Come vi ho anticipato qualche giorno fa, ho ancora una cosa da raccontarvi sulla nostra discesa a Castellammare di Stabia. Qualcosa che non riguarda la Garofalo, ma ha a che fare comunque col cibo, e che spero sia utile a tutti quelli come noi che si trovano nei dintorni di Sorrento, e che oltre a godersi la costiera vogliono anche mangiare in modo consapevole. Oltre a conoscere due persone troppo carine, gente come se ne trova ancora poca, anche dalle mie parti.
Ve la faccio breve: quando in quel di Sorrento mi sono resa conto che la frittata era fatta, e che mi si prospettavano tre giorni di pane e… cosa c’era in albergo di bio? Ah, sì, la camomilla :-), mi sono ancora una volta affidata alla mia amata rete (a proposito, grazie iphone, come sempre).
Ho cercato qualcosa tipo “Sorrento ristorante biologico” e l’unica cosa che ho trovato è stato un certo “Mondo bio”. Mi sono fatta il segno della croce e ho chiamato, sperando a) che esistesse ancora, e non fosse uno di quei relitti abbandonati che a volte si trovano su Google (anche a voi danno questa sensazione quei blog o quei siti misteriosamente fermi a due o tre anni fa, ma ancora galleggianti come navi fantasma? Con il legno che cigola, il mare che sbatte sulle paratie e un silenzio di tomba? No eh? Vabbeh… occhei mi faccio visitare da uno bravo); b) che fosse veramente bio e non uno di quei posti fighetti dove il 10% del cibo è bio, e in genere è la pasta (ma non il condimento); c) che fosse… aperto.
Insomma, chiamo e mi risponde questo tipo con il quale dopo due veramente due chiacchiere capisco che la sintonia è del tutto possibile; mi dice peró che si tratta di un negozio biologico (vegetariano e vegano) con annessa una piccola tavola calda (tipo quattro tavolini), e che chiudono alle nove. Meglio. Meno tavoli hanno e più c’è la possibilità di mangiare casalingo, quindi decido di provare l’approdo.
Badate bene, non voglio assolutamente dire che dove vado voglio mangiare come a casa, lungi da me. Ma in mancanza di cucina sana, supercreativa e sorprendente, mi accontento di una cucina sana, onesta e buona. Verso le sette facciamo la traversata Castellammare Sorrento, che in mancanza del traffico del sabato sera della costiera durerebbe neanche venti minuti, ma con il suddetto si espande a tipo un’ora e mezza, vale a dire arriviamo quasi all’ora di chiusura, con bimba annoiata a morte e ovviamente addormentata negli ultimi dieci minuti di strada, quindi discretamente isterica al risveglio (anche i vostri cuccioli quando sono affamati si trasformano in mostri sanguinari se non gli gettate subito qualcosa in bocca avendo cura di ritirare immediatamente la mano?).
Per fortuna Francesco e Andreina ci accolgono sorridenti e con una gentilezza straordinaria, e prolungano l’orario di apertura apposta per noi. Il negozio è piccolissimo ma ci sono tutti i prodotti della Ecor che ben conoscete (c’è addirittura una mozzarella vegana fatta con riso integrale germogliato, che però non ho provato), e che in Campania sono molto difficili da trovare: c’è un solo Naturasì a Napoli e per mia madre o i miei fratelli, che abitano al Vomero, è abbastanza difficile da raggiungere :-(
Quando vedo la frutta e la verdura fresca mi sorge la speranza che ci sia qualche produttore biologico da quelle parti, ma Andreina sospirando mi dice qualcosa che sospettavo (anche se speravo che la cosa fosse più circoscritta), ma che mi lascia desolata.
Mi racconta che loro sono vent’anni che fanno biologico, ma che al momento, pur essendoci alcuni produttori biologici anche molto vicini al loro negozio, non se la sentono di acquistare da loro per via della diossina. Sigh.
Che anche se un produttore è bravissimo, certificato, onesto e preciso se attorno vengono bruciati rifiuti che rilasciano diossina questa si sparge dappertutto, e che in ultima analisi, con la morte nel cuore, loro preferiscono farsi arrivare il cibo da lontano.
Mi dice anche che secondo lei se per assurdo questa pratica ormai comunissima da quelle parti finisse completamente una volta per tutte basterebbe un anno perché “la natura rimettesse le cose a posto”, e i napoletani potrebbero ricominciare a mangiare quel cibo che li ha resi famosi in tutto il mondo.
So quello che vuol dire non sapere, non avere coscienza. Devo confessarvi che nonostante un papà avvocato e una mamma molto intelligente, quando eravamo bambini nessuno ci ha mai spiegato che i rifiuti non si gettano per strada. Non so neanche se ci fossero cestini, per la strada della Napoli degli anni settanta. Non ci facevo caso. Solo molto più tardi, confrontandomi con altri posti (per fortuna ho cominciato ad andare in giro prestissimo), mi sono resa conto che le cose potevano, e dovevano, essere molto diverse. Che non si tratta di tenere pulita solo la nostra casa, ma che la nostra casa sono anche le strade, la città, il mondo. La gente deve sapere; l’ignoranza è un mostro spaventoso, che purtroppo conosco bene.
Mangiamo bene e tranquillamente. C’è il pane fatto in casa con il lievito naturale, e Andreina e Francesco sono ospitali, discreti, veloci e abituati a clienti “avanzati”; da loro ci vanno soprattutto turisti stranieri (assurdo, no?!).
Francesco ci prepara al volo un piatto di tagliatelle all’uovo e uno di gnocchi al pomodoro, e zac azzarda una tantum delle scaloppine di seitan (!!) al limone, e – cosa del tutto inedita – gli piacciono!
Io assaggio una fetta di torta alle mandorle (una specie di caprese senza cioccolata che loro chiamano se non sbaglio sorrentina), e nonostante sia fatta con la margarina (non idrogenata) perché è vegana, la trovo ottima.
Emma prende uno di quei gelati pazzeschi biodinamici di Gildo Rachelli, al cioccolato ovviamente, e tutti ce ne andiamo molto ristorati non dopo una bella chiacchierata, ovviamente. Chi insomma si trovasse da quelle parti sappia che c’è un oasi, un posto totalmente bio e vegetariano dove si va sul sicuro. Aspetto conferme dai pastonudisti in gita sulla costiera! :-)
Mondo Bio
via degli aranci 146/148
80067 Sorrento – Napoli
mondobiosorrento@libero.it
+39 081.8075694
p.s.: oggi pomeriggio una certa manina innocente farà l’estrazione di San Tommaso, e vi comunicherò proprio lì sul post (cliccate qui) il vincitore del pacchetto consapevole, in tempo reale! :-)
fantastico questo negozio,pieno di particolarita’!
Che meraviglia!
Solo ora che citi la manina innocente mi rendo conto di non averti mandato la foto! Peccato, ma tanto il premio più bello l’abbiamo vinto già! :)
baci
…avete avuto una bella fortuna…sai che tristezza 3 gg a pane e camomilla!!!!!Baci!
Grazie izn, mi fai sentire fortunata. A Bologna abbiamo un sacco di possibilità e leggendo il tuo racconto l’ho realizzato. Per fortuna che il mondo è pieno di persone speciali. Sono morta dal ridere quando hai descritto i relitti abbandonati su google….. qualche settimana fa ne ho toccato uno con mano….. Ti leggo sempre anche se scrivo poco, sei per me motivo di crescita continua.
Felicemente sorpresa, brava come hai fatto a scovare questa perla del tirreno?
Complimenti a Francesco e Andreina, spero, da salernitana di origine che sono, di poter venire un giorno li da voi quando finalmente tornerò al Sud.
Avanti tutta!
Ciao Izn, anche questo tuo post è come gli altri…una meraviglia!…per quanto riguarda la mail si mi hai risposto…io poi ti ho ri-risposto chiedendoti un eventuale numero di fax al quale inviare le ricette…il cuoco ce le ha date stampate in normalissimi fogli a4…ho provato a riscriverle ma ci metto una vita!
Mi hai colpito quando hai scritto che andando in giro hai capito ke le cose potevano…e dovevano…essere diverse…io me lo chiedo ogni volta che scendo, mi chiedo perchè giro per le strade della provincia di Caserta e vedo cose che non si dovrebbero vedere…pensa che parenti e amici che salgono da giù e arrivano da noi a Treviso quando li porto in giro mi dicono “…ma qui come è ordinato…”…e pensare ke qui, la monotonia della pianura padana non è ke offra gli scenari che ci sono giù…mal che vada qui di scenografico abbiamo la nebbia!
Non mi dilungo troppo…grazie per il post, spero di riuscire ad andare da MondoBio…presumo che zona Caserta nord/Sorrento…ci si metterà un bel pò…ma ne vale la pena!
Un articolo davvero bello, divertente e commovente insieme!
a presto
Agata
Ciao Sonia! :-D
E’ anche la mia oasi di pace quella, sai? Qui da me c’è un bel negozietto di cuore bio e di solito compro tutto lì…vale proprio la pena ed i prezzi non sono nemmeno alti! :-D
a faenza si stanno moltiplicando i negozi bio con annessa piccola cucina, ma che ti devo dire? Io non mi fido. Sono consapevole che la scelta del buono dipenda da noi. Ho la mia rete di contadini e produttori, ma non fido completamente del bio. leggo gli ingredienti e vedo sfilze di caratteri minuscoli che neanche i nuovi occhiali riescono a decifrare. al seitan preferisco un branzino pescato. o una frittata con i porri. per alcuni alimenti non si discute. miglio, orzo, sciroppo acero, succo d’agave. per frutta e verdura continuo a preferire l’orto del vicino. un abbraccio a emma e uno a zac. quando deciderete di salire in romagna le tagliatelle con i sugo di mora romagnola ve le cuocio io.
che meraviglia questo negozio!
Carissima, il tuo è il sito piu’ interessante di tutto l’universo biologico!!!
Fai un lavoro di controinformazione nutrizionale eccellente e completo. Io ti ho scoperto perche’ sono una paziente della grande Elena e sono entusiasta dei principi della Bioterapia nutrizionale.
Vivo a roma e vado spesso alla ricerca di posti bio dove mangiare cibi sani.
Ti chiedo un favore: perche’ non dai alcune indicazioni su gelaterie che preparino il gelato con ingredienti naturali? Io vicino casa ho scoperto una gelateria che mi pare molto attenta ai principi di una sana alimentazione. E’ vicino al MAXXI tra piazza Mancini e via Masaccio (almeno credo si chiami cosi’) fa un gelato eccezionale (un po’ costoso) vorrei un tuo parere.
E se qualcuno ha altre indicazioni di gelaterie artigianali (ma veramente!!) potrebbe farne una lista.
Grazie di tutto
@silvia.moglie: ma certo, potendo scegliere sempre meglio il piccolo produttore bio (dopo avergli fatto tutta l’enciclopedia di domande) che il negozio, che è un intermediario. Il problema, lo dico sempre, è semantico: non esiste in italiano una parola che definisca il biologico non certificato, vale a dire il cibo coltivato, allevato e preparato senza utilizzare… compromessi. Ormai lo chiamo cibo consapevole, o cibo felice, ma ci vorrebbe un termine che comprendesse tutto questo.
Guarda che ti prendo in parola per la mora romagnola :-P
@Lauracata: eh, proprio di questo mi sto occupando al momento. Se non sbaglio la gelateria di cui parli tu (che fortuna che ce l’hai vicino casa!!!) prima si trovava in un altro posto e ci siamo stati, e anch’io ho trovato il gelato ottimo (e costoso!!!).
Ho indagato poco, ma da quel poco mi è sembrato che il proprietario fosse assolutamente degno di fiducia: era abbastanza pazzo per esserlo!!! Se non sono pazzi io non compro nulla! :-) Si chiama Neve di latte o sbaglio?
Zac ha già fatto una ricerca e tra un po’ spero di potervi passare un po’ di nomi interessanti. Intanto se ti va leggiti il post di oggi, così, per restare in tema 8-)