Questo giro vi voglio raccontare qualcos’altro su come funziona Terrafondai; cosa c’è sotto la punta dell’iceberg che chi passa al mercato vede, qual è il nostro modo di aiutare e sostenere i produttori del pasto nudo, quali sono i nostri obiettivi e come cerchiamo di perseguirli; i punti di forza e quelli su cui stiamo lavorando per migliorare, un passo alla volta :-)
Quando un produttore (una fattoria, un artigiano o una bottega) ci chiede di far parte del pasto nudo, per prima cosa gli inviamo una mail nella quale spieghiamo come funziona l’associazione, quali caratteristiche chiediamo e quali assolutamente non possiamo accettare, e una specifica sul funzionamento e le regole di Terrafondai.
Se questa prima fase va a buon fine di solito cerchiamo di conoscerci, andando a visitare l’azienda, se possibile, o almeno sentendoci al telefono in attesa di andarli a trovare, e ovviamente assaggiamo e valutiamo i loro prodotti, ingredienti compresi. Fatto questo, loro fanno la tessera e cominciamo a esaminare cosa hanno a disposizione per comunicarli (sito, pagina FB, scatti fotografici etc).
Una cosa molto importante per noi, e non sempre facile da trovare nelle piccole e piccolissime aziende, che sono per noi le più interessanti, è che ci sia almeno una persona di riferimento che sia in grado di avere a che fare con la tecnologia, che cioè sappia usare con una certa dimestichezza almeno WhatsApp e Facebook, che è il social sul quale lavoriamo di più, e che ha una struttura ottima per quello che serve a noi.
Quello che noi facciamo è proprio questo, *comunicare* fattorie, botteghe e artigiani, che non hanno modo e tempo per comunicare da soli, sia perché non è il loro lavoro, sia perché giustamente sono molto occupati a fare quello che devono fare per avere prodotti buonissimi, bellissimi naturali, etici e sani.
Avere almeno una pagina Facebook o un sito dove spiegano cosa fanno è assolutamente fondamentale per poter veicolare il loro lavoro a chi è interessato, cioè a voi :-D Come associazione crediamo molto in un forte supporto tecnologico.
È giustissimo fare un passo indietro rispetto alla chimica di sintesi e a tutto il resto che ben sapete, e auspichiamo sicuramente a qualcosa di molto vicino al family farming, ma senza tornare all’orto che vuole l’uomo morto e all’isolamento nel quale i contadini o gli allevatori vivevano cent’anni fa. La tecnologia esiste e secondo noi non va demonizzata: tutto sta nel come la si usa, come con qualsiasi strumento uno ha a disposizione :-)
Quando conosciamo personalmente i produttori poi abbiamo un’ulteriore conferma di come le loro “vibrazioni” siano in sintonia con le nostre; posso dire senza tema di dubbio che i produttori adatti al pasto nudo sono quelli sorridenti, positivi, testardi e idealisti!!! I lamentosi, i depressi e gli indecisi resistono poco qua dentro; credo fermamente che l’umore e l’energia che una persona ha si trasmetta al cibo che coltiva o trasforma, o agli oggetti e ai prodotti di cui si occupa :-D
Ecco perché nelle foto che vedete su questa rubrica dedicata a Terrafondai vedete sempre visi sorridenti e luminosi: la caratteristica principale di questi mercati è l’atmosfera serena, amichevole e collaborativa nella quale vi trovate immersi quando varcate il cancello della scuola.
Niente competizione, invidie e arrabbiature; quelle sono bandite, e di solito se un frequentatore del mercato — produttore o avventore che sia — vuole rimanere in questo mood si allontana spontaneamente e non lo vediamo più. La magia del pasto nudo <3
Una volta che il produttore entra a far parte del pasto nudo, viene inserito nel gruppo su Facebook riservato ai nostri soci, in modo che possa interagire direttamente sia con gli altri produttori che con chi è quasi sicuramente interessato ad un certo tipo di prodotti e in generale ha una visione simile alla sua sotto tanti punti di vista (se no uno non si associa… complicarsi la vita è un’attitudine che non tutti hanno :-D) e poi se vuole partecipare a Terrafondai entra nella chat apposita su WhatsApp, nella quale ogni mese i miei 5 pianeti in Vergine organizzano il tutto (vi lascio immaginare!).
Un’altra caratteristica di Terrafondai è la progressiva eliminazione della plastica dai banchi dei produttori e in genere per ogni uso. Il motivo non c’è nemmeno bisogno di spiegarlo: come sicuramente saprete già la plastica è entrata nel nostro ciclo alimentare, ed è *ovunque*: nello stomaco dei grandi e piccoli cetacei, che avrete sicuramente visto morti a palate sulle spiagge di tutto il mondo, nello stomaco degli uccelli e dei pesci, che la scambiano per roba commestibile, e persino nel circolo polare artico, dove si trovano ormai addirittura 12.000 particelle di plastica per litro di ghiaccio.
Le microplastiche, derivanti anche dai vestiti sintetici che le perdono durante i lavaggi, sono addirittura nelle feci del plancton, nell’acqua in bottiglia (e non) che beviamo, e nel sale (!) e non abbiamo la minima idea di cosa questo possa comportare per il nostro organismo.
Il mondo si sta lentamente muovendo per fronteggiare quest’assurdità autolesionista che abbiamo combinato; Carlo Petrini ne parla spesso, vengono create petizioni e video come questo nel quale si vedono alcune opere d’arte create sulle spiagge proprio per protestare sull’inquinamento del mare.
In un mercato di solito quasi tutti usano bicchieri, bicchierini, piatti, ciotoline e cucchiaini di plastica per far assaggiare i prodotti; biscotti, semi oleosi, legumi e un sacco di cibi sottovuoto sono impacchettati nella plastica, per non parlare di buste e sacchetti.
Ebbene, come associazione stiamo facendo un grosso sforzo per traghettare i produttori verso un utilizzo della plastica sempre minore; alcuni, come Riccardo Memeo che vedete nella foto di apertura, già impacchettano i formati più grandi di ceci e di mandorle in sacchetti di cotone (nel suo caso addirittura riciclato da federe e lenzuola di recupero e poi fatti cucire); altri, come Il Laborante, impacchettano nel cellophane, che è ottenuto dalla cellulosa, è biodegradabile e compostabile ed è molto più costoso della plastica ordinaria.
Lo riconoscete perché al tatto è molto più scrocchiante e meno elastico del terribile polipropilene. Sul cellophane rimaniamo in sospeso fino a quando non riuscirò a trovare notizie approfondite sullo smaltimento e la produzione (anzi se qualcuno di voi mi sa dire qualcosa gliene sarò grata), però *credo* sia comunque migliore della plastica ordinaria.
A questo proposito vi segnalo che i Floriddia (che non partecipano a Terrafondai perché sono in Toscana e perseguono una politica più possibile a chilometro zero, eccezion fatta per Ammuìna) hanno appena inserito sul loro negozio di Ammuìna il formato da tre chili della loro pasta strepitosa, confezionato in meravigliosi sacchi di *carta*, che io ovviamente ho subito comprato :-D
Oltre a questo nella comunicazione, quindi sulla locandina e sui social, specifichiamo che ai banchi si trovano tisane e assaggi, ma solo per chi si porta un bicchiere o una tazza da casa, e incoraggiamo la gente a portarsi zainetti, borse o carrelli in modo da non aver bisogno di sacchetti.
I produttori hanno comunque buste biodegradabili o di carta, ma cerchiamo sempre di scoraggiare l’usa e getta in ogni campo, come potete vedere ad esempio qui sopra dal banco di Mamma Mammì, che usa solo stampelle in legno.
Un’altra cosa che facciamo al mercato è raccogliere fondi per la nostra meravigliosa associazione! <3 Al banco del pasto nudo, oltre a fare la tessera si possono avere vasetti di marmellata fatta in casa, fette di dolci, caffè equosolidale bio (veramente buonissimo) e qualche oggetto artistico/artigianale fatto da me o da chi li dona al pasto nudo, in cambio di una donazione, per le quali usiamo la teiera che vedete qui sotto, dal formato molto ottimistico!
A questo proposito volevo mettere nero su bianco una volta per tutte una cosa che ritengo molto importante; è vero che la tessera del pasto nudo dà diritto agli sconti sui produttori associati e su Ammuìna, a leggere i contenuti del blog riservati ai soci e a partecipare più attivamente anche tramite Facebook a tutto ciò che facciamo, ma il motivo per farla spero sempre sia la volontà di sostenere un’associazione che nel suo piccolo si batte per migliorare le cose sotto tanti punti di vista.
Questa precisazione è diretta a chi a Terrafondai ci dice: “non faccio la tessera perché ormai ci sono solo altre due date e quindi non avrei abbastanza sconto per ammortizzarla”. Per fortuna non sono in tanti a ragionare in questo modo, ma vi assicuro che capita ogni tanto qualcuno che dice così… e che ci fa rimanere a bocca aperta :-D
Come al solito avrei tante altre cose da raccontarvi, ma chiudo perché devo assolutamente mettermi seriamente a organizzare il Terrafondai del 20 maggio, dove spero di vedervi anche se non siete di Roma (beh, una gita a maggio a Roma vi spaventa!???). Io vi assicuro che ne vale la pena; anzi se qualcuno verrà da una regione che non sia il Lazio lo aspetta un vasetto di marmellata di arance in regalo, se non altro per l’eroismo dimostrato! Alla prossima <3
Grazie, per ciò che sai CREARE con Amore!!