La mia evoluzione personale (come la mia curva di apprendimento) è sempre stata apparentemente leeeenta, molto simile a un’interminabile stasi mortale; poi quando meno me lo aspetto, trac!!! la svolta decisiva. All’improvviso un numero imprecisato di cose e avvenimenti si combinano insieme a formare un quadro precisissimo, e scatta il cambio di pelle, immancabilmente preceduto da sogni ancora più strani dei sogni strani che faccio di solito.
Premetto che se siete riduzionisti, illuministi o insomma disposti a credere solo a ció che è tangibile e provato, vi conviene smettere immediatamente di leggere, a meno che non vogliate farvi quattro risate scomposte davanti al monitor.
E insomma sempre più spesso ultimamente testa e stomaco mi sorvolavano concetti come memoria dell’acqua, animali felici, piante rigogliose che ascoltano musica classica alla luce del giorno e ortaggi tristi e senza sapore cresciuti asetticamente senza il calore del sole e senza terra (o dentro una terra poco accogliente); persone piene di energia, forti e sane, e persone scariche, stanche e malate; e poi un sacco di altre cose che apparentemente non c’entrano ma che sono collegate tra loro sotterraneamente come tutto è collegato, come noi stessi – grazie al cielo – lo siamo.
Energia. Qualcosa che si trova nell’acqua, negli animali, nelle piante, nell’aria. E ovviamente nel cibo che mangiamo. Quando è vivo, quando non è stremato, mummificato, triste, distrutto, sconvolto, stanco morto.
Qualcosa che oltretutto pare possa essere, almeno in parte, ricaricata (e il tassello preghiera prima dei pasti acquisisce improvvisamente un significato che non avevo mai trovato), e che quindi pone la parte animistica del cibo sullo stesso piano di quella fisica, e anzi ai miei occhi interseca i due piani tra di loro in un’illustrazione colorata e complessa (gli acidi ce li ho da sempre in dotazione naturale).
I vari pesticidi e concimi e ormoni e tutti gli espedienti per far crescere cose e animali più in fretta, più semplicemente (per noi), più gonfi, più tutto quello che fa comodo a noi, e però violentano la terra e i suoi abitanti quelli innocenti, tutte queste cose ci nuocciono a doppio binario: sul piano fisico, perché si concentrano nel nostro organismo che fa una fatica boia a buttarle fuori (quando ci riesce) o le accumula in attesa di smaltirle in tempi migliori (se mai ce ne saranno), e sul piano energetico, perché invece di assorbire il sole, la forza, i colori, la terra grassa e umida, il vento e il lavorio – a volte molesto, ma sempre sensato – degli insetti, assumiamo le luci al neon dei capannoni, il dolore degli animali trattati come oggetti, lo stress delle piante costrette ai lavori forzati.
Cosa possiamo assorbire da tutto questo? Rabbia, immagino. Fastidio, incredulità, sterilità, debolezza, malattia.
A prescindere dall’etica, come facciamo a sapere che mangiando la carne di un pollo che ha sofferto tutta la vita atrocemente non assorbiremo la sua sofferenza, che una piccola parte di lui non passerà a noi e non indebolirà la nostra energia, già provata da arrabbiature, delusioni, difficoltà contingenti nostre e di chi ci sta accanto?
Nutrirmi con alimenti coltivati senza pesticidi (e quindi circondati da insetti e da tutti gli altri amici loro), senza ormoni (e quindi lasciati crescere al loro ritmo normale), senza concimi (e quindi cresciuti in una terra fertile, morbida e piena di humus) non serve soltanto a non assorbire noi stessi queste sostanze, ma soprattutto a nutrirmi di amore, tranquillità, rispetto, del normale e sereno fluire delle cose, e a diventare così io stessa un essere equilibrato e calmo.
E per forza la gente è arrabbiata, stanca, triste, e per forza spesso dalla gente traspare un’energia vitale flebile e incerta, quando mangia cibo non vitale, cibo senza vita. Abbiamo un bisogno immediato – e ormai improrogabile – di piante colte da poco, pochissimo, magari appena colte, e di animali felici, rispettati, vitali. Ooooohhh. L’ho detto. E adesso lapidatemi.
A (casuale) corollario di tutto ciò vi trascrivo una ricetta che mi ha insegnato la mia amichetta del cuore, che ogni tanto passa come per caso da lui, e ogni volta esce con un cartoccio *molto* interessante, e molto più economico di quanto possiate immaginare.
La milza può far storcere il naso, se non la si conosce. Fortunatamente invece anche i grandi chef la stanno riscoprendo: l’ho vista su Luciano Pignataro in un gelato salato (!) e in versione imbottita, e non dimentichiamo che in Sicilia si usa da sempre nel pani ca’ meusa (che non ho mai assaggiato purtroppo) e che i Toscani, che in quanto a cibo hanno molto da insegnare, la spalmano anche loro sul pane da secoli (guardate da Giulia, no?).
Insomma, vale veramente la pena di provarla. Comincerete guardandola con sufficienza e finirete tirando su dal piattino le ultime briciole con il dito. E pensare che la milza di solito finisce nella spazzatura. Chi è che aveva detto che al mondo non c’è abbastanza cibo per tutti?
Ingredienti:
una milza di vitellone felice
uno spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva
due filetti di acciuga
due foglie fresche di alloro
sale marino integrale
pepe in grani (facoltativo)
peperoncino piccante (facoltativo)
pane fatto in casa come se piovesse
Per prima cosa stendete davanti a voi la milza, ben appoggiata al tagliere, non come nella foto qui sopra dove l’ho messa “in posa” (munitevi di grembiule perché è facile sporcarsi); prendete un coltello ben affilato e tagliatela a metà in senso orizzontale, in modo da aprirla a libro.
Prendete un cucchiaio, o una lama piatta poco affilata (o il retro di un coltello), e grattate via la polpa dalla pelle; mettetela da parte in un piatto.
Fate dorare leggermente lo spicchio d’aglio schiacciato in una padella con il fondo coperto d’olio (abbondate, ce ne vuole un po’). Sciogliete i filetti di acciuga nell’olio caldo fino a quando non saranno completamente disfatti; a questo punto aggiungete la milza e l’alloro, e mescolate continuamente fino a quando non si formeranno dei grumetti.
Ci vorranno pochi minuti. Appena la milza avrà un sapore e un profumo strepitosi salate, pepate e aggiungete se vi va un po’ di peperoncino.
Spalmate abbondantemente sul pane tostato. È molto (molto) buona anche tiepida.
@ Izn,brava,brava,brava! Perché dovremmo lapidarti? Scusa, oggi sto scrivendo molto, ma sono bloccata da un mal di schiena terribile, e leggere il pasto nudo mi piace troppo…La tua affermazione sugli animali felici e’ fantastica! Sono molto meno animista di te, ma penso che rispettare gli esseri viventi ci faccia essere civili.Quanto alla frutta e verdura appena colta, beh il suo sapore e’ ineguagliabile, e poi non si riesce piu’ a mangiare quella in commercio ( motivo per cui, vivendo in Lombardia, d’ inverno mangio pochissima verdura) . I tuoi crostini alla milza riusciro’ mai a farli? Non sono cosi’ brava. Perché non fai un catering con vendita su Internet? Sarei la tua più fedele cliente! Buona giornata, Graziella
ciao! mi scuso in anticipo se le mie parole possono apparire polemiche, credimi non lo sono, ti seguo da tanto e ammiro quello che fai ma mi chiedo: un vitellone può essere felice di essere allevato per diventare un pasto? lo dico perchè nel momento in cui mi sono preoccupata della sofferenza degli animali che normalmente vengono allevati per diventare cibo, non sono riuscita più a mangiarli (sono vegana da circa 1 mese). tu ci hai mai pensato? davvero basta pensare che abbiano pascolato felici per riuscire ad accettare che vengano uccisi per arrivare nei nostri stomaci? mi interessa la tua opinione. grazie per una tua risposta.
Pina
@Graziella Carnevali: Eh, perché quando parli di energia vitale alcune persone diventano molto aggressive (non sono tanti quelli che accettano ciò che non è tangibile e razionale)!
Guarda che i crostini sono di una facilità inimmaginabile! Ci vorranno al massimo dieci minuti per prepararli, prova!
Per il catering… prima o poi, eheheh :-) Pensa che ho già pensato al nome eventualmente (suggerito dalla pulcina)!
@pina: non ti preoccupare pina, capisco perfettamente la tua obiezione.
Ovviamente nessun animale può essere felice di essere ucciso per essere mangiato; quello che volevo dire è che chi mangia ancora carne (come anch’io per adesso) è importantissimo che almeno lo faccia in modo consapevole, cioè consumandone poca, e senza scartare il quinto quarto (così vengono uccisi meno animali), e proveniente da animali che almeno sono stati felici *in vita*, e non sono stati allevati solo allo scopo di essere mangiati (cioè nei lager che ormai quasi tutti ben sappiamo), ma con amore e rispetto.
Ammiro molto le persone che riescono a fare la scelta vegetariana, ma credo che ci si arrivi piano piano, e che non sia adatta a tutti, magari per una questione di evoluzione spirituale, o anche per questioni prettamente fisiche.
@ Izn. Che bella notizia (l’ eventuale catering, dico). Quanto alla ricetta – facilissima, tu la fai facile, appunto ( come il prof., con i suoi biscotti) . Perché sei appassionata di cucina, e organizzata (sara’ il pianeta vergine, anche mia madre era così). Ma io sono incasinata e dello Scorpione, dunque mi si presentano cotali difficoltà:
1) Dove cavolo prendo una milza felice ? ( Il mio ex produttore di carne felice vicino di casa ha smesso di produrre, gli e’ girata cosi’ e ancora non so perché)
2 ) Ammesso che capisca dove trovarla devo andare a prenderla, e oggi davvero non me la sento ( anche far la spesa a volte mi mette di pessimo umore)
3) Superati i punti uno e due devo toccare la milza e non posso proprio, davvero, per questo sto cercando-di-diventare -vegetariana-senza-riuscirci
4) Mentre cucino sarebbe necessario che nessuno mi telefonasse/suonasse il campanello/ abbaiasse o miagolasse, ovvero mi distraesse perche’ essendo già distratta di natura combinerei pasticci inenarrabili ( già combinati, bruciare tutto e ‘ proprio la cosa piu’ frequente in casa mia).
Ecco perché aspetto con ansia che qualcuno mi cucini come Dio comanda, io mi impegno a lavorare di piu’ per pagare l’ opera…
I crostini di milza qui in Alto Adige sono una consuetudine. Ma si preparano un po’ diversamente e, soprattutto, si degustano nel brodo. La milza, mescolata a burro, uova e spezie viene spalmata sufette sottili di pane raffermo e poi fritta. Dopo averla tagliata a fettine si versa del brodo molto caldo e si aggiunge tanta erba cipollina In tedesco si chiama hochzeitsuppe e cioè zuppa di nozze. Io non la mangio in quanto vegetariana, ma quando non lo ero mi piaceva molto. Guten Appetit!
P.S. Finito di cucinare il tutto bisogna lavare i piatti, pulire la cucina ecc., altra cosa che odio. Preferisco spazzolare il mio cane – puledro, zappare l’ orto, ramazzare la veranda esterna ecc. Infatti la signora che una volta la settimana viene da me a pulire e’ contentissima: mentre lava i piatti e fa la polvere io, vestita da contadina russa, svolazzo con la scopa di saggina, apro e pulisco la cuccia del cane, spalo la neve, lavo il garage. Insomma, vedi l’ urgenza del catering…
Mi unisco al pensiero di pina. Sono vegetariana da 4 anni e sto benissimo. E aggiungo una cosa per izn. Tu dici che “assumiamo le luci al neon dei capannoni, il dolore degli animali trattati come oggetti”, ma mangiando carne degli animali, anche ammesso che siano stati allevati all’aperto felici per tutta la vita, al momento di ucciderli per mangiarli non pensi che abbiano comunque provato dolore? E paura? Non pensi che insieme alla loro carne assumiamo comunque tutte le loro emozioni, dolori, paure (perchè sono esseri senzienti a differenza delle piante)? E poi, capisco essere “flexitariani” (ho letto il tuo post in proposito) e in linea di principio sono d’accordo. Capisco che uno mangi poca carne magra giusto per il ferro o che so io per le proteine (anche se posso testimoniare che senza le proteine e il ferro della carne si vive benissimo, anzi meglio), ma la milza… non è molto grassa? Come tutte le interiora di animali?
Scusa izn, leggo adesso la tua risposta a pina. Però rimane la mia domanda sulle interiora di animali… se è salutare mangiarle. Grazie
@Izn grazie per la tua risposta. la mia non è stata una scelta ma un obbligo, mi speigo: quando ho aperto gli occhi su determinate cose (sia etiche che di salute) non sono più riuscita a chiuderli!
a presto
@Giulia bentrovata
@izn: amichetta del cuore :-) che bello!
Comunque quoto quello tutto ciò che hai scitto, la chiamerei “felicità transitiva degli elementi” ;-)
mmm…. “quello tutto ciò che hai scritto”?!?!?… certe volte sembro dislessica!
@giulia e pina: rileggendo i commenti mi viene istintivo porre una domanda, che può sembrare provocatoria, ma che in realtà è del tutto speculativa: siamo proprio sicuri che le piante non siano esseri sensienti? Io non ne sono affatto certa, anzi…
@Loretta. Ma le piante a differenza degli animali non hanno il sistema nervoso! Quindi non provano sentimenti o emozioni! Magari “sentono” il caldo o il freddo o il vento e la pioggia ma finisce lì…
@Graziella Carnevali: Su questo hai ragione, non è sicuramente una cosa semplice da trovare, una milza felice. Spero attraverso il blog di conoscere sempre più allevatori onesti e coscienziosi, in modo da poterveli segnalare.
Cos’è che ti dà fastidio di toccare la milza? Un paio di guanti di lattice risolverebbero il problema? :-)
Adoro gli scorpioni! Avete un carattere terrificante, con enormi alti e bassi, ma siete affascinanti da morire :-))) E poi, quell’interesse morboso per l’occulto… :-)
Per quanto riguarda l’aiuto, mi sa che sei come me… zac mi dice sempre che noi due abbiamo bisogno di una moglie (tipo la mami di via col vento, che ne diciii?).
Comunque ho capito il messaggio subliminale!! devo venire a cucinartela a casa la milza!! :-))
@Rosella: ti pregoooooo… voglio la ricetta! La faccio, la faccio!! Solo a sentirtene parlare sono rimasta ipnotizzata :-))
@Giulia: No, le interiora non sono particolarmente grasse. A parte che ci sono molti tipi di interiora (cervello, fegato, rene, cuore, polmone, milza, stomaco e trippa – insieme al pancreas, il timo e le ghiandole salivari che vengono chiamate animelle) ed ognuna ha le sue caratteristiche particolari, nutrizionalmente parlando.
Secondo la bioterapia nutrizionale, in generale le interiora rispetto alla carne sono più ricche di ferro (soprattutto il fegato e la milza, che tra l’altro sono gli unici alimenti di origine animale a contenere vitamina C biologicamente attiva). Inoltre sono molto ricche di proteine.
Forse giusto cervello e schienali sono un po’ più ricchi di lipidi e di colesterolo (e per questo sono utili – diversamente – in alcune particolari patologie e poco utilizzabili in altre). Il rognone se viene privato del grasso esterno non è particolarmente grasso; è ricco di sali minerali, fosforo e ferro e ricchissimo di selenio. Fegato e soprattutto cuore sono poco grassi, e anche la trippa stranamente è pochissimo grassa. Non mi viene in mente nessun tipo di frattaglia veramente grassa.
Ad ogni modo il grasso della carne, come tutti i grassi, è importante mangiarlo se non si esagera; anche i grassi servono a tante cose, ad esempio a metabolizzare le vitamine, che sono liposolubili (fai caso alla pelle di chi non mangia nessun tipo di grasso: è spenta, opaca, spesso con tante piccole rughette).
Naturalmente Elena saprebbe essere molto più particolareggiata di me, che parlo da profana :-)
Per quanto riguarda le indicazioni nutrizionali, ne hanno tante, diverse a seconda del metabolismo individuale. Parliamo sempre di animali che non sono stati bombardati con farmaci, ormoni e altro, ovviamente.
Per quanto riguarda l’uccisione, anche lì ci sono molti modi perché sia il più veloce e indolore possibile, e quella è sicuramente una delle cose sulle quali informarsi quando si visita un allevamento o si acquista la carne (lo so, sembra estremo… ma secondo me non lo è affatto).
@pina: Ti capisco perfettamente. Prima o poi succederà anche a me (e speriamo che zac non mi uccida) :-/
@Loretta: Ma sai che mi chiedo sempre esattamente la stessa cosa!!?? Chi dice che a modo loro le piante non soffrano e gioiscano? Come al solito siamo gemelle astrali! :-)
Eccola qua! 1 milza, 2 uova sicuramente felici, 60g. di burro, prezzemolo, maggiorana, buccia di limone tritata, sale, pepe, delle fettine di pane raffermo e naturalmente del brodo di carne, erba cipollina.
Gratti la milza, aggiungi il burro morbido e i tuorli d’uovo e alla fine gli odori. Poi monti a neve le chiare e le incorpori alla massa. Su metà fette di pane sottili, circa 1/2 cm spalmi questo impasto e lo ricopri con le altre fette e poi le friggi in olio. Una volta fritte le fai raffreddare e poi le tagli in strisce lunghe 3-4 cm. Le metti nel piatto e ci versi sopra piano, piano del brodo bollente. Per finire tagli dell’erba cipollina (io uso le forbici) e la spargi nel piatto.
Fammi sapere!!!!
@izn: Molto interessante e stimolante questo post; personalmente non potrei mai mangiare la milza (per mille motivi…) da bambina ci davano a pranzo una volta per settimana il fegato (fritto in padella di ferro con cipolla e fette di mela… eh già; le mele!! siamo in germania)… Mi piaceva moltissimo e sempre c’era di contorno il purè di patate.
Sono molto d’accordo sul fatto che quando si decide di mangiare la carne è bene mangiare veramente tutto ciò che è commestibile: 1) per non sprecare nulla e 2) per mangiare più equilibrati; le interiora sono a pH alcalino e ricchi di minerali ed oligoelementi… quindi compensano gli acidi delle parti muscolari (amminoacidi).
Se dessimo ad un leone solo le bistecche e il filetto della zebra sarebbe presto un malato cronico e pieno di reumatismi… pure perderebbe la bella chioma (oseerviamo in occidente quanti uomini -leoni o meno- sono nelle medesime condizioni). Invece lui mangia pure i visceri, le ossa, l’intestino (pieni di erba già fermentata essendo la zebra un erbivoro)… insomma ci lascia ben poco agli avvoltoi!
Solo l’animale intero è un cibo equilibrato; yin-yang(visione oriente)… acido-base (visione occidente)
@giulia, pina, loretta: guardate questo bell’articolo che parla del sistema nervoso delle piante; il libro citato (bestseller di decenni fà) è assolutamente consigliabile :-))
@Izn, fantastico, una mamii…(non schiava, naturalmente). Ma non posso permettermela, così vivo felice nel mio casino ( e invito anche te a farlo, cucina a parte, naturalmente, che ormai e’ lavoro per te).
Io invece anche in cucina. Risparmio il mio ufficio – studio, che’ nel lavoro non posso transigere.
Intanto, dopo aver letto il post di Giulia ho finalmente e definitivamente deciso di non mangiare piu’ carne: l’idea del loro dolore quando si accorgono che li uccideranno mi strazia. Senza contare che qui i contadini che allevano all’aperto i polli poi mica stanno tanto a guardare come li ammzzeranno, e vi risparmio i particolari, infatti i loro non li mangio. Da anni prendo solo carne di mucca adulta perché il veterinario mi ha detto che nei macelli le uccidono in modo assolutamente indolore ma penso sia meglio evitare anche quello… Tanto, Izn, hai comunque un sacco di belle ricette senza carne, e sono le più facili tra l’altro da fare. Almeno credo. Gli Scorpioni non sono mai sicuri di nulla. Comunque e vero, abbiamo un carattere terrificante (non sempre però dai) e tendiamo a dire ciò che pensiamo (almeno io) pero almeno siamo limpidi. Ma che, ti intendi di astrologia? Mi faresti il quadro astrale (si dice così)? Io in cambio mi intrometto in altri blog e parlo del tuo, ovvero ti faccio pubblicità, ti va?
@izn: le vitamine liposolubili lo sono solo o meglio nei grassi animali oppure anche l’olio d’oliva funziona?
La ricetta è squisita, la foto pure!
@giulia: non credo che possiamo ridurre il mistero del “sentire” alla presenza del sistema nervoso… credo che ci sono infinite cose che l’uomo non ha compreso né è vicino a comprendere. Il discorso riguardante l’energia negativa e positiva che izn ha fatto in questo post non è certamente una faccenda di sistaema nervoso. Hai mai letto “La vita segreta delle piante” di Peter Tompkins, Christopher Bird e A. Carrer? E’ un testo poco moderno e a tratti discutibile che però lascia intravedere un mondo che neanche immaginiamo… io non credo proprio che il cosidetto pollice verde sia una questione di abilità scientifica nella coltivazione, penso che abbia molto a che fare con l’intesa tra l’essere umano e la pianta… se devo dare retta al mio “sentire” qualcosa mi dice che qualsiasi elemento di questo universo “sente” i campi energetici, compresa l’acqua di cui senz’altro qualcuno potrà parlare più approfonditamente di me…
@Loretta: e’ vero, non possiamo ridurre il mistero del sentire solo al sistema nervoso, e sono anch’io d’accordo con Izn sull’energia. La natura, tutta, sprigiona energia e, quando e’ positiva, come qui in campagna, cura.
A me basta una passeggiata in mezzo alle piante, ti farle, curarle, per sentirmi meglio (certi grossi dispiaceri li ho superati anche abbracciando meravigliose querce), e gli illuministi razionalisti puri ridano pure, non sanno cio’ che si perdono. Potrei “occupare” una pianta centenaria di qui, se decidessero di tagliarla.
Diverso pero’ e’ il discorso degli animali, almeno per me. Loro hanno qualcosa in piu’, e solo chi li ha in casa puo’ capire. Provano sentimenti uguali ai nostri (alcuni diversi, ma mai inferiori), si relazionano con noi, se solo abbiamo la sensibilità di trattarli con rispetto e amore, capiscono tutto. Io li amo incondizionatamente, mi danno forza, mi aiutano a vivere, posso equipararli a dei figli (lo so, lo so cosa diranno i conservatori della maternità unica), per questo faccio più fatica a mangiare la carne piuttosto che l’insalata.
Per questo non riesco a toccare la milza, il fegato o la lingua: non e’ una questione di schifo, ma sono così vive queste parti del loro corpo che mi fanno impressione. Il mio ex marito diceva che sono ipocrita: perché una bistecca di manzo si e il coniglio e il cavallo no, mai? E’ vero, ma il coniglio e il cavallo sono animali di affezione, di compagnia, la mucca e la gallina no. E neppure la verza, nonostante il suo sistema nervoso. Anche se ora, nel mio percorso personale, mi sento pronta a non mangiarne davvero più di carne, ma questo, appunto, e’ un percorso personale.
Invece, rispettare questi amici dell’uomo, non maltrattarli mai e non farli soffrire quando li si uccide deve diventare un’abitudine collettiva in una società civile e degna di questo nome. Purtroppo in Italia anche su questo siamo molto in ritardo, mi sembra.
@Loretta. Non credo che le piante siano dei meri “oggetti” inanimati, assolutamente! Le piante hanno la Vita e una loro forma rudimentale di sensibilità senza dubbio, che però non è certo evoluta come quella degli animali. Sono d’accordo con te che tutto l’universo in qualche modo “sente” ma concorderai che ci sono diverse gradazioni…
P.S. Izn, help, il mio post e’ pieno di errori causa fretta e metabolismo mattutino lento, come lo correggo? Pensavi mai di avere una tale rompiscatole che scrive sul tuo blog? Scusa…
@Graziella: sono d’accordissimo con te! E aggiungo tra parentesi: mio padre, a 65 anni non mangia carne da quasi un anno e sta benissimo! E non ne sente più il bisogno. Il colesterolo si è abbassato e ha perso qualche chilo che aveva in più. La molla per lui è stato il suo amore per gli animali. Per adesso continua a mangiare pesce, ma va benissimo così! Sono orgogliosa di lui perchè ad una certa età non è facile cambiare le proprie abitudini, ma quando si fanno certe scelte consapevoli, a prescindere dall’età, poi si vive meglio.
@graziella: non vorrei che fosse passato il messaggio che gli animali possono soffrire, ASSOLUTAMENTE NO! Questo giusto per porre fine a qualsivoglia dubbio… condivido quasi completamente il tuo intervento, a parte il discorso dei figli, non so se ne hai, ma un animale non può essere la stessa cosa e non perché non è un essere umano, ma semplicemente perché non lo hai “creato” tu (consentitemi il verbo non adatto) non può essere lo stesso legame, volente o nolente.
@giulia: concordo assolutamente che ci sono delle diversità evidenti e posso spingermi anche ad affermare che forse le piante “sentono” con un’intensità minore degli animali (ma ripeto che non possiamo saperlo…). Ad ogni modo, mi chiedo: qualsiasi sia la gradazione del “sentire”, come possiamo decidere che a minore gradazione corrisponde un nostro maggior diritto di provocare la morte o il dolore?
Io rispetto assolutamente le scelte vegane e vegetariane, esse sono per l’appunto un percorso del sentire individuale e non mi sognerei mai di giudicarle, non sono però d’accordo che la scelta vegana o vegetariana siano evolutivamente più “avanti” di quella flexitariana; credo che siano semplicemente un modo di stare al mondo. Pertanto non penso (come si intuisce da alcuni degli interventi) che prima o poi ci si arrivi, come se fosse un traguardo da raggiungere per essere migliori.
Il ciclo della vita include anche la morte, argomento tabù nella nostra società di uomini onnipotenti, e non è che una tappa della trasformazione, uno stato, anche quello.
Credo che il punto centrale della faccenda sia il rispetto. Bisognerebbe mangiare quello che ci è necessario (come tutte le altre specie esistenti nell’universo) e che sia derivante da animali o da piante bisogna avere rispetto di quella vita che viene sacrificata per il nostro sostentamento. Per questo quello che ha scritto izn riguardo alla “felicità” ha un enorme valore.
Purtroppo siamo scollegati dalle vite che vengono sacrificate per noi che siano esse begetali o animali. Quasi nessuno di noi alleva gli animali che mangia e qualcuno, raramente, coltiva le piante che poi finiranno sulla propria tavola. Farlo resituirebbe molto del senso alle nostre tavole. Non so se avete presente Avatar… è un mondo fantastico, ma il rispetto per la Natura tutta che ha il popolo Na’vi è esattamente il punto da dove dovremmo ricominciare…
Scusate la filippica…
@Giulia, grazie! La solidarietà aiuta, perché e’ dura per una che e’ cresciuta a cotolette…cercherò qualcosa d’ altro di saporito da friggere.
@Graziella: guarda, mio padre dice che l’unica cosa che gli manca sono le cotolette! Ma quando ne ha voglia le fa di melanzane o al massimo con una fetta di pesce spada (vive in Sicilia dove melanzane e pesce spada non mancano mai). Consiglio da parte mia: prova il seitan!
@Loretta: Non preoccuparti, nessun dubbio sul tuo intervento.
Quanto al discorso figli e’ evidente che il rapporto con i miei cani e gatti e’ diverso, perche’ loro sono una razza diversa, ma non per questo e’ inferiore, meno arricchente o meno intenso che con un figlio. Per me. Credo che ognuno di noi, in merito, possa vivere i sentimenti come vuole. Mi lascia molto perplessa, invece, il fatto di averli “creati”: che significa, che puoi amare solo sangue del tuo sangue in un certo modo? E allora, i bimbi adottati? E’ questo che chiamo “conservatorismo della maternità”: ovvero il concetto che il sentimento di amore materno possa essere vissuto solo con un figlio creato da te. Non e’ così, e una figlia l’ho avuta, nel senso che c’e’ ma e’ adulta e, vivaddio, vive serena per i fatti suoi nonostante sia ancora giovane (nel senso che non e’ una bambocciona, o l’ avrei ripudiata). Per questo non ne parlo, e continuero’ a non parlarne, perché ora mi sento solo single e madre dei miei figli gatti-cani.
P.S: Conosco mamme che hanno partorito sangue del loro sangue e non provano nessun amore materno, ovvero sono pessime mamme ( a volte li uccidono, i figli) e altre, che non ne hanno mai avuti, ma hanno un senso della maternita’ meraviglioso e sono splendide zie, per esempio, o tate e potrei continuare…
@Izn, Giulia, Loretta, Graziella: che bel confornto, mi piace questo scambio di opinioni ma vorrei aggiungere qualcosa sul capitolo “sensibilità piante”.
Assodato che di qualcosa dobbiamo pure nutrirci (non per questo decido che è meglio la sofferenza vegetale piuttosto che quella animale), la mia scelta è nata con il sovrapporsi di due esigenze: etica e salutistica. Nessuna delle due da sola mi avrebbe portato all’alimentazione vegana, per quanto riguarda le proteine di origine animale è presto detto che vengono a coincidere i due punti, ma pur volendo riconoscere una forma di sensibilità alle piante, riconosco che la loro assunzione non mi provoca danni alla salute (parlo del biologico naturalmente) anzi è la scelta migliore!
Concludo che tale ragionamento mi ha portata ad escludere il consumo di latte ed uova (anche se provenienti da animali felici). Tali prodotti in questo caso eticamente accettabili sono comunque dannosi per l’organismo.
Forse sono stata un pò contorta ma ho scritto di getto e poi non si può spiegare in poche righe una scelta valutata per mesi, forse anche anni.
a presto
@Giulia: ok, proverò con il pesce, ma il seitan no, per favore… Piuttosto friggo il formaggio, molto meno salutistico ma almeno un po’… porcoso.
@Graziella: prova anche con fette di melanzana! Il seitan, mangiato così, come del resto il tofu, non sa di niente, bisogna saperlo cucinare nel modo giusto, ad esempio sminuzzarlo e farci un bel ragù…
@Rosella: grazie, grazie!! :-) Appena recupero tutti gli ingredienti provo. Ma la maggiorana dev’essere fresca? Per l’erba cipollina devo aspettare che ricresca, sigh!
@Sabine: come al solito i tuoi interventi li dovrei incorniciare e mettere in cucina formato 50×70! Troppo interessante questa storia del leone e degli uomini che perdono i capelli perché si acidificano! Anzi, adesso copio incolli il tuo commento e lo riposto su facebook, che questo tipo di cose devono essere diffuse!
@Graziella Carnevali: Sì sì infatti, tanti mi chiedono spesso di pubblicare ricette vegetariane, e gli rispondo sempre che ce ne sono già un miliardo qui sul blog :-)
Per il quadro astrale, non sono una grande intenditrice, ma essendo molto curiosa faccio sempre caso alle corrispondenze caratteriali tra i miei amici di un segno o di un’altro. Ad ogni modo ti serve l’ora della nascita, la sai? Poi vai su questa pagina, inserisci i dati e te lo calcola in due secondi :-)
p.s.: non ti preoccupare per gli errori, in un’altra vita ero sicuramente una correttrice di bozze, per me è una passione correggere. Avrei dovuto fare la maestra, con una bella matitona rossa in mano :-)
@camilla: ma certo che l’olio d’oliva funziona, funziona perfettamente, anzi anche meglio, immagino :-)
@Loretta: vabbeh, allora dillo che tu e Sabine vi mettete d’accordo a citare i libri! :-D
@Giulia e Gabriella: attente al Seitan, è una vere e propria bomba glutinica, se vi sente il prof…! E, Gabriella, attenta anche a friggere il formaggio (ma immagino intendevi spadellarlo) per i grassi saturi che possono formarsi (Elena correggimi se sbaglio, aiutoooo!).
@graziella: credo che tu mi abbia frainteso, come del resto è facile fare in una conversazione che non è a faccia a faccia e va avanti tramite spiegazioni scritte e protatte in un tempo lungo… vantaggi e svantaggi del web! D’altra parte ho pure usato un verbo infelice, avrei dovuto dire “generato”, ma vabbè…
Premetto che certamente ognuno può “vivere i sentimenti come vuole” e che non mi sognerei assolutamente di venirti a dire in che modo tu debba rapportarti agli animali, trovo il pensiero quasi esilarante per quanto è assurdo ;-)
E’ interessante il concetto di “conservatorismo della maternità” andrebbe approfondito, ma di certo non credo proprio di farne parte. Non intendo certo dire che si ama di meno coloro che non sono nostri figli, ma che li si ama in modo diverso. L’amore ha miliardi di forme diverse e nessuna è migliore o più arricchente o “di più” o “di meno” delle altre, se si tratta davvero di amore. Sono semplicemente e banalmente diverse. Certamente non si può dire che l’amore che Madre Teresa di Calcutta ha provato per i propri simili sia di più o di meno di quello che una madre (in pace con sé stessa) ha per i propri figli. E’ solo diverso. E potrei fare mille altri esempi.
Da un punto di vista simbolico si può parlare di cordone ombelicale… ecco quello lì non cessa di esistere mai e rende il rapporto con i figli naturali diverso. Nel bene e nel male. Citi le donne che uccidono i propri figli… pensi che lo farebbero se fossero figli di altri? Intendo dire che è proprio quel legame viscerale che rende possibile quell’atto terrificante (in questo caso quindi il legame è nel male). Sono certa che ogni donna ha potenzialmente in sé il senso della maternità, e non perché io abbia la Verità in tasca, ma perché è la Natura che lo vuole. Le donne che non riescono ad esercitarlo sono donne che sono state separate da sé stesse, che in qualche modo vivono “scollate” da questa caratteristica profondamente femminile, lontane dal cuore pulsante del proprio io. Ma il discorso è lungo e delicato e non è questa la sede più adatta, né il modo più adatto per disquisirne.
Anzi, chiedo ancora scusa per il tanto parlare e per queste menate che ogni tanto sparo…
@pina: sei stata chiarissima. Non sono un medico e quindi rispondo per quello che credo io (che non è di molto valore scientifico). Credo che non si possa dire in assoluto che le proteine animali nuociono all’arganismo. Penso che ogni organismo abbia esigenze diverse… ma qui ci vuole un medico! dove siete medici del Pasto Nudo?!?
Vista la stagione, secca, ma forse riesci a procurartene di fresca nei vasetti. Anche l’erba cipollina.
@Loretta: hai perfettamente ragione e quanto alle menate…quante ne sparo io! Credo ( come te, senza mai avere la verità in tasca) che sia il nostro modo di parlare, fra donne, e di comunicare. Anche con tutti i limiti ( e le possibilita’ pero’ , non credo che oggi io e te avremmo avuto la possibilità di incontrarci faccia a faccia davanti a una tazza fumante di caffè’) del web. Naturalmente, finche’ Izn ce lo concede.
Comunque io, essendo eretica, il cordone ombelicale con mia figlia, per il suo bene e fra mille dubbi e sofferenze l’ ho tagliato ( nel senso che cerco di non preoccuparmi per lei, lei lo sa e me ne e’ gratissima, dice che il peso della mia preoccupazione le impedirebbe di vivere felice o quantomeno spensierata) , ma l’ho immediatamente allacciato con i miei figli gatti e cani che non possono parlare altrimenti mi manderebbero al diavolo, con tutte le mie ansie…
@graziella: izn è magnanima e ci sopporta ;-) Il cordone ombelicale non è il preoccuparsi esageratamente o lo stare in ansia… è quella cosa che per esempio ci fa avvertire (sempre se siamo in contatto con noi stesse) che i nostri figli non stanno bene anche se non li sentiamo da giorni… ma valà che adesso ricomincio!! Fai una carezza a tutti i tuoi animali da parte mia, che li adoro anche io gli animali :-)
@Loretta. Eh si, lo conosco quel sentimento, lo conosco. Ormai condito ( qualche parola di cucina bisogna metterla, ogni tanto, qui) pero da assoluta impotenza e rassegnazione. Ormai mia figlia e’ ” padrona di se stessa” , così dice e dal suo punto di vista una buona mamma non si intromette nella vita di un figlio adulto. Così le ho insegnato io ( ahimè) ed ha ben recepito.
Ma basta parlare di figli ( ho appena sentito la mia e, a volte, la ucciderei, tanto per stare in tema di sentimento materno, e’ troppoo razionale e saggia per la sua eta’ ).
Izn, lo posso mangiare il formaggio fritto ( fritto, non spadellato, fritto come una cotolettissima) o no? Che cosa dice la nostra esperta?
@Giulia : mi intriga il seitan, ma non lo digerisco, mi rimane sullo stomaco tutto il giorno e, dopo aver letto i post su questo argomento nel Pasto Nudo ho capito ( non ricordo in quale sezione) e ho deciso di evitarlo.
@izn: grazie.
@medici: anche io chiederei delucidazioni sul fatto che i cibi animali siano dannosi per gli umani, definiti peraltro “onnivori” (e pure provvisti di canini) come anche altri animali del resto. Che le proteine animali non facciano bene alle mucche siamo d’accordo, ma noi non siamo erbivori. Poi se ci si sente meglio con sé stessi a non mangiarne è un’altra faccenda.
@camilla, grazie!… hai perfettamente ragione ad insistere su questo difficile e tanto discusso argomento; perché non esiste una risposta unica per tutti.
Nel mio commento sopra avevo già accennato al “leone cosi detto carnivoro” che in realtà è anche in parte minore un erbivoro (mangiando l’intestino con tanto di contenuto della zebra)…
Se andiamo vedere da vicino per esempio l’ elefante; un magnifico “cosi detto erbivoro”, scopriamo che mangia pure certi bruchi (quindi mini-bistecche se volete)… e questo non solo a caso mentre mangia p. es. le foglie di un’ albero – ma scorticando interi alberi scovando sotto i nidi di determinati bruchi appunto.
E l’ uomo con il suo (potenziale) libero arbitrio dove sta?… e qui diventa un’ atto di presa di coscienza.e si aprono tante “vie della consapevolezza” appunto.
@izn… temo che ai “dottori del pasto nudo” devi chiedere (=imporre con dolcezza come sai fare tu) un post a testa sull’argomento; cosi vediamo i vari punti di vista e apriamo una bella discussione… affinchè ognuno possa prendere le sue decisioni consapevoli.. :-).
@sabine: fantastico l’elefante che va di nose food per l’aperitivo proteico! Sarà che adoro gli elefanti, li trovo bellissimi e saggi.
Mi associo alla richiesta del pluripost a più voci sull’argomento: cibo animale=dannoso per l’uomo?
@izn, sabine, camilla: anch’io mi associo!
Accidenti! Sto senza internet per 3 settimane e mi ritrovo con un nuovo post con 540 commenti! E li ho letti tutti, eh.
La milza l´ho mangiata solo sui crostini e nella zuppa che diceva Rosella (con una esse? Che bello!), ma non l´ho mai vista dal vivo né cucinata. Un piatto tipico trentino é lo sguazét, misto di frattaglie (tra cui la milza) cucinato tipo un gulash. Una volta cibo dei poveri, ora quasi impossibile per la difficoltá di reperire le materie prime “felici”.
Io ho spesso voglia di fegato, soprattutto prima del ciclo. Spesso faccio una sorta di paté a base di fegatini di pollo ripassati in aglio, olio, prezzemolo e con l´aggiunta di erba cipollina e maggiorana, da spalmare sul pane abbrustolito. La bambina, che si ricorda della vita tedesca, mi dice che é meglio del leberwurst che compravamo lí. Che complimentone! ;-)
*Adoro* gli gnocchetti di fegato in brodo (sará la vicinanza col Sudtirol o il marito della Schwarzwald?). Illuminante il pensiero di Sabine (come sempre!): a parte il ferro e la vitamina C, credo sia anche un discorso deacidificante. Certo, se riducessi gli alimenti acidificanti sarebbe piú facile (beh, é una parola, dopo 3 settimane in Italia a forza di pane bleah e pasta e gulash e lucaniche fatte in casa ma pur sempre lucaniche ;-)).
Un solo appunto al siparietto Loretta-Graziella: io ho una figlia, ancora piccola, peraltro. Ma quel “sesto senso” di cui parla Loretta, con un po´ di attenzione e raccoglimento, lo si puó provare per tutti.
Con i figli o i familiari é piú facile (quante mamme si meravigliano della telepatia che scoprono esistere con i loro figli?), ma se ci si allontana un attimo da tutto questo baccano tipico della nostra vita moderna (telefono che squilla sempre, cellulari, internet continui, tv, tg, chiacchiere inutili etc etc) e si allontanano tutti questi rumori “disturbanti e interferenti”, non é difficile. Si “sente” di *dover* chiamare quella determinata persona proprio *quel* giorno e si scopre che non sta bene, o che la nostra telefonata l´ha consolata o fatta stare meglio.
Secondo me, invece, quello che arricchisce i genitori, é il fatto di vivere a stretto contatto con un essere umano in crescita, in fieri, ed avere la possibilitá di tornare bambino e riscoprire le sciocchezze e l´incredibile esplosione di fantasia e magia e giocositá che noi adulti spesso sostituiamo con ansie e paure. Loro pensano all´oggi, e noi troppo spesso a ieri o a domani.
Ecco, mia figlia mi sta insegnando a vivere in un modo piú divertente, in un certo senso. E questo indipendentemente dal fatto che l´abbia partorita io o meno. Ho avuto un cane per anni, da adolescente, un pastore tedesco femmina meravglioso: per la mia esperienza fino ai 5-6 anni i bambini sono mooooolto simili ai cani (la mia, verso i tre anni, diceva sempre che lei era il mio cane che si era trasformata in bambina ed era ritornato giú dal cielo, ehm, tanto per farvi capire che famiglia…): cure, affetto, cibo regolare e fuori a correre tutti i giorni, almeno un´ora, sole o neve che sia.
Peró ora, che si inventa le poesie e me le declama la sera prima di dormire, si traveste da cameriera quando ceniamo e poi mi chiede se voglio conoscere lo chef che ha cucinato, va in camera e si mette un cappello da chef di carta sulla testa, si toglie il grembiule e mi si presenta come chef e fa tutti i ruoli lei e mi sembra di essere a teatro con arturo brachetti da piccolo…beh, é un´altra cosa, che l´abbia partorita io o meno.
Graziella, bravissima!! Anch´io spero di aprirle la porta di casa come fanno i tedeschi!!! Spero di resistere fino ai 18 anni (son mezza scorpione pure io, speriamo aiuti: Altrimenti ti chiamo, e me la butti fuori tu, e in cambio ti cucino qualcosa! ;-))
@Grazie Claudia, hai espresso molto meglio di me il mio pensiero.Che’ io, dopo anni di “spiegazioni”alle pallosissime super mamme- e- solo-loro- mamme ( naturalmente non e’ il caso di Loretta, con cui ho conversato mooolto piacevolmente) faccio ormai fatica a spiegare a spiegare il mio modo di vivere la maternita’ . E, forse, sono riuscita a non essere una super mamma con mia figlia proprio perché l’ ho ” espansa” a molte persone, cani e gatti compresi ( nonche’ nipoti, amiche ecc. ). E il sesto senso lo provo per tutti loro.
Quanto al fatto che mia figlia sia uscita di casa presto ( mantenendosi, per giunta) , e’ un lavoro psicologico, una mentalità che solo tu e suo padre potete fare e darle, Ponendoglielo, fin da piccola, come un traguardo molto bello della sua vita. Devo dire che le amicizie ( mie e sue ) hanno aiutato, perché tedeschi e americani la pensano come me .
Poi, non le ho mai e mai e mai fatto da ” cameriera ” , già dopo i sette anni aveva i suoi compiti in casa da svolgere e, da adulta, tutto ciò ‘ che riguardava se stessa ( abiti, camera, bagno) doveva gestirselo lei. Se non li puliva, stava nello sporco, se non lavava gli abiti idem. Ma non d’ mai stata s’è eriga la mia, ma un allegro modo di essere. Cosi’ come a me tuttora può succedere di uscire con una camicia spiegazzata e di inventarmi un modo per cui non si veda ( sono piena di salvifici gilet a prova di stiro), perché non ho avuto tempo/ voglia di stirare, idem per lei.
Ho fatto una riduttivissima sintesi, e spero Izn mi perdoni se sono completamente fuori tema rispetto alla milza. Ah, ecco, ho trovato l ‘ aggancio! Mia figlia e’ vegetariana e veterinaria (ma non in Italia) , e mi sgriderebbe se mangiassi la milza ( lei si che e’ pallooosa…).
P.S. La frase prima di un allegro modo di essere e’ ” non e’ mai stata severità la mia” scusate
@claudia: toh, un’alta fegatofoga! Bentrovata :- )
“altra”
Salve a tutte in umbria si fa una salsina con le interiora ,capperi e limone per spalmare sul pane abbrustolito. Qualcuno di voi ha mai letto” la vita segreta delle piante” e “la dieta senza muco.”? Illuminanti entrambi per i donerei che avete affrontato in questa conversazione!
Ho scoperto i crostini in Alto Adige ed eccomi subito a cercar una ricetta per riprodurli.
Grazie!
S