Hanno tagliato il fieno. Non so se riesco a trasmettervi l’emozione che mi regala questa cosa, forse il fatto che ve lo sbatto all’inizio di un post sulle fette biscottate, che non c’entra nulla, ve ne può dare un’idea.
La casa dove abitiamo adesso (e che facciamo sacrifici assurdi per riuscire a pagare, come immagino tantissimi di voi) si trova in campagna, e uno dei motivi per i quali l’abbiamo scelta è stato che ha tutte le esposizioni.
Il balcone della cucina affaccia a nord, e proprio da quella parte si intravede, neanche tanto lontano, una collina verdissima dove spesso pascolano le pecore. Così, ieri sera quando sono uscita sul balcone per chiudere le persiane sono stata inondata dall’odore dell’erba appena tagliata. Avevano falciato la collina, e il venticello che veniva da nord ne aveva portato tutto il profumo con sé.
Inutile dire che ne sono estasiata. Ma come ho fatto a vivere in città tutto quel tempo? Ero pazza. Avrei dovuto capire l’importanza di vivere in simbiosi con tutto questo. Ma tant’è. Meglio tardi che mai. Ve l’ho dovuto raccontare perché anche stamattina, mentre fotografavo le fette biscottate sul balcone c’era quel profumo inebriante, e ho pensato che dovevo assolutamente condividere questa cosa.
Tutto questo compensa mille volte i sacrifici, gli equilibrismi e l’angoscia di non riuscire a farcela: sarei pronta a barattare ancora in qualsiasi momento la sicurezza economica che avremmo potuto avere se avessimo fatto scelte diverse con tutto quello che abbiamo adesso. Vabbeh. La faccio finita con la digressione romantica, e passo a cose concrete.
Zac le ha definite le fette biscottate perfette. Ancora una volta devo ringraziare Sandra, della quale avete già sentito parlare in occasione del pane toscano. Lei usa la pasta madre solida, e trovate la sua ricetta nella stanza delle chiacchiere. Io non ho fatto altro che sostituire la bianca, ribilanciare le dosi e fare qualche piccolo cambiamento qua e là.
Sono irresistibili e (credo) suscettibili di variazioni secondo il vostro gusto senza scompisciarsi troppo. Stamattina le ho mangiate con il miele, ma anche solo con un po’ di burro di centrifuga fanno al loro porca figura. Grazie Sandra, è una tale fortuna che il pasto nudo ti abbia incrociata!
Ingredienti:
500 grammi di farina 0
120 grammi di poolish di lievito naturale liquido*
1 cucchiaio di miele
200 grammi di acqua (dose indicativa)
1 uovo
50 grammi di burro di centrifuga
80 grammi di zucchero grezzo
1 cucchiaino di sale integrale
*trovate il procedimento per fare il poolish nella pagina della pasta madre liquida, qui.
Sciogliete il poolish con 100 grammi d’acqua e il miele; aggiungete la farina mescolata allo zucchero e cominciate a impastare.
A questo punto dovreste aggiungere un altro po’ d’acqua in modo da ottenere il solito impasto molto morbido, ma che non si attacchi alle dita; però dovete tener conto che l’uovo inumidirà ulteriormente l’impasto e che dopo dovrete aggiungere il burro, quindi andateci piano con l’acqua; meglio poca che tanta, nel caso potrete aggiungerne un altro pochino se proprio l’impasto dovesse essere troppo duro.
Dopo aver incorporato bene l’uovo fate incordare l’impasto (per chi non avesse studiato deve diventare liscio e lucido e staccarsi dalle pareti della ciotola dell’impastatrice) e solo dopo cominciate ad aggiungere il burro morbido, a piccoli pezzettini della grandezza di una nocciola, aspettando che ogni pezzettino sia assorbito prima di aggiungere il successivo.
Quando l’impasto sarà bello lucido e avrà ripreso l’incordatura aggiungete il sale, lasciate impastare ancora qualche minuto, formate una bella palla e mettetelo finalmente a puntare per un’oretta in una ciotola di vetro, coperta dal solito strofinaccio umido esente da profumi. Intanto imburrate molto bene uno stampo da pancarrè.
Trascorso il tempo del riposo, ungetevi bene le mani con un po’ di burro, prendete delicatamente la palla e posatela sulla spianatoia (non dovrebbe esserci bisogno di infarinare perché il burro dovrebbe aver reso l’impasto piuttosto maneggevole, ma tenete a portata di mano la farina per una spolverata d’emergenza se per caso l’impasto tendesse ad attaccarsi al piano).
Formate un salsicciotto, mettetelo per lungo di fronte a voi e arrotolatelo su se stesso. Giratelo di 90 gradi, cercando di dargli di nuovo una forma a salsicciotto e rifate la stessa operazione. Prendete la palla-salsicciottosa che avete formato, cercate delicatamente di allungarla un pochino in modo che riempia la lunghezza dello stampo e mettetecela dentro.
Lasciate riposare il tutto in forno spento a luce spenta (se proprio volete accelerare la lievitazione – ma sarebbe meglio avere pazienza – accendete la luce) insieme ad un recipiente pieno d’acqua, fino a quando l’impasto avrà raggiunto il bordo dello stampo. Io l’ho messo al mattino e quando sono andata a dormire era ancora a metà stampo; il mattino dopo era perfetto (c’è da dire però che il giorno prima era “pane no” e il giorno dopo “pane sì” secondo il calendario di Terra nuova, quindi magari anche quello ha influito).
Al raggiungimento del bordo dello stampo togliete dal forno, mettete in un posto buio e riparatissimo da correnti e sbalzi di temperatura e portate il forno a 220°C.
Quando il forno sarà pronto mettete a cuocere il pane a metà altezza; e abbassate la temperatura a 200°C. Dopo dieci minuti abbassate ancora a 180°C e lasciate cuocere per un’altra ventina di minuti circa. Se il pane dovesse scurirsi troppo velocemente metteteci sopra il solito foglio di alluminio.
Dopo averlo sfornato, lasciate raffreddare il pane su una gratella.
Quando sarà completamente freddo (io ho aspettato un giorno) tagliatelo a fette di un centimetro circa di spessore e mettetele tutte ben sdraiate una vicina all’altra sulla griglia del forno (che avrete preriscaldato a 140°C) così com’è o ricoperta con un po’ di carta forno. Lasciate la porta del forno socchiusa, io mi sono aiutata con un cucchiaio di legno.
Dovrete fare attenzione a girarle in modo che coloriscano bene da tutte e due le parti, io le ho anche alternate da un lato all’altro del forno perché venissero il più omogenee possibile. Ci vorranno 40-50 minuti; una volta pronte lasciatele raffreddare sulla griglia nel forno caldo. Durano settimane e rimangono sempre fragranti e ottime.
grazie per aver condiviso un profumo così nobile…lo sento, anche se sono nella mia stanza, e la cosa mi fa star bene.
:-)))))
felice che vi siano piaciute. A me ricordano tanto i biscotti della salute della mia infanzia. Mia nonna andava a comprare 6 pezzi (perché venivano vendute a pezzi, mica a pacchetti come adesso!) ogni settimana. Il droghiere, la bottega dove mia nonna acquistava anche la mistura di caffé, orzo o cicoria o non so cosa fosse, debitamente pesata e macinata all’istante, come pure la pasta (intesa come minestra o penne o più solitamente i malfatti) a peso, mica nelle scatole, bene, il droghiere (che si chiamava così perché vendevano le spezie…non scambiatelo per un pusher!) teneva questi biscottoni in un grosso barattolo di vetro e quando lo apriva ne usciva un profumo che, a distanza di tutti questi anni, me lo sento ancora nel naso. Ogni mattina, quando apro la mia biscottiera, il primo pensiero è sempre per mia nonna e a quel tempo ormai passato da un bel po’! Grazie per averle provate!
P.S. ho visto che hai alleggerito la ricetta, soprattutto il burro…bene bene, la proverò!
P.S.2 la fortuna è mia per aver trovato il Pasto nudo!
Te ha quedado estupendas. Un saludo
Oddio! Nn sai quanto tempo è che cerco delle fette biscottate degne di tale nome!!!!
E adesso le ho trovate!
Ho giusto rinfrescato la mia Liquidina…;-)
Grazie per tutto quello che fate per noi!
da fare, da fare, da fare.
sul discorso città mi trovi d’accordo, come sai anche qui a Giustiniana è praticamente campagna, dalla portafinestra della cucina vedo il vicino, ma dalla porta finestra del soggiorno vedo i castelli e tutto il parco dell’insugherata.
e poi, tanto per rimanere in tema food, io che son patita del km 0 ho l’orto metri zero, il macellaio metri 0, i formaggi metri 0, il latte metri 0.
ogni tanto mia suocera prova a tentare di convincermi a tornare in città prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
Anche qui hanno tagliato il fieno ma a me dispiace non vedere più quei bei papaveri rossi spuntare fuori…
Queste fette sono davvero perfette,complimenti! Sarebbero l’ideali per chi come me sta cercando di tenere lontano un pò i grassi,purtroppo per me c’è sempre il problema del polish visto che non ho mai provato a fare la pasta madre… peccato ci devo rinunciare a meno che non mi decidi a farlo…
anch´io, come Donatella, sono un po´ tagliata fuori da queste meraviglie per adepti-pasta-madre…ma chissá che un giorno…
qui, invece, se apro la finestra mi entra l´odore abbastanza disgustoso dei chilometri di prati gialli da colza in piena fioritura. per cui: tutte chiuse! ;-)
A parte che gli 8 gradi con vento umido di stamattina non é che proprio mi invogliano ad aprirle…beh, almeno quest´anno non ci sono ancora le zanzarone assassine!
Enza, mi hai fatto morire dal ridere coi tuoi chilometri 0: mi ti sono immaginata sul divano nel bel mezzo di un centro commerciale… ;-))
E’ la prima volta che commento ma ti seguo da un bel po’! Intanto grazie mille per questo blog meraviglioso, in cui trovo sempre tantissimi spunti per cucinare, e ricette che non falliscono mai!
Poi, invece, visto che io la pasta madre ce l’ho, ma quasi solida (ha la consistenza dell’impasto della pizza)… come mi regolo con le dosi? La sciolgo un po’ qualche ora prima? Oppure ne aggiungo la stessa dose?
Grazie ancora!
@donatella: ma tu dove sei? no perché secondo me una pastonudista delle tue parti che ti elargisca una bianchina si trova! Se la cominci adesso ti ci vogliono sei mesi prima di averla in forza bella pimpante :-/
@gloria: grazie a te per frequentare i pazzo-nudisti :-)
Per quanto riguarda la pasta madre liquida se hai già la solida sei a cavallo, in cinque o sei giorni puoi ottenere la liquida seguendo le indicazioni che trovi sulla pagina della pasta madre liquida. Sai dov’è? La trovi nell’indice delle ricette. Altrimenti ti incollo qui il link, fammi sapere :-P
Grazie, trovato!
Solo che… adesso mi hai messa in crisi! Ora che dopo 6 mesi di pasta madre solida (grazie alla tua ricetta sul blog di francescaV) sono così soddisfatta del risultato… che faccio? passo alla liquida? mantengo tutte e due (così mio marito mi caccia da casa)?
Non so perché ma la liquida mi dà l’idea di essere molto più facile a morire, sarà che prima di farmela da me mi era stata data in prestito un po’ di quella liquida che non ha lievitato niente… mi pare un’impresa!
Gloria, lo sai che le fette biscottate di Sandra nascono con la solida ?
se vai nella cucina del forum ti trovi la ricetta bella e pronta, poi per la liquida ci penserai in un secondo momento.
che ne pensi Izn?
@Cleofe: davvero? Grazie! vado a cercare subito! Per il resto si accettano consigli!
Anche noi abbiamo tagliato il fieno ed é fantastico sentire l’ aroma spandersi attorno. Abbiamo fatto la stessa scelta di vita in campagna dodici anni fa e ti assicuro che nonostante tutte le difficoltà che ci sono state e continuano ad esserci (mutuo compreso!) mai mi sono pentita, ciò che abbiamo ora é impagabile.
E’ da un po’ che non faccio le fette biscottate, penso proprio che nei prossimi giorni copierò la tua ricetta! Ciao!
uff. mi sa che mi tocca darmi davvero alla pasta madre, prima o poi… ;-)
baciuz
Non so se potrei scegliere di vivere in campagna e non mi vedo nel breve periodo a fare fette biscottate con pasta madre, ma leggere il tuo post e` stato bellissimo, trasmetti un entusiamo ed un’armonia incredibili.
Hanno tagliato il fieno pure qui. I campi sono pieni di questi grandi rotoli di erba….ai miei tempi c’erano i pagliai, quelli che ora si vedono solo nei cartoni animati, quelli con il palo di legno e il monte del fieno attorno. Certo, adesso è tutto più semplice, meno scenografico anche se il profumo è lo stesso….e anche la mia allergia, purtroppo!
tu non sai quanto mi è piaciuto questo post, sia la descrizione del profumo del fieno e di tutta la parte romantica, che condivido e sogno, sia per la ricetta che finalmente (!!!!!!) ho trovato, sul tuo sito di cui mi fido ciecamente!!!
non vedo l’ora di trovare un giorno con turno di riposo e provare a farle!!!!
grazie mille
un abbraccio
:-) fieno tagliato anche qui :-)
noi ancora alto il fieno e verde e pieno di papaveri rossi. io e la pasta madre non abbiano avuto feeling e io mi sento ancora in colpa. ma mi piacerebbe tanto provare a fare queste…
CHE BELLE COSE CHE LEGGO!
Ho preso tanti spunti e idee, mi sono già comprata alcuni libri di Bioterapia Nutrizionale e devo, desidero e voglio applicarla.
Devo seguire una alimentazione senza glutine e giocoforza devo cercare in un mercato già di per sè limitato di alimenti senza glutine. Ovviamente sto attenta anche al discorso di biologico, naturale, meno pastrocciato possibile, no olio di palma ma è una impresa ardua! Faccio la voglia delle fette biscottate e vorrei provare a farle in versione gluten-free e con lievito di birra (sigh, la pasta madre senza glutine è difficilissima e poi ho parlato con un panificatore il quale mi ha detto che non ha “chimicamente senso” la pasta madre senza glutine …. sarà).
Insomma: cosa ne pensi? Sarà fattibile? Grazie e continuiamo così!!!!!!
Ogni volta che apro il tuo blog trovo sempre (o quasi) una ricetta che mi ispira. questa volta è toccato alle fette biscottate che sono venute “squisitissime”… si può dire? e in casa c’è un profumo …
vorrei provare questa ricetta con la mia pm solida,qlc mi da qlc indicazione x il poolish???
Sono talmente invitanti che le ho fatte e sono davvero buone grazie per questa splendida ricetta!!!!!!
A me stessa dose sono usciti due stampi , 50 fette…….
Buona serata:D
Carissima Izn, ti seguo da qualche tempo ormai, non ho mai scritto commenti ma oggi è arrivato il momento! =) sono una pastamadre dipendente, ex grafica, che negli ultimi anni ha trasformato la passione in lavoro come puoi vedere nel blog ancora in lavorazione: pasta madre e farine di grani antichi, rigorosamente! Vivo a Lamporecchio, vicino a Pistoia… conosco bene i mitici amici Floriddia, la cara Soniuccia, Rosario e tutta la banda… chiudendo le presentazioni che però mi parevano carine da fare… venendo al dunque: ho provato questa ricetta che è davvero super come tutte sopra confermano… unico mio personale “problemino”, io uso una farina più vicino al tipo 2, di una mescola di grani antichi teneri variegata – che coltivo nelle terre dei miei in maremma – ma abbastanza elastica diciamo (ancora non so dirti il w ma mi sto informando x analisi) e insomma il risultato finale è leggermente durello… non sono molto friabili ecco, se le inzuppo sono supersuper ma da normali diciamo un pò troppo dure… che mi consigli?… aggiungo un pò di burro?… o secondo te è impresa impossibile con farina così grossa e mi conviene demordere?… grazie mille, complimenti per il tuo lavoro, sei davvero un punto di riferimento e confronto quando si parla di cibo “di un certo tipo” =)!