Br. Freddo. Sono nella fase voglio trasferirmi quattro mesi ai tropici. L’unica cosa positiva di questa temperatura è che mi viene ancora più voglia di cucinare; accendere forno e fornelli e giocare con il cibo. Ricordo che quando lavoravo negli alberghi altoatesini (e lassù faceva *veramente* freddo) adoravo stare in cucina, facevo di tutto per rendermi utile nei dintorni del fuoco (e delle cose buone che orbitavano attorno).
budino di miglio e cioccolato
Sono stata un po’ assente negli ultimi giorni, perché stiamo lavorando al nuovo negozio su Etsy, che si chiama Safarà e sarà gestito da una persona molto speciale che si chiama pure lei Francesca (eh lo so, ormai un nome una garanzia!); è bellissimo perché saranno coinvolti vari artigiani (per adesso quasi tutte bellissime mamme) e potrete scegliere tra cosine molto diverse tra loro, di tutti i prezzi e soprattutto unicissime perché fatte a mano una per una da singole persone. Un contributo concreto da parte del pasto nudo per sostenere i piccoli produttori (anche non di cibo) e per aiutare chi quest’anno ha deciso di fare i regali di Natale foraggiando una famiglia come la sua invece delle industrie. Ovviamente saranno tutte cose ecologiche o al limite fatte con oggetti riciclati, insomma ne vedrete delle belle, questione di due o tre giorni! :-)
Intanto Francesca (l’altra) ha pensato a chi invece vuole regalare cose mangerecce, ha contattato i nostri amati produttori e si è inventata dei cesti di prodotti consapevoli, ai quali a richiesta potete anche accoppiare il pastonudolibro; anche questi avranno prezzi molto abbordabili e li vedrete mercoledì (spero!) su una pagina apposita che creerò qui sul blog (gli ordini poi li farete direttamente ai produttori, anzi chi si trova nei dintorni di uno di loro potrà passare anche di persona a ritirare i suoi cesti).
Detto questo, passo al budino, che al momento è un salvavita qui in casa zac visto che la pulcina tra influenze mie e dello zac sta frequentando poco l’asilo e non fa altro che saltellare in casa qua e là chiedendo tutta l’attenzione del mondo; beh, un budino è un dolce perfetto da fare con un bambino. Adorerà mescolare l’intruglio (soprattutto sul fornello acceso, in vostra compagnia ovviamente: è una grande responsabilità!) e soprattutto sarà molto ma molto felice di pulire il cucchiaio di legno e la pentola dopo che avrete versato la crema negli stampini :-9
budino facile con il miglio
Non ci crederete, ma questo budino è *buono*. Voglio dire, io con il miglio non ho un ottimo rapporto, visto che il testardo tende a diventare una massa molliccia invece di rimanere bello croccante come, non so, una quinoa o un amaranto. Uno dei pochi risultati buoni l’ho avuto con il migliaccio di miglio che ho fatto l’anno scorso, ma, dopo di lui, il buio.

Beh questo è un ottimo modo per utilizzare quel sacchetto di miglio che avete nella dispensa. Non ci credo che non ce l’avete. Da bravi pastonudisti in una delle vostre esplorazioni alimentari ci sarete passati davanti, come me, vi sarete ricordati di tutte le meravigliose proprietà che ha, vi sarete immaginati provvisti di una meravigliosa chioma folta e lucida e di unghie fortissime e avrete portato a casa il sacchetto magico. Avrete provato a cucinarlo in piccola quantità, e nel 98,8% dei casi vostro marito/figlio/padre avrà detto qualcosa tipo “bleah, ma in fondo che ti aspettavi questa è roba per uccelli non per umani”.
Provate questo. In questo budino il miglio *deve* scuocersi, quindi niente ansia da prestazione; poi dopo dovete frullarlo, ergo la texture non sarà un problema, e il suo buon sapore si fonde perfettamente con le nocciole e il cioccolato. È facilissimo e molto veloce da fare, potete personalizzarlo un po’ come vi pare, e inoltre non dovete aggiungere assolutamente nulla per addensarlo, funziona benissimo da solo.

La ricetta l’ho vista qui da Genny, e nonostante i miei atavici dubbi migliosi sono stata convinta a provarla sia dalla bellissima foto sia dal fatto che Genny è un po’ una garanzia per le cose buone, e ho avuto ragione, testimoni la minizac e addirittura anche lo zac in persona. Ho cambiato solo un paio di cose, cioè ho usato il latte al posto del latte di riso (ma credo sia ottimo anche con quest’ultimo o quello di mandorla), ho usato solo nocciole perché non avevo mandorle, lo zucchero grezzo chiaro perché avevo finito il Mascobado, ho aggiunto un pochino di sale, e ho omesso la maizena, perché non ne ho proprio avuto bisogno.
Alla fine l’ho spolverato con un pochino di cannella, ma voi potete scatenare la fantasia come vi pare, osando cardamomo appena macinato, oppure guarnendo con panna montata, o anche, come ha fatto Genny, guarnendo con il caramello; ma ci vedo bene anche lo sciroppo d’acero o lo sciroppo buonissimo che si ricava dalla canditura delle arance (a proposito, mi sa che tra pochissimi giorni si potranno finalmente ordinare le arance dai pasionari! Avete letto dello sconto per i soci del pasto nudo, sì?).
Le formine, che poi erano delle tazze, stavolta le ho unte con un po’ di burro, ma la volta precedente (ehm, sì, ho reiterato) avevo semplicemente versato un cucchiaio di rum nelle tazze e poi lo avevo fatto colare via e devo dire che la cosa ha avuto il suo perché :-)

Ingredienti:
80 grammi di miglio
50 di nocciole sgusciate
90 grammi di zucchero grezzo chiaro
una presa di sale marino integrale
250 grammi di latte intero fresco
500 grammi d’acqua
una bacca di vaniglia
60 grammi di cioccolato fondente al 70%
polvere di cannella (facoltativa)

Per prima cosa tritate più finemente possibile le nocciole nel tritatutto, facendo attenzione a non scaldarle troppo altrimenti tirano fuori l’olio. Se sapete già che il vostro tritatutto non è molto delicato potete provare a frullarle insieme allo zucchero (tanto va tutto insieme in pentola); ho letto che questo dovrebbe bastare per non farle scaldare. Altrimenti fate come me, aspettate qualche minuto tra una frullata e l’altra :-)
Mettete da parte la farina di nocciole e frullate la cioccolata fondente, che avrete prima tritato un po’ con il coltello (anche per questa vale la stessa regola, non deve scaldarsi altrimenti dovrete leccarla via dal tritatutto, e chiunque odia leccare via della cioccolata sciolta buonissima), fino a ridurla in pezzetti piccoli.
Versate l’acqua e il latte in un pentolino medio-grande (meglio se ne avete uno con il manico e il beccuccio, così dopo non avrete problemi a versare nelle formine), aggiungete lo zucchero, il sale, le nocciole tritate, la bacca di vaniglia tagliata a metà e aperta nel senso della lunghezza, e infine il miglio. Mescolate per bene con un cucchiaio di legno e mettete sul fuoco a cuocere a fiamma molto bassa, mescolando ogni tanto fino a quando il miglio non sarà sfatto (ci vorrà un po’ più di mezz’ora).
Intanto preparate gli stampini ungendoli con un po’ di burro o di olio, o semplicemente bagnandoli con un po’ d’acqua o di (ehm) rum.
Quando il miglio sarà stracotto e il tutto sarà diventato un composto decisamente denso e corposo, togliete dal fuoco, levate le due metà della bacca di vaniglia e frullate subito abbondantemente con il frullatore a immersione (io ne uso uno che ha il braccetto di metallo e consiglio vivamente a tutti voi di cercarne uno così… non mi piace proprio l’accoppiata plastica-cibo bollente) fino a ottenere una crema piuttosto vellutata. Aggiungete subito il cioccolato e mescolate bene per farlo sciogliere, poi versate la crema nelle formine.
Il bello di questo budino è che anche se lo lasciate semplicemente raffreddare due o tre ore a temperatura ambiente potete tranquillamente sformarlo sul piattino, senza raffreddarlo ulteriormente, e otterrete comunque un budino perfetto. Geeeelatinoooosooooo, dice la minizac agitando il piattino, ma non ha esattamente la consistenza di una gelatina, più di una crema solida. E gelatinosa :-9
Vi lascio con uno zac-upgrade che ha decisamente il suo perché: una generosa spolverata finale di sale di Maldon. Provate e mi direte :-)