Qualche giorno fa su facebook ho visto un post di Francesca, che in questo momento si trova a Mumbai, che descriveva entusiasticamente (e ci credo) il suo meraviglioso viaggio (tra qualche giorno mi sa che potrete anche vedere qualche bella foto che pubblicherà sul suo blog).
Tra stupendi siti archeologici, l’Holi Carnival che è una festa dove tutti si tirano addosso polveri colorate, e soprattutto i racconti del cibo del posto, mi è venuta una voglia di viaggiare pazzesca :-) Purtroppo viaggiare al momento è l’ultima cosa che possiamo permetterci, ma ho pensato che cucinare qualcosa di indiano sarebbe stato un buon surrogato (o quasi) per evadere un paio d’ore dall’Italia e scoprire cose nuove, odori nuovi, tempi diversi.
Così ho deciso di provare proprio l’ultima ricetta che Francesca ha pubblicato, visto che gli ingredienti casualmente ce li avevo tutti in casa; oltretutto grazie a Francesca ho anche scoperto un blog di cucina indiana supermeraviglioso, dal quale sicuramente attingerò ancora :-)
Mettetevi l’anima in pace, questa non è proprio una ricetta che si fa in cinque minuti. Armatevi di tempi indiani, immaginatevi di essere una di quelle donne meravigliose tutte colorate e calme, e prendetevi la mattinata libera. Se volete potete semplificare o alleggerire qualche passaggio, ma, come dice la mia mamma, qui ci vogliono le tre componenti essenziali per la cucina: amore, tempo e pazienza :-)
Sarete ricompensate dal fatto che questo piatto è buono anche il giorno dopo, e quello dopo ancora, e magari piano piano potreste innamorarvi della lentezza che questo tipo di cucina richiede e sentire lo stress che vi abbandona, anche un po’ irritato, scivolando via dalle spalle, trascinandosi giù per le gambe e strisciando sul pavimento in cerca di qualcun altro che non siate voi. Come rendere la cucina un’attività detossinante :-)
Purtroppo non avevo il garam masala, ma sul sito di cui vi parlavo c’era la ricetta per farlo, e ho pensato di semplificare (si fa per dire) aggiungendo gli ingredienti che avevo in dispensa elencati nella sua lista.
Ingredienti:
un chilo di patate non troppo farinose
due cipolle ramate
4 spicchi d’aglio
un pezzo di radice di zenzero di tre o quattro centimetri
peperoncini secchi piccanti (soma ne mette 5, io ne ho messo uno)
50 grammi di mandorle
3 chiodi di garofano
4 baccelli di cardamomo
una punta di cannella in polvere (o un pezzettino di stecca di cannella)
1 cucchiaino di semi di cumìno
1 cucchiaino di semi di coriandolo
due foglie di alloro
una spolverata di noce moscata
tre cucchiaini di curcuma
qualche cucchiaio di passata di pomodoro
200 grammi di latte di cocco
olio extravergine d’oliva
2 cucchiai di uva passa (opzionali)
un mazzetto di prezzemolo fresco (o, molto meglio, di coriandolo se vi piace e se ce l’avete)
sale marino integrale
Per prima cosa pelate le patate, tagliatele a dadoni, pungetele da parte a parte con una forchetta ben appuntita e mettetele in una grande ciotola piena di acqua salata per una mezz’oretta.
Sbucciate l’aglio e lo zenzero e grattugiateli con la microplane (o un’altra grattugia), metteteli in una ciotolina, aggiungete il peperoncino tritato molto finemente, mescolate e mettete da parte.
Sbucciate le cipolle, tagliatele a metà e poi in sottili mezzelune. Scolate le patate, mettetele ad asciugare su un panno pulito, travasatele in una ciotola e cospargetele con un un cucchiaino di curcuma.
A questo punto potete decidere se friggere le patate oppure ripassarle in padella con un po’ d’olio. Io ho seguito la ricetta tradizionale e le ho fritte, ma se per qualche motivo non vi va di friggere skippate questo passaggio, Francesca ad esempio se non sbaglio l’ha fatto (e anche Soma).
Mettete da parte anche le patate fritte/saltate, coprite una padella bella larga con un fondo d’olio e aggiungete la cannella, i chiodi di garofano e i semini tolti dai baccelli di cardamomo, macinati.
Appena cominciano a sfrigolare aggiungete i semi di cumino, e dopo trenta secondi le cipolle affettate; mescolate e lasciate cuocere a fiamma bassa fino a quando le cipolle non saranno lucide e dorate.
Aggiungete la pasta di zenzero, aglio e peperoncino e mescolate per un paio di minuti, poi mettete nella padella le patate, gli altri due cucchiaini di curcuma e il sale.
Lasciate cuocere il tutto a fuoco medio-basso fino a quando l’olio non si separa dalla salsa, poi aggiungete la passata di pomodoro e le mandorle, mescolate bene e cuocete ancora fino a quando l’olio non si separa di nuovo.
A questo punto versate in padella il latte di cocco, l’uvetta (se ce la mettete), i semi di coriandolo macinati, l’alloro e la noce moscata (o meglio, se ce l’avete, un cucchiaio di garam masala), e mezzo bicchiere d’acqua calda; coprite bene la padella e lasciate cuocere fino a quando le patate saranno belle morbide. Se per caso rimanesse troppo liquido (deve rimanerne solo abbastanza per coprire appena le patate), lasciate ancora un pochino il tutto sul fuoco togliendo il coperchio.
Servite le patate tiepide con abbondante prezzemolo fresco (o coriandolo) tritato.
Mio Dio… ho tutto!!!
Chissà che bontà con le patate fritte! Sono contenta ti sia piaciuto: è un piatto pazzesco, e la cosa più bella è che di solito si ha già tutto in casa.
Stasera provo un famoso ristorante di pesce qui a Mumbai, e penso che prenderò il suo rinomato garlic butter crab, lo condivido con te col pensiero (lo so che non è la stessa cosa, è il massimo che possa fare per ora). Baci!
Fantastica, non vedo l’ora di provarla!
Slurp . a vedere quelle foto mi è venuta un’acquolina in bocca. Acquisterò tutti gli ingredienti necessari e mi prenderò il temponecessario per dedicarmi a questa squisita ricetta.
Ciao inz, mi sono appena iscritta al forum, anch’io ti scrivo dall’India, da Delhi, nel bel mezzo del mio anno all’estero. Le patate se sono come quelle che mangio qui ogni tanto saranno squisite, appena potro le provero!
Deve essere fantastica! Io adoro la cucina indiana…
Mmm…ho giá l´acquolina!!! Queste me le segno appena si raffredda un poco la temperatura!! Devono essere buonissime!
Peró, siccome qualcuno ha detto che sul pastonudo siamo un branco di pecoroni izn-divinanti…se mi scrivi ancora “skippate” ti giuro che scendo in piazza coi cartelli “salviamo la lingua italiana” (e son sicura che almeno Graziella sará d´accordo…vero??). È ben vero che sei un grafico, ma diobono… (citaz. romagnola, in onore di Silivamoglie).
Domanda seria: ma in Italia tu trovi il latte di cocco biologico? No, perché qui, anche nei negozi bio, nel barattolo del latte di cocco c´é dentro di ogni (colorante, conservante, anti acido per digerire…;-)). Io non ho ancora trovato un latte di cocco- e -basta, qui. Eppure lo usano tantissimo (ogni tanto penso che Johannesburg sia metá indiana…;-)).
Bacii
Io adoro la cucina indiana! Purtroppo non ho tante occasioni per assaporarla.
Dici che mi devo armare di taaaanta pazienza e cimentarmi in questo piatto che sembra sfiziosissimo? :)
@ Claudia. Sono d’accordo. Ma poi, che vuol dire “skippate”? Vorrei evitare di chiamare mio nipote adolescente per farmelo spiegare…Già ha usato tutta la sua (poca) pazienza per spiegarmi “taggare”, che da quando uso facebook mi perseguita…
ecco, io sono una che usa la pentola a pressione per la qualunque.
ma a me leggere questa cosa della lentezza e di immedesimarsi in una donna indiana colorata in questo momento è piaciuto un sacco.
e poi mi va quasi bene.
al momento gli unici ingredienti che mi mancano sono le patate e il latte di cocco.
voglio dire, non devo procurarmi granché…
baci
aspetta che mi asciugo la bavetta. Io vorrei avercelo il tempo per fare una ricetta così, che adoro la cucina indiana, ma il nanetto diciottomesenne reclama troppe attenzioni, quindi al momento rimanderò. ma solo al momento :)
Io le ho fatte ieri sera (e mi sto mangiando gli avanzi adesso a colazione, non ti dico altro…;-)). Buone, ma buone, ma buone. Anche se era caldo, anche se ho dovuto modificarle, causa assenza latte di cocco e zenzero. Ma anche tu, mi posti una roba cosí…mica posso aspettare due giorni!! Ma le rifaró giuste, ah, se le rifaró giuste…
@Izn ehm quanto a italiano il mio ultimo post fa davvero schifo, ma non trovavo gli occhiali e quindi non vedevo ciò che scrivevo , però per favore Izn per favore non puoi togliere quel ghiaccio dal prezzemolo? Siamo appena usciti (forse, è ancora marzo) dalle temperature freezer e se aprendo il computer mi appare la neve mi si gela il sangue nelle vene…
Buonissime! Proverò a farle, non appena avrò un po’ di tempo!
@ Grazie grazie Izn che bella immagine primaverile! Ho letto il procedimento delle patate (che mi piacerebbe moltissimo cucinare!) mi sembra abbastanza alla portata di una schiappa come me in cucina. Cosa dici, mi cimento domenica? Ehm…il tuo supporto morale mi aiuterebbe (ebbene si, lo ammetto, con buona pace di chi ci critica, in cucina sono diventata Izn dipendente).
Per favore, quando il catering? Ti prenoto già questo piatto. Subito. Immantinente. Scrivi già, annota, insomma. Per favore. (anche cinque di questi piatti, dieci, posso fare la scorta e surgelarli).
Ti seguo da quando ho letto il tuo articolo sulla storia delle farine. Grazie per il tuo impegno e passione. E grazie per questa ricetta che trovo deliziosa e non mancherò di fare. Un suggerimento: il latte di cocco non lo comprare (non si sa mai cos’è che spacciano per latte di cocco, anche quando sull’etichetta c’è scritto organic e quant’altro). Fattelo da te. Io ho imparato a farlo dopo un mio viaggio in Sri Lanka: prendi un cocco al supermercato, lo apri, lo spezzi e grattugi la polpa. Poi metti la polpa grattugiata in acqua (meglio quella imbottigliata che quella del rubinetto) in un rapporto di 1,5 a 1 circa. Cioè se metti 80 grammi di cocco, metti 60 grammi di acqua. Lasci riposare e poi filtri. Questo è il primo estratto di latte di cocco. In teoria la polpa può essere riutilizzata per fare altri estratti, modificando il rapporto polpa/acqua. Ma io non l’ho mai fatto, perchè non mi son mai serviti grossi quantitativi di latte di cocco se paragonati a quelli che utilizzano nella cucina cingalese. Però questo latte è buono.
Grazie ancora per il tuo blog
@j´O: grazie!! Che io qui non lo riesco a trovare, senza che abbia almeno qualche altra schifezza dentro…ma allora il latte di cocco non é altro che la polpa annacquata? Che delusione, peró…
@J’O: interessantissimo! solo, grattuggi come? con il mixer si può fare? Grazie
@claudia: in SriLanka è fatto così. ma è di un buooooono. Poi devi considerare che loro utilizzano tutto, ma proprio tutto. Riciclano la polpa magari per un’altra preparazione, chessò un curry o altro.
@camilla: io vado di grattugia manuale, quella del parmigiano per intenderci, perchè il mio robot da cucina ha il contenitore in plastica con pareti troppo sottili.e ho paura di romperlo (idem se devo grattugiare cioccolato).
izn, se le facessi queste patate (in quantità massicce) e le portassi alla festa di primavera di sabato… saresti meravigliosa… eddai…
per info sulla festa aperta a tutti (a Roma) http://www.giardinodeicedri.it/
Thank you much for the link back. The dish looks fantastic! :)