Uffa!! Elena, stai frustrando la mia creatività con la dieta di zac >:-/ Il ragazzo appena ha visto i primi (e i secondi, e i terzi) risultati non vuole più saperne dei miei guizzi estrosi in cucina, e segue pedissequamente ogni tua indicazione :-(

Ma dico io, da quando un uomo dei gemelli è così ligio? Non esiste al mondo! E poi la vanità non dovrebbe essere donna? ‘Sti maschi appena perdono per strada quella decina di chili di troppo non sono più loro. E poi basta con tutti questi miglioramenti, che adesso devo pure tenere gli occhi aperti, ché il tipo mi sta virando verso il vistosetto %-P

Vabbeh, insomma tanto io non ci riesco proprio, a cucinare due volte la stessa cosa, così sapete che faccio? Preparo il piatto della dieta (che poi in genere sono sempre cose già appetitose di loro), poi lo smezzo (termine imparato a roma); la metà noiosa la allungo a lui, e l’altra metà, per me e la pulcina, la upgrado con i guizzi.
Ed è esattamente così che è nato questo piatto, partendo dalla pasta con le melanzane dimagrante. E arrivando a un piattino che proprio ipocalorico non è, però in compenso mica male :-)

Quando sei fuori sede la cosa più stimolante è utilizzare il materiale che trovi sul posto, anche se per me non è proprio facilissimo, ché se non trovo il cibo che dico io… lo sapete, no? Ma sono riuscita a trovare il bio anche qui, eh eh. Certificato e non.
Ad esempio, lo sapevate che la mitica Giulia Maria Crespi delle Cascine Orsine ha una piccola tenuta agricola a cinque minuti da quiiiiii?? Solo che non vende, pare non abbia che un piccolo orto, che serve la sua casa.
Sob, sigh, è terribile avere cibo così buono a due passi e non poterlo cogliere :-(((
Peròòòòò… però ieri abbiamo fatto una capatina in macelleria (si ricordano di me da quando avevo un pancione improponibile, un tre anni fa) e, guarda i casi della vita, dietro mie insistenti domande sulla provenienza della carne, ci hanno raccontato che le loro mucche non sono biologiche certificate, in compenso pascolano sul terreno della Crespi. Potete immaginare il mio sorriso beato, alla luce di questa rivelazione.
Poi c’è il pesce, e non crediate che sia semplice solo perché siamo in un posto di mare paradisiaco… la stragrande maggioranza del banco della pescheria più frequentata di Palau o è decongelata, o viene dalle coste africane, o è allevata, e chi più ne ha più ne metta. L’altro giorno abbiamo acquistato un polpo pescato sul posto, da un pescatore che di solito pare sia precisissimo etc etc, e posso solo calare un velo pietoso sulla sua freschezza. Vi dico solo che fino all’ultimo momento sono stata molto indecisa se gettarlo o mangiarlo, diciamo che sul filo di lana alla fine abbiamo deciso di dargli una possibilità, ma il sapore confermava assolutamente l’odore. E il pesce se ha un odore anche leggermente differente da quello appena percepibile del mare, per me non è commestibile.
Per il resto del cibo andiamo a Olbia, dove ci sono un paio di negozi bio, uno dei quali credo affiliato alla Ecor.
Devo dire che quest’ultima mi sta diventando un po’ piovra. Non che la cosa mi dia fastidio in sé, per carità, però mi piacerebbe qui in Sardegna trovare magari un negozio dove ci sono produttori bio sardi, non so se mi spiego. Se non sbaglio, però, i negozi della Ecor possono acquistare e rivendere una certa percentuale di prodotti di allevatori e coltivatori locali. Non ne sono sicura, ma indagherò, la cosa è interessante.
Ok, ok, vi scrivo la ricetta, ma quanto parlooo?! Sarà lo iodio :-)

Ingredienti:
una melanzana tonda bella grande
olio extravergine d’oliva
uno spicchio d’aglio
200 grammi di fusilli di farro
un pugno di mandorle
miele di corbezzolo o di asfodelo
pecorino sardo semistagionato
menta sarda
sale marino integrale
pepe bianco

Come da ricetta della bioterapia, tagliate la melanzana a tocchetti. Non c’è bisogno di farle perdere l’amaro, perché queste tonde non ce l’hanno; in realtà non l’ho mai fatto neanche con quelle lunghe, un po’ perché il sapore amarognolo mi piace, un po’ perché ho il sospetto che non ci sono più le melanzane (amare) di una volta.
Schiacciate uno spicchio d’aglio e mettetelo insieme a un po’ d’olio in una padella a bordi svasati, a fuoco molto basso. Quando sarà bello dorato toglietelo, mettete la melanzana e alzate un pochino la fiamma.
Tenete a portata di mano un cucchiaio di legno e mescolate in modo che le melanzane non si attacchino. Non aggiungete olio durante la cottura perché magari notate che le melanzane lo hanno assorbito tutto; più ne aggiungete più ne assorbiranno.
Dovete cuocerle fino a quando non perdono la forma cubettosa, non toglietele troppo presto, l’acqua interna deve evaporare più possibile perché le melanzane abbiano un buon sapore.
Intanto cuocete i fusilli, tritate molto grossolanamente le mandorle, grattugiate il pecorino e spezzettate le foglie di menta.
Quando i fusilli saranno quasi cotti, scolateli bene, saltateli in padella per qualche minuto insieme alle melanzane, versate tutto in una zuppiera, lasciate intiepidire leggermente (per non far sciogliere troppo il pecorino), aggiungete il formaggio, la menta e le mandorle, mescolate bene e completate il piatto con un filo di miele (ho usato quello di asfodelo perché non ho trovato quello di corbezzolo, ma quest’ultimo sarebbe stato la mia prima scelta per creare un po’ di contrasto), e una spolverata di pepe. Io ho usato il bianco perché quello avevo a disposizione, ma vi consiglierei il miglior pepe che io abbia mai provato (acquistato da Roberto Liberati, eehhhh), il pepe nè bianco né nero di Sarawak :-9