Molti anni prima che il pasto nudo fosse concepito, avevo già un weblog sulla rete, sul mio sito artistico-professionale, in un angoletto dedicato a me stessa. Era una cosa molto personale, che avevo cominciato quando ancora non c’erano i blog con i commenti. Non c’era confronto, solo un appunto di ciò che provavo, gettato sulla rete, in pasto a chiunque fosse passato di là.
Adesso non riesco più a scriverci, o meglio lo faccio molto raramente, addirittura qualche tempo fa mi sono resa conto di aver saltato un intero anno. Mi dispiace molto lasciarlo così alla deriva, anche perché qui sul pasto nudo mi sono imposta di parlare solo di cibo e di consapevolezza, o meglio del punto nel quale il cibo e la consapevolezza si incontrano.
Però ogni tanto le riflessioni ve le beccate lo stesso (tanto lo sapete che potete sempre scappare… ecco, vi lascio qualche via di uscita se avete voglia di ascoltare musica, curiosità artistiche o volete approfondire sulla consapevolezza alimentare), anche perché scriverle qui è diecimila volte più comodo che andare dall’altra parte, dove non ho wordpress e devo scrivere, compilare l’html e uploadare tutto a mano.
Insomma poco fa stavo giusto pensando a quei momenti di grazia nei quali ci si sente in perfetto equilibrio con l’energia del mondo; durano poco, è come il momento precario e perfetto di quando si è sulla cresta dell’onda su un surf (mai stata – ma sono molto empatica :-)), ma sono gli spazi oltre-tempo più preziosi che esistano e per quanto mi riguarda sono molto ben conservati nella mia memoria, in cassetti speciali ai quali non attingo neanche nelle situazioni di emergenza (tipo i tre anni di bambina insonne), così non possono svanire.
Quei momenti brevissimi ma intensi nei quali la vita ci sembra la cosa più desiderabile che si possa concepire, quel tipo di sensazione che si prova soprattutto tra i dodici e i diciassette anni, quel senso di potenza e di comprensione profonda, che ti avvicina all’idealismo quello che sfocia nel controproducente, quel filo che quando gli adulti ti ci vedono camminare sopra con leggerezza e tranquillità ti urlano terrorizzati da millemila metri più sotto che “È PERICOLOSOOOO!!” :-)
Adesso ho scoperto che il mio primo chakra è (se ho capito bene) inesistente, perché la mia energia va tutta verso la testa e niente verso il corpo, e così fluttuo nella non fisicità. Cosa tipica, a quanto pare, di chi ha avuto grosse insicurezze economiche e affettive da bambino. Pare però che ci siano delle tecniche per svuotare la testa dalle varie musichette (ad esempio quelle dei cartoni animati… sono la mia ossessione) o i pensieri ricorrenti (non è che sento proprio le voci, eh, però quasi). Alcune si possono provare da soli (tipo concentrarsi su un oggetto semplice quando si cerca di addormentarsi e tutti i pensieri cercano di pensarti; che ne so, un bottone?), ma se si vuole fare una cosa seria bisogna imparare a meditare, cosa che con tutta probabilità farò a settembre quando ricomincerà il corso di yoga kundalini che si svolge (immerso nel verde) qua vicino. E devo dire che la prospettiva di riuscire a sentire un po’ più a lungo quella “connessione” pazzesca che in vita mia ho afferrato solo per pochi attimi mi attrae talmente tanto che non vedo l’ora di cominciare.
Sto già sperimentando, tipo quando stendo i panni sulla terrazza (unica occupazione casalinga che adoro a parte cucinare) cerco di fare il vuoto nella mente semplicemente ascoltando ciò che succede attorno (è pazzesco di quante cose ci si accorge se non si è concentrati su se stessi) o magari taglio le verdure (zac ha detto che per il mio compleanno mi compra una cippatrice, eheheh) e cerco di pensare *solo* a quello che sto facendo, e a nient’altro (per me questo è il massimo del salto nel vuoto, brrrr, mi sento strana solo a dirlo).
Insomma, signori, la consapevolezza chiama. Da me è entrata dalla porta dell’alimentazione, e devo dire che piano piano ma inesorabilmente sta invadendo il territorio izn (a napoli si dice “trase ‘e sicc e se mett ‘e chiatto” – cioè entra facendosi piccola piccola e poi si spaparanza).
E così probabilmente il mio vecchio blog rimarrà lì, tra i rottami della rete, magari aggiornato una volta all’anno. Perché, forse – non garantisco verità – qualche cosina che esuli dal cibo ce la metto anche qui. La fusione tra le due izn è in atto! Passo al cake, o tortino che dir si voglia: esso, ello, egli (il tortino) fa parte di una serie di sperimentazioni che sto facendo in vista dell’apertura di una nuova rubrica qui sul pasto nudo (a settembre) e di un nuovo progetto per adesso top secret, in collaborazione con una persona *molto* interessante. Vi piacerà :-)
Non credevo, ma questi cake, magari accompagnati da una verdura cruda, risolvono una cena egregiamente. E sono molto digeribili nonostante il formaggio, cosa che per gli aspiranti consapevoli non guasta. Si medita molto meglio a stomaco leggero.
Ingredienti:
200 grammi di farina semintegrale
150 grammi di zucchine
100 grammi di latte intero fresco
2 uova intere
un albume
80 grammi di olio extra vergine d’oliva
100 grammi di pecorino poco stagionato*
un mazzetto di maggiorana fresca
mezzo cucchiaino di sale marino integrale
10 grammi di polvere lievitante
*ho usato un meraviglioso pecorino invecchiato 7 mesi di Parco Produce, di cui vi parlerò approfonditamente a breve (suspence!) :-)
Per prima cosa preriscaldate il forno a 200°C e imburrate (o oliate) e infarinate uno stampo da pancarrè (o tot stampi da muffin).
Tagliate le zucchine a dadini piccolissimi (il peso di 150 grammi si riferisce alle zucchine già pulite e tagliate) e mettetele da parte; grattugiate il pecorino con la grattugia a fori grossi, e mettetelo da parte. Setacciate la farina con la polvere lievitante; a parte sbattete le uova e l’albume e versatele nella farina insieme al latte, l’olio, il sale, la maggiorana tritata grossolanamente, il pecorino grattugiato e le zucchine. Mescolate velocemente, il composto non deve diventare liscio, i grumi sono nostri amici come al solito.
Versate il composto nello stampo, livellate alla meno peggio e infornate per una quarantina di minuti; trascorso questo tempo, sfornate, lasciate raffreddare dieci minuti e servite con una dadolata di pomodori datterini o pachino.
A detta di zac è molto meglio tiepido-caldo. Se lo mangiate il giorno dopo fategli fare un giro nel tostapane, pare guadagni molto. Bon appetit :-)
che spettacolo questo cake, ho sempre in mente di fare il lievito madre, eh? …ogni volta vengo qui, stampo, sogno ..e quando arrivo a casa..dimentico…però a volte é bello anche sognare…
1)cosa é una cippatrice?
2)tagliare le verdure “come fai tu” *é* giá meditazione
3)invece di tagliarle (per l´appunto) si otterebbe lo stesso risultato anche usando la grattugia del pecorino (per ottimizzare, visto che giá devo lavarla)?
Mi astengo sul commento al primo chakra, se no altro che off topic…
E no Claudia.d non mi puoi cassare cosi’…stavo giusto per scrivere :’come hai fatto a scoprire che il tuo primo chakra e’ inesistente ? ‘
Secondo me non e’ o.t. (vedi l’ayrveda) cibo-corpo-mente sono strettamente correlati e compenetrati. Hai qualche libro da consigliare o suggerimenti ?
p.s. da qualche mese ho voglia di iniziare a fare yoga (mai fatto in vita mia),sara qualche Chakra che chiama?)
Un abbraccio Chocolat.
Stai mettendo il turbo ai post,eeeeh!!!!!!!
Wow,che bello trovare nuove cose e così buone ed interessanti ;-)
….ed a proposito di cartoni animati,beccati questo fantastico post della Simo :http://acasadisimo.blogspot.com/2011/07/cosa-restera-degli-anni-80.html !!!!!
Ciao tesoro, che buono dev’essere questo cake! Noi siamo in vacanza e mi è capitato ora di collegarmi ad un pc… ho fatto solo due cose: ho aperto la posta e sono venuta a vedere cosa combini tu :-) Ovviamente combini cose buone e belle (e giuste pure, che non guasta).
Misà che pure io non è che ce l’ho messo proprio bene il primo chakra…
Un abbraccio gigante anche da Emi e Gaia
buonooo!! e veloce .
bon appetit!! alla july child..
un commento lo avevo lasciato, mah! volevo solo sottolineare che mi piace il cake, quello che leggo di te e i link che hai lasciato. grazie.
ahahahah quoto tutto quello che ha detto claudia :-D
e aggiungo che quella cosa che tu fai per esempio mentre stendi il bucato, osho la chiama ‘essere presenti’. e implica il viverlo, il presente. ecco perché ci si accorge di un sacco (sacchissimo) di cose che altrimenti sfuggono.
non ci sono controindicazioni. e se cominci a farlo, lo farai sempre più spesso. provare per credere.
ah, sì. la ricetta somiglia molto vagamente a una che faccio col bimby e non mi viene mai come dovrebbe. stampo, porto a casa e provo. che di te c’è sempre da fidarsi.
bacio :-*
ps: mi dice in altra sede quella che ho quotato più sopra, che anche far la maglia ha lo stesso potere della meditazione. ho iniziato ieri sera con una matassa rossa. che forse va bene per il II° chakra… poi ti so dire, neh? :-)
Il primo chakra di solito si abbina ad un rosso scuro, quasi rosso sangue/mattone, mentre per il secondo si va verso l´arancione. Per questo uno degli alimenti per eccellenza del primo chakra é la carne rossa (anche cruda). E per questo chi mangia troppa carne e proteine animali in genere ha un eccesso nel primo chakra. Di solito l´arancione non ha controindicazioni di sorta, mentre – in alcuni soggetti sensibili – il rosso puó portare tachicardia e agitazione.
@ claudia: cosa farei senza di te???? <3
ps: ti prendo in parola. io domani, per il cake, le zucchine le grattugio. altro che cubetti piccoli piccoli da 5 pianeti in vergine… :-D ;-)
No, Singlemama, ferma! Izn, ti prego: scrivi perché le zucchine vanno a cubetti! C´é sicuramente un motivo, ne sono certa! Prima di pubblicare una ricetta sono sicura che Izn prova tutte le varianti possibili e alla fine ci mette quella “ottimizzata” con tutti i perché e i percome. Quindi, se le zucchine sono a quadretti c´é un perché. Che so, tipo che si sentono meglio sotto i denti, la consistenza, i pezzettini un poco duri che si bilanciano col morbido del cake…vero Izn? Io sono solo pigra, e cercavo una scusa, e bilanciacuspidescorpione ascendente gemelli, se no le taglierei…(adesso sto portando la mano destra sulla punta del naso, tipo per allungarmelo pinocchiescamente ;-))
Non vedo l’ora di provare questa ricetta! E’ da un sacco ch voglio provare a fare un
pane alle zucchine e questa mi sembra abbastanza rapida (anche se non è un pane).
Ma per polvere lievitante cosa si intende? il lievito tipo quello istantaneo per pizza e focacce? O il lievito per dolci?
Mi unisco anche alla richiesta di approfondimenti sul taglio delle zucchine: la grattugia a fori grossi può essere ri-usata?
E invece del latte posso usare uno yogurt bianco intero da yogurtiera? il latte lo uso a litri interi per lo yogurt, non me ne avanzano mai 100 ml…
@ claudia : ahahahahaha hai ragionissima! il cake è in forno, pensa che mentre lo preparavo ho pensato la stessa cosa: se izn le taglia a cubetti ci dev’essere un motivo. e così ho cubettato anch’io, leoneascendentebilancia.
@ izn: noi pastonudisti senza pianeti in vergine la ricetta l’abbiamo capita lo stesso (anche perché la foto auita) però sappi che nel post qui sopra tu le zucchine, dopo averle tagliate a cubetti io credo identici di lato tra tutti loro, le hai messe da parte.
nel cake non ci sono. :-D
Ciao izn..leggo da un pò il tuo blog ma è la prima volta che lascio un commento…la tua riflessione sui MOMENTI DI GRAZIA mi ha molto colpita: hai proprio ragione durano poco, sono indimenticabili, indescrivibili e ci fanno capire quanto siamo fortunati…sono ben conservati nella nostra memoria ma, secondo me , non devono rimanere chiusi nei cassetti..dobbiamo aprire le finestre che danno sul mondo che ci circonda e lasciarli liberi di volare..di girarci intorno..di riempire la nostra quotidianità perchè ci aiutino a vivere al massimo ogni minuto della nostra vita…..Grazie per le tue riflessioni…
Carissima,
Sono sempre piu’ interessata alle tue digressioni…
Come ha giustamente detto ‘singlemama’, quello che tu descrivi si chiama proprio essere presenti e non ha niente a che fare con il buttarsi nel vuoto di cui parli. Anzi, dal mio punto di vista, è proprio l’opposto: esserci MENTRE si fa ciò che stiamo facendo è la cosa piu reale e concreta che ci sia. È come dire: “mangiare mangiando”, per essere in tema con il blog, assaporare uno per uno i bocconi, osservare con quale parte di noi respiriamo (torace, addome,…),…
In generale, sono di questa idea a proposito dei pensieri fissi (come le sigle dei cartoni animati): MAI scacciarli, tornano sempre. La cosa migliore è accoglierli, ci stanno dicendo qualcosa di noi. Il momento in cui ci rendiamo conto di avere un pensiero fisso è l’occasione per esercitare la consapevolezza: cosa sta succedendo mentre ho questo pensiero fisso? Come mi sento? Quale emozoine sto provando ADESSO? Cosa è successo appena prima che arrivasse? Una telefonata, un’arrabbiatura,…? L’importante è partire dal PRESENTE, una cosa che trovo difficile: della serie “L’ovvio è la cosa più difficile da indagare”.
Ultima nota: anche per esperienza personale, occhio perché la pratica dello Yoga non è adatta a tutti, non è per forza quella la via migliore per rilassarsi e magari non è nemmeno il rilassamento quello che ci serve… Anche capire cosa ci serve in questo momento è impegnativo e richiede consapevolezza…
Un grazie a te Sonia e alle altre affezionate commentatrici, per gli spunti di riflessione che mi date.
Un abbraccio,
Sara.
P.S.: Ops… Troppo lungo e noioso?!?
@Sara: accidenti, parli dello yoga come se potesse far male! :-))) Eh eh!! Certo, ad alcuni fa meglio correre la maratona, ad altri dormire, ma io incito sempre e comunque a provare. Poi, se dopo un paio di lezioni proprio proprio uno non ce la fa, si comprerá un costume da bagno ed una cuffia ed andrá in piscina, o a correre. Ma credo che, se seguiti da un bravo maestro, il lavoro di streching dolce ed i benefici che puó dare anche solo un´ora di hata yoga alla settimana sono difficili da trovare in altre tecniche. E, una volta imparate le posizioni piú adatte per aiutare i nostri meridiani(punti)-deboli, poi si possono fare tranquillamente a casa. È che é molto piú semplice andare in un luogo esterno per un´ora, e staccare con tutti i problemi quotidiani, che trovare il momento di farlo a casa (staccando il telefono, obbligando il marito a prendersi i figli ed uscire di casa, staccando il campanello…io, per esempio, ho scoperto che dove abito ora non posso materialmente staccare il campanello di casa, e appena mi metto lí a far respirazioni la legge di Murphy fa sí che qualcuno suoni, di solito sbagliando campanello! ;-)). Voglio dire: se di una cosa c´é bisogno, sono persone piú serene e tranquille. Io direi di non dissuaderle, per una volta che provano! :-)) Baci!!
@Claudia: lungi da me l’idea di spaventare qualcuno a proposito dello yoga. Il mio era solo un appunto. Hai ragione che è bene che le persone provino a ritagliassi uno spazio per sè, ma se lo si fa con l’attività sbagliata, ci si ritrova con il senso di frustrazione di non essere nemmeno in grado di rilassarsi. Perché, ripeto, il rilassamento non è adatto a tutti. Per qualcuno, l’effetto di cui parli deriva da un bel corso di danze di gruppo o da un corso di ceramica.
Fare la cosa sbagliata anche al momento giusto non funziona. Era solo questo il succo del mio commento. Oltre tutto, a volte si sceglie un’attività solo perché è di moda.
Detto questo, ognuno deve provare e sperimentare personalmente. Qui nella zona di Milano, di solito la prima o le prime due lezioni sono di prova, in modo che una persona può provare prima di iscriversi.
Buona giornata,
Sara.
Non è per niente facile trovare un’ora per fare attività all’aria aperta..il lavoro..e i figli dove li lascio..ecc..Fare un’ora di corsa all’aperto è un ‘momento di grazia’..è la fusione totale del nostro corpo con quello che ci circonda..ci permette di lavorare su noi stessi,di fare un lungo lavoro di introspezione..ci consente di riflettere e di meditare..Comunque
resto dell’idea che bisogna provare e che fare attività fisica non può far male…
ciaooo…vado a correre….
concordo con sara. io ho provato lo yoga e decisamente non fa per me. e ho provato anche il senso di frustrazione di cui parla lei, all’epoca ero convinta di essere io ad avere qualcosa che non andava visto che lo yoga faceva così bene a tutti.
ora so che sono in grado di rilassarmi ed essere presente anche solo stendendo il bucato, per dire :-)