Ormai sapete che sul pasto nudo ci stanno a cuore tutti i piccoli. I piccoli produttori e le piccole botteghe che li aiutano a vendere i propri prodotti, le piccole fattorie, i piccoli artigiani e i piccoli imprenditori, che essendo piccoli possono ancora permettersi di ragionare slegati dalle logiche industriali e dagli orrori che spesso ne derivano.
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Piccolo è bello per noi che compriamo il cibo. Vuol dire avere un interlocutore al quale possiamo chiedere come ha preparato quello che stiamo mangiando e bevendo, dove ha preso le materie prime e perché, come le ha trattate, qual è stato il percorso che lo ha portato a decidere di sfidare il convenzionale e rischiare in proprio, perché ha creduto in quello che faceva.
E càpita che a volte tutto questo lo puoi pure chiedere guardando negli occhi dei bei ragazzi dallo sguardo limpido, come nel caso dei fondatori di Tiami, che già il nome dice tutto, “ti ami”, quindi ti tratti bene e vuoi il meglio per te stesso :-)

Gianlorenzo Rivano, Niccolò Feri, Stefano Tomasi e il loro executive chef Valerio Plinio la passione per quello che fanno ce l’hanno di sicuro.
I tre di cui sopra hanno deciso di mettere due lauree in giurisprudenza e una in scienze politiche nel cassetto per dedicarsi a questa splendida iniziativa romana fatta di frutta e verdura biologiche crude e trattate con il massimo rispetto e attenzione, e di gentilezza e spiegazioni pronte per chi varca la porta del loro locale, che si trova dietro piazza Fiume, proprio a due passi da Santi Sebastiano e Valentino di cui vi ho parlato qualche giorno fa.

Questi ragazzi (come tanti di noi, compresa me!) sono partiti da se stessi: grandi consumatori di succhi di frutta, non riuscivano a trovarli come avrebbero voluto, cioè non pastorizzati, fatti di sola frutta e senza conservanti e ammennicoli vari (ricordate? del problema ne parlò il nostro prof nella sua rubrica qualche tempo fa). Hanno deciso così di fabbricarseli da soli, partendo direttamente dalla materia prima :-)
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Lo chef invece (come vedete qui sotto sono riuscita a fotografarlo solo di sfuggita, spariva sempre in cucina), dopo alcune esperienze in giro per ristoranti (in posti come Minnetti in Trastevere, Tricolore, Gusto), svariati corsi di aggiornamento (Bowerman, Genovese, Bonci) e un patentino onav approda alla locanda Filomarino come secondo chef e proprio lì (re)incontra Gianlorenzo e Stefano, con i quali, guarda i casi della vita, vent’anni prima giocava a pallone. In una manciata di mesi è stato assorbito dal mondo dei succhi e ha iniziato a lavorare da Tiami, ma la sua maestra più importante, come dice lui, rimane la sua mamma, grande cuoca <3
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Anche io stessa ho sperimentato un po’ con i succhi di frutta, forse ricordate che ne ho parlato qui o qui, o nella rubrica dedicata all’estrattore, ma qua si tratta di ben altra cosa: i succhi che Tiami Produce sono fatti con una macchina speciale (tipo la famosa Norwalk che viene usata per la terapia Gerson) con la quale dopo aver estratto i succhi senza scaldare la frutta (ecco perché “cold-pressed”) e la verdura si provvede anche a schiacciare le fibre di scarto con una pressione di 3 tonnellate per centimetro quadrato per ricavare anche gli ultimi preziosi nutrienti.
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Dopo aver fatto questo, gli si è posto il problema di conservare i succhi in modo che non deperissero e soprattutto non perdessero le loro proprietà nutritive. Pastorizzandoli infatti, cioè portandoli ad alta temperatura come si fa con le conserve o le marmellate, queste sarebbero state distrutte. Per risolvere la questione “fresco o conservato?” hanno deciso così di creare due linee, la “tiami detox” e la “tiami juice”.
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La differenza tra i due tipi di succhi è che il detox viene imbottigliato come esce dalla macchina, senza alcun tipo di trattamento conservante; mantiene perciò tutte le proprietà nutritive della frutta e della verdura con le quali è stato fatto, cioè (cito dal loro sito) “vitamine, enzimi e moltissimi altri elementi fitochimici importanti per la cura e la protezione del nostro organismo” ed è quindi “un succo vivo che contiene tutta la carica vitale estratta dalle materie prime impiegate”.
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Il “tiami detox” dura 48 ore, va tenuto in frigo, senza mai spezzare la catena del freddo, ed è confezionato in una bottiglia quadrata di plastica (ma il tiami team mi ha giurato che si sta attrezzando per trovare una soluzione più ecologica) in due formati, da 275 ml e da 550 ml.
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Il “tiami juice” invece, è preparato anch’esso solo con frutta e verdure fresche (ma non tutte biologiche); pure lui non prevede alcun tipo di conservante, ma essendo pensato per durare in frigo una quarantina di giorni, viene sottoposto a un procedimento che si chiama “pascalizzazione”.
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Quest’ultimo, anche detto “hpp” è un trattamento a pressione poco invasivo che serve a ridurre la potenziale carica batterica originaria delle materie prime utilizzate. I succhi mantengono tutte le loro vitamine e minerali; solo gli enzimi vengono inattivati dal trattamento allo stesso modo dei batteri. Quindi pur essendo freschi e completamente naturali, i tiami juice non possiedono la stessa carica vitale dei succhi vivi (cioè i detox).
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In quanto al sapore inutile dirvi quanto sono buoni. Sto già pensando a una serie di gelati e ghiaccioli che potrei fare a casa velocemente e facilmente usando questi nettari appena fatti, per non parlare del fatto che finalmente ho trovato il succo perfetto e sanissimo per le feste di compleanno e dintorni della minizac e dei suoi amichetti <3 Anche il prezzo l’ho trovato ottimo, il tiami fresco piccolo costa 4 euro, quello da più di mezzo litro 8 euro, e quello pascalizzato 2 euro, anche in virtù del fatto che non è tutto bio.
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Se poi casualmente voleste, in occasione della prova costume (che chiamerei forse più propriamente prova salute) disintossicare il vostro organismo e arrivare all’estate luminosi e splendenti dentro e fuori, esiste anche un vero e proprio programma digiuno/detox che dura uno, due o tre giorni, composto da 6 succhi vivissimi, e che si può scegliere anche nella versione senza nemmeno gli zuccheri della frutta, fatto solo con succhi di verdure fresche e biologiche. Se siete a Roma potete acquistarlo direttamente online, e vedervelo arrivare a casa con la consegna informata, vale a dire uno dei ragazzi che risponde a eventuali domande o dubbi sui succhi :-)
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Passiamo alla parte cibo, che qua dopo essersi dissetati mica si può rimanere a stomaco vuoto (e infatti la gente che lavora nei tanti uffici limitrofi all’ora di pranzo si riversa da loro). Come vedete dalle lavagnette (che però sono aggiornate a una quindicina di giorni fa, quando sono andata a trovarli, e il clima era molto più fresco di adesso), oltre ai succhi, da Tiami trovate anche polpettine vegane, piadine, zuppe di verdura calde in inverno e gazpachos freschi e appetitosi nella stagione calda. Poi insalate, sandwiches, smoothies e spuntini vari, a base di semi oleosi e altro.
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Noi abbiamo assaggiato anche dei ravioli di carta di riso cotti al vapore, ripieni di cavolo cappuccio, carote, zenzero e salsa tamari veramente ottimi, che lo chef ha fatto prendendo spunto dagli involtini primavera cinesi; perfetti secondo me per la pausa pranzo dal lavoro (vabbeh io i ravioli di verdura li mangerei pure a colazione) :-P
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Ad ogni modo per quanto mi riguarda (zac non infierire), una menzione speciale va ai dolci crudisti di Valerio; uscendo me ne ha allungato uno che già era bello a vedersi, bio, raw e vegan, quindi senza burro e uova e senza zuccheri aggiunti, fatto con una crema di anacardi, kiwi, vaniglia e agave su una base croccante di datteri, mandorle e semi di girasole e lino. Sopra c’era un kiwi a pezzetti ma Valerio mi ha detto che presto arriverà la variante con fragole o frutti bosco (appena saranno di stagione naturalmente).
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Ce li siamo sbafati in macchina a portar via mentre tornavamo alla base, insieme alle polpettine che vedete sopra, che sono sparite nel nulla appena hanno avuto la sfortuna di incontrare la minizac poverine. Dovete sapere che tutte queste cose buone loro le preparano in piccole quantità perché siano sempre freschissime e non rimanga nulla di invenduto, cosa che trovo perfettamente in linea con la nostra filosofia del non sprecare. Paradossalmente quando si tratta di cibo veramente fresco è molto più difficile che succeda di gettarlo rispetto a quello conservato perché si ha un’attenzione diversa non solo per come viene utilizzato ma anche appunto per rispettare i suoi tempi… che sono molto brevi!
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Che dire. Andateli a trovare, provate tutto e fatemi sapere che ve n’è sembrato. Io sono troppo felice che a Roma stiano sorgendo luoghi come questo, solo che non è possibile che bisogna scoprirli casualmente, impegnatevi anche voi, soprattutto i soci (ve l’ho detto nella newsletter di aprile che li abbiamo appena convenzionati e che avete lo sconto del 5% da loro, l’avete letta, vero? Veroooooo??!).
Tiami
via Messina 32 — 00198 Roma
info@tiami.it
+39 06 93379801
orari di apertura: dal lunedì al sabato dalle 10 alle 16 (chiusi la domenica)