Vi ricordate la campagna pubblicitaria degli anni 2007-2008 della Barilla relativa alla linea Alixir: “Alixir il segreto di vivere al meglio – Vivi più a lungo”?
Si trattava di una serie di alimenti (biscotti, cracker, bevande, fiocchi di cereali, snack etc) cui erano attribuite particolari proprietà salutistiche e terapeutiche: cura del cuore, maggiori difese immunitarie, rallentamento dell’invecchiamento cellulare e miglioramento delle funzioni intestinali.
La linea Alixir era presentata come “un programma alimentare… un approccio completo alla salute, benefici diversi e sinergici… un modello nutrizionale quotidiano – prodotti di uso comune… che si articola in 4 benefici che vengono realizzati attraverso prodotti che coprono diversi momenti di consumo della giornata: 1° colazione, 2° snack, 3° a tavola, le bevande che accompagnano le persone lungo la giornata, per offrire una risposta il più possibile completa, quotidiana, accessibile”.
Ecco alcuni passaggi della pubblicità: “Il team Ricerca e Sviluppo Barilla ha studiato la combinazione di principi attivi che si è poi tramutata nello sviluppo di quattro mix (Alixir Cor, Alixir Regularis, Alixir Immunitas, Alixir Iuvenis) che consentono, attraverso il consumo regolare di una o più porzioni al giorno dei prodotti Alixir, l’assunzione degli elementi nutritivi nella concentrazione necessaria a garantirne l’efficacia, senza impatto sul gusto degli alimenti… Per rallentare l’invecchiamento cellulare… con Alixir Iuvenis una combinazione di princìpi attivi antiossidanti, appositamente selezionati, che aiutano a contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi in eccesso, tra i principali fattori del processo di invecchiamento precoce delle cellule del nostro organismo”.
Nel 2008 l’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato ha punito la Barilla con 200.000 euro di multa, disponendo anche l’adeguamento delle confezioni.
Sulla base del parere dell’Istituto superiore di sanità (ISS), l’Antitrust afferma che la pubblicità non fornisce informazioni chiare sulle caratteristiche dei prodotti e sulle quantità da assumere e che sono enfatizzati gli effetti positivi per la salute, in assenza di studi scientifici adeguati.
Ad esempio, per quanto concerne l’azione di “rallentamento dell’invecchiamento cellulare” l’ISS giudica il claim “non ammissibile e del tutto sproporzionato”. Più in generale, la pubblicità tende a rappresentare tali alimenti come in grado di soddisfare completamente i bisogni dell’individuo, mentre essi possono apportare singoli benefici (in particolare ad alcune categorie di persone) ma non avere il carattere di completezza ed esaustività.
Nel 2010 il Tar del Lazio ha condiviso il giudizio dell’Antitrust sul carattere ingannevole della pubblicità, perché attraverso un linguaggio medico-scientifico si suggerisce l’idea che le sostanze nutritive siano comunque necessarie, pur in presenza di uno stile di vita sano, in contrasto con le regole stabilite a livello comunitario. Il Tar ha però ritenuto troppo elevata la sanzione anche perché calcolata sul fatturato complessivo della società e non su quello della linea Alixir.
L’Antitrust ha così ridotto la sanzione a 120.000 euro, presentando però ricorso al Consiglio di Stato che lo ha respinto (così come quello della Barilla).
La Barilla ha contrastato le decisioni dell’Antitrust fino al Consiglio di Stato non solo per evitare la multa (di importo tutto sommato modesto per le dimensioni della società) quanto per evitare le conseguenze in termini di immagine, perché la sanzione determina una minore credibilità dell’azienda.
È importante far conoscere questa pronuncia (ed altre analoghe) proprio per mettere sull’avviso il maggior numero di persone sul carattere ingannevole di certe pubblicità, ed in particolare di quelle che enfatizzano presunti effetti salutistici dei prodotti alimentari al solo scopo di aumentare le vendite. È un tranello in cui non bisogna cadere. E divulgare queste notizie attraverso la rete può rappresentare una “sanzione sociale” nei confronti delle aziende responsabili di pubblicità ingannevole, probabilmente più efficace delle stesse sanzioni economiche.
p.s.: Se siete interessati anche ai casi di pubblicità ingannevoli riguardanti altri settori commerciali, potete leggere la newsletter “Guarda che ti riguarda”, che riporta in sintesi le più recenti decisioni dell’Antitrust e dei giudici amministrativi: nel numero di settembre 2011 una particolare attenzione è data al fenomeno del telemarketing selvaggio e ai piani tariffari delle compagnie telefoniche.
Presentazione
Conosco i miei polli
Il betaglucano magico
Fitosteroli come se piovesse
Apocalittici e integratori
Il pianeta degli Xantoni
Fitosteroli, il ritorno
Alixir di lunga vita
Il lato negativo delle multe per pubblicità ingannevole è che il pubblico non lo sa: vede una pubblicità in TV per un certo periodo, e poi questa sparisce. Non pensa che l’abbia tolta l’antitrust, semplicemente crede che l’azienda abbia in mente un’altra campagna pubblicitaria.
Articoli come questo sono importanti per la sensibilizzazione di più persone possibili, anche perché -alla fin fine- le grosse multinazionali multate sono sempre quelle, quindi sapendo che c’è stato un precedente la persona accorta si domanda perché da un giorno all’altro un tal articolo non viene più sponsorizzato nello stesso modo di prima…
Daccordissimo con Arianna su tutta la linea. Io mi aggiorno con Altroconsumo, ma d’ora in poi mi darò un’occhiata anche a quella newsletter, grazie per l’informazione!
sei una grande!!!