Siamo al cambio di stagione. Qui in Doicilandia… ehm… Germania, è il periodo dei digiuni. Veramente. È tutto un pullulare di articoli su riviste di ogni genere, di servizi speciali in tv, di chiacchiere tra colleghi. La cosa che mi stupisce sopra tutte le altre è che i più attivi nel Fasten (digiuno, appunto), sono i medici ed i loro familiari. Molti hotel organizzano settimane-di-digiuno-e-camminate-tra-i-boschi, perché è molto più facile e bello digiunare in compagnia.
Ora, io il digiuno primaverile da cambio di stagione non l’ho mai fatto. Ogni tanto, quando assumo rimedi omeopatici, il mio corpo rifiuta per un giorno qualsiasi cibo, ma poi ritrovo l’equilibrio e riprendo come prima. Quindi, non scriverò un post sul digiuno. Che, peraltro, qui consigliano solo alle persone sane, non incinte, adulte e aiutate da un medico (o da un nutrizionista: ho scoperto di avere in fondo alla strada di casa l’ambulatorio di una nutrizionista specializzata in digiuni: ma guarda te che storie…). Però mi attira, questa cosa. Voglio dire: si digiuna da sempre.
Uno dei tanti articoli sul digiuno mi ha particolarmente colpita per la sua completezza. È quello della rivista Biosonderheft, e adesso provo non solo a riassumerlo, ma pure a tradurlo (speriamo bene!). Per chi masticasse il tedesco, gli articoli si trovano qui e qui.
Ippocrate, nel 460 a. C., consigliava il digiuno per guarire o per mantenersi in salute. Anche nell’antica Roma e in Arabia veniva praticato il digiuno come prevenzione e cura di molti disturbi. Durante il Rinascimento, Paracelso recuperò i precetti di Ippocrate, e la pratica del digiuno continuò a perfezionarsi per tutto il 18° ed il 19° secolo, fino alla fioritura della prima metà del secolo scorso. Soprattutto nelle aree tedesche si misero a punto diversi metodi: dal digiuno totale a quello con sola frutta, noci, semi, brodi vegetali o cereali.
Per chi fosse proprio curioso di sapere nomi e cognomi, tra i più famosi troviamo il medico austriaco Franz Xaver Mayr (1875-1965) e il tedesco Otto Buchinger (1878-1966), che hanno disseminato di cliniche specializzate l’intera Germania e non solo (c’è una clinica Buchinger a Marbella, guardate qui).
A me affascina molto, come sempre, il fatto che una consuetudine, un rituale, un gesto, sia trasversalmente presente in tutte le principali culture del pianeta. Non sempre si tratta di digiuno vero e proprio; spesso è solo una rinuncia a determinati cibi o bevande. Pare che Mosè abbia digiunato prima di ricevere i Dieci Comandamenti. Nel Nuovo Testamento digiunano Giovanni Battista e lo stesso Gesù. Per non parlare delle decine di mistici sparsi nei deserti a cibarsi di radici.
E poi il digiuno cattolico per eccellenza, quello prescritto durante la Quaresima. In questo caso, l’astensione dal consumo di animali terrestri e il consumo di vegetali e animali acquatici serve a portare il corpo e la mente in uno stato lunare, animico, amplificando al massimo la capacità ricettiva. Questo, come riprenderà poi Hildegard von Bingen (stranissimo personaggio molto famoso nei paesi di lingua tedesca: benedettina, mistica, scrittrice, pittrice, poetessa, filosofa, musicista e altre mille cose), al fine di trovarsi nello stato fisico e mentale più adatto per essere impregnato dallo Spirito al momento della resurrezione (del fuoco solare).
Nell’Islam il digiuno è un dovere di ogni musulmano, nel mese del Ramadam (di giorno, almeno). Anche se l’assenza di carne di maiale e alcoolici nella dieta quotidiana li vede già avvantaggiati in partenza. Allo stesso modo ho sempre pensato che gli ebrei, proprio per le molte limitazioni della loro cultura alimentare, fossero di per sé meno bisognosi di pratiche depurative (si digiuna comunque, nel giorno del Yom Kippur). I buddisti non hanno un obbligo preciso, ma il digiuno o la rinuncia a determinati alimenti è parte integrante per il raggiungimento dell’illuminazione. Nell’Induismo si ha il punto più alto dell’importanza del digiuno a livello religioso, praticato solitamente in combinazione con pratiche Yoga. Il Mahatma Gandhi diede al digiuno un significato politico che mai prima di allora aveva avuto.
Due cose mi sono rimaste in mente. La prima è una frase di George Bernhard Shaw: “Anche uno stupido può digiunare, ma solo un saggio può interrompere il digiuno in modo corretto”. La seconda è una sorta di “precetto” di un certo professor Lothar Wendt (che… ehm… ammetto di non aver mai sentito nominare, fino alla lettura di questo articolo): un digiuno dalle proteine animali, e cioè una alimentazione vegana, ma solo per, attenzione attenzione: un pasto al giorno, un giorno alla settimana, un mese all’anno. Ecco, questo per me è già più fattibile. Almeno il pasto al giorno ed il giorno alla settimana.
In realtà più che il digiuno mi piace l’idea che, per depurare il nostro organismo sul cambio di stagione, per ripulirci delle tossine accumulate durante l’inverno e prepararci alla fioritura primaverile, si possa rinunciare per qualche tempo a delle cose che, sempre secondo molti medici di qui, provocherebbero una eccessiva presenza di acidi all’interno del nostro corpo. Con conseguente stanchezza, dolori muscolari vari, mal di schiena, reumatismi, intolleranze alimentari e altri cento disturbi tra i più disparati. Ma non entro nei dettagli, che lo lascio fare ai medici, appunto. Gli alimenti che sarebbe consigliato sospendere per qualche settimana dalla dieta sono, anche qui, le proteine animali (compresi i formaggi e le uova), la farina di frumento, il caffè, lo zucchero, cioccolata e dolci vari, gli alcoolici.
Una volta, da piccola, ricordo che durante la Quaresima sentivo sempre dire che il venerdì si doveva fare digiuno ed astinenza. E non capivo, chiaramente, cosa volesse dire (anche perché i bambini sono sempre comunque esentati). Forse per questo l’argomento mi interessa particolarmente. Però ricordo come una sorta di vuoto alimentare, che credo dipendesse dal fatto che anche a noi piccoli non venissero poi elargiti troppi dolci, tra le scorpacciate di Carnevale e l’esplosione di uova e campanelle e conigli cioccolatosi di Pasqua.
In effetti non volevo scrivere di digiuno. Veramente. Anche se il blog di Izn sarebbe stato il posto perfetto, per questo. In realtà volevo condividere con voi un consiglio della medicina cinese. Ebbene, questa sostiene nientepopodimenoche, cambiando il modo di alimentarci e facendo arrivare al cervello sostanze diverse dal solito, lui (il cervello) ci ringrazia regalandoci in cambio intuizioni e “nuove vie”. Cambio vantaggioso, nevvero?
Cioè, in parole povere: introducendo nuovi alimenti nella nostra dieta diamo la possibilità al cervello di trovare soluzioni nuove a problemi vecchi. E con il sistema immunitario più felice. O, girate la frittata un po’ come volete: mangiando sempre le stesse cose diventiamo delle vecchie cariatidi pure un poco brontolone e antipatiche, modello Scrooge di Dickens, per intenderci. Studi in questo senso hanno portato alla conclusione che chi introduce sempre nuovi alimenti nella dieta ha meno allergie, intolleranze alimentari e malattie infettive.
Stavo appunto meditando su questo concetto, quando non ti trovo un articolo di Vittorio Caprioglio (non vi dico su che rivista) che mi racconta la stessa cosa? E cioè che i frati dei conventi prescrivevano, prima del cambio di stagione, un radicale sovvertimento delle abitudini alimentari, per evitare che alcuni cibi diventassero delle vere e proprie droghe (che ne so: per tutto marzo niente colazione cappuccino-brioche, o niente caffè al mattino, o niente aperitivo o birretta o bicchiere di rosso che dir si voglia). In pratica: se mangiamo sempre le stesse cose restiamo sempre uguali. Monotoni. Abitudinari. Energie vecchie. Stantìe.
Non cominciate anche voi a sentire odore di chiuso e ad avere una voglia irrefrenabile di aprire le finestre e le ante degli armadi e arieggiare e regalare al vostro corpo un paio di manciate di sbrilluccicanti ed energetiche novità vitali? Bene. Certo, non basta mangiare una sola volta qualcosa di mai provato: sarebbe opportuno continuare a cibarsi del nuovo entrato almeno per una settimana o due. In tutti i modi possibili.
Io mi sono lasciata guidare dall’istinto, questo mese, e ho scoperto la portulaca invernale. Nessuno tra i miei amici italiani la conosce. Qualcuno di voi l’ha già assaggiata? Beh, io l’ho trovata superlativa, e l’ho subito infilata nel più classico dei tortini, sostituendola alla bietola (ed usando farina di farro, che lo rende dieci volte più buona, se mai fosse possibile!)
Basta entrare dal verduraio o in un negozio di prodotti biologici o biodinamici ed il gioco è fatto. Qualcuno troverà un cereale, o un frutto, ma anche un infuso, una spezia, un’essenza, un profumo. Poi mi fate sapere?
per sovvertire il mio trantran quotidiano io potrei concedermi ogni giorno cappuccino&brioche o una birretta tutte le sere!
Invece persevero… magari provo ad assaggiare la portulaca (io la conoscevo come ‘fiore-da-vaso-sul-balcone’).
Invece di recente al mercatino bio/km0 ho trovato la stellaria, l’erba delle galline… che nessuno degli esseri umani normali che mi circonda conosce!
@cricri, LOL, anch’io d’ora in poi tutti i giorni per un mese cappuccino e brioche e aperitivo! e basta con quell’orrendo pane fatto in casa che tanto lievita come gli pare, torniamo alla vecchia buona baguette scongelata di origine incerta :D
idea molto stimolante, scherzi a parte.
però noi seguiamo un’alimentazione piuttosto variata, non saprei cosa inserire.. ci penserò comunque e sono sicura che qualcosa verrà fuori.
io il digiuno ho provaro a farlo e volete la sincera verità? il primo giorno è stato dannatamente faticoso, il secondo un pò meno, il terzo passabile, gli ultimi due giorni tranquilli. avevo molta più energia e mi sono sentita bene. certo, oltre un numero tot di giorni bisogna essere seguiti da un medico, ma forse, 4/5 gg di solo acqua, eventualmente succhi o spremute, non fa mica male!
per il concetto di introdurre nuovi alimenti…. come idea suona positiva! ci proviamo :-)
ciao
Il digiuno non l’ho mai provato, mi spaventa un po’…e poi non avrei nessuno a farmi compagnia e rendermelo meno pesante :)))
Per quello che riguarda l’Arabia, non solo durante il Ramadan bisogna digiunare dall’alba al tramonto, ma ci sono anche delle regole precise su come “rompere il digiuno”: non ci si deve buttare a pesce su qualunque cosa capiti a tiro, ma cominciare da un bicchiere di laban, diciamo uno yogurt liquido locale, e tre datteri.
Ora cerco qualcosa di nuovo da introdurre nella mia dieta, anche se qui il cambio di stagione non si sente tanto…grazie per i tuoi splendidi post, leggo sempre ;-)
molto interessante questo post, sia per i consigli che per l’excursus sul digiuno. In effetti, storicamente, l’alimentazione è fatta di continue contrapposizioni tra abbondanza e fame. Lo ritroviamo anche nel “mangiar di magro” e “di grasso” secondo le festività religiose cristiane.
Michelangelo
insomma oltre a svuotare gli armadi e fargli prendere aria….ci svuotiamo anche noi e usciamo…..magari non in mezzo al traffico. ;-) a dir la verità mi convinco sempre di più che meno si mangia e più si guadagna in salute….
ogni volta che passo di qua…una scoperta!!! e sempre piacevole. Interessante tutto il post…leggo con calma ora…su alcuni punti vorrei soffermarmi un pò di più.
Che post, che post!!!!
Pensiamo anche al nostro corpo: quando abbiamo la febbre o non stiamo troppo bene, la fame ci passa, proprio per far sì che il nostro corpo riprenda energia.
Io non ho mai fatto il digiuno vero e proprio, ma cambiamenti di alimentazione sì, nonostante abbia comunque una variazione di alimenti notevole, legata soprattutto alla stagionalità.
Sono sempre più felice di avervi scoperto!
Baci!
Molto interessante!
A mio avviso il digiuno dovrebbe essere praticato come probabilmente viene fatto in Germania: in campagna, in una situazione di riposo, in compagnia, magari con associata una bella pratica yoga.
Penso anche che sia una pratica che se protratta per più di un paio di giorni sia indubbiamente da fare sotto controllo medico, e come dici giustamente tu, da un medico esperto in digiuni.
Trovo comunque assurdo pensare di digiunare in un contesto come quello urbano, continuando a fare la vita stressante di tutti i giorni, dovendo andare in ufficio, litigare per il parcheggio, pensando a 10 cose contemporaneamente; dovrebbe essere digiuno per il corpo ma anche per la mente.
Mi sembra invece molto carina e praticabile la tua proposta di fare un cambiamento, anche piccolo, e vedere come risponde il corpo.
Ciao, sono patty ;)
Ho scoperto da poco il tuo blog e mi piace molto tutto ciò che fai! Complimenti, davvero.
Se passi dal mio blog c’è un premio per te.
A presto,
Patty
Io il digiuno lo pratico…è una mia ricerca diciamo spirituale…non solo non mangio per tre giorni ma non bevo nemmeno..ma il mio è un contesto diciamo magico!
bel post come del resto tutto il blog…
Prima di tutto cito la fonte del Doicilandia come traduzione italiana di Deutschland, che ho sentito per la prima volta da un amico di amici, il genovese (ma soprattutto genoano) Rudi de Ferrari Sapetto. Vorrei mai attribuirmi il merito.
Poi… ehm… forse è vero, questo post sembra un inno al digiuno, a rileggerlo. No. Stavo solo riflettendo su un argomento a cui non avevo mai pensato prima, proprio perché immersa in una societá dai ritmi di vita frenetici. Qui, chi lo pratica, prende la cosa maledettamente sul serio, come ipotizzava giustamente Elena (i tedeschi prendono *tutto* maledettamente sul serio, soprattutto se stessi ;-): medici con anni di esperienza, cliniche specializzate, vere e proprie vacanze in oasi di pace immerse in boschi modello fratelli Grimm (che paura…). Affiancate allo yoga, ma soprattutto a passeggiate ossigenanti o altre attivitá sportive leggere all´aria aperta per non afflosciare i muscoli, e a momenti di ritrovo quasi comunitario. Ma poi questi sono tutti allegri, eh, mica silenziosi e musoni!
Poi, la maggior parte non digiuna totalmente: vanno a brodi vegetali, succhi di frutta freschi, alcuni anche frutta secca o semi o addirittura cereali, ad esempio riso. Insomma, non é che bevono solo acqua!
Certo, per il tedesco medio, abituato a mangiare quotidianamente carne (di maiale, soprattutto, e sotto forma di wurstel o affettati), latte e latticini in quantitá per me inconcepibili, tutto immerso in salse a base di panna, litrozzi di caffé (altra droga nazionale, lungo lungo e con molta piú caffeina del nostro espresso), tortone alte alte modello viennese e alcool a volontá (un tedesco senza birra?)…beh, un’alimentazione vegana stretta di questo tipo, in effetti, é come per il lettore del pastonudo andare avanti ad acqua pura.
Ecco, che ci tenevo.
In realtá i nostri amici di qui pensano che siamo ben strani, a non mangiare tutti i giorni carne o a nutrirci di strane cose rotonde secche che poi se si mettono nell’acqua diventano come nocciole (esatto. Pochi conoscono i ceci, qui, e la maggior parte mi chiede se cucino le nocciole).
Insomma, questo non fa che confermare la mia teoria secondo la quale il significato del termine “digiuno” e l’importanza che questa pratica ricopre all’interno di una societá dipende molto dal modo in cui la gente si nutre nel quotidiano. Visto come si nutrono qui normalmente, ti credo che questi *momenti di privazione* sono cosí diffusi.
@cricri: la portulaca invernale é cugina di quella estiva (penso sia quella del vaso sul balcone). Che é comunque buonissima! Mi sa che nel post di marzo scriveró un poco di queste erbette primaverili… la stellaria é questa e questa?
@barbara 67: sai che ti dico? io tra poco torno in Italia; non bevo un espresso o un cappuccino da 11 mesi, che qui fa schifo. Secondo me se mi fiondo al mio bar preferito (quello dei Tre Portoni, cosí adesso lo sa) e me lo gusto proprio tutto, millilitro per millilitro, leccando la schiuma senza aria dal cucchiaio, seduta al tavolino al sole tiepido (altra cosa a me ormai ignota), accompagnandolo con una brioche fantastica ancora tiepida, magari chiacchierando con una vecchia amica …secondo me mi fa proprio un gran bene!
@arabafelice: vedi? proprio quello che diceva Bernhard Shaw! Ma tu sei in Arabia? Adesso curioso il tuo blog e lo rivolto tutto per benino!
@Michelangelo: esatto, venerdí di quaresima magro, mercoledí delle ceneri digiuno e astinenza, venerdí santo pure, la vigilia di natale di magro, Pasqua capretto, pasquetta uova…era una specie di dieta “ufficiale” imposta dall’alto (nel vero senso della parola eh eh). E la gente eseguiva, altroché. Ti immagini lo facessero ora, di imporre un giorno alla settimana di magro?
Illuminante! dico sul serio, grazie. andrò a letto cullandomi con l’idea che qualcosa di vecchio devo abbandonare da domani e qualcosa di nuovo devo accogliere.
concordo con Elena, il digiuno vero e proprio mi spaventa e lo trovo impraticabile nella vita odierna. invece approvo il digiuno inteso come detox per ripulire e ricaricare l’organismo! se riesco proprio verso a all’inizio della primavera faccio almeno una settimana se non 2 (se ci riesco!) di alimentazione senza glutine, proteine animali, zuccheri semplici (al max miele o malto), cioccolata, caffè, alcool e lieviti x depurarmi, proprio come dice Claudia. x un’onnivora e golosa come me non è facile però dopo i primi 2 giorni in cui ho mal di testa e mi escono tutti i brufoli del mondo poi ci si sente davvero meglio…e quest’anno ne ho particolarmente bisogno!
conosco un altro tipo di portulaca, questa; che però è primaveril-estiva! voglio cercare quella invernale!
ti devo dire la verità cara claudia: non vedo l’ora che arrivi il primo o il due di ogni mese per leggere i tuoi articoli, sempre così profondi, interessanti ed intelligenti. grazie!
ecco a proposito di cibi nuovi, ripensavo a cricri che ha mangiato l’erba delle galline ed ho trovato questo in pratica è il post di un forum in cui una tizia *tostissima* parla di varie erbe spontanee edibili: tarassaco, ortica, luppolo, cicoria, asparagi selvatici e diverse altre. dateci un’occhiata se avete tempo, è interessante davvero.
quando si dice la sintonia…
è da un paio di settimane che accarezzo l’idea di un lungo digiuno rigenerante, preferirei però seguita da un medico, almeno la prima volta. E’ vero però che la compagnia aiuta, non tanto per la fame quanto perché è spiacevole dare nell’occhio uscendosene (magari in famiglia, alla mamma” “sapete, non mangerò per un po’ di sere perché digiuno”… =)
PS: io ho recentemento provato gli azuki per una calda zuppa giapponese, vale lo stesso?
com’era? “per ripulirci delle tossine accumulate durante l’inverno e prepararci alla fioritura primaverile, si possa rinunciare per qualche tempo a delle cose” … no è che prima di sedermi al pc ed approdare qui stavo leggendo l’editoriale di salute naturale comprato ieri …
cito testualmente: “ma la primavera si aspetta soprattutto a tavola, eliminando quasi totalmente carni e salumi, diventando vegetariani per almeno gli ultimi 15 giorni di marzo”.
poi come compitino della settimana, visto che sabato voglio andare a curiosare un mercato bio in zona di cui ho scoperto l’esistenza ieri, vedrò di trovarmi qualche bell’alimento nuovo al fine di scongiurare la comparsa della mia versione Scrooge, che non dev’essere il massimo … :-)
come sempre vielen herzlichen Dank :-*
claudia sono sempre così interessanti i tuoi articoli. questa stessa riflessione l’ho fatta anno scorso il giorno delle ceneri. quest’anno il mio corpo non era pronto. o non era ancora abbastanza primavera.gli ultimi 15 di marzo quasi vegeratiani…si può fare…ci si può provare…per migliorare…grazie doicilandia ragazza
@Elena: sai che oggi leggevo su una rivista specializzata i consigli di un medico per chi non puó fare la settimana depurativa in hotel specializzati. Dava tre regole: eliminare le tossine attraverso la pelle, con dei bagni fatti utilizzando prodotti con un ph “basico”; attraverso i polmoni, ritagliandosi durante la giornata dei momenti di isolamento da tutto per respirare consapevolmente e profondamente (c’era tutta la tecnica precisa, molto simile alla respirazione yoga).
E attraverso intestino-fegato-reni, bevendo le tisane adatte (diverse per ognuno) e prestando attenzione all´acqua, che dovrebbe essere piú possibile “viva”.
Pensa che i due autori sostengono che 2/3 delle tossine si possono eliminare con un adeguata tecnica di respirazione quotidiana.
Mi sa che purtroppo in italiano non c´é…poi cerco!
Che dici?
@ Patty: anche a me piace tantissimo questo blog. Peró non é mio, é di Izn, che mi ospita un paio di volte al mese in una delle sue accoglientissime stanze! Izn…..c´é un premio per teeeee (lo so, non si deve urlare da una stanza all´altra, ma lei é sempre in cucina ;-))
@Paolo: ehm…tu non sai quello che hai innescato! Non puoi parlare di contesto magico cosí come niente fosse, in un consesso di streghe cucinose. Adesso mi sa che siamo qui tutte con le scope dritte che aspettiamo che tu ci racconti…
@Salsadisapa: ehm…ti diró la veritá: questo in realtá sarebbe il secondo post di febbraio, e non quello di marzo. È che ho avuto piú imprevisti questo mese che negli ultimi due anni; e poi febbraio ha due giorni in meno. E per una che aspetta sempre l´ultimo momento come me é stata proprio una mazzata (che non me lo ricordavo…). Ma vedró di mettermi in carreggiata in fretta!
@Barbara 67: grazie per il link, non male!
@Cavoliamerenda: perché no, gli azuki? Non so cosa dice la bioterapia al proposito. Elena, che ne pensi? (io chiedo sempre all´esperta, visto che abbiamo la fortuna di averne una!)
@Cembolina. ecco, no. Questa proprio non dovevi. Ero cosí felice di aver preso spunto da altri giornali che non fossero *quello*, e di aver trovato un paio di riviste tedesche veramente all´altezza (ma veramente!). Che disastro…;-)
Respirare bene credo sia altrettanto importante che mangiare bene. Una buona escursione diaframmatica e una respirazione completa (mi viene in mente una delle tante respirazioni che si fanno nello yoga – che si capisce che faccio pratica yoga? ;-) – e che prevede una respirazione circolare che parte dalla pancia, passa al diaframma e poi al torace superiore) assicura anche una sorta di “massaggio” ai visceri interni che aiuta di sicuro la funzionalità intestinale e quindi l’eliminazione di parte delle tossine.
Respirare bene e in modo completo assicura poi una maggiore scambio tra ossigeno e anidride carbonica, e una migliore ossigenazione migliora tutte le funzioni e gli scambi cellulari.
10 -15 minuti di respirazione o meditazione possono essere un grande aiuto sia per il corpo che per la mente. Ma anche una bella camminata all’aria aperta (certo, non su viale Marconi…) sarebbe un valido aiuto.
Per quello che riguarda i fagioli azuki non ne so granchè. In Bioterapia si usano i prodotti del nostro paese; la Arcari di suo usava poco i legumi, la dottoressa D’eugenio (e io ho imparato da lei ad usarli con maggiore disinvoltura) li utilizza molto di più.
Io li uso al posto della pasta quando ho necessità di mantenere un equilibrio glicemico ma quando non voglio dare glutine; uso però i nostri legumi (fagioli borlotti, cannellini, ceci, lenticchie, fave).
C’è un bel sito che è quello dell’associazione vegetariana in cui si possono trovare maggiori informazioni (il comitato scientifico dell’associazione è molto valido) per quello che riguarda questo genere di alimenti.
Ciao Claudia, in questo periodo ho un po’ di difficoltà a collegarmi spesso e quindi arrivo in ritardo a questo stupendo post, brava, come sempre! Il digiuno è una pratica su cui ho fatto già degli approfondimenti e l’anno scorso ho anche fatto 6 giorni di digiuno totale… davvero un’esperienza incredibile, che dona delle sensazioni corporee e psichiche uniche.
Invece mi piace un sacco questo fatto dei cibi nuovi… in effetti l'”andare in fissa” con il nuovo ingrediente di turno tipico di chi è malato di cucina è molto d’aiuto, che ne pensi izn?
claudia, non è che te lo devo stare a dire che è *colpa* solo tua se ora compro regolarmente *quel giornale*, neh? ;-)
ps: keine Angst. auch deine Deutsche Magazine sind ja gar nicht schlecht…. :-)
Mi candido x il caffè ai 3 portoni, e confermo che tutta la medicina naturale in questo periodo consiglia il digiuno o almeno l’astensione da grassi e zuccheri. Ma anche l’assuzione di piante ed erbe amare e disintossicanti, che la natura ci mette abbondantemente a disposizione: dalle verdure a foglia verde ai carciofi, dagli asparagi al mio preferito: il TARASSACO!
Le nostre nonne lo mangiavano sempre, si trova su tutti i prati o vicino alle vigne (occhio però, che lì è facile che sia condito da pesticidi.. meglio i prati, evitando il bordo delle strade)
E’ praticamente uguale ai soffioni, ma più piccolo, con le foglioline lanceolate e più scure, attenzione a non confonderlo coi soffioni, che invece non mi risultano commestibili, anzi credo siano tossici.
Si mangiano le foglie crude, dopo averle lavate bene.
Godurioso se condito con olio d’oliva dove è stato fatto scaldare un po’ d’aglio, accompagnato da patate lesse e uova sode.
La versione porca prevede anche la pancetta, nell’olio, ma col digiuno centra poco…
Ci sta bene anche l’aceto balsamico.
E’ un grande disintossicante, e sicuramente è un alimento nuovo, considerato che si può mangiare solo a inizio primavera, prima che fiorisca perchè poi non è più commestibile.
Le migliori boutique di verdura lo vendono, in questo periodo o fra poco, gnam!!
Claudia! Anch’io sono piuttosto presa negli ultimi tempi ma leggo sempre con piacere i tuoi interventi. Direi che un digiuno almeno parziale si può e si deve fare, soprattutto in questo periodo! (il)Aria fresca, ho bisogno di primavera!
“proteine animali (compresi i formaggi e le uova), la farina di frumento, il caffè, lo zucchero, cioccolata e dolci vari, gli alcoolici”.
Pare a me o avanzano solo le verdure?
Tra l’altro i cibi che consigli sono quelli di cui ho più voglia ultimamente. Sarà lo stress del periodo più deprimente dell’anno, ma vado avanti a cioccolata (200g al giorno), zuccheri, alcol in dosi moderatamente moderate…
Non ho mai creduto nel digiuno, l’ho sempre vista come una forma di autopunizione masochistica che fa bene solo per depurare la coscienza, ma la sai una cosa? Il tuo articolo potrebbe avermi fatto cambiare idea.
@Cembolina: mi sa che dalle ultime notizie quel giornale non é piú quello di una volta. Tieni conto che i numeri che ho portato fin quassú sono del 2000 o giú di lí…a te cosa sembra? (ma perché clicco sul tuo nome e mi dice error?
@Zigola: aggiudicato il cappuccino! Peró…senti…mica per dire…ma quello che si mangia a casa mia dalla notte dei tempi é il soffione! Voglio dire: in primavera é tenero tenero e piccolino, poi spunta il fiore giallo (che mia madre cuoceva assieme ad acqua e zucchero ricavandone uno sciroppo anti tosse portentoso, una specie di miele) che si trasforma in soffione. O no? Ossignor, ma cosa ho mangiato, allora?
Comunque, tu quoque giornalista, mi sa che qui ci stiamo bruciando il prossimo post…
@Fauno (ma meno scioglilingua no, vero?): non é vero: Prima di tutto restano un sacco di cereali (riso, farro, mais, orzo, miglio, avena…), anche se qui in Germania mi pare che vanno a riso. Poi tutti i semi, per esempio: di zucca, di girasole…poi, volendo, mi sa che ci stanno anche le mandorle e altra frutta di questo tipo…voglio dire: un bel frappé con un latte vegetale (riso? avena?) e una banana e delle mandorle, o dei fiocchi di avena…cioé, io me lo faccio a colazione, tanto per aprire la giornata, ma volendo…non é che sia proprio acqua!
Ti diró la veritá: io penso che noi emigrati (e pure nordici), abbiamo un maggior fabbisogno calorico, ma nel senso di *calore umano*, che la famiglia ci manca. E la cioccolata ci serve, che ci scalda un poco il cuore :-)
bella domanda…. provo a mettermi il nome in maiuscolo. sai mai che l’error sia lì…
in effetti credo anch’io che SN non sia più quello di una volta, anche se io una volta non lo leggevo… :-) è che dice un sacco di cose, ma senza approfondire granché. poi per carità, io che sono una neofita del campo, lo trovo interessante …
ora che ci penso, devo fare un salto al negozio bio a veder se è uscito il nuovo numero di valore alimentare. che quello sì che mi piace una cifra… lo conosci?
@cembolina: eh eh… nel primo hai messo un solo slash, nel secondo nessuno. E ce ne vogliono due. Tutti e due normali, cioè così: //
Adesso te li correggo io :-)
bravissima!
neanche fossi la padrona di casa … ;-)))))))))
Bellissimo post Claudia. Me lo ha segnalato “la Cri” di Trento visto che sto facendo un digiuno durante la Quaresima (senza proteine animali, farine bianche, zuccheri, caffè, alcol e bibite gasate).
Riguardo alle tradizioni di digiuno di questo periodo dell’anno, ti segnalo anche questo post in cui mi sono imbattuto qualche tempo fa.
Ciao, io il digiuno l’ho sempre associato alla quaresima, alla penitenza prima della Pasqua, quando ero piccolo si osservava e non si mangiava carne, dolci, cibi cari e ricercati… con il tempo è diventato un periodo di “dieta forzata”…ma non una costrizione, una liberazione, preparare lo stomaco ai cibi estivi, alla voglia di uscire dall’inverno e assaporare l’estate… pic nic all’aperto, pranzi in campagna, grigliate…
Ciao, Marco! E benvenuto in marzo! Ne parlavo proprio oggi, con la mia amica Eva, ricordando di come fossimo entrati ufficialmente in quaresima, e del fatto che spesso le prescrizioni religiose altro non fossero che precetti di buona salute…come dire: per i cattolici c´era la quaresima, per gli atei della ddr il digiuno purificatore (preparazione ai cibi estivi e alle scampagnate, come dici tu ;-)). Ma il ritmo della natura sempre quello é. Ciao!!!
Che bello questo post! Raccoglie molte conoscenze antiche. Il digiuno inteso come assunzione di liquidi e basta è una pratica che viene consigliata un paio di volte al mese a 11 giorni dalla luna nuova e 11 giorni dalla luna piena, giorni in cui le influenze negative della luna si percepiscono di più. Avete mai notato quei giorni in cui per strada ci sono molti incidenti, al lavoro avvengono alterchi importanti, i bimbi sono più agitati e le vostre energie sembra che vadano tutte nell’arrabbiarsi? Col digiuno si riesce a contrastare queste energie negative perchè si rimane più “dentro”. I cinesi molti anni fa hanno inventato tutta una serie di tecniche di respirazione che praticano tutti i giorni. Respirare di hara (l’addome) significa portare la respirazione col diaframma fino all’osso pubico (zona di aree di diagnosi di Rene e Vescica) e così permettere a questi organi di rimandare in circolo fluidi nuovi. Facendo tutto ciò con ascolto costante la mente rimane ancorata al “qui, ora” e questo porta consapevolezza al nostro corpo e ai nostri pensieri.
@Pelomary: ciao! Credo tu non abbia mai commentato i miei post ma, pensa te le coincidenze, proprio in questo periodo una saggia signora maestra di shiatsu mi sta insegnando (oltrea a molte altre buone pratiche) a respirare basso per rinforzare il meridiano del Rene. E mia madre mi racconta di come, da piccola (il che significa forse anteguerra…;-)), a ginnastica le insegnassero a contare fino al 4 nell´inspirazione ma fino all´8 nell´espirazione. Ed é impensabile quanto immediati siano i benefici, anche solo con piccoli gesti quotidiani come questo. Benvenuta nella ruota dei mesi!
Grazie Claudia, è da poco che ho conosciuto questo luogo meraviglioso e al momento a causa di un piccolo cucciolo di 9 mesi non ho molto tempo per scrivere. Mi ritengo fortunata di poterti leggere e leggere tutti questi bei contenuti che mi arricchiscono.
Anche io insegno shiatsu e la respirazione è la base in questa tecnica. Nutrire Rene significa anche salvaguardare la nostra riserva vitale che ha sede nel Rene. Complimenti per le tue considerazioni!