Tutte le volte che arriva il primo refolo della primavera mi sento come una gallina spennacchiata dal vento, con quella faccia un po’ acida un po’ scocciata che scaturisce dall’essere faticosamente sopravvissuta a quattro mesi freddi e piovosi nei quali avrei dato qualsiasi cosa per non essere sveglia.
torta di pane senza uova
Ma ne stiamo uscendo, eh. Voglio dire, da queste parti ogni tanto c’è un colpo di coda freddino con un po’ di pioggia (ma anche no) ma si sente già nell’aria il tepore vero, quello dei picnic all’aperto e delle farfalle svolazzanti (e visto quanto ha piovuto, pure di prati verdissimi e lussureggianti).

Noi qua ci stiamo preparando. Nell’ordine, io e un certo pastonudolibro (con contorno di zac e minizac) dovremmo essere in Maggio in Emilia e in Piemonte, a Giugno in Umbria e forse in Brianza e a Luglio, udite udite, in Sardegna e forse di nuovo in Piemonte :-) Sto anche meditando una certa decisione che farà diventare grande il mio blogguccio… molto presto ve ne metterò a parte, nel vero senso della parola. Siete un po’ curiosi? :-)))

Nell’attesa faccio i miei giri strani sulla rete (e su facebook, che è una rete a sé) e gira che ti rigira, ti trovo questa torta stranissima (e facilerrima da fare) fatta solo di pane, senza uova né burro, senza lievito e senza zucchero, ma con tanta frutta secca e semi oleosi. Una specie di simil bread-pudding, diciamo.
Lo so, è un po’ invernale, ma ancora ci può stare, una chance gliela darei. Anche perché l’ha inventata Gaia, che adoro, e che tra parentesi (guarda casoooo) è una delle primissime lettrici del pasto nudo, quello degli albori, quando sapevo un decimo delle cose che so adesso ed ero un pulcino sperduto sulla rete (invece di una gallina spettinata). Purtroppo è da un po’ che non aggiorna il suo bellissimo blog, ma vedo quello che combina grazie a facebook, e questa che ha combinato stavolta mi ha troppo incuriosita!
Fatto sta che avevo giusto un po’ di pane raffermo già cubettato (perché io quando rifletto cubetto il pane, no) e così l’ho rifatta al volo cambiando giusto qualche ingrediente (latte di vacca invece di quello di soia, ma potete usare qualsiasi latte vegetale o anche acqua secondo me).
Con il senno di poi aggiungerei sicuramente un bel po’ di bucce di arancia candite e molto più cacao (gaia ha usato lo pseudocacao di carrube, che pare sia piuttosto simile al cacao), ma il bello di questa torta è che la potete interpretare un po’ come vi pare, con quello che avete in casa.

Ingredienti:
250 grammi di pane raffermo
500 grammi di latte
2 cucchiaioni di miele
1 mela
1 cucchiaio di cacao in polvere
150 grammi di semi oleosi
150 grammi di prugne secche
100 grammi di uvetta
1 cucchiaio di rum
1 cucchiaio di crema di arachidi
1 quantità di cannella proporzionale a quanto vi piace
1 presa di sale

Mettete i cubetti di pane in una ciotola, copriteli con il latte, e lasciateli in ammollo per un paio d’ore. Trascorso questo tempo aggiungete il miele, la mela tagliata anch’essa a cubetti, le prugne secche (o un altro tipo di frutta secca… albicocche?) frullate, i semi oleosi (io ho usato noci, nocciole e mandorle) tritati grossolanamente con il coltello, l’uvetta, il rum, la crema di arachidi (o di mandorle, o di nocciole), il cacao (la prossima volta mi sa che ci metto cioccolato grattugiato) e la cannella (o, se preferite una versione meno invernale, un po’ di vaniglia).
Coprite e lasciate riposare il composto ancora un’oretta.
Preriscaldate il forno a 180°C, oliate e infarinate una tortiera di 22 centimetri di diametro, versateci il composto, livellatelo e cospargete il tutto con un po’ di pangrattato. Infornate e lasciate cuocere per una cinquantina di minuti. Quando dal forno arriverà un profumo delizioso sarà ora di sfornare.
Aspettate che si freddi bene (magari lasciatela riposare una mezza giornata o più) e servitela con una spolverata di zucchero a velo e una cucchiaiata di cream cheese (o di panna, se preferite!).