Anche se sono una estiva, anzi estivissima, devo ammettere che la malinconia dell’autunno, con tutto il corredo classico di foglie cadenti, prime piogge, cieli arrossati e la luce che comincia ad andare via un po’ prima, piace anche a me. C’è un lato romantico in ogni izn, lo dice pure il proverbio (beh? mia madre aveva un proverbio per tutto, da qualche parte ci sarà anche questo no? E se non c’è lo trovate nella biblioteca del mio amato Borges).
pesto di pomodori arrostiti
E così in questi giorni nuvolosi anche i pomodori, invece di trasformarsi in capresi e zuppe fredde prendono una piega più morbida, e si sciolgono in salsine e pesti da spalmare sui crostini di pane, magari da sgranocchiare la sera in relax con gli amici quelli veri.
Nelle ultime settimane ho preparato conserve e seccamienti di tutti i tipi (visto che sole nonostante l’imminente — pare — minimo di Maunder?), organizzato gli ultimi appuntamenti del quandosonodove (venite domani, vero, a Porto Fluviale, venite, venite eh??), e rimesso a posto un po’ casa (ci sono nuovi progetti nella mia testa in proposito, ma in fondo nella mia testa *quando* non ci sono stati nuovi progetti? Ehm), prima di chiudere i giri, ché comincia a prendermi la voglia di chiudermi dentro e piazzarmi davanti al caminetto — pure se è spento — con tisane e ammennicoli vari.

Intanto che aspetto di vedervi domani sera, e preparo un po’ di cose da leggervi e spunti per chiacchierare (ma voi raramente ne avete bisogno, eh), vi faccio vedere questo pesto che potete usare sia sulla pasta sia sui crostini, se non ve lo mangiate prima cucchiaiate. Tenete conto però che la prima volta che ho infornato i pomodori non sono riuscita a farli arrivare al frullatore perché sono stati intercettati da zac e minizac e sono spariti in tre secondi. Per cui considerate questa una doppia ricetta, non solo nel senso che i pomodori arrostiti sono buoni anche da soli (o sulla pasta!) ma anche perché la dovrete fare due volte, eheheh :->

La ricetta l’ho trovata su questo blog strepitoso (e poi non dite che non vi faccio vedere blog bellissimi!), anche se non l’ho seguìta proprio alla lettera: ho cambiato tipo, e forse quantità, di pomodori, cioè io mi sono limitata a sistemarli molto affollati sulla leccarda del forno e via. Troppa disinvoltura per i cinque-pianeti-in-vergine-quasi-sei? Leggete qui e mi direte!
pomodori arrostiti
Inoltre non ho usato il sale aglioso (o agliato? Insomma il garlic salt) perché no lo avevo, così ho grattugiato un piccolo spicchio d’aglio direttamente nel pesto. Non avevo neanche lo za’atar (però lo faccio, eh, adesso che ho scoperto come), ma ho supplìto con abbondante timo (serpillo (thymus pulegioides), che quello normale (thymus vulgaris) nel forno si brucia subito) appena raccolto (per saperne di più sulle proprietà pazzesche di questa piantina leggete qui!), e l’origano secco sardo che ho preso quest’estate da Lu Branu (il rosmarino non l’ho messo, se vi piace aggiungete!).
Inoltre ho tenuto il forno un po’ più basso perché non volevo che l’olio superasse la temperatura di fumo (sempre olio d’oliva è, ma a 250°C fuma pure lui). Per il resto, grazie di cuore a Israeli Kitchen, che merita sicuramente una visita più approfondita :-)

Ingredienti:
pomodori maturi a riempire una leccarda
sale marino integrale
pepe in grani
1 spicchio d’aglio
un mazzetto di timo serpillo
un mazzetto di timo
un mazzetto di basilico
una manciata di origano secco
un cucchiaino di fiori di finocchio selvatico
qualche foglia di coriandolo o di prezzemolo
olio di oliva extravergine
150 grammi di mandorle pelate
1 cucchiaio di aceto di mele (facoltativo)

Per prima cosa accendete il forno a 220°C, e intanto tagliate a metà i pomodori, disponeteli sulla leccarda (o su una teglia bella grande con i bordi bassi bassi), cospargeteli con un po’ di sale, i rametti del timo serpillo, i fiori di finocchio e l’origano. Aggiungete un filo (abbondante: un filone, va’) di olio e appena il forno sarà arrivato a temperatura infornate; dopo pochi minuti, quando sentirete l’olio sfrigolare, abbassate la temperatura a 180°C. Lasciate cuocere i pomodori circa tre quarti d’ora o comunque fino a quando non saranno appassiti (devono essere ben cotti ma ci dev’essere ancora un po’ di sugo sul fondo) poi tirateli fuori e lasciateli intiepidire una ventina di minuti.
A questo punto metteteli nel bicchiere del frullatore a immersione (o del frullatore e basta) insieme alle mandorle, le erbe aromatiche, l’aglio grattugiato, due cucchiai d’olio e un po’ di sale. Man mano che frullate assaggiate e aggiungete un pochino di sale se serve, un po’ di pepe macinato sul momento e l’aceto a cucchiaini (il suo sapore non deve sovrastare il resto). Tenete conto che siccome i pomodori non sono spellati dovete frullare bene, le bucce non si sentiranno per niente.
Potete servire questo pesto tiepido o anche freddo, magari con qualche fogliolina di timo a decorare, e un po’ di pepe appena macinato. Si mantiene in frigo per una settimana coperto con l’olio in un vasetto ben chiuso :-)