Oggi vi descrivo la mia mattinata ideale, situata in una curva spazio-temporale all’interno della quale ogni ora dura sette-otto ore delle nostre, ma ti stanca come una sola. Mi sveglio al sorgere del sole, *ma* dopo un sonno ininterrotto di nove ore piene, nonostante la sera prima sia andata a dormire verso le due.
Tutti dormono, casa sconfinata completamente dipinta di bianco, qualche accenno di grigio chiaro, giusto i cuscini o gli infissi. Ovviamente la dimora – classe energetica A – si staglia nel verde su una collina a cento metri dal mare (c’è uno scivolo che fa la diretta casa-flutti), e la città più vicina, famosa per i suoi primati di vivibilità, si raggiunge in dieci minuti.
Dopo il doveroso saluto al sole mi dirigo in cucina a preparare la colazione, con brioche, cornetti, pane, tutto preparato sul momento con lievito naturale; ognuno di essi riesce perfettamente fragrante, gonfio e magnifico. La cucina si autopulisce man mano che la uso, compresi i pavimenti che si autospazzano e autolavano e la lavastoviglie (silenziosa) che si autocarica.
Vado a fare una nuotata; tornando porto dentro la cassetta di frutta, verdura, uova e latte biodinamici, provenienti da aziende circostanti a chilometro zero, poi dipingo o disegno tre o quattro ore, e verso le otto si svegliano gli altri.
Ecco, io desidero che ogni mia singola giornata inizi così. Lo dicono tutti che desiderare una cosa è il primo passo per ottenerla. Certo, immagino che in questo modo dopo la (doverosa) trasferta in paradiso non saprebbero cosa farmi trovare di meglio, però insomma, sono sicura che mi verrebbe in mente qualcosa da suggerire, potrei cominciare a pensarci da adesso.
Vabbeh, alla fine non posso lamentarmi. La casa ce l’ho (per il mare ci vogliono un paio d’ore, ma ci si arriva); i lieviti più o meno cominciano a riuscire, certo non per colazione, magari quella del giorno dopo; la frutta e verdura biodinamica bene o male la rimedio (a volte, quando Antonietta è di buon umore, anche a chilometro 0); quello che mi manca, a parte la cucina autopulente, che apprezzerei moltissimo, è la curva spazio temporale. Che poi qualcuno ha anche detto che il tempo non esiste, no? Beh, io voglio andare a vivere nel suo mondo!
Mi consolo cucinando. Anzi, meglio: andando in giro sulla rete e curiosando qua e là. Qualche giorno fa non ho potuto fare a meno di intenerirmi sul blog di Alex, di foto e fornelli, che riprendeva una ricetta che avevo visto sul blog di Petula da tempo immemorabile (nel 2006!!!), e che dopo poco è rimbalzato da Ciboulette e poi dalla cuoca marzolina.
E per forza, perché è una di quelle ricette che prepari e poi ti dimentichi in forno, e che puoi mangiare calde, fredde, con la buccia, senza buccia, in un panino, al volo o seduta a tavola, insomma, quei jolly imperdibili che si fanno e rifanno a vita. Si possono usare le melanzane lunghe o quelle tonde, personalizzarla con le erbe aromatiche che preferite, e ho il sospetto che si possano preparare in questo modo anche un numero “n” di altre verdure.
Per la cronaca, ho usato un aceto balsamico di mele che ho preso come al solito da Biogusto, che ormai per me è un must della spesa: prezzi onesti, piccole cose introvabili, e qualità al mille per mille (ve l’ho detto, vero, che Francesco Meuti è un rompiscatole più rompiscatole di me?!).
Ingredienti:
4 melanzane tonde
un mazzetto di timo
qualche spicchio d’aglio
sale marino integrale
olio extra vergine d’oliva
un mazzetto di timo serpillo
aceto balsamico di mele
un cucchiaio di semi di sesamo (facoltativi)
Preriscaldate il forno a 200°C.
Lavate le melanzane, togliete la calotta superiore (si potrà chiamare “il peduncolo”?) e tagliatele a metà nel senso della lunghezza.
Incidetele a scacchiera con la punta di un coltello affilato, facendo attenzione a non tagliare la buccia. Tagliate a fettine gli spicchi d’aglio e infilateli a casaccio nelle incisioni (a casaccio!!!!? Io le ho posizionate simmetricamente in ogni taglio, eh eh).
Adagiate le mezze melanzane sulla leccarda del forno ricoperta di carta forno, poi preparate una salsa emulsionando in una bottiglietta un po’ d’olio, un po’ di aceto balsamico e un po’ d’acqua e spargetecela sopra; poi infilate i rametti di timo nei tagli.
Infornate e lasciate cuocere per una mezz’oretta.
Tiratele fuori, salatele e se vi va cospargetele con i semi di sesamo leggermente tostati in un padellino (tipo due minuti – altrimenti potete usare il gomasio, che è un misto di semi di sesamo e sale macinati insieme).
Mangiatele fredde o calde, accompagnate con qualsiasi cosa vi venga in mente. Sono uno spettacolo :-)
confessa: hai usato il righello per fare le incisioni perfettamente quadrate!
le melanzane sceme spopolano, per forza sono facili e buonissime, considerando che lo casa invasa di melanzane (le compro e me le regalano pure, tutte bio) ..vedi tu ogni scusa è buona. nel mio mondo ideale mi alzerei all’alba pure io e sarei sveglia come un grillo..al contrario di quanto accade normalmente ci vogliono le bombe x tirarmi giù dal letto
Mi danno l’idea di essere veramente geniali, e le provo senz’altro perchè le melanzane mi piacciono se,pre fatte dagli altri…ma a me non vengono mai bene!!!
suggestionata dalle tue parole iniziali e divorata da un’invidia infinita fino a che non ho capito che era un sogno, ti ho riaccolta nel mio cuore con un piccolissimo senso di rimorso come se per colpa mia tu fossi ricaduta nella realtà perdendo la tua meravigliosa casa_mare_collina.
bene, mi sono goduta la ricetta delle melanzane gustandomi ogni dettaglio e sentendo i granelli di sale e sesamo e le foglioline di timo sotto la lingua. dovrei avere tutto, tranne le melanzane che, PERDONAMI, acquisterò al supermercato in attesa di avverare il mio sogno dell’orto sul terrazzo a km -0. e la cena è decisa.
ma che buone!!! nell’orto di mio papà ne stanno venendo moltissime ed ecco una favolosa alternativa per prepararle.
il gomasio ce l’ho, credo userò quello.
grazie!!!!!
Ho provato anch’io a fare le melanzane geniali di Petula: Slurp… Slurp… slurp… c’è da leccarsi le dita!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ho giusto 4 melenzane preso che ho comprato al mio gas (bio) e non sapevo che farne…
Contorno per la cena di stasera…veramente gustose ed il profumo…indimenticabile!
bella ricetta, bel rimbalzo di blog culinari ed evviva biogusto: a noi i sogni irrealizzabili ci fanno un baffo! la provo subito! ;-)
Eh sì sì, le avevo accocchiate anche io…. Muoio dalla voglia di testarle!
Baci,
Sissa
Ehm… Addocchiate…
Sorry
Sissa
…sto già tagliando le melanzane ;-)
Le melenzane molto simili a queste le ho fatte qualche giorno fa mentre arrancavo per finire di scrivere l’episodio e sì, sono geniali e comodissime. Per quanto riguarda la cucina autopulente (ma anche il bagno autopulente, il letto autorifacente, le librerie autospolveranti…) credo che prima o poi qualcuno dovrebbe decidersi a inventarla.
eh si, sono davvero uno spettacolo!! le melanzane sono solo uno dei 1000 motivi per cui adoro l’estate!
tesoro mi preoccupi. la descrizione iniziale è perfetta per una clinica psichiatrica! ;)
sai che mi sto rifornendo da due settimana al g.a.s. del paesello e ho scoperto forme vegetali di cui non conoscevo l’esistenza? comprese le melanzane bianche bianchissime. che finiranno in forno stasera in siffatto modo. baci bianchi a righe sfumate
sono atterrata sul tuo blog per caso (in effetti stavo cercando la ricettaperfetta per un risotto ai mirtilli: è la tua!!) e sono rimasta folgorata! sei brava, simpatica e condivido molte delle tue scelte… non ti mollo più! :)
buona settimana
Eccole!!! Ottime!
forse questa ricetta è supervecchia,non lo so sto guardando le ricette sulle melanzane, comunque, in generale, ritengo opportuno scriverti che il tuo pensiero è bello e bene è come è comunicato sulla rete. Grazie,
Claudia