Il pasto nudo nasce da una rubrica (la cucina consapevole) che ho tenuto per un po’ di tempo sul sito di Francesca. È dedicato alle persone vive e testarde che vogliono avere dritte pratiche e affidabili su come mangiare in modo sano e giusto.

I problemi di salute che incontriamo sul nostro cammino sono dovuti non solo allo stress, all’inquinamento ambientale e allo scarso movimento fisico, ma anche alle tossine che assorbiamo quotidianamente attraverso il cibo. Ormai nessuno sa più bene come alimentarsi; siamo sommersi da test per le intolleranze che ci costringono a eliminare in un colpo solo intere categorie di alimenti. Secondo la mia esperienza siamo intolleranti non tanto al cibo, ma alle manipolazioni alle quali il cibo viene sottoposto, che avvengono durante le fasi di produzione, conservazione e distribuzione.
Questo senza considerare che nel ventennio tra il 1960 e il 1980 l’allattamento al seno è stato scoraggiato in favore di latte artificiale prodotto chimicamente o di latte vaccino industriale, e l’abitudine ad affidarsi ciecamente a farmaci e vaccini è aumentata in modo incontrollato e folle. Allergie, difficoltà digestive e altre patologie sono aumentate esponenzialmente: la sensibilità alle tossine e la capacità naturale di disintossicarsi varia molto da persona a persona. Alcuni riescono a smaltire i veleni facilmente, altri li stoccano nel corpo più a lungo, ecco perché alcune persone sono più intossicate di altre.

Il nostro organismo si ribella agli antibiotici e agli ormoni che si trovano nel latte, ai pesticidi che ci sono sulla frutta e sulla verdura, alle radiazioni a cui è stato sottoposto il grano. Molti mal di testa cronici sono scatenati dalla salsa di soia o dal dado al glutammato monosodico, o anche dall’abitudine di dolcificare tè e caffè con l’aspartame (ma lo zucchero bianco non è molto meglio). E poi ci sono i processi di maturazione artificiale delle banane e dell’ananas, gli additivi e i solfiti del vino, la gasatura delle arance, i diserbanti, i concimi, gli antiparassitari, gli antiossidanti, i coloranti, gli antifermentativi, gli stabilizzanti, i conservanti, gli antimicotici, gli antiputrefattivi e via dicendo.

A prescindere dai gusti individuali, ognuno ha una predilezione per determinati cibi, che spesso coincide con il bisogno istintivo di assumere proprio i nutrienti che vi sono contenuti. Dobbiamo reimparare a riconoscere e usare questo istinto primordiale, osservando le reazioni del nostro organismo, tenendo presente che può comportarsi diversamente anche rispetto allo stesso alimento, se viene cucinato in modo diverso (fritto o bollito o in padella), o mangiato in un momento della giornata piuttosto che in un altro.
Non è possibile suggerire regole che valgano per chiunque, demonizzando un alimento o sconsigliando un metodo di cottura; quello che vale per te oggi, potrebbe non essere più adatto tra qualche giorno e deleterio per un’altra persona. L’unico principio che si può essere certi valga per tutti nella nostra società è mangiare poco.
Un’altro dei concetti più ostici per la nostra educazione pragmatica, è l’energia vitale insita negli alimenti. Ogni organismo vivente possiede un’energia, e solo secondariamente proteine, vitamine, grassi, e tutto il resto. Ecco perché mangiare la carne di un pollo che ha sofferto per tutta la vita chiuso in una gabbia dove a stento poteva girarsi, col becco amputato e costretto a nutrirsi di farine animali e ormoni, oltre al mero fatto di farci assorbire medicinali e ormoni che il suo organismo non ha avuto la possibilità di eliminare, significa impregnare anche noi stessi della tristezza, della rabbia, dell’impotenza che l’animale ha provato nell’arco della sua breve vita.
I vegetariani risolvono questo problema radicalmente evitando di mangiare animali e spesso qualsiasi loro derivato; rispetto profondamente questa scelta, e chiedo lo stesso rispetto per la mia da onnivoro selettivo: mangio carne in quantità limitata, proveniente da animali che abbiano vissuto degnamente, accuditi, protetti e nutriti nel miglior modo possibile.
Sul pasto nudo frutta e verdura sono stagionali e coltivate nel rispetto dell’ambiente e senza impiego di pesticidi, conservanti, insetticidi chimici e altro. Ovviamente darò chiare e diffuse indicazioni di dove trovare questo tipo di alimenti, di come sceglierli.

Insomma, esiste un modo parallelo di nutrirsi, che implica però il prendere atto che inizialmente le cose si complicano, perché è necessario cambiare gran parte delle proprie abitudini. Dopo qualche tempo, quando il cambio di paradigma è avvenuto, tutto diventa naturale e anzi sembra strano aver fatto la spesa al supermercato per così tanto tempo :-)
Il pasto nudo non è adatto a chi ama le cose facili e veloci: i fagioli precotti, le fragole a gennaio, la pasta surgelata da saltare in padella pronta in tre minuti, il supermercato sotto il portone di casa. Alimentarsi nel modo giusto è una scelta di vita, e non basta comprare “biologico”. È un impegno a leggere le etichette di ciò che si acquista, a domandare, indagare, scoprire da dove proviene il cibo e come è stato preparato, conservato, trasportato.
Non so quante volte mi sono sentita dire che tanto i veleni sono dappertutto e che quindi è meglio mettersi l’anima in pace e mangiare quello che capita. Rispondo sempre che il nostro organismo ha un limite di tossine che può metabolizzare (nelle quali tossine fanno la parte del leone stress e traumi biologici), superato il quale non riesce più a eliminarle e le accumula dove può: nei tessuti adiposi, nelle articolazioni, nei cosiddetti organi-bersaglio. Continuando su questa strada è inevitabile ammalarsi, sviluppare allergie e reazioni più o meno gravi. Il nostro corpo sta cercando di dirci qualcosa.
Non sono un medico, non sono una nutrizionista, quindi non ho titoli per offrirvi consigli o consulenze: mi limito a parlarvi della mia esperienza personale, nella speranza che le cose che ho scoperto possano essere utili anche ad altri come sono state una salvezza per me; nel tempo ho imparato a mantenere il mio livello di tossine più basso possibile. Il plus inaspettato è stato sentirmi finalmente bene, veramente bene, dopo anni di disagio, da subito. Non sentirmi più in difficoltà dopo aver mangiato, come se ogni volta avessi assunto piccole dosi di veleno invece che cibo. Non allo scopo di vivere più a lungo ma a quello di vivere molto meglio nell’immediato. Decidete oggi di nutrirvi in modo consapevole per un paio di settimane. Imponetevi di essere costanti. Alla fine di queste due settimane capirete cosa intendo.