Mi sono divertita un sacco a fare questi wonton, perché l’impasto è elastico e morbido ed è piacevolissimo da maneggiare. Ne ho anche dato un pezzettino a Emma, con la raccomandazione di non mangiarlo, quindi lei ovviamente per prima cosa lo ha assaggiato. Come seconda opzione lo ha appiccicato in pezzettini piccolissimi sul pavimento e sui mobili della cucina.
Ho trovato questa ricetta su un D di Repubblica, l’articolo parlava di una coppia di caterist milanesi che si chiamano Surplace; queste due ragazze hanno lasciato una il lavoro in banca e l’altra il lavoro di avvocato, mixano la cucina del sud italia con quella internazionale, e si sono messe a allestire eventi culinari.
Oddio quando sento la parola eventi mi ricordo sempre del film di Moretti dove lui e il suo amico approdano a Panarea e trovano la pazza che organizza feste improbabili con watussi ed elefanti… se volete farvi due risate cliccate qui.
Nella loro ricetta le due caterist usavano come ripieno il salmone e i peperoni, io ho usato il merluzzo e il broccolo che avevo in frigo, magari così si è perso un po’ il gioco dolce-salato, ma se proprio lo volete ricreare aggiungeteci, che ne so, l’uva passa? mmh… magari un solo chicco per ogni wonton.
Vi annoto qui sotto alcune considerazioni sulla ricetta (e non).
– Nell’articolo dicevano di usare un wok, ma siccome non sono ancora riuscita a trovare il wok perfetto, vale a dire piccolo e senza rivestimento antiaderente, io non ce l’ho. La padella antiaderente è andata benissimo, però naturalmente i wonton sarebbero stati immersi molto più comodamente in una padella con il fondo curvo.
– Mi raccomando la salsa di soia: usate una salsa biologica, dove sia scritto chiaramente che non è prodotta con fagioli di soia ogm, e che non contenga glutammato monosodico. Per capirci, io ho usato il tamari, e la lista degli ingredienti è: soia da agricoltura biologica (46,4%), acqua, sale marino, mirin (riso e acqua) da agricoltura biologica, farina di orzo. È la migliore che ho trovato, però sono un po’ scocciata perché l’ultimo ingrediente non è biologico. Non per altro, solo che non capisco perché >:-(
– Io ho seguito la forma a raviolo come c’era scritto nell’articolo, ma nulla toglie che possiate sbizzarrirvi, se siete abili con le mani (mi sa che qui però c’è bisogno di essere almeno a livello origami), potete andare a dare uno sguardo ad altre forme, per esempio qui, qui, qui, qui, e qui.
– Sul merluzzo non vi dico nulla perché mi sa che vi è bastato quello che ho scritto qui :-P
Ingredienti:
per la pasta:
150 grammi di farina 0
125 grammi di acqua bollente
per il ripieno:
300 grammi di filetto di merluzzo
200 grammi di broccolo
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di salsa di soia
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
Preparate la pasta mettendo in una terrina la farina, create con le dita un buco al centro del mucchietto di farina e versateci l’acqua bollente; con l’aiuto di una forchetta mescolate e poi amalgamate per formare un impasto. Aspettate due minuti in modo che il blob si intiepidisca e possiate maneggiarlo, quindi trasferite la pasta su un ripiano infarinato e impastate per cinque minuti, fino ad ottenere una palla liscia ed elastica.
Coprite con uno strofinaccio pulito e lasciate riposare per una mezz’oretta.
Intanto preparate il ripieno.
Tritate il broccolo piuttosto finemente e saltatelo in padella con uno spicchio d’aglio fino a quando sarà cotto ma ancora leggermente croccante; se fosse necessario, o se lo preferite più morbido, aggiungete poca acqua per farlo stufare. Tagliate poi il merluzzo a dadini piccolissimi e saltateli in una padella rovente per pochi secondi (io l’ho cotto dieci secondi contati) e aggiustate di sale e pepe. Unite il broccolo al pesce e condite con la salsa di soia.
Stendete su un ripiano ben infarinato l’impasto di acqua e farina in una sfoglia sottile (un paio di millimetri). Attenzione a non assottigliarla troppo, altrimenti i wonton si bucheranno.
Ricavate dei dischetti regolari con un coppapasta grande.
Disponete dei mucchietti di ripieno sui dischetti di pasta e chiudeteli a mezzaluna, pressando bene sulla chiusura per non farli aprire in cottura. Io li ho premuti prima con le dita, e poi li ho sigillati premendo sui bordi con i rebbi di una forchettina da dolce.
Scaldate poco olio a fiamma media in una padella antiaderente (senza teflon!), e quando sarà caldo adagiateci i wonton delicatamente e cuoceteli da entrambi i lati. Aggiungete acqua calda sufficiente a coprire i wonton a metà e lasciate cuocere con un coperchio a fuoco forte per 5-10 minuti, fino a completa evaporazione dell’acqua. Servite i wonton tiepidi con una goccia di salsa di soia da una parte.
Fantastici! Ma non sarebbero con la farina di riso? Non la conosco bene e non so in che proporzione usare l’acqua, io faccio gli gnocchi con la farina di riso ma con procedimento contrario…acqua a bollore, farina a pioggia finchè non si stacca dalle pareti della pentola…uh mi è venuta voglia di rifarli!!
@monique: ma lo sai che non lo so perché non li avevo mai fatti? mi devo informare su questa cosa della farina di riso. Però il sapore era identico a quello dei wonton che conosco. In effetti mi sa che con la farina di riso sarebbero venuti più trasparenti… studio la cosa e ti dirò.
Il fatto è che le due ragazze fanno contaminazione, quindi forse hanno mescolato due modi di cucinare.
ps: sposto il commento sulla pasta madre nella pagina pasta madre così ti rispondo direttamente lì :-)
molto interessante anche la cottura!
quindi non si buttano nell’acqua…non ho mai cotto in questo modo, comunque ti son venuti davvero bene, bacio!
Grazie mille per questa ricetta! Credo che li farò!