È successo che Antonietta, la nostra pusher di primizie di campo di cui già avete sentito parlare diffusamente qui, qui, qui, qui, e in un sacco di altre occasioni bucolico-mangerecce, ci ha seppelliti di meravigliosissimi piselli appena colti (li avete visti poc’anzi in tutto il loro splendore nel mai abbastanza citato post di Claudia sul mese di Maggio).
passato di baccelli
Il problema è che dopo aver sgranato tutti quei teneri pallini verdi (e averne mangiati un bel po’ crudi… Emma si è fatta venire il mal di pancia, non si riusciva a toglierglieli dalle mani al tesorino – mannaggia all’ascendente toro) mi sono ritrovata con una montagna di baccelli che mi guardavano con il labbruccio sporto e mi dicevano “ma che adesso ci butti? ma che davvero?”
Così, guarda i casi della vita, mentre cercavo ricette per i piselli e decidevo per il destino baccelloso mi sono imbattuta in questo articolo *molto* interessante, che, incrociato con quest’altro ha dato vita ad un passato dall’aspetto forse non troppo attraente, ma dal sapore ottimo.

Io purtroppo per carattere sarei una sulla quale la parola risparmio non fa molta presa; ma sprecare il cibo mi ha sempre angosciata (saranno le famose storie del Biafra che ci propinavano da piccoli) e quindi quando trovo il modo di riutilizzare scarti che normalmente finirebbero nell’immondizia esulto, letteralmente.

E devo dire anche che mi esalta risolvere un pasto con due lire; mi dà la sensazione di poter sopravvivere alle catastrofi naturali, quelle dopo le quali i soldi non contano più nulla e bisogna cavarsela cogliendo le erbe selvatiche nei campi. Ho guardato troppi film americani. Lo so.
Vabbeh, adesso vi appioppo la ricetta, semplice nella sua banalità. Pare che questo passato sia un piatto tipico della Toscana, ma non si trova nei ristoranti, bisogna essere ospiti di qualche signora del posto per poterlo assaggiare :-P

Ingredienti:
baccelli di piselli come se piovesse
1 carota
1 gambo di sedano
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
1 foglia di alloro
un bel po’ di basilico o prezzemolo
olio extravergine d’oliva

Per prima cosa mettete a fare il brodo (che è facoltativo); sciacquate 200 grammi di baccelli, spazzolate molto bene la carota con la spazzola per verdure e sciacquatela, lavate il sedano e l’alloro, asportate le foglie esterne della cipolla e tagliatela a metà, sbucciate lo spicchio d’aglio e mettete tutto in una pentola non necessariamente grande; coprite a filo con acqua senza cloro possibilmente non molto calcarea e posizionate sulla fiamma bassissimissima coprendo con il coperchio.
Dopo un’oretta o due, quando la vostra cucina profumerà in modo celestiale, asportate le verdure (che andrebbero gettate, sigh, a meno che non amiate gli ortaggi stracotti; secondo la bioterapia sono poco salutari, comunque) e mettete da parte il brodo.
A questo punto prendete tutti i baccelli rimanenti, lavateli e metteteli in una pentola grande, sempre coperti a filo con acqua dello stesso tipo di cui sopra. Anche in questo caso usate il coperchio, ma rispetto a prima alzate molto la fiamma, in modo che l’acqua raggiunga subito una temperatura molto alta. In questo modo i baccelli non cederanno all’acqua tutte le loro sostanze, ma le manterranno all’interno. Quando i baccelli saranno belli teneri, scolateli e passateli con il tritatutto. Non azzardatevi a frullarli, perché hanno dei filamenti molto legnosi che spazzerebbero via le vostre buone intenzioni di casalinghi/e volenterosi.
Tutto qui.
Adagiate qualche cucchiaio di passato su un piattino, aggiungete il basilico rigorosamente spezzettato a mano (con il coltello si ossida), oppure il prezzemolo tritato, e un filo d’olio d’oliva.
Il brodo va aggiunto solo se il passato vi sembra troppo denso, altrimenti tenetelo da parte per una minestrina perché è buonissimo.
Servite freddo o appena tiepido. E con la faccia virtuosa :-)