Lo so che è il secondo alimento dolce di seguito che vi presento, e proprio stamattina stavo riflettendo con Emma (sì, le spiego le cose e mentre espongo a lei ascolto anch’io) sul fatto che gli alimenti dolci nel mondo naturale non sono molto apprezzati (se vogliamo escludere il miele, ma chi lo mangia a parte noi umani? Gli orsi??).

biscotti alle mandorle

Questo perché lei ogni cosa che assaggia chiede: “ma questo lo mangiano le mucche?” “E questo lo mangiano le galline?”. Immagino sia un suo modo per sincerarsi del fatto che non la sto avvelenando; si intravede un caratterino petulante niente male (da chi avrà preso? mah!

Anche la bioterapia ha ben poca simpatia per gli zuccheri in generale (nel periodo in cui mi sono curata i dolci non li potevo guardare neanche con il cannocchiale: “quando hai voglia di dolce mangia una fetta di pane e olio” mi dicevano; e ammetto che con il pane e olio la voglia di dolce passava).

Però come sapete ogni tanto io *devo* preparare dei biscotti, e possibilmente sempre diversi (altrimenti come sperimento), e stavolta sono stata rapita dall’aspetto di questi qui sul sito di cindystar (la foto parla veramente da sola… e dice: “sono il biscottino più croccante e attraente che tu abbia mai conosciuto”).

Ho apportato solo pochi cambiamenti, di cui uno però sostanziale: nella ricetta si parlava di cannella, ma io dopo l’inverno appena trascorso non ne posso più di trovarla dappertutto (la cannella scalda tantissimo), così l’ho sostituita con dei semi di anice verde (normalmente non amo affatto il sapore dell’anice, ma stavolta ci ho preso in pieno… poi mi direte).

biscotti croccanti alle mandorle

Con mio sommo disappunto gli unici pistacchi bio che sono riuscita a trovare erano salati (ripensandoci si potrebbe pensare ad una versione salata di questi biscottini, in effetti; chi li prova mi dice?), così ho sostituito la già ingente percentuale dei suddetti con *tuttemandorle*, ottenendo dei biscottini croccanti, *molto* mandorlati, e poco dolci. La cosa più importante, però, a parte la loro indiscutibile bontà e versatilità, è che a differenza ad esempio di questi, se ne possono mangiare anche cinque o sei o qualcuno in più (ehm) senza che risultino stucchevoli.

Siccome avevo solo mandorle con la buccia le ho bollite brevemente per spellarle; ma adesso vi spiego.

Ingredienti:
300 grammi di farina 00
250 grammi di mandorle con la buccia
150 grammi di burro di centrifuga
150 grammi di zucchero grezzo
2 uova piccoline o un uovo e mezzo
un cucchiaino di semi di anice verde
una presa di sale marino integrale

Per prima cosa riempite una pentola d’acqua e portatela ad ebollizione. Versateci le mandorle, lasciatele bollire un minuto, poi scolatele e lasciatele intiepidire. Spellatele una per una (l’operazione sarà veloce e indolore, le bucce vengono via in modo lupinoso – da piccole li mangiavate i lupini?) e mettetele ad asciugare all’aria su uno strofinaccio pulito. Quando saranno ben asciutte tritatele con il coltello, in modo molto grossolano.

Tirate il burro fuori dal frigo, tagliatelo a dadini e lasciatelo in una ciotola medio-grande a temperatura ambiente fin quando non sarà bello morbido; a questo punto aggiungete lo zucchero e frullate fino a quando non otterrete una crema bella morbida. Aggiungete le uova e frullate ancora.

Mettete la farina setacciata con il sale e mescolate sempre con le fruste, a bassa velocità, il meno possibile (i biscotti devono essere friabili, se frullate molto attiverete il glutine e diventeranno gommosi); infine aggiungete l’anice e le mandorle e amalgamate il tutto.

Adagiate il composto su un foglio di pellicola senza pvc che avrete steso sulla spianatoia e cercate di formare un panetto rettangolare alto circa tre centimetri. Dovete lavorare velocemente in modo che il burro non si scaldi troppo: più il burro sarà caldo, più sarà difficile formare il panetto. Avvolgete il tutto nella pellicola e mettete a riposare in frigo per alcune ore o per tutta la notte.

Quando avrete finalmente un momento di tranquillità preriscaldate il forno a 170°C, foderate la leccarda del forno con un po’ di carta forno, tirate fuori il panetto dal frigo e tagliatelo a metà con un coltello affilato, nel senso della lunghezza. Otterrete due filoncini rettangolari, uno dei due riavvolgetelo subito nella pellicola e rimettetelo in frigo, dall’altro tagliate delle fettine sottili 4 o 5 millimetri e adagiatele sulla leccarda (non c’è bisogno di metterle molto distanti tra loro, crescono pochissimo).

Lasciate cuocere per una quindicina di minuti, controllando a vista; io ho dovuto fare tipo sei o sette infornate, e le ultime il forno scaldava molto di più quindi i biscotti dovevano cuocere meno tempo. Se fossi in voi però farei un po’ di prove, lasciando alcuni biscotti un po’ più chiari e lasciandone cuocere altri un po’ di più, perché quelli che a me sono venuti più scuretti (dalla foto si notano facilmente) hanno un sapore diverso, più tostato.

Vi lascio con l’augurio di un riposantissimo fine settimana, e con un’invocazione napoletana al dio sole, tratta da una rappresentazione teatrale che amo svisceratamente :-)