Oggi post nostalgico dedicato all’estate e ad Agosto. Il mese del mio compleanno, che poi era anche il giorno della colazione a letto portata personalmente dal mio papà, insieme a un fiore colto nel giardino della villa dove trascorrevamo l’estate.
sorbetto di limone facile
La casa si trovava in un luogo che non evoca proprio niente di romantico, ma che per me e i miei fratelli era una specie di mito, sognato e desiderato per tutto l’inverno, e anche uno dei pochissimissimi punti fermi della nostra infanzia, visto che per lo meno fino a quando avevo quindici anni immancabilmente si andava lì, a Fiuggi, nella villa che mio nonno aveva fatto costruire negli anni sessanta, e che aveva battezzato Domus Aurea (no, niente a che fare con quella di Nerone) :-)

Il mio nonno, che non ho avuto la fortuna di conoscere, l’aveva progettata pezzetto per pezzetto. C’era un bellissimo roseto, ortensie gigantesche (i fiori preferiti di mia nonna – loro due si erano conosciuti a otto anni!), abeti argentati, un grosso pungitopo, una sala giochi sconfinata a piano terra, e un sacco di camere da letto a quello di sopra; ognuna aveva il nome di un colore, come i bagni – e un grande camino, e cuscinoni rotolanti, e un gong che veniva suonato per il pranzo, e una terrazza che girava tutt’attorno, sulla quale si affacciavano le porte finestre, e corridoi che di notte erano molto ma molto spaventosi, e due cucine e cespugli carichi di more mature sulle strade sterrate che circondavano la villa.

In realtà ne aveva costruite due, quasi gemelle, ma una era stata venduta prima che io nascessi, poco dopo la dipartita del mio nonno sconosciuto (che, capite, per una curiosa come me, è un affronto insopportabile non sapere che tipo era quell’uomo così vicino e così lontano).
Agosto per noi tre era un lasso di tempo lunghissimo, sbadigliante e rasserenante. Un mese di sole forte e temporali, di partite a pallone (non c’è niente da ridere, ero – e so di essere tuttora – uno stopper fantastico), di arrampicate sugli alberi di noci e di conseguenti mani nere irrecuperabili, di nostro padre full time (e però niente mamma :-/), di zie e zii e cuginanza, di famiglia allargata e insomma di noi piccoli e loro grandi e non un pensiero che fosse uno.
Probabilmente è questo che ha portato una bambina nata e cresciuta in città ad amare così svisceratamente la campagna, il profumo dell’erba tagliata, le pecore che pascolano pigramente, la notte delle stelle cadenti, le torte di cioccolata fatte con acqua, terra e qualche ghianda, l’odore un po’ stantìo delle case inabitate per tutto l’inverno, le stanze grandi, ordinate e silenti, la gente di paese, ingenuamente furba, di poche pretese, serena e calma. E il cibo semplice e sano.
Vabbeh, consideratevi graziati perché mi fermo qui e vi risparmio tutte le altre considerazioni bucoliche e sognanti (tanto prima o poi ritroverò un pretesto per ritrascinarvi in questa melassa lamentosa), e come premio per tutti quelli che sono arrivati fin qui senza fare la fine della vecchietta dell’aereo che sapete vi trascrivo la ricetta dell’insospettabile sorbetto che ho fatto ieri e che merita, merita, fino a quando non lo farete non saprete quanto. Il connubio limone-yogurt-anice verde è assolutamente delizioso.
gelato al limone ricetta
L’ho trovato qui, dalla mai abbastanza ringraziata Heidi di 101 cookbooks e l’ho un pochino snaturato, ma sempre secondo i suoi suggerimenti, perché oltre a essere sorprendentemente buono è anche molto versatile e adattabile a ogni esigenza (non ci volete mettere lo yogurt? Metteteci l’acqua. Lo volete più acquoso? Più acqua. Lo volete alcoolico? Andate con la vodka. Non ci vedete il miele? Andate con lo zucchero).
In realtà il procedimento che usa Heidi è gelatiera-free, ma servirebbe un frullatore in grado di tritare il ghiaccio, che *per adesso* io non ho (e dico *per adesso*, perché, insomma, tra qualche giorno è il mio compleanno se per caso non si fosse capitoooooo!?).
Un’ultima precisazione: mica lo so se posso chiamarlo proprio sorbetto. Pare che la differenza tra gelato e sorbetto sia la presenza nel primo di latte e uova, il secondo invece è fatto con la frutta fresca e lo sciroppo di zucchero. In questo c’è lo yogurt. Io l’ho chiamato sorbetto, perché quello con sola acqua lo chiamerò granita. O no? 8-/ Aiuto!

Ingredienti:
120 grammi di succo di limone
120 grammi di miele di acacia
1 cucchiaino di semi di anice verde
300 grammi di yogurt intero bianco
acqua quanto basta (opzionale)

Mettete il miele in una ciotola di vetro (di quelle che potete poi coprire e mettere in frigo). A parte spremete i limoni e poi versate il succo nella ciotola con il miele, usando un colino per eliminare i semi e la polpa. Mescolate bene.
A proposito di accoltellamento di limoni, se date uno sguardo alla seconda foto potete notare che li ho tagliati in diagonale invece che lungo il diametro; in questo modo è molto più semplice spremerli anche solo con le mani. Anche Heidi se guardate le (splendide) foto sul suo blog li ha tagliati in modo non convenzionale, addirittura per il lungo. Proverò anche questa! :-)
Schiacciate i semi di anice verde nel mortaio o semplicemente con un matterello, e aggiungeteli al composto; infine versate lo yogurt (più è fresco – e quindi con una data di scadenza lontana – meno è acido) e mescolate bene. Se avete optato per la versione senza yogurt aggiungete semplicemente 300 grammi di acqua (o più, a seconda di quanto volete che il vostro sorbetto sia concentrato).
Qualsiasi cosa abbiate aggiunto, mescolate molto bene, chiudete la ciotola e dimenticate tutto in frigo almeno per quattro o cinque ore (io ho preparato tutto la sera prima). Trascorso questo tempo non dovrete fare altro che versare la crema nella gelatiera, aspettare il tempo canonico e servire immediatamente.
In alternativa potete provare a mettere la ciotola in freezer, ma dovete ricordarvi di mescolare bene ogni dieci minuti con un cucchiaio di legno, altrimenti vi troverete al cospetto di un piccolo iceberg infrangibile.
O altrimenti potreste provare a fare dei simil-ghiaccioli, munendovi di bicchieri di mater-bi (la plastica? cos’è?) e bastoncino di legno. O, più tecnologicamente, di questa roba qui (eh, lo so, quella c’è solo di plastica, per i miracoli mi sto attrezzando) :-)
Buonissimo ferragosto a voi! Auspico per tutti una magnifica colazione a letto corredata da fiori freschi, anche senza compleanno :-)