Ci siamo già interessati in questa rubrica di alcune pubblicità che attribuiscono particolari proprietà agli integratori alimentari senza però un adeguato riscontro scientifico. Una recente sentenza del Consiglio di Stato ci consente di tornare su questo tema, visto da un’ottica particolare, quale può essere quella delle madri che devono allattare i propri bambini.

Nel 2007 e 2008 l’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato ha sanzionato per due volte la Milte Italia per la campagna promozionale dei prodotti Piùlatte (un integratore di minerali, oligoelementi e vitamine) e Bestbreast (un integratore a base di Silimarina), per un totale di 65.000 euro.
La pubblicità accompagnava l’immagine di una donna che allattava un bimbo con affermazioni di questa natura: “Da Milte il sostegno per l’allattamento al seno “Piùlatte” per produrre più latte e aumentare la durata dell’allattamento al seno per ridurre gli episodi di mastite per migliorare le funzioni epatiche della mamma durante l’allattamento… Studi clinici hanno dimostrato che un’assunzione regolare di Piùlatte può far aumentare la produzione di latte materno sin a +85%” .
L’Agcm, sulla base anche delle osservazioni dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione – INRAN, ha criticato l’enfatizzazione data all’efficacia di questi integratori alimentari: l’Antitrust sottolinea in particolare che i messaggi prospettano, in modo categorico e assertivo, l’utilità per tutte le neomamme, e per l’intera fase dell’allattamento, dei prodotti Best Breast e Piùlatte.
Secondo l’Autorità non risulta invece provato scientificamente il trasferimento nel latte materno, con effetti positivi, delle sostanze assunte dalla madre tramite gli integratori né l’incremento di produzione del latte materno dell’85%; gli stessi test non appaiono attendibili: più in generale, la pubblicità risulta ingannevole perché lascia intendere che l’assunzione di tali prodotti abbia un’efficacia generalizzata e incondizionata, mentre possono essere utili solo per alcuni soggetti con carenze specifiche; d’altra parte, positivi risultati in termini di vitamine e di sali minerali possono essere conseguiti tramite una dieta variata ed equilibrata.
I giudici amministrativi hanno respinto i ricorsi della società, sottolineando l’importanza di tutelare coloro che allattano al seno da messaggi ingannevoli, che sono assai insidiosi proprio perché puntano sulla naturale sensibilità delle madri a proteggere i figli appena nati (“Sai quanto il latte materno sia importante per la salute e lo sviluppo di tuo figlio e la conoscenza di quanto ti diremo ti aiuterà sia a ridurre il rischio di perderlo anzitempo sia a migliorare le sue caratteristiche nutrizionali”).
Nella sua campagna pubblicitaria, tra l’altro, la Milte ricorreva anche all’invio di email a neo mamme (o donne in attesa del figlio) allo scopo di rendere più diretto ed efficace il messaggio su prodotti studiati “al fine di garantire sia alla nutrice che al latte materno un più adeguato apporto di minerali, vitamine e oligoelementi abbiamo creato Bestbreast che costituisce una valida integrazione per la nutrice affinché dalla stessa il lattante possa ricevere un latte materno più completo ed equilibrato”.
Il tema della correttezza delle informazioni fornite continua ad essere oggetto di diverse pronunce dell’Antitrust (come nel caso dei biscotti “senza colesterolo” della United Biscuit ) e dei giudici amministrativi, che hanno recentemente confermato le sanzioni inflitte a Riso Scotti e Galbusera, di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi in questa rubrica.
Se ne parla all’interno della nuova Newsletter di Assoutenti che analizza la legislazione riguardante i consumatori e la sua applicazione concreta, soffermandosi in particolare sull’attività delle c.d. Autorità indipendenti (Antitrust, Garante della concorrenza, nuova Autorità dei trasporti etc) le cui decisioni possono avere riflessi molto importanti sulla vita di tutti i giorni di tanti cittadini.