Avete ancora qualche sparuta arancia delle ultime ultime ultime, un po’ bruttarelle ma ancora dolci e dissetanti? O magari un arancio nel giardino con ancora un paio di frutti sui rami alti? Beh, arrampicatevi subito a prenderli per preparare questo dolce, è assolutamente perfetto per il week end che sta arrivando.

L’avevo visto qui e provato l’anno scorso, e mi era piaciuto tanto, poi l’ho riprovato qualche giorno fa e l’ho rifatto un paio di volte con qualche correzione.

Evidentemente anche i miei gusti si stanno modificando, e mi è sembrato troppo americano/dolce (mi sa che sono le bastonate del prof!!), così ho diminuito decisamente lo zucchero, aumentato poco poco la farina, sostituito il burro con il burro chiarificato, ed ecco un perfetto dessert al cucchiaio, velocissimo da preparare, da mangiare tiepido a merenda o dopo cena.

Vi devo chiedere di perdonarmi se sto pubblicando poco ultimamente, ma tra libro in progress, lezioni di panificazione (ah, ce n’è un’altra martedì e/o mercoledì prossimi, se vi interessa ditelo subitissimo), pulcina con tutti gli stadi della tosse (non ne ha saltato neanche uno) e recidive varie dell’influenza (certo, se ogni tanto riuscissi a convincere me stessa a stare *ferma* a letto, magari guarirei pure) non sono riuscita star dietro a tutto, ma recupero, eh, prometto!

Solo due parole sulla definizione “flan” prima di lasciarvi la ricettosità :-P
Ho guardato lo schermo per tipo mezz’ora stile statua di sale (tipico mio, eh) prima di decidere come chiamare questo… coso. Il problema è che volevo identificarlo con un termine italiano (sul sito americano dove l’ho trovato si chiamava pudding cake), ma tradurre con “torta budino” mi sembrava poco carino.

E lui non è un budino, perché ha una consistenza tipo soufflé, o forse mousse, nella parte superiore e decisamente più liquida sul fondo, come potete arguire dalla foto.

Avevo pensato di chiamarlo sformato, che probabilmente sarebbe la definizione più adatta, anche se lo sformato immagino si dovrebbe sformare (o si chiama sformato perché è informe? Ma allora forse si dovrebbe chiamare tipo “informato”?). E poi, diciamocelo, ma quant’è brutta la parola sformato?

Così ho fatto un giro sul sempreverde wikipedia, e ho letto che i flan sono le forme più antiche di budino, a base di creme con uova, miele e latte, cotte e legate da farina. In realtà in inglese indica la crostata, mentre in spagnolo e portoghese preparazioni come la créme caramel, e in italiano, soprattutto preparazioni… salate cotte a bagnomaria. Vabbeh. Insomma mi sembrava il termine più vicino a questa mousse-soufflé-budino-salsa di arance. Poi mi direte voi!

Ingredienti:
2 arance
60 grammi di zucchero grezzo chiaro
50 grammi di farina semintegrale 1
1 presa di sale marino integrale
3 uova grandi
240 grammi di latte intero fresco
60 grammi di burro chiarificato (più un cucchiaio)
2 cucchiai di succo di limone

Preriscaldate il forno a 170°C e imburrate con il cucchiaio di burro chiarificato una teglia di ceramica rettangolare delle dimensioni di 25×15 cm. Per prima cosa grattugiate la buccia delle arance (ne servono circa due cucchiaini) e spremetene il succo (servono circa 120 grammi). Mescolate lo zucchero con la farina e il sale in una ciotola grande.
In un’altra ciotola, mescolate i tuorli con il latte a temperatura ambiente (altrimenti quando aggiungerete il burro chiarificato vi si solidificherà in tante minuscole scagliette), il burro chiarificato, la scorza grattata e il succo delle arance e il succo di limone.
Aggiungete il composto liquido a quello solido e mescolate solo fino a quando non vedrete più la farina.
A parte, montate le chiare non molto ferme, dovranno rimanere belle morbide. Prendetene un quarto e mescolatele al composto per ammorbidirlo un pochino, poi incorporate il resto mescolando come al solito dal basso verso l’alto, per non smontarle troppo (su epicurious c’è scritto “gently but thoroughly”).
Versate nella teglia, posizionata in un’altra teglia più grande riempita d’acqua fino a circa un centimetro dal bordo di quella all’interno (guardate la foto), infornate e lasciate cuocere fino a quando è puffed e golden, cioè gonfia e dorata, circa 45 minuti.
Se tendesse a scurirsi troppo velocemente sulla superficie (come è successo a me) correte subito ai ripari adagiando sulla teglia il famoso foglio di carta argentata.
Servite tiepido o a temperatura ambiente. È veramente buonone :-)