Non sento la necessità di avere sedici anni, o vent’anni o insomma di essere più giovane di quello che sono. Perché ci sono già passata, perché ci sono altri che hanno quell’età, e questo è perfetto.

latte d'oro ricetta

E quella sensazione strana, angosciante ma soprattutto elettrizzante, che provo quando sono seduta su una panchina mentre la pulcina svolge le sue interminabili sessioni di altalena e io guardo i gruppi di ragazzi che si riuniscono e chiacchierano e flirtano tra loro e con se stessi, e che una volta identificavo con l’invidia o al meglio con la nostalgia, adesso ho capito che è tutt’altro.

Che quell’emozione che provo non è altro che l’eco di ciò che provano loro, ed è bello poterlo sentire senza dover rifare esperienze già passate, che non avrebbe senso, grazie no, vorrei che la mia evoluzione si muovesse in una sola direzione.

Credo che questa apertura, questa uscita dall’individualità, sia la cosa più bella che gli anni mi hanno regalato. Aver capito di far parte di un tutto, di essere una goccia d’acqua e quindi tutto il mare, tutte le nuvole, tutta la nebbia, tutto il vapore e tutto ciò che è acqua, e possedere dentro di me ogni singola sensazione, bella e brutta, quelle delle persone, quelle degli elementi, quelle delle piante e degli animali.

In uno strano modo molto nebuloso capisco che questa nuova consapevolezza su cui sto lavorando mi sarà molto utile nel tempo, quando inevitabilmente mi confronterò con chi sta meglio di me fisicamente, quando il mio corpo sarà meno efficiente sotto tanti aspetti, fermo restando ovviamente che faccio tutto quello che posso per mantenerlo più funzionante e piacevole possibile, in primis attraverso l’alimentazione e, appunto, il lavoro su quella che comunemente viene denominata spiritualità.

La cosa pazzesca è che è stata in gran parte la rete a farmi capire questo. L’umanità apre la propria finestra sul mondo, e condivide ciò che sa, invece di esserne inutilmente gelosa. Siamo nell’era dell’acquario, gente! :-)

A proposito di acciacchi e seccature (e a proposito di yoga kundalini), proprio l’altro giorno per via dei cambiamenti repentini di temperatura di questi giorni avevo uno dei miei attacchi di cervicale (a proposito di irrigidirsi – e speriamo che lo yoga – ho cominciato ieri e già lo adoro! si porti via anche loro). Non uno di quelli violenti, ma chi ne soffre sa che questi attacchi iniziano sempre in sordina, per poi raggiungere l’apice dopo qualche ora, e là sono letteralmente dolori :-P
Per un caso assoluto (smanettavo sul portatile che di solito usa lo zac) ho ritrovato un post che avevo messo tra i preferiti mesi fa, e che calzava proprio a pennello con il mio problema.

Il procedimento era molto semplice, l’ho preparato subito (leggermente modificato nelle dosi), e un meraviglioso profumo di curcuma si è sparso sulla mia serata post-addormentamento della pulcina. Non so se sia stato quello, perché la bioterapia non dà indicazioni sulla curcuma (troppo orientale!); ma la cervicale è passata e durante la notte mi sono alzata tre volte per… (ehm. si può dire fare la pipì?), cosa che invece di farmi arrabbiare mi ha fatto molto piacere perché si è accompagnata ad un senso di leggerezza che con i miei reni non provo spesso.

Sul suo blog Linda racconta che la curcuma è una radice imparentata con lo zenzero, e che è in grado di contrastare diversi tipi di dolori, in particolare quelli riguardanti le articolazioni, quelli di origine infiammatoria, ma anche udite udite, i dolori mestruali.

Dopo tutte questi input potenzialmente interessanti mica potevo fermarmi qui. Ho cercato altre notizie sul latte d’oro e ho scoperto che è una bevanda antica (roba di migliaia di anni – me ignorantissima), che la curcuma è un toccasana per la digestione, la pressione alta, il sistema immunitario, quello scheletrico (artrite, doloretti vari etc) e quello nervoso, i problemi della pelle, il diabete (ovviamente non come *unico* rimedio, mi raccomando eh!) e insomma che c’è rimasto? Il mal di denti?

Sul blog che ho appena linkato, che mi sembra serio (in rete non si può mai giudicare, ma insomma non è che stiamo parlando di curare malattie mortali), la ricetta era un po’ diversa, e devo dire anch’essa molto interessante; preparandolo così il latte d’oro viene spumoso tipo cappuccino :-P

Invece di mescolare solo latte, acqua, curcuma e miele come la ricetta che vi trascrivo di seguito, in questa si prepara prima una pasta con la curcuma, una piccolissima percentuale (il 3% del composto) di pepe (che avrebbe la funzione di rendere la curcuma più biodisponibile) e un po’ d’acqua. Si mescola tutto a fuoco medio alto per un po’ fino a che non diventa una pasta bella densa, si fa raffreddare, si mette in un vasetto e si conserva in frigo.

Questa pasta si può poi usare per fare il latte d’oro, mescolandone un quarto di cucchiaino con una tazza di latte (o di latte vegetale), un cucchiaino di olio d’oliva (o di mandorle, o di burro chiarificato) e miele a piacere, e scaldando tutto sul fuoco fino a subito prima dell’ebollizione, oppure spalmarla su crackers e formaggio (!) o su quello che insomma vi passa per la testa. Non male, eh?

E se non vi dovesse bastare, in giro ho trovato anche una versione con il succo d’agave o con lo sciroppo d’acero, una signora molto carina che la definisce un “essential drink for women”, e un sito neozelandese dove c’è addirittura la prescrizione (una tazza al giorno per quaranta giorni) per le articolazioni rigide e scricchiolanti, con un interessante upgrade rappresentato da una spruzzata di cannella finale.

Vi è venuta un po’ di voglia di assaggiarlo? Qui da me già il fatto di scriverne ha fatto sì che il pacchetto di curcuma si aprisse magicamente, un cucchiaino artritico ci si tuffasse dentro e il latte saltasse fuori dal frigo versandosi in un pentolino consenziente :-)

p.s.: se qualcuno di voi vedesse in giro una radice di curcuma fresca lo prego di farmelo sapere, che mi metto in cerca. Se la curcuma fresca sta alla curcuma in polvere come lo zenzero fresco sta a quello in polvere, ella deve essere mia >:-/

Ingredienti:
1 cucchiaino raso di curcuma
50 grammi d’acqua pura
100 grammi di latte intero fresco
1 cucchiaino di miele

Sciogliete la curcuma nell’acqua nel pentolino consenziente e mettetelo sul fuoco fino a quando non comincia a bollire. A quel punto abbassate molto la fiamma e lasciate sobbollire piano per otto minuti,mescolando ogni tanto perché la curcuma non si attacchi al fondo.
Aggiungete poi il latte e rimettete sul fuoco facendo attenzione a non farlo arrivare all’ebollizione.

Versate nella vostra tazza preferita e aggiungete un po’ di miele, o di sciroppo d’acero, o quello che vi va (inteso in senso pastonudista ovviamente).

Annusate prima di sorbire, a piccoli sorsi.

Aggiornamento:

Marzo 2017

Vi appunto qui sotto alcune preziose raccomandazioni di Arianna Rossoni sulla curcuma e la sua ricetta per preparare la pasta per avere un latte d’oro veloce da fare ogni volta che si vuole (ovviamente potete anche usare un latte animale) :-)

“Il golden milk è una bevanda a base di curcuma, utile come antinfiammatorio, antiossidante e terapeutico per chi soffre di problemi articolari (patologie come artrite o fibromialgia, ma anche per sportivi).
Si prepara prima di tutto una pasta di curcuma, mischiando 1 tazza di acqua, ½ tazza di curcuma in polvere, 1/3 di tazza di materia grassa (olio di cocco, olio di mandorla, olio extravergine), ½ cucchiaino di pepe nero.

È possibile aggiungere anche cannella e zenzero. Il preparato va portato a ebollizione a bassa temperatura, continuando a mescolare, e va conservato in un vaso di vetro in frigorifero al massimo per 10-15 giorni.

Si utilizzano 1-2 cucchiaini di questa pasta sciolti in un bicchiere di latte vegetale (ideale se di avena, cocco o mandorla senza zuccheri aggiunti), eventualmente si dolcifica con poco miele grezzo, e si beve tutte le mattine.

L’aggiunta di pepe nero e materia prima grassa è FONDAMENTALE per aumentare la biodisponibilità della curcumina, che senza questi due preziosi aiutanti sarebbe molto meno efficace.

Provate a leggere questi studi:
Biodisponibilità della curcumina e matrice lipidica
Biodisponibilità della curcumina e pepe nero

Attenzione però a scegliere curcuma biologica e certificata! Come per tutte le spezie, il rischio di contaminazione (in particolare da micotossine) per materie prime di scarsa qualità (come le polveri vendute ai mercatini) è *molto* elevato!”