Che, per caso lo trovate un po’ dissacrante il titolo? Diciamolo, ‘sta pasta madre nel tempo è diventata troppo presente. Ingombrante (gente che ne ha tipo cinque o sei qualità, divise per farina con cui vengono alimentate), esigente (e fagli il bagnetto, e mettici il cucchiaino di miele, e trattala con delicatezza), capricciosa (no, oggi non cresco, devi fare il pane? E chissenefrega!) e pure aggressivo-passiva (se non mi nutri io morirò, e tu non vuoi uccidermi, veeeeeroooo?!).

pasta madre gestione facile

Insomma se aveste una fidanzata/o così, da quanto l’avreste lasciata/o? Se non siete masochisti come lo zac, intendo O:-). Anch’io, devo ammetterlo, un po’ perché sono insofferente a qualsiasi tipo di dipendenza, un po’ perché la panificazione è un gorgo che sai quando ne entri e non sai quando ne esci, e finisci per avere tempo di fare solo quello (no ma io devo spaziare, non ce la posso fare a trascurare tutte le altre cose buone che ci sono in cucina), un po’ perché volevo limitare il glutine (limitare, non eliminare) per eccesso di consumo dallo svezzamento a oggi, negli ultimi tempi l’ho molto trascurata.

Complice anche il fatto che Renata del redivivo Re Desiderio (trasformato da ristorante in Red Supper Club!! Lo sapevate, vero??) che abita a due passi da casa sta producendo un pane di farro veramente ottimo (ci fa pure il reiki! Non ci crederete, ma il reiki sul pane *fa*!!), e quindi di solito prendo quello e quando manca vado di cose non glutinose tipo mais, riso, quinoa etc

Epperò come ben sapete se lasciate che l’energia fluisca le cose càpitano. Tipo che una delle mamme di un compagno di scuola della midi-zac sta per aprire una panetteria molto particolare (farine antiche e consapevoli, pasta madre tassativa e un sacco di altre sfumature super interessanti) a Roma, e visto che farà lezione di panificazione al mercatino biologico che si svolgerà il 12 aprile nel Giardino dei Cedri (che oltre a essere una scuola Waldorf è anche un giardino molto bellino), mi ha trascinata con sé a casa di una persona molto speciale.

Costei mi ha mostrato un metodo semplificato per gestire la pasta madre, una roba molto simile alla vecchia “pasta di riporto”, di cui avevo spesso sentito parlare, ma non avevo mai capito come applicare nella vita reale. Ecco come dovete procedere per trasformare la vostra pasta madre in pasta… madrina, per mantenerla viva e per farci il pane, senza dover fare assolutamente nulla tra una panificazione e l’altra (se panificate almeno una volta ogni 10 giorni) e con un investimento di tempo di meno di 40 minuti ogni volta che panificate.

Per la trasformazione della pasta madre (da fare solo la prima volta):

Questo passaggio va fatto una tantum, solo per convertire la vostra pasta madre in un panetto “di mezzo” che non è né solido né liquido. Al mattino prendete il vostro vasetto di pasta madre, liquida o solida che sia (la mia è – o forse dovrei dire “era” liquida e pesa 300 grammi), prelevatene una cinquantina di grammi, rinfrescatela con pari dose della farina che usate abitualmente e tipo una quarantina di grammi d’acqua pura (potete fare tutto con un cucchiaio, non c’è più bisogno di frullare); lasciate in un vasetto a temperatura ambiente e aspettate la sera (stiamo parlando di temperature esterne sui 20/22 gradi, eh!).

La sera, prendete un cucchiaio di impasto (una ventina di grammi scarsi), aggiungete un cucchiaio di farina (altri 20 grammi scarsi) e metteteci un po’ d’acqua, giusto per creare un impasto non solido e non liquido, una pallina molliccia e appiccicaticcia. Il tutto dovrebbe pesare più o meno una cinquantina di grammi; mettete questo impasto in un vasetto piccolo (il mio è quello che vedete in foto) e lasciatelo in frigo, su uno dei ripiani meno freddi.

1. La gestione della piccoletta

Cosa molto semplice: la tenete sempre in frigo e la usate almeno ogni sette/dieci giorni per panificare. Dovete rinfrescarla solo se non panificate, aggiungendo un po’ di farina e acqua fino a ottenere una consistenza semisolida e un po’ appiccicosa (ma potete impastarla tranquillamente con un cucchiaino, io ne uso uno piccolo di legno ma va benissimo anche uno normale).
Importantissimo: Non dimenticate di togliere una noce di impasto dal pane (subito prima di aggiungere sale, semi, ed altri ingredienti) per ripristinare il vasetto, pena lutti e pianti!

Se partite e non la portate con voi (io la porto sempre con me nell’apposito trasportino), qualche giorno prima della partenza rinfrescatela gradualmente con più acqua fino ad averne una dose più grande (anche un mezzo chilo, a seconda di quanto tempo programmate di stare fuori) e una consistenza pastellosa/liquida. Tutto qui.

2. il pane

Da questo momento in poi quando vorrete fare il pane userete direttamente la pasta madre appena uscita dal frigo. Io mi limito a descrivervi a parole mie un procedimento per fare un pane da circa un chilo (potete raddoppiare le dosi, ma con questo procedimento il pane siccome lievita meno tempo diventa raffermo un po’ più velocemente, quindi secondo me conviene rifarlo).

pasta madre facile e veloce

Al mattino, diciamo verso le 8, preparate la biga: prendete la pasta madre dal frigo, mettetela in una ciotola grande (io ne uso una di legno, così mantiene una temperatura confortevole per i batteri), aggiungete 200 grammi di farina e 150 grammi d’acqua. L’impasto deve essere umido “perché la maggior presenza di acqua favorisce la riattivazione dei batteri”. Coprite con un panno e lasciate riposare per 8 ore circa, al riparo dalla corrente e a temperatura ambiente (ma non oltre i 30°C).

Al ritorno dal lavoro (supponendo che torniate per le 16, altrimenti leggete la nota in basso) fate l’autolisi: Aggiungete alla biga (che sarà tutta bollosa) 400 grammi farina/e, circa 250 grammi d’acqua (se usate grano duro ve ne servirà un po’ di più), mescolate un po’ con le dita, giusto per amalgamare gli ingredienti ma senza impastare, la consistenza sarà cremosa/pastosa. Ricoprite e lasciate riposare 10 minuti così.

Trascorsi i 10 minuti ricordate di togliere la noce di impasto per rifare la pasta madre.
A questo punto si impasta: Lavorate il pane, lasciandolo sempre nella ciotola (il massimo sarebbe averne una molto larga e bassa) con la mano a paletta (cioè dita unite e chiuse); 5 minuti bastano.

Infine formate la pagnotta: Pulitevi bene le mani, da questo momento in poi l’impasto non dovrà più essere appiccicoso, nel caso usate farina per ripulirle e ricominciate. Scalzate l’impasto dalla ciotola aiutandovi spolverando farina sui bordi e rovesciatelo sul tagliere ben infarinato. Fate le pieghe, rimettetelo a lievitare nella ciotola, e poi formate il pane subito prima di infornare (tutto come nella ricetta del pane con le farine antiche).

Adesso lasciate lievitare: le farine antiche vanno molto più veloci di quelle “gommose”. Se diciamo, avete finito di impastare alle 16.30 potrete infornare alle 21.30, sfornare verso le 22.15 e avere il pane perfetto per la mattina dopo!! :-)

pane facile con la pasta madre

Infornate: scaldate il forno al massimo ed inseritevi sul fondo una ciotolina di alluminio grande quanto un bicchiere con dell’acqua. Quando è caldo infornate, dopo 15 minuti abbassate a 180°C, dopo altri 35 minuti (50 in totale) è cotto. Se avete il forno a gas, a fine cottura dovete dare 5 minuti di grill per dorare la crosta sopra. Lasciatelo svaporare su una griglia o verticale contro una parete fino al mattino.”