Ve l’avevo promessa una sorpresa subito dopo le feste, ed eccola qui, avvolta in un pacchetto di consapevolezza e confezionata con nastri di cibo felice, facce conosciute, luoghi nuovi di zecca e una camionata di energia positiva e luminosa.

Da corso Francia ci passiamo spesso; è il collegamento più rapido e semplice tra casa nostra e la zona di Roma che bazzichiamo di più. Così il manifesto di Coquis l’abbiamo notato subito, anche se devo ammettere che lo abbiamo ampiamente sottovalutato.
In fondo negli ultimi tempi le scuole di cucina vengono su come funghi; cucinare, chissà perché (ritorno alle radici?) sta diventando un trend e sono in molti a cavalcare l’onda. E anche se il logo era carino e l’immagine semplice e chiara non abbiamo pensato di approfondire.
Eppure sono mesi che cerchiamo qualche struttura per fare qualcosa di divertente con voi, ma pensavamo più ad un ristorante che ci lasciasse usare la cucina per giocare, che a una struttura fatta apposta per questo.
Poi è successo che Lisa, una carissima amica della mia mitica insegnante di Yoga, che si chiama Lisa, che lavora lì da loro e si occupa dell’organizzazione dei corsi, ci ha fatto un colpo di telefono per andare a fare una chiacchierata proprio da Coquis, e per trovare punti di connessione, un argomento che su di me ha sempre una presa immediata :-) Beh, devo dire che quando entri da Coquis è difficile che non ti colpisca.

Non finiró mai di stupirmi di come quando ti lasci portare dal fiume senza forzarne la direzione, le cose belle avvengono da sole, e arrivano al momento appropriato.

Per prima cosa abbiamo fatto un giro nelle aule, che ho trovato strepitose. Che dire. La prima parola che mi viene in mente per descriverle è “luminose”. Hanno tutte degli enormi finestroni che prendono un’intera parete sul fondo, e che si affacciano su una Roma cittadina e moderna. Sono spaziose, moderne, ordinate, tutte declinate nei toni dell’arancio e del verde acido (persino gli innumerevoli Kitchen Aid in dotazione sono tutti dello stesso arancio che brilla su una striscia che percorre le pareti, in alcuni utensili e sul marchio di Coquis).

Abbiamo anche avuto la possibilità di infiltrarci in una lezione del master professionale di cucina tenuta nientedimeno che da Giulio Terrinoni, chef del ristorante Acquolina, che tra l’altro si trova a Collina Fleming, nella stessa zona di Coquis. Lo chef stava preparando un fondo bruno (lo so solo perché me lo ha detto Andrea, eheheh) e ha utilizzato un metodo molto interessante a base di ghiaccio. Lui era superprofessionale ma riusciva lo stesso a essere leggero. Diciamo mano di ferro in guanto di velluto :-)

I ragazzi erano tutti molto giovani e si comportavano in modo impeccabile, troppo carini! C’era un’atmosfera di grande collaborazione e ogni tanto ci scappava anche qualche risata. Nella prossima vita invece dello IED faccio il Coquis eheheh :-)

Ovviamente appena ho avuto un secondo mi sono fiondata nel negozio, che comprende anche una bella libreria di cucina (dove adesso c’è anche il pastonudolibro, ehehe), e ho trovato un sacco di cosine (e cosone) che mi piacevano, a prezzi molto meno astronomici di quelli che sono abituata a vedere in giro (per dire, alcune cose a prezzi più bassi di amazon!) e soprattutto non facili da trovare altrove a Roma.

Alla fine abbiamo parlato di come potremmo incrociarci, cosa potremmo fare insieme.
Guarda caso (!!!!) avevo giusto un progettino che coinvolge uno chef che conoscete e che ha appena iniziato a scrivere una certa rubrica qui sul pasto nudo, e un ristretto (purtroppo ci sono solo 16 posti) numero di pastonudisti che hanno voglia di chiacchierare, mettere le mani in pasta (e sui fornelli, perché ce n’è uno a testa!).
Io e Andrea abbiamo messo insieme le nostre due menti sataniche e abbiamo pensato a 4 ore nelle quali realizzare insieme a voi tre ricette, più o meno rivisitate, tratte dal pastonudolibro (lo chef non ce la fa proprio a seguire pedissequamente il canovaccio). Cucinare sarà un pretesto per chiacchierare di cose consapevoli e rispondere a tutte le vostre immancabili domande. Ognuno dei 16 astanti avrà il suo personale – intoccabile – fornello (autorizzazione a mordere chi si avvicina) e cucinerà la sua versione della ricetta sotto la nostra (la sua!!! attentissima supervisione) nondimeno mangerà tutto ciò che preparerà e, se quello accanto si distrae, anche la versione alternativa.
Volete notizie più precise? Ci focalizzeremo (forse :-)) sulla progettazione (io, io!), creazione, formazione e cottura di arancini di riso (o meglio supplì), minestra di quinoa e carote (mooolto rivisitata), e l’immancabile, imprescindibile, inconsolabile (non mi veniva un altro aggettivo) pastiera napoletana con farro monococco, in tempo perfetto per poterla poi replicare nel calduccio delle vostre case per Pasqua. Il tutto partendo dalle nudissime materie prime (consapevoli, che ve lo dico a fare) e finendo ovviamente con abbondanti dritte sull’impiatt… impiattamento. Impiattaggio. Su come impiattare, và.
Avremo addirittura a disposizione un Commis di cucina che aiuterà i bisognosi 8-)