Questa è l’ultima ricetta made in Sardegna; sono già a Roma da una settimana ma volevo farvi vedere questa perla che ho cucinato uno degli ultimi giorni che eravamo lì. Per quanto riguarda i piatti veramente sardi ho un sacco di appunti da sperimentare qui a casa; lì dove eravamo la cucina era quasi sempre off limits per sovrannumero, quindi solo cose semplici e soprattutto veloci, sob :-(
ricetta parmigiana fredda
Insomma, nonostante il collegamento a manovella, quando potevo giravo per foodblog, e saltando di palo in frasca ho trovato costei (già il nome è fantastico – le pupille gustative, ehehehe) e la sua parmigiana estiva, un piattino di quelli che salti subito alla lista degli ingredienti per sincerarti di avere tutto quello che serve, o almeno degne sostituzioni.
melanzane alla parmigiana senza forno

Ho peraltro da sempre il sospetto che le melanzane siano punitive per chi non le sa cucinare, assumendo un sapore viscido; sono sicura che quando le mangiavo da bambina non avevano un sapore così buono. Adesso invece quest’ortaggio violetto, così elegante nella sua mise, è diventato uno dei due milioni di motivi per cui non vedo l’ora che arrivi l’estate, dopo il caldo, il mare, i temporali estivi, camminare scalzi e portare vestiti inesistenti, le passeggiate in montagna e il rigoglio vegetativo.

Che poi in effetti la parmigiana di melanzane se non la fai in estate quando la fai? Però questa cosa che bisogna accendere il forno, e friggere, e tutto il resto appresso, un po’ è seccante, mica per altro, solo che se devo spendere un paio d’ore una volta tanto che sono in vacanza preferisco farlo immersa fino al collo. Seee, fino al collo… prima mi devono riscaldare il mare sardo almeno di una decina di gradi. E che, si fa così? Per me il mare deve essere brodoso, o almeno se proprio l’acqua è fresca il clima esterno deve essere quello di una serra per orchidee.
parmigiana senza forno
Insomma, questa rivisitazione senza forno è geniale (grazie Chiara!!!), senza contare che si può preparare tutto prima e assemblare all’ultimo momento. Provatela assolutamente. E fatevi mandare il Carasau dai fortunati che si trovano sull’isola in questo momento, che anche se è stato un’aggiunta dell’ultimo momento suggerita dallo zac è diventato immediatamente l’ingrediente indispensabile, quello che si ricorda.

Ingredienti:
una melanzana cicciona
una mozzarella media *fresca*
mezzo chilo di pomodorini datterini
qualche foglio di pane carasau
80 grammi di basilico più qualche foglia
30 grammi di pinoli
80 grammi di parmigiano
1 spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva
sale marino integrale

Per prima cosa mettete sul fuoco una padella antiaderente di quelle pesanti senza teflon, fino a quando sarà molto calda.
Tagliate la melanzana a fette di un centimetro di altezza o poco più e un po’ alla volta mettetele ad asciugarsi nella padella, a fuoco bassissimo, fino a quando non saranno abbastanza appassite (vale a dire cotte all’interno).
Intanto tagliate a pezzetti la mozzarella (che avrete tirato fuori dal frigo almeno una mezz’oretta prima) e mettetela in un colapasta a sgocciolare, e lavate, asciugate e tagliate a metà i datterini.
Spadellate al volo i pomodorini con un po’ di aglio e olio e metteteli a raffreddare.
Subito prima di servire (così non vi si ossida) preparate uno pseudo-pesto (non me ne vogliano i puristi armati di pestello e mortaio, io ho semplicemente buttato tutto nell’omogeneizzatore, che era l’unico strumento a disposizione al momento, grazie alla presenza del nostro bellissimo nipotino nuovo) frullando i pinoli, il basilico lavato e asciugato, il parmigiano grattugiato e tanto olio quanto preferite (tenendo presente che dovrete ottenere una salsina non troppo cremosa).
Montate il tutto in questa sequenza dal basso: piatto, due o tre sfoglie di pane carasau, fetta di melanzana, spalmata di pesto (non troppo perché copre il sapore delle altre cose), pomodorini, mozzarella, melanzana, pesto, pomodorini, mozzarella, melanzana, pesto, pomodorini, mozzarella, due foglie di basilico decorative.
Vi assicuro personalmente il successo di questo piatto, pena vengo io e ve lo rifaccio davanti moltiplicato per tutti gli ospiti che avete; unica regola indispensabile, ognuno degli ingredienti deve essere di qualità eccelsa (i datterini erano fenomenali) perché questo piatto in particolare (come tutti, alla fine comunque) si basa sul sapore dei singoli componenti.
Chi sa che la bioterapia non possa approvarlo, magari chiudendo un occhio… e mezzo :-P