Ebbene sì, esiste una ricetta, che tra l’altro è un vero e proprio presidio bionutrizionale, per la quale il lardo è l’ingrediente principale e insostituibile, e che in questo momento (o dovrei dire bobedto) è esattamente quello che mi serve per fluidificare il fluidificabile (stiamo parlando di polmoni, eh, e cercavo pure di essere elegante).
battuto di lardo proprietà
Come già sapete (ma tanto ve lo ripeterò fino all’abbandono definitivo del pasto nudo, e poi mentre starete andando via ve lo continuerò a dire anche dalla finestra – rimembranze dell’infanzia di izn) è necessario però che riusciate a trovare un “donatore” (leggesi ex maiale felice) che sia al di sopra di ogni sospetto, cioè allevato in modo consono alla sua natura, senza utilizzo di antibiotici, mangimi inadatti e tutto il resto che sapete, soprattutto in questo caso. Quando infatti è il grasso ad essere utilizzato, la nostra attenzione deve essere ancora più alta, perché è proprio nel grasso che vengono stoccati i vari veleni che l’organismo non riesce ad eliminare, e quindi se l’animale non ha vissuto nel modo giusto il suo grasso è la parte più tossica per chi ne usufruisce.
Secondo la bioterapia nutrizionale il grasso di maiale ha la capacità di regolare e riequilibrare la sostanza (surfactant), presente negli alveoli dei nostri polmoni, e che li rende elastici e in grado di espandersi, in modo che i batteri non possano stabilircisi facilmente, anche e soprattutto per quanto riguarda il batterio della tubercolosi. Ecco uno degli inconsapevoli-consapevoli motivi per cui i nostri contadini erano soliti mangiare, nel corso dello scorso secolo, grasso di maiale, magari cotto alla brace (in questo modo non c’era bisogno di aggiungere altri lipidi).
Visto che ci siamo voglio trascrivervi dal librone della bioterapia anche alcune altre notizie interessanti che riguardano i grassi, che fino ad ora sono stati tanto ingiustamente bistrattati.

Intanto tutti i lipidi sono molto importanti per il nostro organismo; i monoinsaturi (come l’olio d’oliva), utilizzati in quantità ragionevoli, sono in grado di abbassare il colesterolo, contrastare la produzione dei radicali liberi e svolgere funzione antiossidante. Gli acidi grassi saturi sono invece come sapete potenzialmente nocivi, contribuendo anche all’aumento del colesterolo nel sangue, alle malattie cardiovascolari e degenerative.
Il problema nell’utilizzo dei grassi non sta nell’eliminarli o ridurli drasticamente, ma nel renderli proporzionati al consumo degli altri alimenti; ad esempio la giusta quantità di olio d’oliva extra vergine per la maggior parte delle persone sane è un cucchiaio e mezzo per ogni piatto che compone il pasto, facendo però attenzione a non associare nello stesso pasto lipidi di natura diversa (ad esempio zucchine dorate e fritte e fragole con la panna).

La bioterapia indica lo strutto come il grasso ideale per dolci e fritture, che risultano più morbidi e leggeri; la sua percentuale di grassi polinsaturi e monoinsaturi si avvicina molto a quella dell’olio d’oliva. Assolutamente da evitare invece gli olii di semi vari, per via del fatto che ogni seme ha un processo di estrazione dell’olio differente e per alcuni semi particolarmente duri sono necessarie centrifugazioni molto violente; inoltre quasi mai vengono indicati sulla confezione il tipo di semi utilizzati e il rapporto percentuale che esiste tra essi.
Ugualmente sconsigliata la margarina (vabbeh, ma c’è qualcuno a cui veramente *piace* la margarina?!), troppo manipolata e differente dall’equilibrio naturale originario, e contenente un’enorme quantità di grassi saturi.
Insomma, io ne avevo un pezzettino sicuro, (molto prezioso, comprato al mercato bio di Formello dal pluricelebrato signor Fanelli) nel frigorifero, così ho semplicemente seguito la ricetta, utilizzato una bella fettina di pane fatto in casa (stavolta di farina del faraone – perché adesso la farina di kamut si chiama così, che il Kamut è un marchio registrato… mah), e assaporato al volo, accompagnato da una quantità imprecisata (mezzo bicchiere?) di un merlot bio senza solfiti.
Zac (che ve lo dico a fare) l’ha mangiato senza fiatare pur essendo al momento esente da qualunque patologia, ma lui come sapete fa scuola a parte… mi sono fidata della sua curiosità e della sua golosità, anche perché se avessi mangiato solo io quella quantità di aglio e cipolla sarei stata poco gradevole, ecco. Invece così non se n’è accorto nessuno. La pulcina ancora non ha potere sindacale poverina ;-)

Ingredienti:
50 grammi di lardo felice
uno spicchio d’aglio
un pezzetto di cipolla di Tropea
un piccolo gambo di sedano
una piccola carota
una bella manciata di prezzemolo
un peperoncino piccante
sale

Con un coltello ben affilato tagliate tutti gli ingredienti a pezzetti molto piccoli e il lardo a fettine sottili, e poi cominciate a batterli sul tagliere fino a ridurli in una poltiglia.
Per “batterli” intendo utilizzare il coltello come se fosse una specie di mannaia, tipo pazzi invasati con sguardo calmo, insomma i pazzi quelli veri.
Spalmate poi un cucchiaio di questo composto su una bella fetta di pane tostato, una o due volte al giorno, senza aggiungere olio né altri tipi di grasso.
utilizzate questo sistema tutte le volte che sentite di aver bisogno di umidificare le vostre mucose (ad esempio pare che questo rimedio sia ottimo per le bronchiti croniche)… oppure semplicemente quando ne avete voglia (e non avete in programma scambi sociali).
L’unico problema del lardo è che tende facilmente ad ossidarsi, quindi conservatelo pochissimo, e una volta aperta la confezione (quello di Fanelli era sottovuoto, vista anche l’assenza dei conservanti), consumatelo velocemente.
p.s.: No!!! non si può fare il battuto di lardo con il frullatore!! Includereste dell’aria nel composto e irrancidirebbe velocissimamente… andate ad affilare il coltello :-)