Sin dal suo concepimento il pasto nudo è stato pensato per acquisire consapevolezza attraverso l’alimentazione; durante il cammino però ha superato moltissimo le mie aspettative, e ha sviluppato una (labirintica) vita propria, e devo ammettere che faccio una gran fatica a stargli dietro.

Anche la scelta del nome del blog è molto precisa; oltre ovviamente al significato intuitivo, di pasto scevro da fronzoli inutili, spogliato di significati sociali, semplice, vero come vero deve essere il cibo, è stata ispirata da un famoso film di Cronenberg, un film che inizia con la frase “tutto è possibile” e che insinua la possibilità che la vera realtà non sia quella tangibile che ci viene mostrata dalla nascita, ma quella ben più importante che vive al di fuori della nostra parte razionale, e che sebbene siamo educati a soffocare, ci fa sentire la sua voce ogni giorno, testardamente.
David Cronenberg disse: “Voglio mostrare ciò che non si può mostrare e dire ciò che non si può dire”, e in effetti il pasto nudo tenta di fare proprio questo: le conoscenze importanti che riguardano il cibo ci sono state lentamente sottratte negli anni (insieme alla salute e alla nostra indipendenza) e credo sia fondamentale recuperarle e padroneggiarle al più presto.

Questa pagina serve per aiutarvi a navigare nel blog, una sorta di mappa per orientarsi, visto che tanti di voi mi dicono che hanno difficoltà a capire dove si trovano, e che per chi non mi ha seguito dall’inizio è complicato capire alcune cose che sono alla base di questo progetto, perché non sì può rispiegare tutto in ogni singolo post.
La cosa più importante da sapere per chi gira tra queste pagine è che ogni volta che parlo di cibo sottintendo cibo consapevole, ovverossia *non* il cibo che si trova nella distribuzione commerciale convenzionale. All’inizio lo chiamavo cibo biologico, ma alla luce dei nuovi eventi questa definizione non ha più alcun senso.

Per la precisione con l’espressione cibo consapevole intendo:
– carne, latte e uova che provengono da animali allevati senza l’utilizzo di sostanze sintetiche di alcun genere, senza cibo ogm, all’aria aperta e al sole e in generale nel più assoluto rispetto per le inclinazioni di ogni singolo animale;
– frutta, verdura e cereali coltivati in regime di permacultura o simili, piccoli appezzamenti senza l’aiuto di concimi e diserbanti sintetici, e possibilmente neanche naturali, allo scopo di preservare (e dove possibile, migliorare) lo stato del terreno nel quale vengono coltivati, invece di sfruttarlo fino all’esaurimento, come avviene nell’agricoltura convenzionale;
– acqua con un residuo fisso molto basso e priva di metalli inorganici; attualmente per quanto mi riguarda ho ottenuto questo tipo di acqua facendo installare a casa un sistema di depurazione dell’acqua a osmosi inversa.
Un’altra cosa importante è che man mano che vado avanti scopro magari che una tale ricetta è molto migliore se realizzata in un modo leggermente (o totalmente) diverso; purtroppo però una volta che ho pubblicato qualcosa non posso tornare sui miei passi e stravolgere completamente la pagina, per motivi sia tecnici che di coerenza storica.
Per questo la cosa migliore è guardare sempre la data nella quale l’articolo è stato pubblicato, e se alla fine di ogni post compare per caso la parola magica “Aggiornamenti”, dove trovate tutte le considerazioni, mie o eventualmente segnalatemi da altri, del dopo-post :-)
Se siete nuovi del blog date uno sguardo ai menù a discesa che trovate su ogni pagina in alto a destra; sono divisi in ricette, divise per categoria, e rubriche; queste ultime trattano ognuna un argomento specifico, e tutte (a parte le mie) vengono scritte da esperti nel settore specifico di trattazione.
Non mi resta che augurarvi buon divertimento, e ben approdati sul pasto nudo :-)