A dire la verità non sono mai stata una grande estimatrice di frittate, non so perché, mi sono sempre sembrate una cosa triste dell’ultimo momento, senza contare il fatto che le uova fino a poco tempo fa non le digerivo proprio, comunque fossero cotte.
frittata di ricotta facile
I problemi più grossi poi me li dava proprio la frittata, che io facevo semplicemente sbattendo le uova, aggiungendo un po’ di sale e sbattendola in padella, coerentemente con il mio sconsiderato snobismo verso questo piatto geniale. Il fatto è che preparata in questo modo la frittata stimola profondamente la funzionalità epatica e quella gastrica, e quindi per me che già avevo problemi un po’ da tutti e due i fronti, e principalmente con lo stomaco, era un vero e proprio disastro.
La bioterapia nutrizionale ricorda infatti che un trucco per rendere un po’ più digeribile la frittata è aggiungere alle uova un po’ di latte e parmigiano, e un po’ di prezzemolo. Di solito i bioterapeuti utilizzano questo tipo di frittata per il suo potere sedativo; normalmente la frittura e l’uovo avrebbero infatti un’azione eccitante, ma la presenza del calcio della ricotta riduce lo stimolo nervoso, e (grazie anche alla presenza dei suoi zuccheri) porta al contrario il fegato a lavorare, e così a detossicarsi. Mangiandola a cena si dovrebbe ottenere così un sonno profondo e ristoratore.

Le verdure da associare alla ricotta sono quelle ricche di ferro (cicoria, carciofi, ortiche, agretti, indivia belga, radicchio, spinaci) e devono essere consumate cotte, perché nelle verdure crude i sali sono sciolti nella loro acqua di vegetazione, e si adattano male alla povertà proteica della ricotta, finendo per frenare il metabolismo del corpo.
Le zucchine e i fagiolini invece non sarebbero una buona scelta, perché sono troppo ricchi di potassio, che entrerebbe in antagonismo con il calcio della ricotta, provocando un blocco della diuresi; anche per quanto riguarda la frutta è bene scegliere tra quella che contiene ferro, come le albicocche o i fichi, o in alternativa le fragole, perché il loro contenuto in iodio viene frenato dal calcio.

Ieri sera cercavo un modo per utilizzare un po’ di ricotta di pecora che ogni volta che aprivo il frigo cercava di saltare fuori, e mi sono ricordata della frittata di ricotta. Ho pensato che se avessi accoppiato una cosa che adoro ad una cosa che non ho mai amato tanto, qualcosa di buono sarebbe venuto fuori, e ho avuto ragione, ah se ho avuto ragione.
Adesso voi la conoscerete sicuramente benissimo, la frittata di ricotta, ma per me è una vera e propria scoperta. Inoltre avendo letto che si accompagnava molto bene con una verdura ricca di ferro, ho riciclato anche un avanzo di cicoria ripassata in padella (la passione di Emma!!!), ed è venuto fuori un piattino fantastico, un’esperimento che ripeterò con tutte le altre verdure che compaiono nella lista “fogliame ricco di ferro” :-9
Mi vergogno un po’ di scrivervi questa ricetta, ma magari c’è qualcuno che è proprio alle prime prime armi e fa la frittata come la facevo una volta io, cioè frullando furiosamente le uova fino a che non diventano una specie di crema gialla, e ottenendo una specie di crêpe cicciona (che quindi ha perso tutte le attrattive di una crepe), e secca come un pezzo di legno (secco).

Ingredienti:
4 uova di galline felici
200 grammi di ricotta di pecora
avanzi di cicoria ripassata*
noce moscata
semi di senape
sale integrale
pepe bianco

*o un’altra delle verdure ricche di ferro citate alla fine del post
Tirate le uova fuori dal frigo, e se possibile aspettate che tornino a temperatura ambiente.
Non so bene perché (ma lo scoprirò, prima o poi), ma ho la sensazione che le uova abbiano sempre un sapore migliore quando non le cuocio da fredde. sarà lo shock termico? mah.
Intanto mettete in una terrina la ricotta e la cicoria ripassata tagliata grossolanamente a coltello e amalgamatele alla meno peggio.
Aggiungete le uova e sale quanto basta, e mescolate solo fino a quando nella terrina non ci saranno più uova cicoria e ricotta ma un insieme delle tre; voglio dire, io le mescolo pochissimo perché mi piace che nella frittata ci siano pezzi bianchi e pezzi gialli, non so se mi sono spiegata.
Prendete una padella di ferro, e mettete a tostare i semini di senape a fuoco basso per pochi minuti, fino a quando sentirete un buon profumino.
A questo punto aggiungete un filo d’olio, e appena brillerà versate il composto di uova nella padella, lasciando cuocere a fuoco medio-basso per qualche minuto.
Quando vedrete che i bordi della frittata si staccano dalla padella provate a sollevarla leggermente con una spatola (non di plasticaaaaa!) e sbirciate sotto per controllare lo stato di cottura-abbrustolimento.
Se sarete soddisfatte, inclinate la padella, appoggiateci sopra delicatamente un piatto come se fosse un coperchio (mia madre questa operazione la faceva proprio con un coperchio particolarmente piatto), girate la padella a testa in giù in modo che il contenuto si adagi sul piatto; rimettete la padella sulla fiamma e fate scivolare la frittata di nuovo dentro, dal lato crudo.
Tutto questo a meno che non siate dei mostri in cucina, capaci di girare la frittata con il classico colpo di polso (io lo faccio, io lo faccio! ma solo con le frittelle e altre piccole cose, le frittate mi si spatasciano e si trasformano in un attimo in uova strapazzate).
Appena la frittata sarà cotta anche sotto (ci vorrà pochissimo, non deve assolutamente stracuocere, altrimenti diventa una schifezza) fatela scivolare elegantemente su un piatto di portata, spolverate con un po’ di pepe bianco, un pizzico di semi di senape triturati nel mortaio e se vi va un po’ di peperoncino (io non ce l’ho messo per la bimbola).
Servite caldissima, con una bella fetta di pane tostato (per chi lo regge, ben strofinato di aglio).