Della fattoria Ma’Falda è un secolo che ve ne devo parlare. Precisamente dalla fine di giugno, quando siamo stati loro felicissimi ospiti per qualche giorno, e abbiamo avuto la possibilità che quando ci ricapita, di vedere un capruccino munto direttamente in tazza, uno spettacolo che chiunque dovrebbe ammirare almeno una volta nella vita.
Di cosa sono state capaci queste due sorelle norvegesi (che tra poco forse saranno in tre, forse si unirà una terza sorella) e i loro compagni, della vita che hanno scelto e delle loro meravigliose caprette vi parlerò presto in un post dedicato completamente a loro, ché ne vale veramente la pena. Visto che tra l’altro stanno aprendo le porte a chi vuole stare lì qualche giorno, e ci sono un paio di cose che devo raccontarvi e qualche foto da guardare.
Intanto posso dirvi che questo crottino l’ho visto nascere, ma nascere veramente, a partire dal latte con il quale è stato fatto, che è stato munto davanti ai miei occhi, e a seguitare con il trasporto fino al pulitissimo laboratorio nel quale il latte è stato versato, cagliato, e poi trasformato in un panetto tondeggiante e bianchissimo, salato e poi messo a stagionare buono buono su una gratella.
Ho avuto la possibilità di chiacchierare con chi lo preparava su ogni singolo aspetto riguardante l’alimentazione delle caprette, la loro vita nella fattoria, le loro antipatie e il loro carattere e scoprire addirittura che vengono chiamate per nome una per una, che ascoltano musica di svariato genere (non proprio *tutti* i generi, alcuni possono essere addirittura dannosi: vi racconterò dettagliatamente a breve), e che quelle poche volte che si ammalano vengono curate con fitoterapia e omeopatia.
Ho anche riso fino alle lacrime quando ho visto Anne Line che cambiava espressione quando uno dei gatti della fattoria ha pensato bene di saltare sul tavolo dove lei, presa dalle chiacchiere (colpa mia!!!) aveva appoggiato la sua tazza di latte appena munto (e mixato con il caffè che preparano sul posto), e di servirsi un’ottima colazione (ma i gatti possono bere il caffè? Mica lo so!).
Abbiamo visitato tutti gli altri animali della fattoria, insieme alla minizac e allo zac, deliziati dal tutto almeno quanto me. Abbiamo addirittura avuto l’onore di una visita di Stefano, che oltre a essere il direttore del settimanale che ben conoscete è anche un uomo con il quale trascorrere una serata a tavola ha veramente il suo perché (e non è neanche venuto da solo, il direttore: era molto ma molto ben accompagnato da una magnum di 1593, un dolcetto di Dogliani Doc del 2003 che non dimenticherò tanto facilmente :-))
Non mi resta che presentarvi ciò che ho preparato per la rubrica delle cacioricette. Si tratta di una pazzesca mela farcita con questo crottino di capra e profumata con cardamomo appena macinato.
La mia difficoltà con i formaggi felici stagionati è sempre la stessa: siccome hanno una forte e spiccata personalità bisogna trovargli dei coprotagonisti che siano allo stesso tempo delicati, per non sviare l’attenzione dal sapore di queste meraviglie artigianali, ma che abbiano anche una certa personalità, altrimenti il formaggio li mette in ombra. La mela, soprattutto se è un po’ acida (non sopporto quelle mele farinose senza sapore) è una compagna di viaggio perfetta: lascia esprimere il crottino ma in un certo senso ne calma le intemperanze. Con il miele si va sul sicuro, il cardamomo lo ingentilisce e lo rende particolare.
Ma quanto sei brava? Quella mela è un capolavoro! Mi è venuta l’acquolina…
Ma senti un po’, il colore violetto delle tettone capresche è proprio così violetto o c’è un barbatrucco?!?
si infatti….bravaaa
meraviglia!
Ho capito e dove lo trovo ‘sto crottino?
@ Loretta: i colori (del mantello) delle capre di razza Camosciata delle Alpi sono quelli che vedi nella zampa destra (color camoscio, per l’appunto, e nero, con sfumature intermedie tra i due colori). Sulla mammella, essendoci poco pelo, appare un colore un poco strano che però sul mio monitor non è violetto!
@ Simo: nell’articolo c’è il link al sito del produttore – Fattoria Ma’ Falda – che si trova a Prodo (TR), sulla vecchia strada di montagna (paesaggi fantastici!) che collega Orvieto e Todi. In auto si impiegano 15-18′ dal casello di Orvieto dell’autostrada A-1