Nel corso del tempo con il pasto nudo ci è capitato spesso di organizzare mercati a destra e a manca (come quelli della scuola Waldorf e Ammuìna di due anni fa, a Natale); avendone frequentati a iosa e conoscendo così tanti piccoli produttori interessanti giocoforza ti viene voglia di farne uno come dici tu, con le persone che ormai conosci bene e che sai come lavorano.
Devo ammettere che nonostante la mia misantropia un mercato contadino è uno di quegli eventi che mi rende profondamente felice; i giorni precedenti all’evento la monaca di clausura dentro di me dice: “oh no, un posto pieno di gente vociante e allegra con cui bisogna avere degli scambi sociali!!” Poi quando arriva il momento e sono lì entro in uno stato di garrula beatitudine che nemmeno San Francesco quando parlava con gli animali. Santa bipolarità.
Anche i produttori, che di solito sono sfuggenti e distratti dalla mole di lavoro che hanno, e per farli partecipare a un’iniziativa li devi chiamare venti volte e inseguire sui campi inciampando tra una zolla e l’altra, quando sentono parlare di mercati si illuminano e diventano subito disponibili; mi ricordano un po’ quando ero bambina e organizzavamo i banchetti per vendere le cose di casa, le bibite e i giornaletti ed eravamo tutti elettrizzati (che, si vede che amo le nostre fattorie, artigiani e botteghe?!) :-D
Il fatto è che se veramente si vuole stabilire un rapporto con le persone da cui stiamo comprando il nostro cibo e dare loro la nostra fiducia, il modo migliore di farlo è incontrarli faccia a faccia, scambiarci due chiacchiere e stabilire con loro un rapporto umano.
Poi uno può pure acquistare online le loro cose su Ammuìna, Bottega della terra o sui loro siti personali, ma vederli dal vivo, ascoltare come la pensano e potergli domandare ciò che si vuole, assaggiare i nuovi prodotti, immergersi per qualche ora nell’atmosfera intensa e forte di chi ha un vero contatto con la terra, ecco, questo non ha prezzo.
Ecco perché abbiamo finalmente deciso (era pure ora) di riunire tutti i mercati dei nostri produttori sotto un’unica ala, e dar loro un’identità precisa che spieghi esattamente ciò che intendiamo, e che parli di terra, di rivoluzione, di gente che costruisce il futuro un ortaggio alla volta, e insomma del mondo contadino 2.0, che è pieno di gente colta, testarda e molto più tecnologica di quanto si pensi.
Tutto questo lo abbiamo riunito in un nome, “Terrafondai”, e nel logo (sempre due grafici siamo) che vedete sulla foto di apertura. Spero vi piaccia tanto tanto!! Nelle mie intenzioni doveva essere forte, semplice, un po’ hipster ma non troppo, solido e allegro. Basato sulla terra, perché è la terra che bisogna curare, non le piante, come dice sempre Alex Podolinsky (ricordate? ve ne ho parlato qui e qui).
E fondato sulle persone, come il losco figuro che vedete qua sopra, del quale vi ho parlato tempo fa in questo post, che forse meglio di tutti personifica veramente la testardaggine di fare la cosa giusta invece di quella facile, la voglia di mostrare alle persone cosa fa bene a loro e all’ambiente, a tutto tondo, dai 3 ai 99 anni :-D
Ma parliamo di cosa troverete concretamente nei mercati Terrafondai. Principalmente i nostri amati contadini con i prodotti coltivati o preparati da loro stessi, freschi e trasformati; più facilmente troverete quelli del territorio dove il mercato si svolge, ma anche, come nella prima edizione che stiamo organizzando con gli amici del Laborante per domenica 1° ottobre 2017 vicino Cerveteri, qualcuno che viene da fuori, come Ma’falda e Corte del Lupo, per dire.
Spero ormai sia inutile precisare che troverete solo prodotti che parleranno della stagione nella quale saremo immersi, quindi niente fragole a novembre e castagne a maggio! Oltre a buonissime cose mangerecce da comprare ci saranno anche tavole di discussione sul cibo, merende contadine organizzate da chi gestirà il mercato in questione, artigiani che intrecceranno cesti, tesseranno tessuti, modelleranno argilla, scolpiranno legno e chi più ne ha più ne metta; solo materiali naturali e tecniche non inquinanti ovviamente.
Sarebbe bello se quest’idea si diffondesse in maniera virale in tutta Italia, magari anche nei piccoli centri, sulle montagne, nella provincia troppo spesso dimenticata; in un mondo perfetto ci piacerebbe che in tanti potessero organizzarli.
Il Pasto Nudo potrebbe limitersi a coordinare, stabilire le regole, diffondere gli eventi (anche attraverso la pagina Facebook dedicata), contattare e selezionare i produttori che parteciperebbero e infine, a controllare che tutto si svolga nel rispetto dei principi che ci hanno sempre guidato.
Al tempo stesso, poiché organizzare richiede un dispendio di energie e di risorse non indifferente, i proventi dei mercati potrebbero andare a coprire le spese e il lavoro degli organizzatori; concordando volta per volta insieme a loro le modalità di svolgimento del mercato, e concentrando le energie per far felici i soci del pasto nudo, produttori e portatori sani di tessera :-)
I mercati verranno ospitati all’interno di aziende agricole, orti condivisi o spazi di questo genere, e saranno presenti solamente banchi di produttori convenzionati con il Pasto nudo. I nostri amatissimi soci potranno quindi comprare da tutti i produttori con lo sconto a loro dedicato, mostrando la tessera dell’anno in corso.
Che ne pensate? Vi piace? State facendo spazio in dispensa, in cantina e nel frigo in attesa del primo ottobre?? Io non vedo l’ora di violentare il mio autismo sinestetico tuffandomi nella folla festante, e soprattutto di assaggiare tutte le novità che i produttori stanno preparando in questi giorni!! Ci si vede lì!!
Bellissimi sia il nome che il logo! Bravissimi!
@Monica: Grazie!!! Vienici a trovare il primo ottobre!! <3
In bocca al lupo da Barcelona!
@Matteo Giannattasio: Grazie di cuore prof!!! <3