Ehssì, perché domani qua si parte alla volta di Bologna, l’avete dato uno sguardo, vero, al quando sono dove??!! La pagina si sta riempiendo, qualcuno dica al treno-Francesca di rallentare, aiutooooo!!! :-P
Sabato 4 saremo tutto il giorno da Ca’shin, e finalmente rincontrerò Sabine Eck e il nostro mitico prof in carne ed ossa. Sono veramente curiosa di vedere questo luogo speciale di cui Sabine mi ha parlato spesso; è un posto dove tutto ciò che si svolge è all’insegna dell’ecosostenibilità, della creatività e della coesione tra le persone. Un posto decisamente illuminato insomma! Da questa pagina potete scaricare la locandina della giornata e sbirciare più o meno come si svolgerà il tutto. Vi dico solo che avrò l’emozione di parlare in un vero seminario accanto a Sabine, e poco dopo il professor Giannattasio, il tutto sotto l’insegna del pasto nudo! Non sto nella pelle (e come al solito spero di trovare un buco profondo dove nascondermi negli immediati dintorni, in caso di horror vacui improvviso).
Domenica 5 invece, dalle 10 alle 13, saremo alla Scuola Steineriana di Bologna (sono proprio felice di conoscere la versione bolognese della scuola della pulcina), con Riccardo Astolfi e gli altri mitici amici della Comunità del cibo pasta madre. Darò vari suggerimenti su come riciclare la pasta madre (liquida! Pure se Riccardo la snobba, pfui!) in modo che non succeda mai (o quasi mai) di doverla gettare. Potete vedere la locandina dell’evento, e le bellissime parole che Riccardo ha speso per presentarlo (io ho ancora la lacrima, sniff :’-)) direttamente qui da loro.
Ci sarebbero stati venti posti ma purtroppo sono stati prenotati tutti il giorno stesso che abbiamo lanciato l’evento su facebook, sob. Non ho fatto in tempo ad avvertirvi! :-(((
Adesso devo proprio correre a preparare la borsa, però prima di andare vi voglio lasciare una speranza di primavera!! Vale a dire un piatto che attiri irresistibilmente la primavera qui da noi, perché veramente ma veramente di pioggia non-se-ne-può-più, e bastaaaaa!!! Ben vengano dei bei temporali occasionali, uno scroscio e via, ma questo cielo grigio no, eh! Che stiamo scherzando? Ci serve un bel sole splendente e primaverile, per uscire da questo inverno che facile non è stato :-P
No non vi voglio prendere in giro, lo so che la sapete fare già l’insalata!! Voglio solo parlarvi della mia esperienza insalatosa, non si sa mai che possa essere utile a qualcuno, e magari possa convincere un passante che ancora cede alle insalate in busta a cambiare strada :-)
Devo dire che io l’insalata per lunghi anni della mia vita sregolata (pure io sono stata una scavezzacollo, e neanche tanto tempo fa eh) l’ho snobbata, perché prima di tutto ci voleva un secolo per pulirla (e riempi il lavello numero uno, sciacqua, passa nel lavello numero due con l’acqua pulita, svuota l’altro, sciacqua tutto per bene e riempilo di nuovo e così via fino a insalata pulita!).
Lungi da me essere una maniaca della pulizia, però l’insalata, e alcuni tipi in particolare, e soprattutto quella biologica, è spesso strapiena di terra, che è leggermente fastidiosa nel piatto :-) Epperò, correggetemi se sbaglio, normalmente i vegani usano degli integratori di vitamina B12, che si trova solo nella carne e in altri derivati animali; beh ho letto che se non si lavano insalata e verdure in modo maniacale, un po’ di B12 si può prendere proprio da alcuni batteri e microrganismi che sono appunto nella terra (alcuni animali la assumono infatti bevendo acqua e vegetali contaminati, terriccio, insetti, come potete leggere qui sul forum di promiseland). Quindi lavate frutta e verdura, ma non siate maniacali (ovviamente il discorso cambia moooolto se i vegetali non sono biologici).
Un altro motivo per cui la mangiavo poco è che alla fine l’insalata mi sembrava un po’ insapore, non la sapevo condire e insomma alla fine troppa fatica e poca soddisfazione. Parlo dell’insalata verde, eh, perché quando ho assaggiato per la prima volta a Boston un’insalata Waldorf originale mi è piaciuta da morire!
Beh, poi è successo che tempo fa siamo andati a trovare Ma’Falda e le loro caprette (ancora non ho avuto il tempo di raccontarvi per bene di loro, sigh), e la prima sera che siamo stati lì, tragicamente rimasti senza cena perché eravamo arrivati sul tardi, siamo stati omaggiati di un bellissimo cesto di insalata colta dal loro orto. Solo che loro per insalata intendevano un insieme di erbette favolose e particolari, tutte diverse tra loro, e quando le abbiamo assaggiate non finivamo di stupirci per i sapori diversi (senti questa foglia! E assaggia questa piccolissima oblunga – che nella fattispecie era il dragoncello!!!).
Secondo episodio, i famosi Natalino e Antonietta che ormai chi frequenta il pasto nudo ben conosce, perché abitano al piano di sotto, hanno un bellissimo orto e sono diventati i nostri nonni adottivi, ci invitano a pranzo e ci servono tra l’altro un’insalata semplicissima, ma pure questa oltremodo sorprendente, e solo perché dentro sono soliti metterci le foglioline più tenere del sedano e le cipolline lunghe (quelle che originano dalla cipolla che germoglia, no so se sono proprio gli “sponsali” di cui ho spesso sentito parlare, qualcuno me lo sa dire?) o le cipolle bianche piatte, quelle dolci che pizzicano pochissimo, a fettine supersottili.
Insomma, fai due più due, poi con il tempo pianta sul balcone un’acetosa (rubata da Ma’falda) qui, un rafano lì, le nostre insalate hanno completamente cambiato faccia, e soprattutto sapore. Nel trittico che vedete più sopra ho fotografato la rucola, l’acetosa e le foglioline di rafano (sono buone quando sono ancora tenere e morbide, all’inizio della primavera, appunto), tutte autoprodotte. Se mi rimane un secondo, più tardi aggiungo qualche altro esemplare del mio orticello personale di cui sono molto orgogliosissima :-P
Nella ricetta vi annoto le varie erbe che ho messo io nell’insalata, voi però sbizzarritevi, e soprattutto piantate sui vostri balconi e terrazzi un po’ di tutto, dà una soddisfazione e un gusto indescrivibili mangiare vegetali appena colti, e se avete bimbi è molto istruttivo e divertente fargliele curare e vederle crescere sotto i loro occhi :-)
Ingredienti:
Un cespo di insalata a vostra scelta
una decina di foglie tenere di rafano
qualche foglia di acetosa
un mazzetto di rucola
un paio di gambi di sedano (quelli interni)
foglie giovani di sedano
cipolline lunghe fresche
timo, oppure origano, o maggiorana, fiori e foglie
sale marino integrale o sale in fiocchi
olio extravergine d’oliva
mezzo limone (o, se preferite, aceto).
Tre ore di introduzione e due righe di ricetta!!! Lavate (non troppo bene) le foglioline verdi deliziose, asciugatele bene (non c’è niente di peggio dell’insalata bagnata, sulla quale l’olio scivola disperato, bleah!), tagliatele o strappatele con le mani a pezzi inforchettabili (*no* alle foglie gigantesche che-tanto-si-piegano), facendo caso all’adorabile “scroc” che fanno le foglie di insalata quando sono freschissime, mettetele in una grande ciotola di vetro, aggiungete le foglioline e i fiori delle erbette aromatiche appena sfiorate dall’acqua e asciugate all’aria e aggiungete due bei cucchiai grandi, magari di legno di cedro (ehm, sto esagerando, eh?) perché ognuno se ne possa servire a piacimento.
Frullate con il frullatore a immersione una tazzina d’olio con il succo di mezzo limone (anche meno) e servite il condimento a parte con la ciotolina del sale a portata di mano, ma non troppo, perché lo sapete, no, che l’insalata si chiama così perché non andrebbe salata… quando assaggerete il concerto dei sapori capirete perché.
So già che voi pastonudisti quando passate davanti al banco delle insalate in busta le snobbate sdegnosi, ma dopo questa esperienza siete autorizzati a lanciare occhiate materne (o paterne, per i maschietti) alle signore che le buttano ancora nel carrello!
Vadooooo!!! Ci vediamo a Bologna, e per gli altri rimanete collegati che ci stiamo organizzando per tutta l’Italia (isole comprese!) :-))
p.s.: mi scrivete i vostri segreti per fare l’insalata buona buona? Così li mettiamo tutti insieme e faccio un altro post con l’insalata verde mista 2.0, Ma mi raccomando, eh, niente pomodori nell’insalata! Perché? Elenaaaaa!!! Accorruomo!! :-)
quello che fa buonissima l’insalata (oltre alla varietà di erbette che la compongono) è…la salsina! la più rapida e veloce (ma sempre buonissssima) secondo me è la classica vinaigrette alla francese con olio, senape (rigorosamente autoprodotta), un buon aceto balsamico e sale, poi ce ne sono di più elaborate.
Bon voyage :-)
Io di solito ci aggiungo fettine sottilissime di frutta (di stagione eh!!), o qualche pinolo e uvetta, o gherigli di noce spezzettata..mi piace il contrasto di sapori.. Ah, e poi, che dà un buonissimo sapore: qualche fogliolina di menta appena colta! Chiaramente di provenienza giardino o balcone…
Le insalate più particolari (e buone) che ho mangiato avevano dei fiorellini appena colti buttati sopra, tipo quelli del rosmarino, una volta mi sono capitati petali di geranio.. erano bellissimi da vedere… e anche buoni :))
Nooooo!! Hai piantato il rafano!! Che meraviglia!! Questa si’ che e’ una notizia! :-)
Invece, pensa te, a casa mia si diceva: “(in)salata ben salata, poco aceto e molto oliata”, per descriverne il condimento ideale. Io salo poco, ma deve essere assolutamente sciolto in pochissimo aceto o limone, perche’ per me non c’e’ nulla di peggio dei grani di sale non sciolti sull’insalata. Poi, concordo sugli extra che danno sapore: foglioline di prezzemolo, basilico o anche di finocchio, o pezzettini dei gambi di finocchio, cipolla invisibile, erba cipollina… a me piace molto l’aggiunta di “fruhlingzwiebel”, che credo in italiano si chiamino cipollotti (non faccio la snob, e’ che li ho scoperti quando ormai ero via dall’italia e ho imparato i nomi esteri ;-)). In Germania, dal mio amico Hubertus contadino biodinamico con negozio annesso, compravo delle buste meravigliose, piene di insalatina piccola mista di tutti i tipi, anche selvatica, con fiori spettacolari -edibili- annessi. Anche da noi, in montagna, quando uno storceva il naso perche’ aveva paura che l’insalata non fosse lavata bene, la padrona di casa era autorizzata a rispondere: “ben, vala’, cossi’ ancoi g’aven anca la carne” (=beh, cosi’ oggi abbiamo anche la carne!).
Una domanda, se Elena dovesse accorrere: a parte nei mesi estivissimi di caldo, io l’insalata verde cruda non la cerco proprio (mentre mangio tutte le altre verdure specialmente cotte o ripassate in padella), perche’ non la digerisco (o non so cosa, ma il mio corpo non la vuole). C’e’ una spiegazione? (continuo ad ascoltare il mio corpo, ma ogni tanto ho un attacco di curiosite acuta) :-)
PS: quando dico che compravo “buste” di insalata, intendo che lui le raccoglieva la mattina nel suo campo/orto/bosco/giardino, le metteva in cesti e, una volta in negozio, tras di plasferiva la quantita’ desiderata in buste/sacchetti/borse di pezza. No, a scanso di equivoci ;-)
PS2: Sonia, non preoccuparti: horror vacui significa paura del vuoto, del silenzio, del nulla. Non credo proprio che ad una conferenza bolognese con tanti amici e piena di gente meravigliosa ci sara’ un momento di vuoto! Goditi ogni secondo!! :-)
purtroppo io non posso piantare nulla perchè mi han di nuovo sbattuta fuori casa causa lavori terremoto quindi quest’anno mi saltano i progetti di un terrazzino pieno di erbette…cmq…io all’insalata mista con semi (tipo insalatina riccia + spinacini + noci e altri semi a piacere) aggiungo la mia salsina super buona. mescolo olio oliva + salsa soia + miele + semi sesamo tostati + aceco di riso, volendo si può aggiungere poco limone, li sbatto bene in un vasettino e voilà, la salsina è pronta! buonissima anche sugli agretti!
Sono solita iniziare pranzo e cena con una megainsalata fatta con le verdure disponibili in stagione. Abitando in Germania in inverno saranno perlopiu’ cavoli di vari tipi, (ottimo quello bianco, condito con olio, aceto autoprodotto e cumino) oppure finocchi, arance e carote, o barbabietola cruda, che adoro, ancora arancia, carota e peperone…Non dimenticare i radicchi, ce n’e’ uno rosato che non e’ tanto amaro, delizioso. le combinazioni possibili sono molte. Aggiungo spesso una sorta di ravanellone bianco che qui si chiama Rettich, la cipolla ovviamente e spesso l’avocado. Nella bella stagione arrivano finalmente le erbette, recentemente ho scoperto le foglie di rafano che rendono qualsiasi insalata interessante. Buono e’ anche il Berlauch o aglio ursino, qui i boschi ne sono pieni e immagino ci sara’ anche in Italia. Dai contadini compro spesso le loro erbe, ce ne sono tantissime e ognuna ha un sapore diverso ma devo ancora impararne i nomi. A volte aggiungo anche dei semi, girasole, sesamo, mandorle, lino spezzato, zucca. Sovente aggiungo all’insalata del giorno delle zeste di limone (incredibile ma riesco a coltivare i limoni qui a Monaco)! e in primavera e estate adoro in tutte le insalate qualche foglia di santoreggia, che sta sul balcone insieme alle altre piante aromatiche. Insomma con la soluzione dell’insalata a inizio pasto incremento molto la mia dose di crudo e limito molto la quota di carboidrati eventualmente assunti dopo, dato che un piatto cosi’ composto sazia moltissimo.
A trovarle tutte quelle erbette fresche. Comunque da tenere a mente per la prossima insalata!
Bhe, se vuoi che ti scriva tutte le erbe, i fiori e la frutta che metto nell’insalata sto a scrivere fino a sera. Se vuoi ti faccio un post (a puntate)
@Cristiana: facciamo direttamente una rubrica, no? 8-)
Ciao Izn,
sto attendendo con sempre maggiore curiosità di sapere il perchè…. i pomodori non vanno mangiati con l’insalata…., come scrivesti alla fine di questo post… Non lo avevo mai sentito dire…
Ho capito bene…?
Uhhhh, spero che presto qualcuno mi delucidi… Grazieeeee!
Un bacino,
SN