A guardare i foodblog americani in questo periodo pare che il purée di zucca cresca sui marciapiedi; prendi due cups di purée di zucca, mettici un cup di purée di zucca inscatolato, aggiungi il purée di zucca qua, mettilo là; una cosa indispensabile come per noi l’aglio o il prezzemolo, che giri l’angolo e te la trovi davanti.

purea di zucca

Io però il purée di zucca mica l’ho mai visto in giro da comprare qui da noi o.O E sì che ci si fanno un sacco di cose interessanti: alle brutte brutte brutte lo usi per farti una vellutata con le patate, ma se ti dice giusto ci fai cose di cui si parla un gran bene, come la pumpkin pie (qui quella di Sigrid, che da qualche tempo vive a NY) che devo assolutamente provare prima o poi (poi). E se non vi va di preparare né l’una né l’altra potete sempre fare un salto su Epicurious e testare uno di questi meravigliosi 25 modi per usare un barattolo di purée di zucca :-D

Che poi pure se in un mondo perfetto esistesse un ottimo purée biologico in barattolo di vetro (ormai qua manco le lattine usiamo più, quelle non rivestite perché se ho ben capito sono di alluminio, quelle rivestite peggio mi sento, rivestite di cosa? No no no), un pastonudista, diciamocelo, una cosa del genere se la fa in casa in quattro e quattr’otto.

E così mi sono messa in rete e ho pescato un po’ di suggerimenti molto interessanti qua e là, come il tipo di zucca che è meglio usare e qualche accorgimento per non fare casini (ché io sono specializzata in casinità). La ricetta più interessante che ho trovato è stata questa, ovviamente su un blog americano.

Intanto leggendo il post (e altri, come questo) ho capìto che non tutte le zucche vanno bene per questa preparazione: ci vuole una piccola sugar pumpkin, che se ho ben capito viene chiamata anche “pie pumpkin”, o al limite una butternut squash, ma assolutamente non una “jack-o’-lanterns” (quelle che vengono intagliate per la notte di Halloween), perché anche se sono splendide, pare siano le peggiori da arrostire e mangiare.

Poi gli americani fanno anche una differenza netta tra “squash” e “pumpkin”, e tra summer squash e winter squash, ma non c’ho capito niente (e secondo me non ci capiscono nulla nemmeno loro); la differenza ha qualcosa a che vedere con l’estate e l’inverno, se qualcuno di voi vive in america per favore mi illumini perché io mi sono arresa.

pumpkin puree fatto in casa

Ad ogni modo, bando alle ciance, perché tanto da noi le zucche si chiamano in un modo diverso e sono proprio diverse anche come tipo; io inizialmente ho usato una zucca lunga che avevo adottato al bellissimo mercato bio della scuola (di cui vi parlai qui), che adesso si fa ogni terza domenica del mese, ma quando l’ho cotta ho capito che non poteva proprio andar bene, perché era tanto acquosa e fibrosa. Ho ripiegato (si fa per dire) su una meravigliosa zucca Hokkaido, anche detta Potimarron o zucca castagna (per gli inglesi dovrebbe essere la Gold nugget Squash), che ha pochissima acqua e una consistenza pastosa, oltre ad un sapore ottimo.

differenze tra le varie zucche

Per farvi capire il concetto ho scattato una foto alle due polpe di zucca in “colatura”: guardate che differenza tra la hokkaido (a sinistra) che ha perso solo qualche goccia di liquido e quella lunga (che non ho idea che tipo di zucca sia, sembrava un cigno color salmone da cruda :-D), che ne ha perso tantissimo ed è rimasta comunque acquosa. Comunque vabbeh, il mondo delle zucche è infinito (guardate qui!), e ci vorrebbe un blog solo su di loro; a noi basti sapere che le zucche non sono assolutamente tutte uguali. Ogni ricetta ha bisogno di una zucca diversa, ad esempio non mi sognerei mai di preparare la
pasta e zucca napoletana con la zucca che ho usato stavolta, sarebbe orribile :-P

pumpkin puree

Io anzi con il senno di poi forse il purée (quello della zucca giusta) lo farei giusto scolare un po’ più tempo: se guardate la foto sopra vedete che è ancora un po’ umido rispetto a quello del post che vi ho linkato, e ovviamente più acqua c’è dentro e meno tempo si conserva. Ma per essere la prima volta mi ritengo molto soddisfatta; adesso devo solo decidere come utilizzarlo (e ricordatevi che se i semi sono belli ciccioni potete tostarli per sgranocchiarli quando vi pare – ottimo antistress secondo me).

pumpkin puree homemade

Bene, a questo punto mi sembra di avervi raccontato tutto; ah no, dimenticavo di dirvi che ho visto su qualche sito che il purée che ottenete può essere benissimo surgelato (dovrebbe durare circa un anno così); ho visto che molti usano delle bustine di plastica trasparente, ma personalmente, visto che sto facendo un’estenuante lotta alla plastica (che purtroppo è comodissima) lo metterei in vasetti di vetro, tanto all’occorrenza bisogna comunque scongelarlo quindi non vedo il vantaggio di usare un materiale così inquinante e non so quanto riciclabile.

zucca hokkaido

Ultima raccomandazione prima di lasciarvi alla ricetta: mi raccomando non gettate il liquido che cola dalla zucca; potete usarlo per una vellutata, per un risotto, una zuppa, per dare sapore al riso o allungare qualsiasi fondo di cottura vi venga in mente. O al limite scaldatelo, salatelo e bevetevelo così, è ottimo e buttarlo sarebbe veramente un peccato :-)

Ingredienti:
1 piccola zucca hokkaido (o una zucca poco acquosa)
sale marino integrale (opzionale)
spezie o erbe a piacere

Preriscaldate il forno a 190°C in modalità statica. Lavate la zucca, toglietegli il peduncolo, asportate i semi e tagliatela a metà o in quarti, senza togliere la buccia, e posizionatela su una teglia di ferro, con la buccia verso l’alto.

Fate arrostire la zucca circa un’oretta, fino a quando non sarà facile infilare la forchetta nella buccia, poi toglietela dal forno e lasciatela intiepidire (forse facendola raffreddare nel fondo si asciugherebbe un po’ di più? La prossima volta provo). Quando riuscirete a maneggiarla asportate la polpa dalla buccia con un cucchiaio e mettetela in un passaverdure.

Passatela come se non ci fosse un domani (voglio un passatore di verdure a còttimo), poi prendete la polpa ottenuta e mettetela a colare in un colino foderato con un panno molto leggero (secondo me per la hokkaido va bene anche senza panno). Coprite e mettete tutto in frigo per una notte (o almeno per qualche ora).

Trascorso questo tempo, recuperate la polpa, se volete aggiungete un po’ di sale e le spezie che preferite, e mettetela in un vasetto di vetro sterilizzato, con un coperchio nuovo, come quando fate la marmellata o qualsiasi conserva. Preparato così, se è molto asciutto e con un po’ di sale, dovrebbe durarvi in frigo almeno una decina di giorni (più acqua rimane dentro più velocemente fermenta).