Allora: da mesi cerco sul web i consigli riportati sulle pagine di carta dei primi “Salute Naturale” (vi penso… ma quanto vi penso?). Poi, è bastato inserire nel motore di ricerca il nome del saggio cinese Shia Chen (sempre citato negli editoriali del mensile) et voilà!. Non ho ancora avuto il tempo di curiosare per benino in tutto il sito, ma quel poco che ho letto mi sembra interessante. Adesso vi riassumo, come al solito.
Si diceva, Shia-Chen. Saggio cinese. “Ogni stagione ci porta il suo tormento e il suo piacere”. Gennaio è bello. Oh, sì, tutto bianco, e puro, e di attesa. Ma è troppo lungo. Troppo lungo. Decisamente troppo lungo (peggio dei miei post). Quest’anno sono arrivata al 31 sfiancata. Proprio come al nono mese di gravidanza, che non si vede l’ora di perdere le acque. Sarà che questo è l’inverno più freddo e nevoso che i Vorpommern ricordino da che la Germania è una (e anche prima). Sarà. Ma ne ho atteso la fine come una liberazione.
La miglior definizione di febbraio, tanto per capirci, è quella di Micaela Balìce: “È quindi un tempo legato alla rinascita, ma una rinascita che non è ancora né presente né manifesta. L’orto e il giardino appaiono morti, addormentati come nelle fiabe, in un sonno apparentemente senza vita. Le gemme sono gonfie, gravide verrebbe da dire, ma non osano aprirsi: un errore potrebbe comprometterle definitivamente”. Non *è* ancora. È un *bisogno di*.
Febbraio è la Candelora, cristianizzazione di riti diffusi in tutte le culture indoeuropee. Momento di passaggio importantissimo, nella ruota dell’anno. Benedizione delle candele che rievoca il nuovo fuoco vitale che prepara la primavera. E, anche se solo per ridere, a casa mia il 2 febbraio uno sguardo al tempo, fuori, si è sempre dato. Così. Per la serie: “Non che io ci creda, ma guarda che però ci azzecca sempre… anche l’anno scorso…”; e via, a segnare sul calendario se piove o se c’è il sole, per poi controllare, dopo Pasqua.
La Candelora è il giorno in cui si osserva il comportamento degli animali che vanno in letargo. Se escono dalla loro tana o meno. Il giorno dell’orso. O, per chi conosce gli Stati Uniti, il giorno della Marmotta. In Francia (sempre lì a pensare al cibo, ‘sti cugini…) la candelora è il giorno delle crepes.
Secondo me è il preludio a tutta quella serie di dolci e dolcini fritti e rifritti tipici del Carnevale (che il fritto non è energia yang? Izn…? Cosa dice la bioterapia nutrizionale, a proposito del fritto? Elena Galeazzi? Yuhuuu… ci siete? Attendo curiosa!). E, in effetti, febbraio è soprattutto Carnevale (per sapere quando, basta osservare la luna nuova del mese), è “destrutturare gli schemi per aprirsi a nuove vie, utilizzando tutta la propria energia per intraprendere nuove direzioni. “Rompere con la quotidianità per percorrere nuove strade”.
Febbraio ha la stessa radice etimologica di febbre, fuoco interno che il corpo utilizza per ritornare in salute. Uno sfogo liberatorio, insomma, per poi rientrare nei ranghi. Ma quello che mi piace di più è il nome finlandese: “Helmikuu”, mese della perla. Perché (a parte Izn e mia cugina Alice, credo) di bianco ne avremo anche avuto abbastanza. Yuppi!!! Febbraio è avorio (“Sai che passo avanti”, sento una vocina sbuffante, che cerca di uscire. Ma sto lentamente imparando a non essere impaziente, si nota?). E va bene: al limite, se proprio non ce la si fa, un verdino pisello. Niente grigi, marroni scuri, neri, che ci ricacciano nel buio da cui stiamo cercando di uscire con le unghie e coi denti.
Per i colori accesi, per il rosso e l’arancione, direi che c’è da attendere ancora un attimo. Ci togliamo il pensiero dei *no*: niente carne. Nemmeno troppo pesce. Poche uova, che poi tanto lo sappiamo che ci strafogheremo a Pasqua e pasquette varie. Soprattutto non abusare di formaggi, burro e sale. Sì, lo so, qui sul Pastonudo non si abusa di niente, ma lo scrivo perché c’è un perché: febbraio è il mese in cui si dovrebbe agevolare la diuresi e sbloccare la ritenzione idrica. Capite anche voi, che il sale non aiuta.
Prima di vedere gli alimenti giusti, non posso non citare il solito Piero Fornari: “Sembra un mese anonimo, febbraio. E invece è col suo sole pallido e freddo che si compie l’ultimo fondamentale atto di gestazione della natura. Riordinare le acque. L’energia vitale infatti sta diventando acqua, che si addensa sempre più per prepararsi al “parto” primaverile di marzo, quando le acque si romperanno e la natura tornerà alla luce. E anche il nostro corpo deve addensare i suoi liquidi prima dell’esplosione ormonale di primavera. I reni, grazie ai loro ormoni raccoglitori d’acqua, devono impedire la dispersione dei liquidi, recuperandoli dai tessuti in cui ristagnano e raccogliendoli affinché vengano ridistribuiti ai tessuti (i più vitali) o smaltiti (quelli pieni di tossine invernali)”.
Una specie di disgelo-quasi-primaverile, con i reni lì a filtrare le acque dei torrenti. Non che negli altri mesi dormano. Ma in febbraio hanno il loro momento di super-lavoro, un po’ come le cassiere a Natale. Non mi dilungo sulle patologie da reni-tristi: vene varicose, emorroidi, ipertensione, cellulite, gonfiore, mestruazioni dolorose, ma solo perché siamo su un blog di cucina ;-).
Quindi, via libera a grandi macedonie di frutta. Tipo di quelle che alcuni riescono persino a pranzarci (con la macedonia che diventa *il* pranzo). Pere (succose e acquose già di loro), banane (eccezione di febbraio ai cibi-chilometri-zero), mandarini, arance, pompelmi. Un cucchiaino di confettura di pesche o lamponi o quello che c’È. O miele. Qualche cucchiaio di yogurt e un po’ di fiocchi d’avena. O mandorle (ce le metto ovunque, ultimamente, mannaggia a loro).
E… udite udite… prima di lasciarla riposare una mezz’oretta (se possibile) qui consigliano di aggiungere due dita di prosecco. Perché lo spumante, in febbraio, pare sia il vino migliore: il suo fermento fa frizzare il sangue e dinamizza le energie sottili. Dicono di tenerlo a lungo in bocca (questa la vedo già più complicata).
Una stranezza di consiglio: prima di cenare, annusare l’aceto di vino. “Tecnica antichissima che serve a stimolare, attraverso le vie olfattive, tutto il mondo ormonale” (Salute Naturale, febbraio 2001). Stimolare l’olfatto ci serve, in questo mese, a portarci dal mondo acquatico a quello aereo. Altro… vediamo… (*rumore di riviste sfogliate*)… ecco: pasta col pesto o ragu vegetariani, perfetti (sempre con lo spumante, mezzo bicchiere).
Ahhh…prezzemolo! So che a Izn piacerà (l’omeodieta), che la pianta del prezzemolo fa pensare ad una forma che distribuisce, con le sue ramificazioni sempre più capillari. Una sorta di predisposizione terapeutica verso il sistema circolatorio. Il prezzemolo è un diuretico spettacolare, regola il ciclo mestruale ed è una fonte incredibile di vitamina C (un cucchiaio di foglie sminuzzate apporta i 2/3 della quantità giornaliera raccomandata).
Io adoro la salsa verde, retaggio di quella che accompagna per tradizione il bollito (e la lingua) il giorno di Santo Stefano in casa dei miei genitori. Ora che il bollito mi attira sempre meno, lasciata scivolare sulle patate lesse ancora fumanti (tipo lava-verde-tiepida). È una delle mie voglie-alimentari-periodiche-femminili più frequenti (ed oggi ho capito il perché. Accidenti! Quando scrivo questi post imparo sempre cose nuove. Capite perché sono io che vi ringrazio?).
Ho cercato ricette di salse verdi, in giro per i blog, ma sono tutte *troppo*. La mia preferita è semplicissima: prezzemolo, pane ammollato in aceto, olio. Ma è una salsa super-trasformista (alla Brachetti, per intenderci): una volta si aggiungono capperi, un’altra acciughe, un’altra aglio, un’altra ancora semi di girasole… questa ci si avvicina molto.
Perfetto per chi soffre di ipertensione (anche solo momentanea, in periodi di forte stress). Assolutamente sconsigliato alle donne gravide; nell’antichità aveva fama di potente afrodisiaco. Sembra fatto apposta per San Valentino (eh eh): è pieno di clorofilla e rinfresca pure l’alito. Ecco perché lo mettono come guarnizione, al ristorante! Invece di lasciarlo nel piatto, sarebbe meglio masticarlo, alla fine (prima dello spumante ;-)). Vado a bere, che mi è venuta sete.
meraviglioso post.
Mi consolo, le mandorle le metterei ovunque e, almeno per questo mese, ci azzecco.
Vado a caccia di prezzemolo, mi è venuta una gran voglia di salsa verde!
@claudia: la modalità di cottura “frittura” è indicata proprio in tutte quelle situazioni in cui è necessario stimolare il fegato; un fegato che lavora bene comporta una migliore utilizzazione degli ormoni che vengono gestiti a livello epatico, una migliore digestione e una migliore evacuazione; un fegato che lavora bene consente una buona eliminazione delle sostanze tossiche.
Alla luce di tutto ciò, se vediamo febbraio come il preludio della primavera e della ripresa (quindi l’uscita dall’inverno, dal letargo, dal buio) i dolci di carnevale fritti ci stanno tutti.
Ecco, e visto che io il fritto non lo posso mangiare (colesterolo!!!!), mi consolerò con la bella verza affogata che mi sono preparata giusto oggi. Manco a farlo apposta, l’ho cotta con il prosecco (bottiglia aperta in frigo da un po’, peccato buttarlo) ed ho pure assolto alla *stranezza di consiglio*, annusando l’odore di aceto che ho versato a fine cottura!
Salsa verde? Uhmm..ottimo consiglio
Inutile dirti grazie per il post..ormai, si sa, è sempre sottinteso!
claudia, tu per me sei rigenerante. ogni volta che ti leggo mi sento come se tutto ciò che scrivi mi entrasse dentro. e mi sento già bene.
grazie a te sono entrata nel tunnel di salute naturale :-) e, questo mese, ho capito perché ogni tanto ho delle crisi d’astinenza da prezzemolo anch’io. e forse anche perché mio marito, essendo privo di ormoni femminili, lo detesta… :-)
grazieeeeeeeeeee
cemb
ps: (dimenticavo) i tuoi post, insieme a parecchie ricettine di izn, per la verità, vengono stampati per benino a colori e archiviati in un raccoglitore che dimora su una mensola della mia cucina.
che quelle di izn son ricette, e potrebbero servirmi anche a pc spento.
ma i tuoi vado a rileggermeli quando sento di averne bisogno. :-)
i suoi interventi dott.ssa elena mi fanno sentire beneeee!!!!!! eh eh
questo momento lo chiamerei ” il tempo delle frappe ” eh eh
claudia i tuoi post sono sempre molto interessanti, peccato però che io non possa usare nessuno di questi alimenti, cosi buoni, così importanti per nostro corpo……tutti estremamente ricchi di vitamina K….. deleteria per me!
( assumo degli anticoagulanti) sobh! …. vero elena???
@Cricri: ehm…per le mandorle…loro dicevano due o tre, nella macedonia…non so se metterle ovunque, come faccio io, sia una cosa da imitare ;-)
@Elena: che meraviglia! E pensare che io da qualche tempo mi sto riavvicinando ai fritti (lentamente, eh…diciamo che giá dal vapore sono passata al forno croccante). È proprio vero, allora, che il “come” si cuoce é fondamentale…(oltre che culturalmente, intendo, tanto per scomodare Montanari col suo dualismo bollito/arrosto). Sará per quello che i bambinetti di 4 anni (parlo per la mia) amano piú il fritto che il lesso? Mi sa che qui urge a grande richiesta un tuo post sui metodi di cottura…vero? :-))
Non avevo mai pensato ai fritti di Carnevale come “apripista depurativo”, ma per il semplice motivo che non mi sono mai piaciuti, nemmeno da piccola. Quando vivevo in Trentino associavo sempre la depurazione del fegato tipica di primavera con le mangiate di polenta e “denti di cane” (tarassaco) o cicorietta (quella che si trova nei campi) o “bruscandoli” (credo siano cime di luppolo, in italiano). Insomma, tutte quelle insalate amare tipiche del periodo di Pasqua.
Che dirti…aspetto il tuo prossimo post!!!
@Cleofe: sai che anche una mia amica, una volta, mi aveva detto che suo padre doveva evitare alcuni alimenti per via della vitamina k e di certi farmaci? Purtroppo non sono un medico…ma ce ne sono di bravi, tra i lettori del pastonudo: che si facciano avanti, per favore! ;-)
@tutte: come giá scritto sono io che ringrazio, perché da quando scrivo su questo blog sto imparando moltissimo, soprattutto ad essere consapevole (e non solo di quello che mangio).
Molto interessante questo post!!!!
Confermo che la frittura dà al cibo un’energia yang, quindi adatta ad essere consumata in inverno. Anche per la macrobiotica questo è il periodo in cui bisogna più prendersi cura delle nostre reni.
@Sandra: se lo mangi una volta ogni tanto e lo friggi tu con oli da frittura estratti a freddo, possibilmente bio, il fritto lo puoi mangiare tranquillamente anche con il colesterolo alto!!!
Te lo assicura una che ha passato n-mila dietologi pur di non prendere la pillola anticolesterolo!
Ho una voglia di farmi quattro frappe…
@marcella: scusami ma non sono d’accordo con te; la frittura si fa sempre in olio extravergine di oliva, anche in caso di ipercolesterolemia (ovviamente meglio se bio e spremuto as freddo). sul fatto di assumere qualche fritto anche in caso di colesterolo elevato non ci sono problemi; certo, vicino ci va messa una bella verdura cruda e un frutto acquoso (se fai lavorare il fegato gli devi anche dare l’acqua per svolgere quel lavoro).
@elena e marcella e sandra: anch’io anch’io voglio dire la mia! Che ne pensate per friggere dello strutto (quello perfetto da “porci” felici etc)? Regge il paragone con l’olio d’oliva no? Lo dico perché col periodo di frappe e frittelle mi stanno venendo delle ideuzze mangerecce frittone :-9
Guardate, per me, pur di poter mangiare qualcosa di fritto, friggo con qualsiasi cosa mi diciate idoneo: olio extravergine (da brava toscana ce l’ho buono e di sicura provenienza), olio di semi, strutto felice, acqua..voi ditemi e io eseguo. L’importante è che il mio colesterolo non si impenni!
cara claudia, il mio era solo un pensiero a voce alta … con il rammarico di non poter purtroppo mangiare ..quelle cose cosi buone , che fanno tanto bene e che descrivi in modo strepitoso!!! lo so che non sei un medico…ciao e grazie ancora dei tuoi bellissimi post!
@Elena: ho provato in tutti modi a farmi piacere il fritto in olio extra vergine di oliva, ma sinceramente non mi aggrada. Che faccia meglio non ho ombra di dubbio, ma ho trovato un olio di semi di girasole e nocciole che mi piace moltissimo, e per le rare volte che friggo, uso quello. Se devo fare una frittura non in olio profondo, uso l’extra vergine. Non è una questione di costo, ma di gusto, per me. Per olio di semi intendevo questo; rileggendomi mi sono accorta che mi son capita solo io, essendomi espressa male.
Chiedo scusa!
@Izn: lo strutto penso vada benissimo, l’importante è che sia di un porco felice!!!!!
Claudia, non ho nulla di intelligente da aggiungere, ma è sempre un piacere leggerti ogni mese… Spero che la birra belga che mi siede a fianco vada bene per la diuresi.
ecco il mensile da seguire. nelle intenzioni e negli alimenti. credo che si senta il richiamo…la salsa verde l’ho fatta domenica. grazie e baci che depurano.
Vi reinventate ad ogni post, il vostro blog è davvero invidiabile e si sente che ci passa del buono. Bravi e brave, è davvero un piacere leggervi.
@Marco: che bello, un uomo che commenta!! (eppure ce ne sono, che leggono… mmm… li intimoriamo, dici?)
Comunque, guarda, anche Alex dice che la birra é perfetta, per la diuresi di febbraio eh eh. Adesso, non per fare la solita öko, ma l´altro giorno ho deciso di comperargli una birra al negozietto super-bio qui sotto casa. Lui non beve molto, e la sua preferita é una strana birra rossa credo della sua Foresta Nera. Ma questa lo ha moderatamente entusiasmato (il che vuol dire che deve essere proprio buona!!). Non è solo di malto d’orzo, ma anche di vari tipi di farro (Emmer, Einkorn, Dinkel, in tedesco), e grano. “Storica”, perché già nel Medioevo usavano questi cereali poi sempre meno coltivati.
Se per caso la trovi, provala! Baci e aspetto un post sulla mostra di Hopper!!!
@Zac: dimenticavo…se Izn vede questa, secondo me, te ne porta a casa una cassa! ;-))
(é la Pinkus Müller a marchio Demeter, per capirci. Non so se é buona come sua sorella Original Alt, ma se proprio ci si deve sacrificare…:-))
grazie giordano,,,
@Giordano: ehm…é importante anche avere gli “informatori” giusti (per esempio una certa Papera, in Facebook, che regolarmente divulga notizie assai interessanti!!). Ne approfitto, qui, per ringraziarti ancora! :-))
ormai post e commenti sono un tuttuno!ecco a febbraio con queste cose da mangiare ci sguazzo! ora mi faccio una bella scorta di pere,mandorle e prezzemolo!
Claudia, ormai mi sembro un disco rotto… i tuoi post sono rigeneranti di per sé! Io devo dire che non amo particolarmente il prezzemolo… lo mangio se c’è, ma non lo cerco mai e se posso scegliere prediligo altre erbe aromatiche… immagino che ci sia un motivo, chissà qual è…! Ma magari ora mi impegno a mangiarne di più…
@Loretta: perché? Io sono contraria a mangiare quello che il mio corpo non mi chiede…
A parte gli scherzi, io il prezzemolo non l´ho MAI sopportato. Perché da piccola soffrivo sempre di mal d´auto, tra le mille e mille curve delle strade di montagna, e regolarmente mia madre mi faceva annusare un mazzetto di prezzemolo, durante il viaggio, ´che sosteneva facesse passare la nausea. A me la faceva venire ancora di piú. :-)
In realtá anch´io ho sempre optato per basilico o maggiorana o altre erbette. Che il mio corpo abbia finalmente capito che abito un paio di migliaia di chilometri piú a Nord del posto dove cresce il basilico? D´altra parte qui la vitamina C mica la prendono dalle arance e dai limoni come noi italiani…o no? Mi sa che si sto adattando al clima baltico e sto dimenticando le nostre bontá mediterranee…sigh sigh sob sob…;-)). Quando nei miei post inizieró a decantare le virtú del pesce immerso nel burro e nella panna e della salsa verde di Francofrte (non usano l´olio d´oliva, per farla, ma panna acida), tu e gli altri lettori del Pastonudo mi farete ritornare normale, vero?! ;-))
i tuo ipost sono sempre così interessanti e illuminanti, questa storia del prezzemolo mi ha affascinato!! grazie mille per svelare tutte queste informazioni che magari per voi esperti del mestiere sono comuni ma per noi profani sono straordinariamente utili e nuove!!!
@kosenrufu mama: sto imparando anch´io, ogni giorno. Non sai quanto stresso i vecchietti, per carpire loro informazioni che per la nostra generazione sono meraviglie, e che la loro, di generazione, pensa che siano cose di una banalitá estrema! E che, non le condivido?! Baci!
Yuppi! Il post di febbraio!
Vado a riempire il mio piatto di prezzemolo, con permesso.
il prezzemolo, in dosi massicce, ha un forte potere abortivo, ed è letale per i gatti anche in dosi non elevate. in trentino, prima di tangentopoli, si diceva di mario malossini che “è come il prezzemolo”. questa volta non per le proprietà abortive, ma per sottolinearne la sfiancante multipresenza per ogni angolo della provincia. sempre di malossini si diceva anche che “è come il mercoledì”, ovvero sempre in mezzo (alle balle, per i meno fini). proprietà transitiva vuole a questo punto che il prezzemolo sia (o sia stato) come il mercoledì. proposizione quest’ultima assolutamente vera, quasi tautologica, e come tale pressoché inutile.
a me il prezzemolo non è mai piaciuto eccessivamente.
@ruphus: per la bioterapia se qualcosa non ti piace vuol dire che probabilmente non ti serve e anzi forse ti fa anche male, quindi se puoi dovresti evitarlo.
E vale sia per il prezzemolo che per le sfiancanti multipresenze :-P
p.s.. ben caduto nel pasto nudo :-)
@Ruphus. eh eh…anch´io quando sento la parola prezzemolo penso per prima cosa a chi fu assessore al turismo nella nostra provincia negli sfolgoranti anni Ottanta (perché non lo é piú, vero?). Mannaggia, ne stavo giusto uscendo, dopo tutti questi anni, e stavo di nuovo pensando al prezzemolo solo in quanto alimento degno di esistenza a sé…e toh! Adesso ho di nuovo questo neurone impegnato in strani parallelismi politico-culinari ;-))
Senti, va bene le acque, ci sta il prosecco, ma le macedonie per pranzo, con questo freddo! Qui si gela… l’acqua è condensata, glaciale! non si potrebbe assorbire con qualche bella zuppa calda? Anche di frutta, perché no, se compatibile col mese, non so.
Grazie e complimenti per gli spunti del post
Livia
@Livia: mmm…ma sai che io, invece, inizio proprio adesso a cercare frutta *cruda*? Pere, soprattutto….E sempre mescolata con fiocchi d´avena e jogurt e mandorle…e é anche strano, perché quando ho scritto questo post ero sul Baltico, meno 15 e umidissimo, e ora sono in Italia, secco e caldo, paragonato alle temperature a cui ero abituata. Comunque io sono sempre del parere che ognuno deve seguire le proprie “voglie” (io ieri mi sono mangiata un piattone di minestra di trippe alla trentina calda e fumante, con dentro sedano e porri e aglio… non ti dico altro…). Grazie, comunque, che cosí me lo sono riletta anch´io! ;-)
Anch’io non sono in Italia,ma ben più a nord! e la ricerca di ciotoloni di frutta cruda, conosco la sensazione, ma quando non ci sono più quelle giornate gelide umide, nere e senza un brivido solo di sole… forse dipende anche da quanto sono scaldati gli interni. In Germania una volta era un’estate perpetua. A me verrebbe da fare un zuppa-tisana in brodo di spezie e poi con frutti appena appena cotti, anzi scottati (ma gli agrumi non cuociono bene, se mai le scorze per insaporire). Però il tuo mix è molto invitante, non c’è dubbio. Grazie
… volevo dire grazie della risposta e complimenti per le trippe! E una seconda domanda: allora attendo che mi venga la voglia di frutta cruda e vado avanti con radici e cavoli? Non è che abbia voglia di cotechini… O il momento è comunque buono e ci sono cibi caldi e brodosi che possono avere lo stesso effetto? ;-)
Comunque trovo sempre interessanti le tue suggestioni.
Sai che la tua salsa verde di base è squisita sulle radici tiepide? Ad esempio i topinambur.
@Livia: non so se passi ancora di qua, ma mi sento mortificata. Mi son persa i tuoi commenti! Il fatto e’ che adesso vivo molto piu’ lontano, in un paese dove internet non e’ proprio all’Europea. E da un paio d’anni non mi collego piu’ come prima (dimentica che un blog e’ “per sempre”, come un diamante ;-)). Io direi che ognuno deve seguire quello che il proprio corpo chiede. Ma, prima, imparare ad ascoltarlo con attenzione. (adesso attivo l’opzione “avvisami se ci sono nuovi commenti” su tutti i post che ho scritto. Scusa ancora.