Oggi giornata piena di cose da fare e da affrontare, per cui cercherò di essere lieve, anzi lievissima, felice e solare, grata al mondo per ciò che mi offre.

yogurt al vapore

In passato reagivo rimuginando; adesso so che indulgere in questi stati d’animo non far che attirare energie simili, e che di conseguenza è anche un modo per ammalarsi. Non è solo il cibo che ci ammala; per quanto, mangiare in modo sano e giusto secondo me riduce molto cattivo umore e malanni fisici. Invece ho tanti motivi per essere felice e grata, una tra tutte l’amicizia dalla quale sono circondata.

L’amicizia di Isabella, che in due giorni ha organizzato una bellissima serata consapevole nel suo incredibile non-luogo che si chiama Dama D’Erbe; ve ne ho parlato qui, più o meno un anno fa, in occasione di una presentazione del pastonudolibro

L’amicizia di Pierre André, che ci ha raggiunti e ha scattato le fotografie della serata che vedete in questo post; e le nuove amicizie, come quella con Marina, una dottoressa molto interessante, che ha un bellissimo sito che tratta il rapporto tra alimentazione e salute, e con Valentina, che è venuta dalla Sicilia e mi ha pure insignita di una medaglietta che rappresenta l’isola più bella del mondo, in complotto con Bonetta Dell’Oglio, una chef siciliana molto speciale con la quale ho chiacchierato di farine ), di cannoli, e di scuola steineriana.

Dama d'Erbe

Che poi è la donna che ha cucinato tutto quello che abbiamo assaporato durante la serata, e vi assicuro che erano opere d’arte, dalla vellutata di pane ai cannoli alla meravigliosa pasta di grani duri antichi siciliani di Filippo, dei Molini del Ponte.

Dama d'Erbe

E quella con Flaminia, che ho conosciuto proprio venerdì, e che vedete nella prima foto del trittico qui sotto, accanto a Filippo Drago; e insomma, una serata magnifica, davvero da ricordare.

Bonetta dell'Oglio

Mi azzardo addirittura a mettere una foto dove ci sono anch’io, perché è troppo carina e mostra quanta allegria e coesione c’era nonostante molti fossero in piedi – eravamo in leggero overbooking.

Valentina Vitale

Non mi resta che passare a descrivervi questa splendida ricetta, anche questa frutto di un’amicizia, quella con Maria Paola, una cara amica della Francesca/vulcano che ben sapete, che vive in Inghilterra e ha tradotto il pastonudolibro con una pazienza da certosino, e che mesi addietro mi ha regalato un libro meraviglioso sulla cucina indiana (credevi che non lo avessi neanche sfogliato, ehhhhh!!??).

Bonetta dell'Oglio

Questo libretto ogni volta mi trova ipnotizzata, e finalmente sono riuscita a provare questo bellissimo dolce fatto con lo yogurt e… il latte condensato (eccovi svelato l’arcano di qualche post fa!).

Dama D'Erbe

È un dolcetto molto semplice e veloce da preparare, originario del Bengala, ha un gusto e una texture molto particolari, piace ai cuccioli, e mi ha dato l’opportunità di sfoggiare due belle ciotoline di porcellana che mi ha regalato la mamma di zac. Che altro si può volere dalla vita?

Dama D'Erbe

Anjum, l’autrice del libro, dice che questi budinetti si possono anche servire ribaltandoli su un piatto. Io non ho provato, ma ho un’altra dose di latte condensato in frigo, e ho appena messo a scolare una nuova partita di yogurt, quindi saprò dirvi presto! :-)

Ingredienti:
500 grammi di yogurt bianco intero fresco
95 grammi di latte condensato home made
un cucchiaino e mezzo di uva passa (opzionale)
20 pistacchi non salati
un pizzico di sale marino integrale

Per prima cosa dovete seguire il procedimento per fare il Labna (che differisce dal cream cheese perché in quest’ultimo c’è anche la panna): mescolate lo yogurt per renderlo cremoso (ma a differenza del labna *non* aggiungete il sale), versatelo in un colino foderato con una garza o un panno di cotone molto sottile, e sistematelo su un barattolo alto per una notte (o per almeno cinque ore), in modo da far colare tutto il liquido sul fondo senza che però lo yogurt rimanga immerso nel liquido (ne perderà tantissimo e il panno tende a scendere, guardate le foto dei due post che vi ho linkato sopra).

Trascorso questo tempo e ottenuto il vostro labna, preriscaldate il forno a 180°C.

Trasferite il labna in una ciotola grande, aggiungete il latte condensato, l’uva passa (se ce la mettete), il sale, e amalgamate tutto per bene. Dividete la crema che otterrete in due o tre (o quattro, a seconda della grandezza) ciotoline, di porcellana, di vetro o altro, basta che siano materiali resistenti al calore, e copriteli con un foglio di carta di alluminio (mi raccomando l’alluminio non deve toccare la crema!).

Mettete le ciotoline in una teglia altina (va benissimo un normale “ruóto” di alluminio), aggiungete acqua nel recipiente fino a lasciare un centimetro abbondante dal bordo delle ciotoline, e trasferite tutto nel forno con molta attenzione.

Lasciate cuocere una mezz’oretta, tenendo conto che più tempo terrete le cocottine nel forno, più il dolcetto diventerà granuloso (piacevolmente granuloso… non ve lo so spiegare, dovete provare e basta!!!).

Dopo la cottura togliete le cocotte dalla teglia, lasciatele raffreddare e mettetele in frigo, sempre coperte, per tutta la notte. Al momento di servirle tritate grossolanamente i pistacchi, e spargeteli sulla superficie.