Caldo. Caldo come piace a me. Adesso che sta per finire ne voglio assaporare ogni minuto; voglio tenermene stretta la sensazione e tirarla fuori quando quest’inverno avrò freddissimo e saró intrattabile e infagottata.
Eh, lo so, sono patologica. Sarà che mia madre il caldo lo odia proprio, e in inverno a casa nostra i termosifoni non erano accesi mai. E io odiavo alzarmi presto al mattino, e lavarmi viso e tutto il resto con l’acqua fredda, oltretutto per andare a scuola, che consideravo un luogo ostile, rigido, pieno di regole che non capivo e non accettavo, e che per inciso era ogni anno un luogo diverso con bambini sconosciuti e scostanti. L’unico trait d’union nelle cose scolastiche era un parallelepipedo gelificato fatto di mele cotogne e assolutamente troppo dolce, che trovavo a periodi alterni nel cestino di vimini che dovevo portarmi dietro.
E faceva sempre un freddo impossibile, e avevo sempre addosso un’orrenda maglia aderente a collo alto – bianca o blu – di puro poliestere, immagino, visto che quando la toglievo mandava degli scricchiolii sinistri. E avevo un sonno atavico, perché non mi piaceva dormire, preferivo leggere fino a notte fonda qualsiasi cosa mi capitasse a tiro.
Il caldo invece era l’estate, quando potevo camminare per casa scalza e con quasi nulla addosso con la naturalezza di un animale e avevo bisogno di poco di tutto. Poco cibo, poco sonno, basso mantenimento energetico. E niente scuola, niente umiliazioni (sì, ero quel tipo di bambina impacciata e di estrazione sociale diversa che pare fosse divertente prendere di mira), poche restrizioni e molti giochi all’aperto.
Quest’anno peró mi riprometto di cercare di amare anche il freddo. Almeno ci proveró. Mi sto esercitando a trovare il lato positivo nelle cose. A comprendere e accettare, invece di arrabbiarmi. A farmi attraversare indenne dalle energie invece di irrigidirmi in un’opposizione tanto inutile quanto autolesionista.
A cercare di considerare ció che fino adesso ho visto come cattiveria, vigliaccheria, slealtà, pusillanimità e (orrore) ignavia da una prospettiva diversa, che raggruppa tutte queste brutture in un solo peccato, la debolezza, che invece di farmi arrabbiare mi ispira una sorta di pietà caritatevole.
Come vi dicevo qualche post fa, è necessario appaiare l’evoluzione emotiva a quella alimentare, perché le due cose vanno di pari passo, e l’ulcera (e l’osteoporosi!) affiorano sia se ti nutri nel modo sbagliato sia se ti opponi al mondo, invece di comprenderlo e abbracciarlo. E le due cose si intrecciano e danzano assieme. Se vivi male mangi male, se mangi male vivi male e così via in un circolo vizioso infinito.
Facciamo così; mentre mi alleno, che tanto ci vuole tempo, forse più tempo di quello che ho, vi racconto di una ricetta imperdibile che si può a buon titolo considerare una delle zone benedette dove anima e corpo si incontrano.
Lo so, bisogna friggere, ma si tratta di pochi minuti, e lo si può fare di sera con i balconi aperti (e una scorta di olio essenziale di geranio antizanzare) e ne vale veramente ma veramente la pena.
Soprattutto se avete l’accortezza di accompagnare queste polpette pazzesche con un’abbondante insalata fresca e croccante, e qualche pomodorino ribes (dono della sempre sorprendente Loretta, ma che ci volete fare, lei è dei gemelli, roba seria).
L’idea originaria l’ho presa da un blog che ha una genesi relativamente recente (ma una storia che affonda le radici molto indietro nel tempo elettronico) che da quando è nato mi è di continua ispirazione, e che dovete assolutamente conoscere se per malaugurato caso non ci siete già inciampati.
Trattasi del non luogo di Teresa De Masi, alias Gennarino, il forum (e il sito) di cucina più conosciuto e blasonato del web. Che se cerchi una ricetta su google e trovi qualcosa di gennarino vai a vedere quella, perché è affidabile, ben fatta, e non ti fa perdere tempo.
A giugno Teresa ha aperto le porte del suo diario di bordo personale, che ha deciso di battezzare “scatti di gusto” e mi ha fatto un enorme piacere, perché non sono una gran frequentatrice di forum; per me il formato blog è sicuramente più fruibile. Ogni sua ricetta è una storia affascinante, ad esempio questa alla quale mi sono ispirata spiega che le melanzane una volta erano la carne dei poveri, cioè venivano usate nei piatti salati per sostituire la carne, soprattutto nelle regioni del sud dell’Italia, dove le melanzane crescevano facilmente.
Adoro quel blog, e lo capisco dal fatto che non mi perdo una ricetta. Avete presente quando andate su un blog e dite a voi stessi “ah, ma questa ricetta mi era sfuggita! E anche questa! E anche questa!”, beh, con il suo non succede :-P
Il bello di queste polpette è che sono interpretabili, come tutte le ricette ben fatte. Ho letto nei commenti che le melanzane possono anche essere sbollentate invece che trifolate, e che si possono anche friggere senza impanarle. Le variazioni che ho fatto io sono state sostituire basilico e timo al prezzemolo, un Grigna della Valsassina di cui vi parlerò più avanti al provolone stagionato e omettere totalmente il pangrattato dentro l’impasto. ovviamente potete usare il formaggio che più vi piace, tenendo conto che regalerà alle polpette la sua personalità peculiare.
Ho dovuto anche togliere il pepe (sigh!) perché anche la pulcina golosona potesse testare l’esperimento, e dimezzare le dosi perché avevo solo mezzo chilo di melanzane.
Risultato strepitoso. Croccantissime fuori e morbide e succose dentro. Con una marcata personalità data dal formaggio. A questo proposito mi raccomando gli ingredienti. Le ricette povere hanno bisogno di materie prime ottime. Non ho detto costose. Ho detto *vitali* (espressione della nostra Sabine) :-)
Ingredienti:
500 grammi di melanzane
100 grammi di mollica di pane raffermo
1 uovo vitale
1 spicchio d’aglio
olio extra vergine d’oliva
pangrattato di farro quanto basta
un mazzetto di basilico fresco
qualche rametto di timo fresco
sale marino integrale
100 grammi di formaggio grigna
pepe in grani da macinare (facoltativo)
Per prima cosa tagliate la mollica di pane a cubetti e mettetela in ammollo con un pochino d’acqua.
Mettete a scaldare sulla fiamma bassissima una padella con il fondo coperto d’olio e uno spicchio d’aglio sbucciato e schiacciato, fino a quando il suddetto non sarà appena dorato.
Intanto lavate e sbucciate le melanzane e tagliate la polpa a cubetti mooolto piccoli.
Quando l’aglio avrà raggiunto un bel colorito e profumerà la cucina, alzate un pochino la fiamma e mettete in padella le melanzane: le state trifolando (quanto mi piace questa parola, suona benissimo). Quando saranno *trifolate* (vale a dire molto morbide), lasciatele raffreddare, poi mettete le *trifolate* in una ciotola di vetro grandina, aggiungete alle *trifolate* (eh eh) il pane ammorbidito e strizzato bene, il grigna grattugiato, l’uovo, il sale, il basilico e il timo tritati grossolanamente, ed eventualmente il pepe. Mescolate bene il tutto (verso la fine io uso le mani, l’impasto secondo me viene meglio) fino a ottenere un composto denso. Se l’impasto vi risulta troppo umido potete aggiungere un po’ di pangrattato per asciugarlo. A me non piace farlo, cambia troppo la consistenza, ma potrebbe essere necessario.
Lasciate riposare tutto al coperto per una decina di minuti, poi mettetevi accanto una ciotola piena d’acqua (dopo vi dico a cosa serve), prendete ogni volta una grossa noce di impasto e formate una piccola polpetta schiacciata. Alla terza polpetta vi si appiccicherà tutto alle mani, quindi immergetele nella ciotola (sic!) e ricominciate con le mani umide.
Allineate le vostre polpettine una vicino all’altra (a questo proposito, non vi sembra che l’ultima in alto a sinistra sia un po’ fuori dalla riga? ehm.) e preparate un bel piatto pieno di pangrattato, nel quale rotolerete ognuna di esse ben bene, prima di friggerle per immersione in una padella (preferibilmente di ferro) dove avrete versato due dita d’olio.
Ricordate sempre che l’olio deve essere molto caldo (infilate la coda di un cucchiaio di legno nell’olio bollente, sarà perfetto quando si formerà una raggiera di bollicine che fugge dal cucchiaio verso l’esterno), ma non deve mai fumare.
La frittura perfetta si ottiene trovando l’equilibrio tra la quantità di alimento che mettete in padella e la temperatura dell’olio, vale a dire se mettete troppe polpette la temperatura dell’olio si abbassa e il fritto viene unto (se fate quest’errore alzate leggermente la fiamma per riabbassarla quando l’olio avrà ripreso la temperatura); se ne mettete troppo poche l’olio fumerà perché la temperatura salirà troppo. Sembra complicato, ma è solo un fatto di esperienza e di sapere le cose.
Man mano che le polpette sono pronte adagiatele a scolare l’olio in eccesso sulla carta del pane (quella spessa, marrone). A questo proposito però chiamo in causa Cleofe, che ha delle novità in questo senso, purtroppo poco incoraggianti, ne discutiamo nei commenti, che dite? Cleofeeeeee?!!
Servite le polpette ben calde, accompagnate da un’abbondante insalata, qualche pomodorino e magari un freschissimo tzatzichi :-)
ciao!!!! io ODIO il caldo oltre i 25° per cui, se tutto va bene, ora entriamo nella mia stagione prediletta. Ignoro la primavera perchè ormai non esiste quasi più, ma l’autunno ci regala il calore ed i colori perfetti…. approfittiamone!
Approfitterò anche delle tue melanzane.
Buona giornata!
B
Ahahahahahahaaaaaaaaa!!!!!Iiiiiiiiznnnnn….che ricordi pazzeschi mi hai fatto tornare :-D
Quelle pazzesche maglie collo alto lucidissime che si rischiava di morir folgorate ogni volta che bisognava toglierle,ahahaahah…quante scintille…tra me e mia sorella mettevamo in scena uno spettacolo pirotecnico ;-)
Maglie di filanca le chiamavano qui…mah!
Bellissime polpette…prima di partire x la Grecia spero di farle!Intanto oggi farò l’agua fresca,nonostante mi sia svegliata con 19.9°(ma alle 5 xò ;-D)
Baciiiiiii
Ciao,
è la prima volta che visito il tuo blog. Le tue ricette e il tuo modo di ‘raccontarle’ mi piacciono moltissimo. Continuerò a seguirti e grazie per questo specialissimo piatto! Buona giornata, G.
io amalgamo sempre con le mani :-) proverò a farle, adoro le melanzane, le polpette e il fritto!
belle le polpette e il blog di teresa!! anch’io da quando l’ha aperto, non me lo perdo! anche io aodro l’estate, però trovo belle anche le altre stagioni, tranne la primavera!!!!…potresti cominciare ad esercitarti con l’autunno….i colori, i primi maglioni mentre si cammina in boschi con un fondo soffice di foglie colorate, le castagne, non è male no?…bacioni
Grazie delle parole gentilissime, a cui consentimi di non aggiungere nulla se non un leggero imbarazzo (unito ad un grande piacere).
Bellissima la tua realizzazione e felice che ti siano piaciute: le melanzane sono tra le mie verdure preferite e di polpette sono incredibilmente golosa.
Grazie ancora.
E i calzettoni di lana che facevano restare i piedi freddi ma sudatissimi dentro le scarpe, li avete mai provati??? Meno male che è stato inventato il “caldo cotone”!!
Izn, verso ottobre, in una bellissima giornata di sole, fai un giro sui monti Cimini, i colori ti scalderanno il cuore…il foliage non esiste mica solo negli Stati Uniti ed in Canada, c’è anche dietro casa…:)
Melanzane mangiate ieri alla “maniera geniale di Petula”; faccio passare qualche giorno e poi provo queste polpette…le sto già gustando con la mente…:)
Io le ho fatte proprio ieri! Ma la mia versione è diversa: le melanzane le sbollento e poi le passo al passaverdure, uso origano, aglio e menta come aromi, rotolo le polpette nel pangrattato e poi le cuocio in forno a 200°C dopo averle cosparse con un filo d’olio. Ultimi cinque minuti con il grill. Preferisco questa cottura sia perchè ho due bambini, sia perchè non sopporto l’odore di fritto e soprattutto dover pulire la cucina dopo :) In ogni caso è la melanzana che le rende divine, quindi proverò anche queste!
eccomi, eccomiii!!
Ho lasciato un commento a Giulio Marotta su segreti e bugie, avrei voluto confrontarmi su questo argomento, spero lo legga.
bene, anzi male , un mio amico chimico che lavora nel campo della carta dice che la carta paglia, amata e usata e da me regolarmente da tanti anni, in Italia non si produca più , perchè i metodi di lavorazione necessari sembrerebbero essere fuori norma per cui inquinanti per l’ambiente, decidendo così di rivolgersi all’estero, e qui casca l’asino!!
ci fidiamo dei controlli fuori dall’Italia? comunque sembrerebbe che non esista carta per alimenti! non voglio allarmare nessuno , per questo avevo scritto su segreti e bugie , e finchè non ne saprò di più lascio aperta la ricerca e la discussione.
P.s. sembrerebbe che l’unica carta ” sana ” sia quella igenica . ma quella di ottima qualità !
Melanzane che passione, si anche io le sbollento prima poi le schiaccio con la forchetta , aglio prezzemolo, e tantissimo parmiggiano , rotolate nel pangrattato e fritte, buone sia calde che fredde.
questa sera melanzane prima fritte poi dentro un sughetto di cipolla pomodoro e basilico parmiggiano , ricoperto da besciamella e parmiggiano
il tutto sul gas e in padella oh! ma quanto amo le padelle!! e le melanzane chiaramente!!
quando ero più giovane il caldo lo adoravo .== libertà, vacanze, nuda ,scalza…
come dici tu ! adesso lo paragono ad un animale che mi toglie il respiro e la pelle ..
dal caldo non ti puoi difendere, ..mah!! sarà l’età!!
Io le ho mangiate… sono STREPITOSE!
Izn, a proposito di ordine perfetto, guarda questo link:
http://www.repubblica.it/persone/2011/08/29/foto/ursus_e_l_arte_di_mettere_in_ordine_le_immagini-20998574/1/?ref=HRESS-9
Uh! Sono la solita eh, non l’altra…:)
Io le polpette di melanzane le faccio simili, ma con un po’ di tonno (ogni tanto ce lo concediamo!) da una ricetta presa da Natalia su tempodicottura. Son da provare anche queste. Grazie per la segnalazione del blog di Teresa, aggiunto subito nei feed!
Buondì a tutti!
Ci ho provato anche io a farle tempo fa, ma non riuscendo a “gestire” l’impasto perché mi si appiccicava tra le mani ed era troppo mollo (le melanzane le avevo cotte in forno), ho optato per stendere l’impasto in una teglia di pirex rivestita di carta forno e cucinare tutto a 180° x mezz’ora!
Il risultato è stato uno sformato di melanzane super!
Buona giornata,
Sissa
Queste sono perfette per me (vegetariane), che voglia di melanzane, ma qui in NZ sono ancora fuori stagione… dovro’ aspettare :-).
Ciao
A.
Ciao, ti seguo da un po’ e volevo farti i complimenti per la particolarità di questo tuo spazio blog, così sensibile a tematiche alimentari importanti!!mi piace molto…un saluto:) lys
Ciao! E’ da qualche mese che ti ho scoperto e subito sei entrata nei miei ‘preferiti’. Sei una miniera di informazioni e spunti da mettere in pratica, mi piace il tuo stile, il tuo modo di raccontarti e in qualcosa ci somigliamo anche (l’amore per il caldo, ad esempio!!!).
Da un po’ di tempo volevo ringraziarti ma il tempo a volte… eppure oggi non ho più potuto rimandare: mi hai commossa con questo spaccato d’infanzia così vero e toccante, in qualcosa un po’ anche mio… Grazie e a presto
P.S. Per le polpette non servono commenti!
izn, non so se sia perché sono del leone. sono cresciuta a millemila (come dice mio figlio che è qui che canta ‘siam pronti alla morte, l’Italia chiamò, vabbè…) chilometri da dove sei cresciuta tu. ma col caldo e il freddo son messa come te.
e anche col discorso accettazione ecc. ecc.
l’hai letto ‘il cavaliere che aveva un peso sul cuore’? merita. e secondo me dopo si vive più sano per forza :)
le polpette? tra 5 giorni sarò nel regno delle melanzane (isole eolie). se non riesco a farle qui prima di partire, là non me le leva nessuno.
baci
ps: provate. semplicemente paradisiache (anche se confesso di aver usato del pecorino toscano stagionato e omesso il grana, perché quello passava il convento).
tu sei sempre una garanzia. :-) :-*
Vorrei segnalare che friggere non è un’eresia! Ci sono congressi che si dedicano a perfezionare quest’arte e illustri dottori che ne dimostrano gli effetti benefici (vedi miss Italia e la dottoressa Farnetti) di attivazione della digestione. L’importante è sempre friggere in olio d’oliva senza raggiungere il punto di fumo e accompagnare il pasto da una verdura cruda, meglio se condita col limone! Avete mai sentito pesantezza dopo una bella frittura di calamari freschi e un’insalatina verde o di finocchi?? E ci sarà un motivo se ai bambini piace tanto la cotoletta….devono crescere e la digestione corretta favorisce il benessere e l’assimilazione di vitamine e minerali!
Io le polpette di melanzane le adoro!
D_I_V_I_N_E
Fatte qualche settimana fa’ e congelate..
Le ho mangiate ieri sera ed erano strepitose!!!
Penso che prima che spariscono le melanzane me ne faccio una scorta per l’inverno!
:)
help: con cosa si può sostituire il formaggio grigna?? … parmigiano!?!
@ fede: Il Grigna è un formaggio semigrasso di tipo “latteria” da latte vaccino crudo, non adatto a lunghe stagionature. Prodotto da ottobre (fine della stagione d’alpeggio) a maggio (prima della nuova salita in alpe), ha la sua massima espressione quando le mandrie sono al pascolo maggengo (formaggio maggengo). Il formaggio di tipo “latteria” è dolce se consumato fresco, più saporito se stagionato. Nulla a che fare con formaggi di tipo grana (Grana Padano, Parmigiano-Reggiano) bensì assai simile ai non pochi formaggi vaccini semigrassi prodotti nell’arco alpino, anche in zona pedemontana
con gli ingredienti che avevo ho mangiato “un’idea di polpetta” ma erano comunque molto buone!! ti leggo spesso e ho imparato un po’ di cose nuove, sei una voce affidabile, grazie izn!
Ho appena fatto queste delizie… le abbiamo fatte fuori in men che non si dica, persino il mio bimbo di 2 anni e mezzo che fino ad ora ha sempre rifiutato le melanzane! Ne ha mangiate 10!
Poi è caduto dalla sedia, ma questa è un’altra storia…