Stavo pensando, cosa potrei fare per complicarmi ulteriormente la vita? Uhm. Aprire un negozio online di piccoli produttori, fatto due mesi fa. Contrattare con un paio di case editrici per scrivere due libri che devono essere consegnati in primavera, in corso. Organizzare cene a domicilio dallo chef intollerante, fatto un paio di giorni fa. Ricominciare a dipingere a olio, fatto ieri.
Forse potrei provare a cambiare casa, o continente. Barattare il mutuo trentennale con una capanna di paglia su una spiaggia tropicale e scrivere il blog da un chiringuito, postando ricette spagnole tra una tapa e un gaspacho. O magari potrei rivedere il giuramento che feci a me stessa a diciassette anni, quando affermai solennemente che non avrei mai perso la voglia di cambiare ed evolvermi, che non mi sarei mai fermata.
Ma poi zac cosa direbbe? La prima cosa che gli chiesi quando si profilò l’ipotesi di percorrere un po’ di strada insieme fu se fosse certo di quello che stava facendo, e che l’unica garanzia che potevo offrirgli era che non si sarebbe mai annoiato. Il Gemelli. L’ignaro gemelli, nato lo stesso giorno di Marilyn Monroe.
Vabbeh. Intanto vi faccio vedere un dolcetto un po’ particolare, fatto con l’avocado e i datteri, molto più buono di quanto possiate immaginare, anche se variamente migliorabile. Gli unici difetti che siamo riusciti a trovargli è che non è tanto spumeggiante (valla a far entrare l’aria nell’avocado – forse si potrebbe aggiungere un qualche tipo di liquido?
Io ci avrei messo, ehm, un paio di cucchiai di rum) e che si sente un po’ la mancanza di una nota alta. Ma potete rimediare con un’ingente quantità di panna, tipo Coppa Bianca dei famolo strano (omettendo la scorza di arancia), giusto per distruggere la sua vocazione vegana (ci sarebbe un altro tipo di panna che sto sperimentando e che promette bene, poi vi dirò).
La cosa che mi ha incuriosito di questa ricetta (a parte la fotografia che però, uhm, mi sembra un po’ improbabile: da grafico mi sa tanto di banca immagine) è stato il fatto che butti tutto nel frullatore, poi fai un passaggio in frigo ed è fatta. Niente cottura, niente sbattimenti di nessun tipo.
Insomma se avete amici vegani (o crudisti!) a cena, con questo dolcetto li sorprenderete molto piacevolmente. E se usate lo sciroppo d’agave come c’è scritto nella ricetta dovrebbe essere anche diabete_friendly (o sbaglio, Ivy?). Più di così!! Mi raccomando solo di prendere il miglior cacao in polvere che trovate, perché quello fa veramente la differenza. Io ho usato quello di Alce nero, ma forse la nostra mitica Castadiva ci può indirizzare ancora meglio?
Prima di passare al procedimento, vi devo dire un paio di cose sull’avocado, che sorprendentemente appare anche sul librone della bioterapia nutrizionale, che di solito non si occupa di cibi “esotici” che poi tanto esotico non è, come avete visto nel post del prof (pare ce ne siano alcuni alberi in uno dei più grandi parchi di Roma) e anche perché so che viene coltivato in versione bio anche nella nostra bella Sicilia (vi dirò, vi dirò!) :-)
Cito direttamente dal librone: “L’avocado ha la caratteristica di contenere proteine con molti aminoacidi essenziali, con una composizione abbastanza simile a quella delle carni rosse (senza le scorie azotate che disturbano la funzione renale). Notevole è la percentuale di lipidi, la maggior parte dei quali sono monoinsaturi e polinsaturi, con un equilibrio nutrizionale paragonabile a quello del latte umano. Contiene molto potassio e poco sodio, una discreta quantità di vitamina C, di niacina, di carotenoidi ed una scarsa quota di zuccheri.
(…) Di fatto, nelle antiche civiltà andine e centro-americane, l’avocado era utilizzato soprattutto per l’alimentazione dei bambini e degli anziani. Infatti, nei primi mesi di vita del neonato si può proporre diluito con acqua, costituendo un ottimo sostituto del latte umano.
(…) Nei diabetici può essere impiegato senza provocare picchi iperglicemici, in quanto i suoi zuccheri sono proposti all’organismo insieme alla quota proteica e ad una notevole quantità di lipidi. I pazienti affetti da patologie renali si giovano delle sue proteine e di tutti gli altri nutrienti, nessuno dei quali mette in difficoltà la complessa e delicata fisiologia del rene. Molto indicato nei pazienti affetti da gastrite e negli individui defedati, l’impiego alimentare dell’avocado è utile nei pazienti che non sono in grado di alimentarsi in modo sufficiente a causa di patologie gastro-enteriche, malattie neoplastiche in trattamento chemioterapico, tumori dell’esofago, difficoltà alla deglutizione ed alla progressione del bolo”
Ingredienti:
80 grammi di datteri
2 avocado
40 grammi di cacao in polvere
1 cucchiaio di sciroppo d’agave
1 cucchiaino di polvere di cannella
1 presa di polvere di vaniglia
1 pizzico di sale marino integrale
buccia d’arancia grattugiata
Per prima cosa snocciolate i datteri e metteteli a bagno in una tazza di acqua tiepida (o di rum!!) per una ventina di minuti.
Lavate e sbucciate gli avocado e ricavatene la polpa; vi appioppo pure il tutorial su wikihow, la tecnica di base su dissapore e dulcis in fundo il metodo bicchiere.
Mettete tutti gli ingredienti tranne la buccia d’arancia (avocado, datteri scolati, cacao, sciroppo d’agave, cannella e vaniglia) nel frullatore (io ho usato quello a immersione) e frullate come se non ci fosse un domani (ma non troppo a lungo altrimenti scaldate tutto e dite addio al crudismo).
Travasate la crema ottenuta in un contenitore di vetro da frigo, lasciate riposare un paio d’ore e servite in un bel bicchiere trasparente. Col senno di poi, se non vi trovate l’arancia non trattata a portata di mano (io avevo quelle meravigliose dei pasionari), una spolverata di nocciole tostate e tritate ce la metterei. Ché male non ci sta e gli dà quel croccante che sempre santo sia il croccante. Servitelo fresco, e buon dessert senza sensi di colpa :-)
Notevole, anche io volevo provare una cosa simile in effetti… solo resto sempre un po’ scettica delle ricette in cui compare solo cacao… la proverò e poi la riproverò col cioccolato ;-)
Riguardo al cacao comunque, non c’è alternativa facilmente acquistabile al cacao Alce Nero. Consiglierei il Domori, ma non si trova in commercio al dettaglio :-/
Ecco, questo è il genere di post che mi rallegreranno tutta la settimana (ed essendo lunedì, ben sette giorni!). Perchè: 1) anch’io se non mi incasino la vita mi annoio, quindi mi sento meno sola dopo aver letto la tua introduzione 2) un dolce che puoi fare sbattendo tutto nel frullatore e poi in frigo (dopo aver trovato l’avocado però, e questo mi costerà una qualche fatica…unico neo) per me pigra e pasticciosissima in cucina E’ FORMIDABILE – Grazie Izn!
Avocados ottimi si trovano nell’ orto botanico di Napoli.. meraviglia delle meraviglie..
leggere questo post penso faccia sentire più “normali” tante di noi.. fa bene ;-D
come fa bene (in tutti i sensi ..) questo dessert.. sano, bello tosto e ricco, ma buonissimo! stupendo
Provato, ma immangiabile penso per l’avocado troppo acerbo :-( mi dispiace troppo quando la consapevolezza finisce nella pattumiera!!!!
@Valentina: Mannaggia Valentina mi dispiace un sacco. Avrei dovuto scrivere una nota su quanto sia importante che l’avocado si trovi nel giusto momento della maturazione. Non deve mai essere duro, ma bello morbido al tatto, e senza macchie scure quando lo tagli. Se è duro puoi provare a metterlo insieme a delle mele, in due o tre giorni diventa perfetto :-P
Grazie Sonia a maturazione avvenuta ci riprovo baci;-)
Grazie come sempre per questa ricetta fantastica! Ieri avevo due avocado al giusto grado di maturazione che mi chiamavano e non ho potuto fare a meno di rispondere. Ho solo dovuto sostituire lo sciroppo d’agave con lo zucchero (ho usato integrale di cocco), perché non l’avevo in casa. Ottima veramente. Stamattina l’avanzo l’ho spazzolato a colazione accompagnandolo con yogurt greco biodinamico. Strepitoso. Izn ho una domanda: ma se l’avocado lo si lascia maturare troppo e si formano le macchie non si può semplicemente togliere la parte scura? Fa male? Si “degrada” anche la parte non macchiata? No perché a me capita spesso ti far passare il momento “giusto” (morbido e senza macchie), ma non mi ero mai posta il problema!
@aleale: No no anch’io tolgo la parte scura e lo mangio!! Intendevo che è perfettamente maturo quando è morbido ma senza macchie, dopo è semplicemente passato un po’ di maturazione. Mi sono spiegata male :-P
Ieri avevo un avocado maturo al punto giusto e mi è venuta in mente questa ricetta, per fortuna c’erano anche i datteri (adorati dalla piccola di casa)…è stato un dolcetto fantastico e di grandissima soddisfazione!
Che sorpresa! Un dolce di avocado (mi aveva un po’ stufato nell’insalata)… bravo, grazieee