quando non accenna a bollire, mescolando ancora ogni tanto. Abbassate la fiamma al minimo, coprite con un coperchio e aspettate che il riso assorba tutta l’acqua (ci vorrà circa un quarto d’ora). Quando l’acqua sarà assorbita lasciate riposare il riso ancora 10-12 minuti, sempre coperto.
Lavate e mondate le verdure e tagliatele a cubetti. Coprite il fondo di una padella (non antiaderente) con l’olio e lasciatelo scaldare a fiamma vivace fino a quando non lo vedrete brillare (attenzione che non fumi!).
Aggiungete le verdure e le foglioline staccate dai rametti di timo, e fate saltare il tutto a fiamma vivace per qualche minuto, mescolando ogni tanto per non farle attaccare. Scegliete voi il grado di cottura che preferite, io di solito le cuocio poco perché rimangano belle croccanti. Quando il riso ha riposato sgranatelo come si fa con il couscous, mettetelo in padella con le verdure, aggiungete lo stracchino e mescolate bene.
Servite caldo, spolverando con una manciata di semi di canapa se vi piacciono, e un pochino di pepe bianco appena macinato.
Auguri Equomerato!!! Mille di questi compleanni solodali :-)
Ciao Sonia, vorrei ricevere gli aggiornamenti del tuo blog tramite email ma non vedo l’iconcina (oppure sono tecnolesa..cosa altamente più probabile!) Per ora ti ho messa come feed su Igoogle ma a novembre chiude e quindi preferirei iscrivermi agli aggiornamenti. Come devo fare? Ciao!
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