In questi giorni ho provato varie preparazioni di un libro che avevo da tanto tempo e che mi piaceva un sacco… prima di provare a realizzare qualcuna delle ricette.
Il libro si chiama “Patate” è della collezione “grandi classici”, di Gribaudo-Parragon, è impaginato in un modo molto carino e le foto sono belle… e basta. Ho provato, nell’ordine, un dolce di patate alla frutta (insipido e senza infamia né lode – consistenza sabbiosa), una ricetta di rösti con formaggio e cipolla (non si aggregavano neanche a pagarli), e delle bellissime (nella foto) frittelle di patate e cavolfiore, che quando le ho messe nell’olio bollente si sono sfatte piano piano, diventando delle palline di patata e cavolfiore del diametro di due millimetri.
Quindi, o sono sfigata io e ho provato le uniche tre ricette che non funzionano, oppure il libro l’ha scritto un pazzo che non ha controllato dosi, ingredienti e procedimenti. Tutto questo per dire che purtroppo i libri di cucina affidabili sono pochi; forse un giorno con l’esperienza saprò rendermi conto solo scorrendo le pagine se le ricette sono fallate o no, per adesso non mi resta che incavolarmi e ripiegare su un libro sicurissimo per consolarmi :-)
Quindi ho sfilato dalla mini biblioteca della cucina una raccolta stupenda di Sale&Pepe, “torte di casa – salate”, ho tirato fuori dal freezer il secondo pezzo di pasta sfoglia fatta in casa e ho preparato questa torta salata che mi ha fatto passare un po’ la depressione da libro cattivo.
Rispetto all’originale ho omesso gli scalogni e sostituito il gruyère con un Emmental bio (trovato solo quello purtroppo) e l’aceto di vino rosso con quello di riso, e devo dire che la riuscita è stata molto apprezzata.
Ingredienti:
300 grammi di pasta sfoglia
4 porri piccoli
40 grammi di burro o di ghi
1 cipolla grande
1 cucchiaio di foglioline di timo
1 cucchiaio di aceto di riso
60 grammi di emmental
1 uovo
Tagliate i porri in modo che misurino 12 centimetri di lunghezza e poi a metà sempre nel senso della lunghezza, e cuoceteli a vapore per una decina di minuti; devono essere piuttosto morbidi. Scolateli bene, appoggiateli sulla carta del pane (quella spessa, marrone) con la parte tagliata verso il basso, in modo che si asciughino bene. Lasciateli raffreddare e poi tagliateli nuovamente sempre per il lungo.
Fate fondere il burro o il ghi a fuoco molto dolce in un pentolino, aggiungete la cipolla (io non ce l’avevo, ma sarebbe meglio una cipolla di tropea), metà delle foglioline di timo e un cucchiaino di sale e cuocete a fuoco medio basso per cinque minuti; aggiungete poi l’aceto di riso e cuocete per un’altro un quarto d’ora; la cipolla dovrà essere morbidissima. Mettete da parte e lasciate raffreddare. Grattugiate il formaggio (non usate la microplane come ho fatto io perché dopo cinque minuti il formaggio grattugiato così sottilmente ridiventa un pezzo unico!)
Preriscaldate il forno a 230°C. Stendete la pasta sfoglia su una superficie leggermente infarinata a 2-3 millimetri di spessore, cercando di ottenere un rettangolo di 21 centimetri per 36. Ricordate sempre, se avete dei ritagli, di non impastarli come fareste ad esempio con la pasta frolla (otterreste un impasto collassato similblob che nel forno trasuderebbe burro da tutte le parti), ma di sovrapporli e schiacciarli uno sull’altro con il matterello.
Con un coltello affilato tagliate via due strisce di pasta di due centimetri di larghezza dai due lati lunghi del rettangolo e mettetele da parte.
Mettete il rettangolo di sfoglia sulla carta forno posizionata su una teglia bella larga e bassa e coprite con il composto di cipolla tre quarti dell’emmental grattugiato e metà delle foglioline di timo rimaste, lasciando libero un bordo di due centimetri. Disponete i porri sul composto in orizzontale, paralleli al lato corto della pasta sfoglia, e cospargete con il resto dell’emmental e del timo.
Spennellate il bordo con l’uovo leggermente sbattuto e appoggiate sui lati le strisce di pasta sfoglia che avevate messo da parte. Spennellate anche queste con l’uovo e infornate per un quarto d’ora o fino a quando i bordi della pasta saranno ben dorati. Servite la torta tiepida.
Potete prepararla anche la mattina per la sera e conservarla in frigorifero, così avendo degli ospiti potrete avere un piatto unico buonissimo pronto in pochi minuti, da servire appena uscito dal forno con un bel bicchiere di vino!
veramente interessante… tempo fa avevo fatto una specie di crostata salata ai porri…., mi sta venendo in mente di riprenderla (solo che dovrei fare mente locale di almeno un paio d’anni, perchè non mi segno mai niente?) :-/
p.s. dove trovi l’aceto di riso? è un po’ più delicato del classico o di quello di mele?
buona giornata, e baci, e grazie!
Quando le ricette dei libri si rivelano un disastro è veramente deprimente…però sono sicura che questa torta ha risollevato gli animi alla grande…ha davvero un aspetto delizioso
un bacione
fra
io ho un libro della stessa casa editrice sui muffin, ed mi è successa la stessa cosa con ben tre ricette, di cui una sono riuscita a salvare in corner ma certo non era buona per nulla :-(
@vaniglia: sì, è più delicato, ma comunque sempre con un sapore deciso. Io lo preferisco perché l’aceto di vino in genere mi dà un po’ fastidio, lo trovo troppo forte.
Io lo compro da naturasì, comunque mi sa che lo trovi facilmente in qualsiasi supermercato bio :-)
@fra: grazie per la solidarietà… io rimango depressa per tutto il giorno, mi dispiace così tanto buttare il cibo :-(((
@francescav: ecco… allora è l’editore che non controlla. Non so cosa pensano, forse che uno le ricette non le prova? o che magari dia la colpa al fatto di non averla saputa realizzare? Secondo me sono sbagliate anche le traduzioni delle dosi!
Come sono contenta che anche tu hai notato questa cosa!
io credo purtroppo che i libri di cucina che si trovano sugli scaffali siano il più delle volte dei meri copia e incolla che vanno avanti da anni, e che nessuno come dici tu controlla. Le dosi dei muffin del libro che ti decevo erano completamente sbagliate. Mentre procedevo con la ricetta mi dicevo ‘Questa cosa non può proprio essere così’. E poi la gente pensa di non saper cucinare, oltre ad aver buttato i soldi. Perchè va anche detto che questi libri costano. Meglio le ricette dei nostri blog ;-)
@izn: sì, perfetto, anche io ho qualche problema con l’aceto, cercavo proprio qualcosa del genere, un po’ più delicato (ma nel mio negozio bio di fiducia, che ha proprio tutto, questo non c’è… forse devo controllare meglio!)
@francescaV: anche io ho il tuo stesso libro, pieno di post-it, ovvero di correzioni, anche se non ci bado molto perchè per alcune ricette (tipo impasti appunto) io per fortuna tendo a governarle abbastanza, o forse tendo ad “arronzarle” un po’ troppo. cmq è vero, meglio i nostri blog, più che sacrosanto….. sicuro sono fatti col cuore.
In realtà è questo che mi ha sempre conquistato, del concetto di blog di cucina, il fatto che le ricette siano schiette, vere, senza trucchetti e segreti, immediate insomma, che bellezza. Bene. Fine dell’apologia.
bacibaci. è sempre bello chiacchierare “di qui”!
;-)
che rabbia quando becchi questi libri assurdi! ultimammente sto comprando solo i libri di guido tommasi oppure della luxury books!
..pienamente d’accordo, sono sempre preoccupata quando compro libri di cucina, per lo più belli, vestiti a festa, con delle foto meravgliose, poi provi e viene na schifezza,…..
@tutte: sapete cosa dovremmo fare? stilare tutte una lista dei libri con le ricette che non funzionano (e quelle invece sicure) e metterle sul blog. Che dite, rischierei la denuncia? :-/
eheh, bello rischioso, sì….. :-P
@Francescav è vero spesso e volentieri sono dei copia e incolla e spesso alcune ricette sono anche tradotte come nel caso di muffin, pie ecc. direttamente dalle ricette americane. Le dosi sono quasi sempre sbagliate perché traducono 1 tazza invece del peso effettivo ecc. e la ricetta immancabilmente non riesce MAI.
@Izn hai ragione le ricette di Sale & Pepe riescono sempre benissimo, quelle della Cucina Italiana meno ma molto meno, è capitato per caso anche a voi?
Comunque mi è venuta un’acquolina in bocca a leggere questa ricetta…..
@patty: ma sai che le ricette di cucina italiana non le ho mai provate? Però adesso che mi hai detto questa cosa mi sa che non le proverò… eh eh…
speriamo che il video della colomba con la pasta madre, che era di cucina italiana mi sembra, non sia un disastro :-/
@izn non volevo demonizzarli ma non sempre mi sono riuscite bene, io parlo però delle ricette contenute nella rivista. Quelle online devo dire che non le ho ancora provate quindi se hai abbastanza pasta madre io proverei a farla la colomba. Prima o poi la farò anch’io questa pasta madre e allora ti tormenterò con 10.000 domande :-)
@patty: la provo domani o al massimo dopodomani, prometto! E per quanto riguarda le domande, non vedo l’ora (sul serio!) :-)
questa me l’ero persa, accidenti, adoro tutti gli ingredienti, il porro me lo spalmerei per quanto mi piace … passo allo chef di casa …ehehehe
ciao buona giornata
@fiammetta: e mi sa che lo chef inventerà una versione rocco super interessante… dopo voglio sapere che cosa avete tirato fuori, voi due! Siete così creativi, e io sono così curiosa… ehm.
Ciao, seguo da un pò il tuo blog e, davvero complimenti, è fatto bene ed è molto interessante!
Sì fa piacere sperimentare una ricetta nuova, da un libro/sito, che riesce bene. Questa è la prima delle tue che provo e devo dire che è stata un successone. Buona giornata
Ciao
non capisco a che punto va l’aceto…non lo trovo nella descrizione della ricetta…
grazie Izn!
@Donatella: Donatella scusami, non mi ero resa conto che avevo saltato questo passaggio, l’ho aggiunto nel testo, si mette per far stufare la cipolla! Grazie per avermelo fatto notare (ci ho messo solo cinque anni!) :-)