Cominciare la mattina senza glutine è un po’ complicato, più che altro per una questione di abitudinee. Tutte quelle colazioni della mia infanzia con le fette biscottate, la zuppa di latte, il pane burro e marmellata, e poi il ciambellone, i toast, i cornetti, le crostatine e via dicendo, si sono insinuate nel mio DNA.
Mi vengono in soccorso i siti di altri paesi, che propongono molte colazioni a base di altri cereali, e con la mania della paleo anche di non cereali. Roba super appetitosa, colorata, fantasiosa e particolare. E pure facili e veloci, come questa che vi mostro oggi, un po’ invernale in questa versione, ma adattabile come vi pare, sostituendo il latte con latte vegetale e la frutta secca con la frutta fresca che preferite.
Non che intenda rinunciare ai bignè alla crema o al tiramisù; anzi non mangiandoli spesso me li godo anche di più; il glutine non va bene se si esagera, visto anche quanto ne abbiamo mangiato dalla nascita, ma diciamocelo, le farine con il glutine rimangono sempre molto più versatili e piacevoli da lavorare.
Tra le varie granaglie che ho cercato nel tempo di sostituire al frumento la quinoa è forse la mia preferita, perché rimane sempre piuttosto croccante, non come quel mollaccione del miglio. Essendo una “chenopodiacea” apparterrebbe più al mondo delle verdure (è della stessa famiglia degli spinaci) che a quello dei cereali; nonostante questo è molto saziante, anche perché ha un’elevata concentrazione di carboidrati amidacei, e rispetto alla pasta e al riso “ha più proteine e grassi insaturi, un carico glicemico inferiore e un maggiore indice di sazietà”.
Ho varie ricette molto particolari con questo pseudo cereale che vorrei provare e, se funzionano, farvi conoscere; l’ho visto utilizzato in alcuni dolci in modi veramente creativi e appetitosi. Se avete problemi con il glutine o semplicemente amate come me sperimentare continuamente cose nuove tornate a trovarmi spesso!
Prima di lasciarvi alla strafacile ricetta ho pensato di rispolverare il librone della bioterapia nutrizionale e darvi qualche informazione sulle noci. Secondo il manuale due o tre noci al giorno possono esercitare “una notevole azione cardiotonica”; il loro contenuto in magnesio e l’equilibrio degli elettroliti possono favorire la circolazione arteriosa, agendo sul tono muscolare ed elastico dei vasi. Per lo stesso motivo le noci sono controindicate in chi ha evidenti difficoltà del ritorno venoso, per esempio chi ha un fegato che non funziona molto bene, perché aggraverebbero l’edema e l’imbibizione dei tessuti.
La noce “È un tonico del sistema nervoso e possiede proprietà antianemiche, antispastiche, sedative e antinfiammatorie; previene lo sviluppo dell’infarto del miocardio, ha azione energetica, attiva la velocità del flusso sanguigno, dell’emopoiesi, nonché delle secrezioni gastrica e pancreatica” (…) migliora l’ossigenazione dei tessuti e la funzione del sistema immunitario; inoltre svolge una lieve azione coagulante e può essere utile nella terapia della sideropenia.
Per il loro contenuto in rame e zinco, le noci sono utili per ridurre l’adrenalina nel sangue, smaltire l’acido lattico accumulato nei muscoli, aumentare la soglia del dolore, migliorare l’attività sessuale e la vitalità degli spermatozoi, e in generale stimolare la forza vitale. Antianemiche e antidiabetiche, sono di grande aiuto quando si è stanchi intellettualmente, ad esempio prima o durante un esame.
Passiamo a questa colazione insolita e particolare, che ho scovato sul solito epicurious: mi sono letta tutti commenti uno per uno (i commenti sono la mia passione) e ho notato alcune variazioni interessanti che sono state fatte da chi ha provato la ricetta.
In molti sottolineavano l’importanza di sciacquare bene la quinoa per togliere il sapore amaro (che io non ci sento); una signora scrive che ha cotto la quinoa direttamente nel latte di cocco invece che in acqua e ha aggiunto mirtilli, vaniglia, fette di banana e noci (svengo! la prossima volta la faccio così!), un’altra l’ha cotta nel rice-cooker e ci ha aggiunto burro e miele; altri ci hanno messo sciroppo d’acero, ciliegie secche, cardamomo, e più o meno tutti l’hanno trovata una splendida alternativa alla classica zuppa di avena, sottolineando come il sapore “nutty” (noccioloso?) della quinoa sia molto adatto alla prima colazione.
Una tipa ha scritto che si è limitata a bollire l’acqua, versarla sulla quinoa e lasciarla coperta tutta la notte, poi ci ha messo pesche e crema (mica male l’idea. provo anche questa); solo uno dei commentatori si è lamentato che gli era venuto fuori un impasto colloso, ma sicuramente avrà usato troppa acqua, quindi fate attenzione alle dosi!
Ingredienti:
100 grammi di quinoa real
150 grammi di acqua pura (180 se volete una quinoa più morbida)
una presa di polvere di cannella
1 pizzico di sale marino integrale
6 noci
1 cucchiaio di miele integrale
latte animale o vegetale
Mettete a bagno la quinoa per una decina di minuti e risciacquatela poi più volte fino a quando l’acqua non diventa limpida, infine scolatela in un colino a maglie strette.
Mettete la quinoa, l’acqua, la cannella e il sale in un pentolino, mescolate bene e ponete il tutto sul fuoco fino a quando non bolle, poi coprite, riducete la fiamma al minimo e aspettate che la quinoa assorba tutta l’acqua, ci vorranno una decina di minuti o poco più. Appena la quinoa avrà assorbito tutto il liquido spegnete la fiamma e lasciatela riposare, sempre coperta, per una decina di minuti ancora, poi sgranatela con una forchetta come si fa per il couscous.
Dividete la quinoa in due ciotole e aggiungete le noci, il miele, il latte o tutto ciò che vi ispira al momento.
Bella idea. Mi sa che io ci metterò del latte. Io con la quinoa per colazione faccio dei pancakes: la sera prima faccio cuocere la quinoa come dici tu (1/2 tazza) con una bacca di vaniglia, e il mattino seguente ci aggiungo 2 uova, 1/2 tazza di latte, e 2 cucchiai di mandorle tritate. Faccio friggere in padella e servo con sciroppo d’acero.
Sonia io però ho letto qualche tempo fa che l’uso della quinoa qui da noi sta “affamando” le popolazioni che la coltivano, essendo la loro unica fonte di sostentamento. Molte ONG qualche anno fa avevano lanciato l’allarme: a causa della “moda” della quinoa le multinazionali non ne lasciavano più come cibo agli autoctoni. Magari ora le cose sono cambiate, non so. Io però avevo smesso di mangiarla.