Mi rendo conto che uno si aspetterebbe una bella sfumatura arancione da una zuppa di carote, ma il fatto è che le carote che ho usato (gentile omaggio di Andrea, grazie, grazie, grazie) erano viola, e quindi il colore è quello che è :-) Le avevo già adocchiate qui (non è favoloso questo blog australiano???
carote viola ricetta
Lei non scrive tanto spesso ma quando scrive… e poi le foto sono eccezionali, con tutta quella luce 8-)) ma avevo letto delle loro proprietà straordinarie anche qui, qui e qui (e in un sacco di altri posti!) – solo questo non l’ho capito: qualcuno sa se ingegneria genetica e ogm sono sinonimi o eventualmente quali sarebbero le differenze?

Da quello che ho capito le carote (originarie della Persia) una volta erano tutte o bianche o viola; poi 500 anni fa vennero modificate per selezioni successive dagli Olandesi, in modo da diventare arancioni, per omaggiare la dinastia degli Orange che regnava a quei tempi. Purtroppo però a forza di incroci si persero per strada alcune qualità fondamentali, antinfiammatorie e antiossidanti: le carote viola pare abbiano fino a 28 volte (!) più antocianina (l’antiossidante che c’è anche nei mirtilli) delle loro discendenti filo-olandesi; antocianina che tra l’altro sembra abbia un grande potere di contrastare l’invecchiamento.

Un gruppo di scienziati australiani (oggi praticamente un post sull’australia – sarà che ci andrei adesso, subito, senza neanche fare una valigia piccola piccola) ha provato ad alimentare dei topini da laboratorio con cibo molto sbilanciato verso i grassi e i carboidrati, cosa che ovviamente non solo li ha fatti ingrassare, ma gli ha procurato anche vari danni al fegato e al cuore, pressione alta e intolleranza al glucosio (che sarebbe lo stadio pre-diabete).
Dopo di che per due mesi hanno aggiunto allo stesso tipo di cibo succo di carote viola, e i valori dei topini sono tornati normali.
carote viola ricetta veloce
Con questo non vi sto dicendo di mangiare quello che vi pare tanto ci sono le carote viola!!! Solo che però, visto che ci avviciniamo alle feste di Natale, e inevitabilmente si mangia un po’ più sregolatamente, che ne so, magari una carota viola in tasca… piccola piccola :-) Oppure il giorno dopo vi preparate questa vellutata (che ho preso qui, da bonappetit), e ho adattato a ciò che avevo sottomano.
In particolare questi giorni sono alla ricerca di qualcosa che non so cosa – non la stessa cosa della tipa snobbissima dei cioccolatini – e allora al posto dei crostini ci ho messo un paio di cucchiai di quinoa (ma perché la cucino così raramente? È buonissimissima) :-P
ricette con le carote viola
Da questo piatto dovranno però astenersi tutti quelli di voi che non amano il gusto agrodolce, perché il sapore tende decisamente verso lo zuccherino, nonostante le spezie; non omettete la menta fresca (se ce n’è rimasta qualche fogliolina sotto la neve… ma vogliamo parlarne?? Qui oggi ci saranno cinque centimetri per strada! Meraviglioso, per carità, ma mi sa che non siamo attrezzati per muoverci con la macchina, argh!); dicevo, scusate la digressione, di non omettere la menta fresca perché miracolosamente equilibra un po’ il dolce della zuppa (questa chicca era dello zac-grillo-parlante, quindi prendetela con le pinze, eh).

Ingredienti:
3 o 4 carote viola belle belle grandi
un paio di mele piccole o una grande
una cipolla bianca o gialla media
olio extra vergine d’oliva
1 cucchiaio di succo di mela concentrato
una noce di radice fresca di zenzero
un pizzico di noce moscata
qualche fogliolina di menta piperita fresca
un peperoncino piccante (facoltativo)
due pugni di quinoa (facoltativa)

Per prima cosa affettate sottilmente la cipolla (tutta uguale come al solito) e mettetela a freddo in una pentola con il fondo coperto di olio; mettete a scaldare a fiamma molto bassa e coprite.
Intanto per i facoltativi che decidono di aggiungere la quinoa, mettetela in un pentolino, aggiungete acqua per il doppi del suo volume (tipo che ne so, due centimetri di altezza di quinoa, due centimetri di acqua dalla quinoa in poi, in pratica quattro centimetri di acqua – aiuto mi sto incartando).
Mettete sul fuoco a fiamma bassissima e coprite; quando la quinoa avrà assorbito tutta l’acqua spegnete il fuoco, coprite e lasciate riposare. Dopo la sgranerete tipo couscus. Ritengo che questo sia l’unico modo per cucinare a quinoa in modo che abbia una consistenza accettabile, vale a dire croccante e non simil-pappone).
Raschiate le carote con l’apposita spazzola, lavatele e affettatele, e sbucciate e tagliate le mele a cubetti. Appena la cipolla sarà appassita togliete il coperchio, lasciate andare ancora qualche minuto (deve cominciare a sfrigolare) e poi aggiungete carote, mele, lo zenzero grattugiato o se preferite tagliato a pezzettini, e acqua fino a coprire il tutto (non deve essere troppa altrimenti la zuppa viene acquosa e nel migliore dei casi la dovrete stracuocere per far evaporare l’acqua; meglio nel caso poca, potrete sempre aggiungerne altra (facendo bollire a parte un po’ d’acqua di riserva – meglio non aggiungere acqua fredda in cottura).
Portate a bollore, poi abbassate la fiamma decisamente, coprite e lasciate cuocere fino a quando le carote saranno tenere (non sfatte – ho appena scoperto che più si cuoce la verdura più i minerali che contiene si trasformano da organici in inorganici – cosa che come sapete non va bene).
A questo punto togliete dal fuoco e frullate tutto con il frullatore a immersione; aggiungete il succo concentrato di mela (io ne ho uno della osiris, biodinamico, la pulcina lo adora) e la noce moscata; salate con il solito metodo (poco alla volta fino a quando il sapore salta fuori), aggiungete il peperoncino (o se volete il pepe, o nessuno dei due), e versate nelle scodelle, bello fumante.
Cospargete con le foglioline di menta fresca tritate, e servite con la quinoa a lato (se l’avete preparata, altrimenti crostini di pane o? suggerimenti?) :-)