La tavoletta che prenderò in esame questa volta è quella che ho utilizzato per il pangiallo castadivino e la recensione arriva – ahimé – un po’ tardiva, ma meglio tardi che mai! Tra l’altro in questo periodo sto assaggiando molto e per potervi tenere aggiornati dovrei pubblicare almeno una volta a settimana. Comincio a pensare che anche con il caldo qualche recensione arriverà :-P
Come per il Vivani 71% seguirò una sorta di canovaccio di degustazione un po’ personale, riassumendovi il tutto in uno schema a fine post; in più ho pensato di aggiungere due informazioni: l’elenco degli ingredienti, che in genere sono pochi, ma rivelano comunque delle informazioni importanti, e l’ente certificatore. Si comincia.
Anche in questo caso ho da raccontarvi prima una storia, questa volta è relativa all’imballo. Questo cioccolato ha una confezione esterna in cartoncino leggero e una interna in un materiale bianco e sottile sul quale è scritto “imballaggio ecologico che garantisce un’eccellente protezione dell’aroma”. Dato che sulla confezione non è indicato di quale materiale si tratti esattamente ho contattato l’Alce Nero per avere delucidazioni. Ho parlato con la signora Ragusa dell’ufficio marketing e comunicazione, una donna gentilissima e davvero professionale.
Purtroppo la mia segnalazione ha sollevato un piccolo scompiglio perché in realtà l’imballo attualmente presente è in polipropilene, vale a dire un polimero plastico, e dunque la cosa contrastava con la dicitura stampigliata sopra. La signora Ragusa mi ha ringraziato moltissimo della segnalazione ed ha immediatamente attivato l’ufficio qualità per far luce sulla vicenda.
Ne è emerso che il socio fornitore dell’imballo ha utilizzato il termine ecologico per indicare un imballo totalmente riciclabile, dato che precedentemente era in poliaccoppiato e non poteva essere riciclato. Il tutto senza però informare la Alce Nero la quale, dopo la mia segnalazione, ha dato direttive per eliminare la dicitura.
La signora Ragusa mi ha informato che sono al lavoro costantemente per passare all’utilizzo di un involucro completamente biodegradabile e compostabile che abbia tecnicamente anche la caratteristica di preservare il cioccolato in tutto il suo aroma. Tuto questo si è svolto nel giro di 48 ore e devo dire con una sollecitudine, una chiarezza ed una gentilezza che non avevo mai riscontrato fino ad ora. Quindi, malgrado il piccolo incidente di percorso, l’Alce Nero ha dimostrato di essere una ditta davvero seria alla quale sta molto a cuore il proprio ruolo di azienda attenta all’ambiente a 360 gradi e questo non può che farci piacere visto il panorama generale.
Torniamo al cioccolato ora e andiamo a degustarlo.
Come dichiara anche il titolo di questo post, siamo di fronte ad una tavoletta all’80% di cacao, vale a dire di ingredienti provenienti interamente dalla Theobroma cacao. Badate bene però, in questo caso, non trattandosi di un extra fondente “puro”, ma arricchito di granella di fave di cacao tostate, la percentuale include ovviamente anche la granella (che è il 10%, come riportato sulla confezione). Specifico questo dato perché mi tornerà utile un po’ più avanti, durante la degustazione.
Dunque questa è una tavoletta con poco zucchero, appena il 20% – peraltro neanche pieno perché un po’ di quella percentuale è “rubata” dalla vaniglia. Insomma possiamo mangiarne senza troppi rimorsi per i 50 grammi di zuccheri giornalieri raccomandati come dose massima dall’OMS e segnalatici qui dal prof. Giannattasio. Se paradossalmente volessimo mangiarne una intera, avremo assunto solo 20 grammi di zucchero (ma questa non è una buona scusa per farlo, capito Jennifer :-)?)
L’etichetta evidenzia bene il paese d’origine del cacao utilizzato per questo cioccolato, che è il Costa Rica. Come accennavo nel post specifico su Alce Nero, si tratta di un cacao equo e solidale coltivato dalla cooperativa AAPTA direttamente per Alce Nero, che infatti lo utilizza anche per gli altri cioccolati della sua produzione.
Purtroppo non è indicato sulla confezione (ma d’altra parte ad oggi nessun cioccolato biologico che io conosca lo riporta) di che tipo di cacao si tratta. Certamente non si tratta di un Criollo che avrebbe tutt’altro impatto al palato e tutt’altra pubblicità. Per esclusione immagino che si tratti di un buon Trinitario (per chi non ricorda i tipi di cacao può leggerli qui).
Il colore è mediamente scuro, non particolarmente cupo, la superficie superiore è uniforme, senza affioramenti o venature, mentre la superficie inferiore è irregolare e mette in evidenza la presenza della granella di fave di cacao.
Il suono dello snap è asciutto e particolarmente acuto, sicuramente influenzato dalla presenza della granella nella struttura della tavoletta.
Il profumo è dolce e morbido, molto accattivante ed amabile, quasi fiorito.
Messo in bocca e masticato leggermente, ha una croccantezza fine e gradevole sviluppata dalla granella di fave tostate. Facendo sciogliere i piccoli frammenti in bocca, si percepisce la buona cremosità della pasta di cacao in piacevole contrasto con la granulosità dei minuscoli pezzetti di fave.
Il gusto ha un attacco amaro e molto amabile allo stesso tempo, con un’acidità quasi nulla, rotondo e morbido, che fa pensare al burro e alla banana matura; subito dopo affiora l’amarezza che rivela finalmente l’alta percentuale di cacao e che si sviluppa dai frammenti di fave tostate che restano sulla lingua e che, se leggermente masticati, fanno affiorare a loro volta le note amarognole e leggermente acide della torrefazione. La persistenza è non molto lunga, caratterizzata dal permanere delle componenti amare.
Nel complesso è un buon cioccolato, con un carattere particolarmente amabile e dunque accessibile anche da chi non si spinge mai oltre il 70%. La sua estrema dolcezza è dovuta senza dubbio all’origine geografica, infatti il Costa Rica produce un cacao dal gusto molto equilibrato.
Inoltre il fatto che il 10% del suo 80% di cacao sia composto da fave ha il suo peso nel definire sia i profumi che il gusto. La fava torrefatta infatti sprigiona un profumo molto meno inebriante del cioccolato raffinato e concato ed il suo gusto si sviluppa in modo meno diffuso sul palato perché le particelle di burro di cacao non hanno la possibilità di sciogliersi in bocca veicolando gli aromi.
Alce nero extra fondente 80% con fave di cacao
tavoletta da 100 grammi
Prezzo indicativo: € 2,40
Ente certificatore: CCPB – Controllo e certificazione
Colore: Marrone mediamente scuro (voto: 7)
Snap: Asciutto e molto acuto (voto: 7,5)
Profumo: Dolce e rotondo (voto: 8)
Scioglievolezza: Buona cremosità, in contrasto con la granella di fave di cacao (voto: 7,5)
Gusto: Attacco dolce e amabile, con evoluzione verso l’amaro (voto: 8)
Persistenza: Non molto lunga, con insistenza delle componenti amare (voto: 6,5)
Ingredienti: pasta di cacao**, zucchero di canna**, burro di cacao**, granella di fave di cacao tostate (10% min.)**, vaniglia*.
* da agricoltura biologica
** prodotto equo e solidale
Loretta rieccoti!!!Dire che mi sentivo il sapore del cioccolato in bocca leggendoti è poco…Quel cioccolato è buonissimo, come i biscotti con fave di cacao di cui aprlavamo tempo fa!L’alce nero è encomiabile.Ora vado a fare un ripassino sui vari tipi di cacao!
Un bacione
Sara
Oh beh….Sara ha espresso a pieno il mio pensiero…hai fatto una descrizione così precisa e dettagliata che se non fossi costretta a casa da inconvenienti di salute,sarei già al negozio bio a comprare,comprare e comprare(20 g di zucchero….,e cosa saranno maiiiiiiiiiiii ;-D)!!!!Accidenti…oggi è pure mercoledì xciò rischierei di fare il giro a vuoto x chiusura infrasettimanale!!!!Brava Loretta,bellissimo e gudurioso post,spero tutt’ok con la piccola e famiglia!!!!Baciiiiiiiiii
Vorrei precisare che non raccomando 50 grammi di zucchero al giorno, come è detto in questo post. Questa è la dose massima che secondo l’OMS si può consumare senza rischi con una dieta da 2000 kcal. Aggiungo che sarebbe meglio stare di molto al di sotto di questa soglia non eccedendo nei dolciumi vari e nelle bevande colorate e zuccherate che riempiono gli scaffali.
@matteo giannattasio: mi scusi professore per l’imprecisione, non era assolutamente quello che volevo dire… so perfettamente che i 50 g si riferiscono alla dose massima giornaliera di zucchero solo che mi sono espressa male! Mi dispiace…
ciao @Loretta-bellissimo post come sempre del resto. dimmi per favore se esiste in italia un buon cioccolato con l’uvetta incorporata; è una mia passione, ma non l’ho mai trovato…..magari puoi convincere quelli dell’alce nero! – da tempo mi sono accorta che è un’azienda molto seria……nel’attesa faccio col mio metodo personale; due pezzetti di cioccolato bio+un presina di uvetta…..amalgamare in bocca…..mmmmhhhh!!!!!!
@sabine: ciao cara e grazie infinite per i complimnetnti! No, che io sappia non c’è nessuno che produca cioccolato con dentro l’uvetta. E dimmi che tipo di cioccolato usi per l’abbinamento (quale percentuale di cacao)? E l’uvetta la fai ammollare prima? Dimmi dimmi che può darsi che io in futuro ti possa stupire con qualche effetto speciale :-))
@matteo giannattasio e loretta: correggo subito l’imprecisione!!!
ohhhh @Loretta, non sono sofisticata come te: prendo un buon cioccolato bio….p.es anche al latte con nocciole intere (Vivani…buonissimo) oppure un fondente buono; l’uvetta bio cosi com’è (non ho mica il tempo per metterla in ammollo)….poi tutto insieme a gustarmelo (in realtà è la solita storia del’imprinting-ne mangiavo spesso da bimba, sai quella famosa quadrata) !!!
Ciao Loretta,
ma le tue preparazioni possono essere degustate a Genzano?? Voglio dire, hai un’attività commerciale o la tua è solo passione? :-))
@Fab: è incredibile come la vita presenti sempre delle sorprese… in questo momento sto lavorando proprio per fare in modo che la mia passione diventi un lavoro e che tutti coloro che cercano il cioccolato in versione pastonudista (leggasi consapevole, senza pesticidi e concimi chimici, con bassimo impatto ambientale, etc. etc. etc.) possano farlo liberamente… e mi ti presenti tu con la tua domanda.. e io che cercavo un segno del destino!
Grazie per avermelo fornito :-)
La risposta è: per ora no, ma presto si, se tutto va come deve andare…
Sono contenta :-))…. allora tienimi aggiornata che ti verrò subito a trovare, anche perchè non sono distante da te!! Mi piacerebbe imparare a lavorare il cioccolato, proprio per fare creazioni in stile “pastonudista”, come dici tu. Peccato che i miei tentativi siano miseramenti falliti… Ciao e a presto
Grazie Fab, sicuramente verrai a sapere quando aprirò i battenti :-) In che senso i tuoi tentativi sono miseramente falliti?!?
Ho provato il temperaggio per fare dei cioccolatini. Ho comprato gli stampi rigidi in policarbonato…. ma non sono riuscita a staccare i cioccolatini una volta pronti :-(( Probabilmente non ho eseguito il temperaggio nella maniera corretta!! Ho letto che non è poi così semplice, occorre evitare che il vapore dell’acqua in ebollizione entri in contatto con il cioccolato e poi bisogna anche avere a disposizione una lastra in marmo per far si che il cioccolato raggiunga la giusta temperatura in breve tempo…. alla fine ho desistito.
Per ora mi sto dedicando nuovamente ai lievitati…. cercando di rientrare in possesso di un po’ di pasta madre per ricominciare a sperimentare le ricette di questo forum. Vorrei riuscire a panificare solo con farine speciali e senza l’utilizzo del lievito di birra.
Ciao a presto :-))
Accidenti Fab scusami, ma il tuo commento mi è proprio sfuggito!!! Chiedo venia…
Temperare il cioccolato non è così semplice, ma non è nemmeno così difficile come lo dipingono… è una questione di attenzione ed esperienza e non richiede necessariamente un piano di marmo, dipende… non so dove vivi tu, ma sicuramente temeperare ad agosto, a meno che tu non abbia un locale climatizzato, secondo me risulta impossibile per via della temperatura esterna che sicuramente supera i 30°.
Comunque mi riprometto di pubblicare un post sul temperaggio, spero di riuscirci…
x un cioccolato ‘ORIGINALE’ lavorato con la tecnica antica visistate qs sito: http://www.anticadolceriarizza.it/cioccolato.htm