L’applauso non me lo sono fatto da sola, l’apprezzamento è di Zac, che non è uno che se una cosa non è un gran che te lo manda a dire. L’idea l’aveva lanciata Antonietta, che mi ha detto: “ma tu non li fai mai gli involtini di verza, ripieni di carne, fatti così e cosà, etc etc” (e di seguito tutta la spiegazione antoniettosa fatta con le dosi a occhio che fa rabbrividire tutti e cinque i miei pianeti in vergine).
Poi non ho fatto altro che seguire la fatalità: un cespo di cavolo cappuccio appena arrivato dal campo di Natalino, una bella dose di carne di maiale tritata arrivata dall’allevamento di Nandino (si chiamano tutti con -ino, non è che sono io che appioppo i diminutivi… eh eh… che ridere… Zacchino…), e last but not least il libro di bioterapia, che riportava la ricetta esattamente come mi era stata raccontata, ma con in più le spiegazioni nutrizionali, che vi annoto qui sotto.
La bioterapia sconsiglia di associare al cavolo cappuccio la carne di agnello, per il suo notevole contenuto di iodio e testosterone, che, sommato a quello vegetale, potrebbe infastidire la tiroide e il sistema nervoso centrale.
Gli involtini di cui abbiamo appena parlato invece (che si possono realizzare indifferentemente anche con la verza) hanno principalmente un’azione lassativa e stimolante per la tiroide; sono quindi utili alle donne in menopausa (perché in questo delicato momento della vita delle donne la tiroide subisce un rallentamento fisiologico, e lo stesso per quanto riguarda le funzioni intestinali), e alle persone anziane nei momenti di debolezza, durante i quali possono aiutare a rigenerare le forze.
Insomma, progettati, preparati e divorati appena cotti, giusto il tempo di salvarne un paio per fotografarli al gelo sul balcone. Fateli, fateli, fateli perché ne vale veramente la pena.
E poi sono sicuramente Claudia approved (Claudiaaaaaaa! dove seiiiii? mi serve il bollino!) perché l’ortaggio è di stagione, il ripieno è carne di maiale, invernale se non proprio di gennaio, e come se non bastasse c’è pure la spolverata di rafano sopra, a sfregio, proprio per dire c’ho messo pure la radice, tiè!
Ingredienti:
300 grammi di carne di maiale tritata
1 cavolo cappuccio intero
50-60 grammi di pane raffermo (con la scorza)
1 uovo
1 bicchiere di latte intero fresco
50 grammi di Parmigiano Reggiano
olio extravergine d’oliva
2 spicchi d’aglio
un mazzetto di prezzemolo
una manciata di uva passa
una manciata di pinoli
una tazzina di vino bianco
sale marino integrale
un pezzettino di radice di rafano
Preparate il ripieno la sera prima, in modo che possa riposare tutta la notte in frigo, così il giorno dopo la carne si sarà fusa con tutti i sapori con cui l’avete mescolata, e secondo me è tutta un’altra cosa. Oltre tutto se il giorno dopo siete fuori casa ci vorrà pochissimo a preparare questo piatto per cena e sarete osannate dagli astanti.
Per prima cosa mettete il pane raffermo tagliato a dadini (molto meglio tagliarlo a dadini *prima* che diventi raffermo) a bagno nel latte, coprite e lasciatelo a temperatura ambiente per un’oretta, o fino a quando non sarà bello morbido.
Raggiunto l’obiettivo morbidezza, strizzate bene il pane e mettetelo in una terrina di vetro insieme alla carne, all’uovo, al parmigiano grattugiato, a uno spicchio d’aglio finemente tritato con il coltello, al prezzemolo, all’uvetta, e ai pinoli; aggiustate di sale e aggiungete un po’ d’olio (la quantità dipende da quanto è grassa la carne: molto grassa-poco olio, poco grassa-un po’ più olio).
Amalgamate tutto bene con le mani (tassativo), infilate il composto in una ciotola di vetro con coperchio e lasciate in frigo tutta la notte. Una mezz’oretta prima dell’ora di pranzo (o di cena) mettete una grossa pentola d’acqua sul fuoco; intanto che raggiunge l’ebollizione prendete il vostro cavolo cappuccio, asportate il torsolo (ehm… si dice così vero? non è una parola dialettale napoletana, no?) e con una certa delicatezza cercate di asportare alcune foglie, scartando le prime e scegliendo quelle più grandi e belle, senza romperle*.
Con queste dosi a me sono venuti sei o sette involtini, quindi sei o sette foglie dovrebbero bastare, ma per non sbagliare meglio metterne da parte qualcuna in più nel caso doveste fare un pasticcio quando fate i pacchettini.
Sbollentate in acqua una foglia alla volta per due o tre minuti; non lasciatele diventare troppo molli altrimenti gli stuzzicadenti le strapperanno. La costola della foglia deve rimanere duretta, basta che diventi appena abbastanza elastica da piegarsi. Man mano che le sbollentate mettete le foglie ad asciugare su uno strofinaccio pulito.
Quando avrete tutte le vostre foglie belle elasticizzate e asciutte, tirate fuori dal frigo il composto con la carne e cominciate a fare gli involtini; prendete un cucchiaione di composto, poggiatelo sulla parte più sottile della foglia e avvolgete fino alla costola, cercando di ripiegare all’interno i lati; fermate con un paio di stuzzicadenti e mettete su un piatto.
Intanto mettete a scaldare una padella con il fondo velato d’olio d’oliva e uno spicchio d’aglio schiacciato; quando l’olio sarà bello caldo (ma non fumante!) e l’aglio sfrigolerà un pochino adagiate i vostri involtini nella padella; dovrete lasciarli cuocere fino a quando l’involucro non si scurisce un pochino, poi dovete girarli da tutti i lati in modo che la carne all’interno si cuocia bene; a questo scopo potreste decidere di coprire la padella, ma otterreste un effetto più umido e morbido, invece secondo me questi involtini sono strepitosi perché il cavolo rimane un po’ croccante.
Quando mancheranno pochi minuti alla fine della cottura aggiungete il vino bianco, alzate la fiamma e lasciatelo evaporare.
Servite con una grattugiata di rafano; se vi piace potete accompagnare gli involtini con un po’ di riso basmati bianco.
*a proposito di foglie che si rompono, Claudia (come al solito) mi ha mandato un link illuminante; come vedete il modo migliore per togliere le foglie è bollire il cavolo *tutto intero*, ma come ho potuto non pensarci? E poi anche l’idea di riempirlo tutto non è male proprio per niente :-P
Que receta más curiosa. Es típica de Italia?. NUnca la había escuchado. Tiene una pinta increible
Qual buongiorno migliore di questo!!!Mmm..li mangerei anche di mattina tanto mi han fatto venire l’acquolina…epoi non serve nemmeno il forno!!!Il prox week-end saranno nella mia pancia!!!Grazie e buon tutto!Je’
Izn, sei strepitosa, in questi giorni! Zacchino…eh eh…e le fette biscottate di Cleofe (Cleofeee, scusa, lo sai quanto mi sei simpatica!)
La dritta di preparare il pane tagliato *prima* é cosí semplice che sfiora la genialitá (devo avere qualcosa anch´io, in vergine, perché non sopporto tutte quelle scheggine che schizzano via impazzite). Grazie, penseró a te, quando faró i canederli…
Io ho imparato a farli prorpio cosí, gli involtini, col cavolo cappuccio e la carne di maiale, da quando sto qui in Doicilandia. Che li facevo solo con la verza. E senza uvetta e pinoli; e al forno, non in padella. Ma che belle tutte queste contaminazioni!! Ehm…io la costa la tolgo, perché cosí mi si avvolgono meglio (la incido a mó di bisturi). E al forno sono molto piú leggeri e non servono nemmeno gli stuzzicadenti (non sono pigra, sono diversamente attiva – mi sa che direbbe Zac)
Mmmmm…stasera avevo pensato ad una torta salata di verza, ma ho giusto giusto qui un cavolo cappuccio che mi dice: “Voglio diventare come quello della Izn! Ti prego, ti prego…” (pestando i piedi)
Io non devo approvare un bel niente, ma piuttosto farti un forte applauso, ma forte!!
ho letto la ricetta sfregandomi le mani perchè ho proprio delle foglie del cavolo esterne che potrei utilizzare, poi leggendo i commenti dopo il ghiiìrigoro mi sono sentita punta sul vivo e infine ho realizzato che ci devono essere delle energie che convergono. la mia tiroide nodulosa è uno scorticone che non riesco a far guarire. e la menopausa mi fa incavolare.
inz e claudia che belle scoperte siete! e grazie anche per non aver letto distrattamento i miei commenti e per averne voluto sapere di più. risultato maggiore di tanti rapporti “reali”
Condivido l’applauso per questi involtini gustosissimi!
uhmmm! domani di sicuro cavoleggio! prima devo fare la spesa…altrimenti cavoleggio nell’altro senso!
grazie! :)
Il pane raffermo: ce l’ho, latte: ce l’ho, pinoli e uva passa: ce l’ho.
Per il “porco” posso guardare nella camera del figlio adolescente che forse qualcosa trovo!
Ho anche la menopausa: OK! stasera mi metto al lavoro.
Ciao Izn,
anch’io applaudisco di fronte ai tui involtini e traggo spunto per il week end!
Brava
@lorettac: scusa, ma sto ridendo dalle 12 e mezza, e sono le due e venti. Mi dovevo proprio ricollegare per ringraziarti, che con questo freddo umido ridere é quasi come una zuppa calda!
una volta avevo provato una cosa simile con le foglie di verza e in forno, ma mi sono rimaste un po’ gommose…forse non le avevo cotte abbastanza…però ora posso provare con il cavolo capuccio e in padella avere un effetto migliore.
mi unisco all’applauso di Zac, salutoni.
calma: ho tutto tranne il porco. e siccome non ho nemmeno il maiale, mi dovrei dedivare quanto prima alla ricetta. dove lo trovo? il porco intendo. il maiale biologico può essere inteso = porco? non so’stata attenta? ;)
sappi cara che ho il finesettimana supercalendarizzato sulle tue ricette, in pimis quello spettacolo AGLIOSO di qualche post fa…
=)
Loretta…bella questa!! mi hai fatto morire…dal ridere
Ah, ah, io non ho nulla in vergine, ma è da tempo che taglio il pane “prima” di farlo seccare!!!!
(‘mazza IZN: cinque pianeti in vergine????? )
Comunque, stasera faccio gli involtini di verza (erano già in programma), ti copio la ricetta, ma al posto della carne, che non mangio più, userò il tempeh. Ti dirò poi come sono venuti.
Il cavolo cappuccio non l’ho mai usato per involtinare: urge acquisto!
Lorettac, mi hai fatto morir dal ridere!
Esta receta creo que pronto voy a intentarla
Ottimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Spero passerai a trovarmi nel mio blog e se ti piacerà che tu lo aggiunga ai tuoi link preferiti… se ti va e me lo fai sapere sul mio blog ti aggiungo pure io nei link amici.
Buona cucina.
Matteo
@jose: ciao jose! Sì, è una tipica ricetta italiana, devi assolutamente provarla, sarei molto contenta di sapere che è stata esportata dalle tue parti! Se la provi fammi sapere se ti è piaciuta… ma so già che la adorerai :-)
@claudia: ma tu hai più pianeti in vergine di me!!! Togli pure la costa! Adesso mi hai costretta a provare questa cosa, appena finisco qui dovrò *necessariamente* tornare in cucina e riprovare la ricetta senza le coste. E poi chi se li mangia tutti quegli involtini… uff… :-9
(mi hai fatto morire con il cavolo cappuccio che pesta i piedi!)
@silvia: hai ragione sai, è vero che a volte qui trovo rapporti molto meglio di quelli reali, ma credo sia perché quando entro qui nel pasto nudo mi trovo automaticamente con gente che ha interessi e orientamenti molto simili ai miei… alla faccia della contaminazione… eh eh
@loretta: AHAHAHAHAAHA AHAHAH elkflielilrihlkjghòlj (mi hai fatto cadere sulla tastiera) fammi sapere come sono venuti gli involtini, però se usi tuo figlio come materia prima poi a chi li fai assaggiare?!
@vaniglia: ma sì che sei stata attenta: porco = maiale felice biologico semi brado. Quello che ho trovato io è qui… e tra poco ci sarà anche una sorpresina da parte di questo signore qui sul pasto nudo :-P
Voglio sapere com’è andato il fine settimana aglioso!!!
@marcella: ehhhh… cinque cinque, e si sentono tutti 8-/ Sono molto curiosa di sapere come vengono gli involtini con il tempeh, non l’ho mai provato, è buono vero?
@matteo: ma sono già passata sul tuo blog, solo che non sono riuscita a lasciare un commento perché non c’era l’opzione commenta come nome/url :-(
Ad ogni modo vado subito ad aggiungerti nel teletrasporto, ci mancherebbe altro, con quelle tortine magnifiche… per non parlare del pane a lievitazione lenta, è proprio lì che volevo lasciarti un commento, per chiederti se era possibile seguire quel procedimento con il pane a lievitazione naturale :-/
Appena pappati!
Cara Izn, a me sono piaciuti, ma come sempre deve succedere, avevo del tempeh veramente buono. Non so se lo hai mai assaggiato: è molto proteico, e saporito, non come il tofu che non sa di niente e va “lavorato”.
Se riusciremo a vederci (sì, sì, sì!) ti racconto!
ciao cara ! adoro gli involtini di verza e le tue foto sono spettacolari ! Buona giornata !
Ieri il mio caro maritino ha cucinato gli involtini……buonissimi….anche se noi il tempo di risposo della carne lo abbiamo saltato!!!Mica ci organizziamo così bene!!!
Brava
…fatti!!!Ieri finalmente li ho messi in saccoccia!Ahahahahahaha!!!!…hem…devo fare pubblica ammenda…nel mio commento postato 10 gg fa su questi involtini applaudosi,scrivevo che erano cosi’ appetibili che me li sarei mangiati anche di prima mattina… beh,stamattina l’ho fatto davveroooooooo!Oh,chevvvolete che ve dica…non ho proprio saputo resistere…uno solo,il piu’ piccolino(x fortuna le foglie erano di dimensioni ridotte ;-P),ma me lo sono sbaffato e pure di gusto!!!
Anch’io sono finalmente riuscita a farli!! Sono andati a ruba :-) Ho solo usato la carne di manzo al posto di quella di maiale
Ciao e complimenti, mi piace molto leggerti… proverò questa ricetta perchè mi intriga molto ma per essere sicura che la carne di maiale si cuocia bene e non faccia brutti scherzi (!!!) la farò sfrigolare prima di aggiungerla all’impasto e così mi godrò la croccantezza del cavolo. Grazie per tutti i tuoi meravigliosi e utilissimi consigli…
cara, non hai sbagliato, il torsolo ,in napoletano, si dice O’ TURZO. senza pronunciare la finale. ciao.
ma te sei napoletana, come me, come mai queste incertezze? Farò i tuoi involtini di verza , me piacene assai! Buona giornata.