Facciamo che la seconda parte del seminario ve la racconto subito, così poi ricominciamo con le ricette e ci rilassiamo un po’. Il tasto per me dolente è che il secondo intervento di Matteo Giannattasio verteva su un argomento del quale finora ho sempre evitato accuratamente di parlare qui sul pasto nudo: gli organismi geneticamente modificati.
Credo però che sia molto importante uscire dalla nebbia nella quale siamo tenuti, anche in virtù del fatto che essendo un argomento scientifico *non potremmo capire*… va bene, non siamo scienziati, però neanche stupidi, e io credo che anche le cose più complicate possano essere spiegate in un modo semplice.
Come potete immaginare personalmente sono assolutamente contraria al loro utilizzo, per il semplice motivo che non ci sono prove che non siano dannosi, e mi sembra criminale anche solo l’idea di proporli a chiunque, ma soprattutto a dei bambini, anche se il pretesto è salvarli da una possibile morte per inedia. Il motivo per cui non mi piace parlarne è che gli ogm scatenano discussioni che tendono facilmente a sfociare nell’aggressività e nella maleducazione, e voi sapete quanto tengo alla bellissima atmosfera che voi stessi avete creato qui sul pasto nudo… voglio evitare energie negative :-/
Ancora, non avendo io alcuna qualifica per parlare di questo argomento riporto semplicemente quanto ho ascoltato, senza aggiungere commenti personali, se non le mie opinioni che spero bene di poter esprimere. Iniziando il discorso Giannattasio ci ha detto infatti “abituiamoci a ragionare con la nostra testa, e a decidere usando il buonsenso, e se necessario anche una dose di conoscenza scientifica”. Conoscenza scientifica che io non ho, ma il buonsenso ce l’ho sì, e spero che in qualche modo supplisca alle mie carenze, visto che ho sempre detto che questo blog è solo un diario di esperienze personali, e di sperimentazioni basate sull’empirismo.
Vi anticipo quindi che qualsiasi commento offensivo, aggressivo o maleducato non sarà accettato o verrà rimosso. Naturalmente non parlo di voi che già frequentate questo non-luogo, che finora ha incredibilmente attratto solo persone equilibrate, educate, colte e intelligenti.
Orbene. Cominciamo con il dire che attualmente in Italia non sono consentite le coltivazioni transgeniche (che se ho ben capito per adesso si limitano al mais, alla soia e, negli Stati Uniti, alla colza); è possibile però importare mangime transgenico per gli animali, e venire a contatto quindi con gli ogm attraverso il latte e la carne. Quest’ultima cosa non avviene nell’ambito biologico, però c’è da dire che anche nel biologico da circa un anno per allinearsi all’Unione Europea è stata ammessa la contaminazione transgenica fino allo 0,9%. Ma quali sono i motivi per i quali si dovrebbero utilizzare alimenti transgenici?
Intanto non è vero che i prodotti geneticamente modificati sono meno costosi.
Non sono migliori dei prodotti naturali (la definizione coniata negli Stati Uniti, e che si spiega da sola, è “equivalenza sostanziale”…).
Non hanno un sapore migliore (e anzi un pomodoro geneticamente modificato, che aveva la caratteristica di rimanere sulla pianta per lunghissimo tempo senza maturare, è stato ritirato perché aveva un sapore orrendo).
Non è vero che coltivando organismi geneticamente modificati è possibile ridurre la quantità di pesticidi utilizzati.
E qui Giannattasio si è dilungato con un paio di esempi, per la soia e per il mais. Immaginate di voler coltivare un vostro appezzamento di terreno seminando soia. Inizialmente potreste utilizzare un diserbante per preparare il terreno, poi potreste seminare la vostra soia, ma dopo non potreste più utilizzare il diserbante perché rovinerebbe il raccolto; quindi avreste utilizzato il pesticida una volta sola. Se invece voi decideste di seminare una soia geneticamente modificata, questa sarebbe resistente all’erbicida, che quindi potreste utilizzare tutte le volte che vorreste.
Ed è esattamente così che è andata la cosa, il Roundup (il nome dell’erbicida che viene usato con la soia modificata geneticamente) viene utilizzato fino a 7 volte di più. Con grande gaudio dell’industria che lo produce, e somma disperazione dell’ambiente.
Per inciso, Giannattasio ci ha spiegato che il gene che permette alla pianta della soia di resistere all’erbicida proviene da un microrganismo scoperto per caso nella rete fognaria, capace di trasformare i pesticidi senza soccombere. Come se non bastasse, nel pesticida viene usato un coadiuvante, un additivo, che in combinazione con il suddetto è tossico per le cellule.
Per quanto riguarda invece il mais, l’ostacolo più grande alla sua coltivazione è che viene attaccato dalla piralide, una farfalla la cui larva lo distrugge quasi completamente. L’ingegneria genetica ha quindi pensato di creare una pianta di mais che fosse naturalmente resistente alla piralide, che nella lotta biologica viene debellata spruzzando (solo all’inizio – o al sospetto – della malattia) un batterio, il bacillus turigensis, che si insedia nella larva e la distrugge con una tossina naturale).
Così il mais è stato incrociato con la proteina del batterio, con il risultato che tutte le farfalle, anche quelle non nocive, e importanti come la farfalla Monarca, muoiono, e che oltretutto ha cominciato a provocare reazioni allergiche in determinati soggetti.
Molti sostenitori degli ogm affermano che non è affatto vero che la farfalla Monarca venga uccisa da questo procedimento; ma anche se fosse, perché coltivare una pianta che per tutta la sua vita combatte un batterio, soprattutto senza conoscere bene gli effetti collaterali di questa mutazione, se si può semplicemente spruzzarlo in un dato momento per risolvere il problema?
Non è vero che gli ogm non presentano rischi per la salute derivanti dalla modificazione genetica.
Sono state documentate svariate allergie alimentari, antibiotico-resistenza (a causa del fatto che nella tecnologia del trasferimento genetico bisogna necessariamente introdurre un antibiotico), problemi a livello dell’endotelio intestinale (di tutta la parte metabolica, compreso il fegato); inoltre intervenendo sul genoma possono comparire proteine sconosciute alle quali non sappiamo ancora come l’organismo umano (e quello animale) possa reagire.
Gli ogm non risolvono il problema della fame nel mondo.
Per quanto ci riguarda qui in Italia non abbiamo questo problema, anzi siamo costretti a mandare al macero quantità imbarazzanti di arance, solo per fare un esempio.
Nel terzo mondo invece il problema della fame è molto più complesso e variegato di quello che si potrebbe pensare, legato tantissimo all’aspetto sociale della loro agricoltura, che deve rispettare tradizioni e condizioni sociali del luogo, e per il quale la fame non è dovuta al fatto che le varietà locali producano poco, ma al tipo di cultura e al loro modo di coltivare. Le multinazionali come la Monsanto, la Basf, la Dupont, proiettano i loro affari in particolar modo verso questi paesi poverissimi, come il Mozambico, o l’Angola.
Proprio sull’ultimo numero di Valore alimentare, del quale Matteo Giannattasio è il direttore scientifico, potete leggere che queste industrie, oltre a produrre piante geneticamente modificate, riciclano sui nostri campi coltivati nitrati utilizzati in passato per uso bellico. Sostanze inventate per seminare morte diventano concimi, che aumentano significativamente le rese, ma a costi energetici e ambientali elevatissimi, per non parlare della nostra salute, come avete potuto leggere nel post precedente.
Se fanno questo sulle nostre coltivazioni, come possiamo fidarci della loro mano tesa verso il terzo mondo, o delle loro rassicurazioni sul loro operato riguardo la modificazione genetica di ciò che finisce sulle nostre tavole?
Chiudo il resoconto sul seminario ricordandovi, come ha fatto Giannattasio con l’uditorio, che la parola “agricoltura” ha la sua radice nel latino “cultus”, che significa cura, rispetto, e venerazione, una parola che ha una valenza quasi religiosa. E che un’agricoltura che porta a maltrattare il terreno, le piante, gli animali, e gli stessi agricoltori, non è, e non sarà mai, degna di questo nome.
bè che dire l’argomento non è semplice come appunto ti spiegavo nel post in biblio e proprio perchè non abbiamo competenze scientifiche ( ma non per questo non siamo in grado di capire e di farci un’opinione) è importante basarsi non sulla fiducia in una persona o nella fede in un ideologia ma quanto più possibile sui dati scientifici. Il pascale antonio (che non è affatto uno stupido) scrive nel libercolo SCIENZA E SENTIMENTO di agricoltura biologica e anche di OGM le sue affermazioni sono abbastanza diverse da quelle contenute nell tuo post ma lo sto leggendo proprio per farmi un idea dei pro e i contro. Ultimamente ho discusso con un un amico di ogm ma alcune questioni ..ammetto mi hanno trovato impreparata Sicchè ho deciso di documentarmi in modo serio cercando in letteratura le evidenze scientifiche su cui si basano alle affermazioni sia dei CONTRO che dei PRO . Anyway … nonostante tutto questo discorso, personalmente gli OGM non godono delle mie simpatie – per il momento – sia perchè appunto non è stata provata la sua sicurezza sull’uomo sia perchè oggi come oggi i brevetti sono in mano a multinazionali che stanno affamando intere popolazioni. Qust’anno a Bologna a slowfood on film, festival BELLISSIMO di cibo e cinema – izn non lo puoi perdere .. ci devi venire – ho visto dei documentari veramente eloquenti su questo argomenti. docuemntari che si possono vedere lì e poi mai più.
mari
@maria_c: ti ammiro per il tuo tentativo di studiare la situazione ogm dal punto di vista scientifico. Da parte mia non credo di avere la preparazione per capire argomentazioni approfondite tecnicamente.
In questo post ho voluto soprattutto riportare quello che Giannattasio ha esposto, e spiegare che secondo me il deterrente insuperabile che bisogna opporre all’utilizzo degli organismi modificati è proprio il buonsenso, che non può che dirci che non possiamo e non vogliamo essere le cavie di un esperimento attualmente in corso.
E se non si può avere la garanzia dell’innocuità di tutto questo, io credo che sia possibile farne a meno, guardarsi attorno e trovare altri modi per sopravvivere.
…sempre se riusciremo a non soccombere alla inenarrabile stupidità del mondo… hai già letto della contaminazione radioattiva in Francia?
p.s.: ho trovato proprio oggi un post sulle aflatossine di cui mi chiedesti qualche tempo fa. Eri tu, vero? Guarda qui.
in materia di ogm sono veramente ignorante, quindi ben venga questo post che mi fa un pò di chiarezza sull’argomento. di base comunque me tengo sempre alla larga, considerando che non ci sono studi in merito agli effetti tossici degli stessi….
Giò aspettavo una tua risposta…
ciao
maria
Commento per la prima volta. Emozionalmente sono contrario agli ogm, realisticamente li accetto, anche perche’ a volte costretto dalle produzioni industriali. E poi dovremmo anche distinguere tra alimenti geneticamente modificati e uso di sostanze chimiche aggressive in agricoltura. Credo che per gli ogm la verita’, come al solito, sia nel mezzo: non e’ dimostrata la tossicita’ degli ogm, ma non e’ nemmeno dimostrata la non tossicita’. In Italia, per esempio, la quasi totalita’ del grano e’ frutto di modifche genetiche introdotte dal CNR negli anni ’50 (modifiche indotte da esposizione radioattiva). Da allora tutto il nostro pane e tutta la nostra pasta sono ottenuti da quel grano ogm. Stiamo meglio? Stiamo peggio? Noi, e per noi intendo i consumatori, non siamo in grado di stabilirlo con certezza, salvo constatare che non abbiamo visto grandi differenze. Lo stesso vale per altri ogm: NON siamo, noi consumatori, in grado di stabilire un bel niente in quanto a tossicita’: dobbiamo credere a pubblicazioni (scientifiche o giornalistiche, non fa differenza) di entita’ interessate a dimostrare il proprio punto di vista. Quello che possiamo fare noi e’ pensare che gli ogm POTREBBERO essere nocivi, e di conseguenza non acquistare gli alimenti sospettati di contenere ogm. Questo per l’aspetto emozionale. Per l’aspetto realistico dovremmo considerare invece che l’introduzione di ogm ha per scopo un aumento della conservabilita’ e della produzione. Questi aumenti consentono di sfamare piu’ persone e di allontanare nel tempo (di rimandare) il collasso dovuto a troppa popolazione. Per cui o ci riproduciamo di meno o dobbiamo imparare a convivere con gli ogm. E’ inevitabile. Che gli ogm siano LA soluzione e’ tutto da discutere. Ognuno decidera’ come ritiene sia giusto. Personalmente, come ho detto all’inizio, emozionalmente non approvo gli ogm in genere, ma realisticamente li accetto. Anche se con precauzione, quella che noi poveri disinformati consumatori possiamo applicare. Scusate la lunghezza del commento. Premetto che non rispondero’ a eventuali obiezioni perche’ non intendo polemizzare con alcuno, la polemica non aggiunge niente alle opinioni personali.
@corradot: buongiorno corrado, mi fa molto piacere che tu abbia deciso di intervenire :-)
Ho molte cose da rispondere a quello che hai scritto, ti prego non leggere in ciò che ti risponderò un tono polemico perché assolutamente non c’è, solo che per iscritto non è facile imprimere alle parole quello che voglio sia un’inclinazione serena.
Intanto vorrei dirti che non sei assolutamente costretto a fare qualcosa dalle produzioni industriali, se non vuoi. Ho creato il pasto nudo proprio per questo, per suggerire una via di uscita da questa logica.
In che senso parli della distinzione tra sostanze chimiche aggressive e ogm?
Ho diviso il resoconto del seminario sulla qualità del cibo in due parti proprio perché non volevo mischiare le due cose. Alla fine di questo post ho solo voluto sottolineare come non è possibile fidarci di un’azienda che ci propone ogm se è la stessa che ci avvelena con nitrati e pesticidi.
È vero che non è dimostrata la non tossicità, ma neanche la tossicità: è proprio quello che intendo quando dico che in questo modo diventiamo delle cavie :-/
Conosco bene la storia del grano di cui mi hai scritto, proprio grazie a Matteo Giannattasio; ho scritto un post proprio su questo argomento, lo puoi trovare cliccando qui.
E… sì, che stiamo peggio a causa di quelle modifiche, lo possiamo vedere dal fatto che sempre più persone hanno forti intolleranze al glutine, e che mangiando invece grani “antichi” che cioè non hanno subìto le modifiche che sai, è possibile evitare di incorrere in questo tipo di problema.
Per quanto mi riguarda io non riesco a credere alle pubblicazioni scientifiche, perché ci sono troppi interessi economici e politici dietro quasi tutte le riviste che conosco.
Il metodo che uso qui sul pasto nudo è empirico: provare personalmente a mangiare un tipo di cibo, e ascoltare come reagisce il proprio corpo; credo che questo sia l’unico modo per renderci veramente conto di come stanno le cose, anche in relazione al fatto che ognuno di noi ha un metabolismo e una fisiologia diversa, ed è quindi l’unico a conoscere veramente se stesso.
Non posso negare, anche perché non conosco sufficientemente l’argomento, che alcuni organismi geneticamente modificati siano migliori sotto alcuni punti di vista. Però credo che il gioco non valga la candela a causa del rischio, inimmaginabile. Non abbiamo abbastanza elementi, e abbastanza esperienza.
Inoltre credo che sia possibile ottenere lo stesso risultato educando la gente a mangiare molto, ma molto meno rispetto a quanto è abituata, preservando i terreni dall’aridità ai quali stanno arrivando velocissimamente a causa dello sfruttamento intensivo, e trovando altri metodi ai quali naturalmente io non sono in grado di arrivare.
Spero che cambierai idea e risponderai – ai commenti, non alle polemiche, naturalmente :-), perché ho trovato le tue parole interessanti, educate e stimolanti, e mi trovo d’accordo con te su tutto, tranne per l’intenzione di accettare ciò che non ritengo giusto; ma so bene di essere un’idealista inguaribile, e se devo dirti la verità non è una caratteristica che augurerei a chi voglio bene :-)
purtroppo non sono molto documentata sull’argomento. Personalmente cerco di evitare accuratamente gli ogm, così come gli alimenti trattati con pesticidi. Ho trovato che i prodotti naturali siano molto più gustosi e con un po’ di accortezza si trovano a un prezzo più basso di quelli che si trovano al supermercato.
Mi comincerò a documentare sulla produzione degli ogm perchè desidero farmi una opinione più precisa in merito
grazie per questo post molto interessante
fra
Faro’ un’eccezione e rispondero’ solo a te :-)
Ho distinto tra ogm e aggressivi chimici usati in agricoltura proprio per evitare confusioni generalistiche, troppo facile fare di ogni erba un fascio. Restiamo sugli ogm.
Sulle produzioni industriali: siamo “costretti”, io e tutti voi, dal fatto che non abbiamo modo di controllare che negli alimenti ci siano o no ogm, a prescindere da quello che dichiarano in etichetta. Chiediamoci solo: chi controlla se quello che scrivono in etichetta e’ vero? Intendo: con analisi sui prodotti messi in vendita? Ecco perche’ dico che siamo “costretti”, ci piaccia o meno, a beccarci ogm. Saro’ pessimista, ma l’avidita’ umana non ha limiti…
Sulle intolleranze, tipo quella del glutine: nessuno sa da dove vengono le intolleranze che sempre piu’ spuntano fuori. Personalmente sono convinto che le intolleranze nascano dall’ambiente sempre piu’ inquinato in cui viviamo, ma non sono certo che vengano, per esempio per il glutine da quel grano modificato che mangiamo. Semplicemente non lo sappiamo.
In sintesi, resto della mia convinzione: emozionalmente non consumare alimenti che forse contengono ogm, realisticamente consumare in modo saggio e consapevole, sperando di non ricevere comunque danno.
Certo che qualche peccatuccio di gola ogni tanto :-)
Grazie per le sincere obiezioni, espresse con compostezza e educazione.
Ciao Izn, era un po’ che non scrivevo ma devo davvero congratularmi con te per la delicatezza con cui hai trattato e stai trattando questo argomento!! E’ vero: è un argomento difficile e che scatena facili ire e/o entusiasmi come tutti gli argomenti che fanno leva sulla scarsa conoscenza. Ma, sono d’accordo con te, proprio questa ignoranza (non solo nostra ma anche di chi sta ancora sperimentando e non ha avuto ancora il tempo necessario per studiare e valutare tutti gli effetti) dovrebbe renderci cauti. Invece, come al solito, le nostre società esprimono gli interessi delle lobby economiche che le sorreggono più che il benessere dei cittadini. E questa logica è ormai talmente consueta che non ci si ferma a pensare che determinate scelte rischiano di portare danni irreversibili per tutti, per chi ha potuto scegliere e per chi no, per chi ha tratto un guadagno economico momentaneo (chi può dire il costo nel futuro per ciascuno di noi in termine di salute, di soldi, di benessere, ecc.?) e per chi ha subito un danno. Il colmo, tuttavia, è cercare di ammantare certe scelte con il cappello dell’altruismo: non solo non mi pare dimostrato che gli ogm davvero aiutino il terzo mondo ma, anzi, credo che saranno un ulteriore motivo di disparità… con quali soldi i paesi poveri pagheranno i salati diritti di proprietà sui nuovi organismi? E quale prezzo vogliamo dare allo squilibrio che i nuovi organismi necessariamente arrecheranno all’ambiente ed alle biodiversità? Ed il maggior uso di pesticidi (che non vengono distribuiti in regalo), oltre ad inquinare sempre di più i nostri cibi, non favorirà lo sviluppo di specie vegetali e animali maggiormente resistenti e la perdita di altri in tempi troppo brevi perchè l’ecosistema non abbia a soffrirne? Non abbiamo imparato niente dalle sperimentazioni degli anni ’70 e ’80? Potrei continuare ma mi accorgo di avere già scritto troppo. Scusami se sono stata lunga, il mio intento non era polemico ma appassionato si perchè mi sembra che ormai ci siamo talmente abituati a sentire cose incredibili che non ci stupiamo più di niente e sembra tutto la normalità… in tanti campi della vita pubblica. Grazie per la tua informazione: in un blog di cucina è giusto parlare anche di questo!! Ciao, a presto
Ciao izn, grazie per questo post. Io personalmente sono contraria agli ogm, ma non per motivi scientifici. O meglio, non soltanto per motivi scientifici. Quello che tu chiami buon senso, io lo chiamo agire secondo Natura. Lo so che sto per fare un discorso che appare estremista, ma è solo il mio sentire profondo… io credo che la Natura non vada forzata né deviata dai tratti che da sola si è scelta come suoi caratteristici in millenni di evoluzione. Gli ogm, così come innumerevoli altre cose tipiche di questa epoca, rappresentano per me il simbolo di come l’uomo costantemente piega (o cerca di piegare) la Natura ai proprio scopi, umani o utilitaristici che siano.
Sono convinta che è nostro preciso dovere vivere su questa bella terra lasciando la stessa impronta che lascerebbe una gazzella, cioè quella della sua semplice esistenza secondo Natura.
Lo so, è parecchio utopistico di questi tempi ed io stessa non ne sono capace perché sono stata cresciuta in altro modo ed abituata a pensare che l’essere umano può disporre di ciò che vuole (salute, lunga vita, cibo, spazio, altri esseri viventi…) a proprio piacimento perché suo è il pianeta e tutto ciò che sopra di esso vive e prospera. Ma ci sto provando e gli OGM, d’istinto, li rifiuto perché sento che non fanno parte del mio vivere secondo Natura.
Chiedo scusa per la lunga disquisizione e chiedo scusa a chi molto volenterosamente e stimabilmente sta tentando di avere con gli OGM un approccio scientifico. Interessa anche a me, in fondo, il lato scientifico della cosa, ma solo perché sono figlia della mia epoca e curiosa come una scimmia :-)
Dovessero anche dimostrarmi che gli OGM non fanno male non li mangerei lo stesso, e non per fanatismo, ma perché sento profondamente che sono sbagliati per il mio vivere…
grazie izn per l’ennesimo post intelligente del pasto nudo ;-)
concordo con chi rifiuta gli ogm perché fra il dubbio che facciano male e il dubbio che non facciano male, beh… io vedo il bicchiere mezzo vuoto, e quindi non ne bevo :-|
ritengo che combattere a fame nel mondo con gli ogm anziché con la redistribuzione degli alimenti sia l’ennesima prova della perversione cui è arrivato il genere umano: cercare sempre la scorciatoia, e possibilmente guadagnarci sopra in barba a chi verrà dopo di noi, come se fossimo eterni. anche a me interessa il dato scientifico come dice loretta per pura questione di conoscenza, ma faccio mia una frase bellissima che ha scritto:
“Sono convinta che è nostro preciso dovere vivere su questa bella terra lasciando la stessa impronta che lascerebbe una gazzella, cioè quella della sua semplice esistenza secondo Natura”.
un abbraccio :-)
Coraggioso da parte tua affrontare apertamente questo problema. Io, che mi ritengo altamente ignorante in questa come in tante altre materie, mi astengo dall’aggiungere qualcosa. la sigla ogm ha sempre e solo sucitato in me un più o meno giustificato terrore (tipo visioni apocalittiche di pomodori grandi come un’automobile, magari con pure un paio di occhietti e due braccine) e semplicemente cerco di starci lontano, vedendoli così lontani dal mio modo di vivere e di cucinare.
p.s. oggi su Meringhe si parla di te!!
ciao!
@corradoT: consumare in modo saggio e consapevole… mi sa che ci metterò tutta la vita :-)
sono d’accordo, soprattutto con i peccatucci di gola. Però di qualità :-)
@maria: hai fatto con poche parole un riassunto lucidissimo, e soprattutto la tua ultima frase mi ha colpita tanto: non ci stupiamo più di niente, e invece dobbiamo, con tutte le nostre forze, ricominciare a scandalizzarci, altrimenti è la fine :-/
@loretta: ciao tesoro! sai già che mi trovi totalmente d’accordo con quello che hai detto, e non è vero, *non deve* essere utopistico, sta solo a noi seguire ciò che sentiamo giusto e trasformare l’utopia in realtà.
E per fortuna esiste il libero arbitrio, ogni tanto anche dalla parte nostra :-)
@salsadisapa: e tu sei una di quelle che appunto è in prima linea su tutto questo, perché le tue ricette sono un continuo richiamo a farsi le cose in casa (ehhh… i savoiardi) e a guardare le etichette di ciò che acquistiamo.
Quindi detto da te è un onore ;-)
@sara: ehehehhe mi hai fatto morire dal ridere con il pomodorone con gli occhietti e le braccine, che paura!!! Sono lontani sì dal tuo modo di cucinare, tu fai solo cose buonissime :-) Vengo subito a curiosare cosa hai detto su di me!!!
Anch’io sono ignorante in materia, e ho letto il tuo post tutto di un fiato.
Non sapevo che nei prodotti bio ci possa essere una percentuale di prodotti transgenici! Sgrunt!
Qui bisogna stare in campana e aprire occhi e orecchie per stare informatissimi!
Ha ragione il tuo “maestro”: bisogna ragionare con la propria testa: solo così si possono fare scelte consapevoli, in qualsiasi direzione esse siano!
Bacio!
Buffissimo il microrganismo di fogna resistente al pesticida! Ma come sono andati a scovarlo? Non lo ammazza davvero nessuno… Questo però sarebbe il meno, in fondo la pennicillina è una muffa. Quale sarebbe l’additivo insieme a cui diventa tossico?
Sugli ogm si è scritto anche che le sementi ottenute dal raccolto sarebbero sterili e andrebbero così ogni anno ricomprate al prezzo fissato dall’industria produttrice: non un granché come aiuto a paesi poveri. Quanto alle pubblicazioni di “entità esterne interessate” io aggiungerei ai criteri di valutazione delle medesime anche quello di chi ci guadagna di meno, che certo non sono la multinazionale produttrice di sementi ogm o gli enti di ricerca da essa finanziati…
Infine vorrei dire che non è vero che è così impossibile informarsi in maniera accurata, basta solo volerci dedicare il tempo necessario; che tra pubblicazioni giornalistiche e scientifiche c’è una differenza ben riscontrabile (sono mestieri diversi, trattano i dati in maniera diversa e usano linguaggi diversi). In ogni caso la risposta non può essere l’incredulità di principio che significa poi lasciar prevalere il parere del più forte, per non rischiare. Il genere umano è tale perché possiede spirito critico e anche se non siamo biologi è nostro dovere essere consapevoli e partecipi delle scelte che compiamo. Accettare le esigenze dell’industria non è un dovere, specie poi quando dobbiamo decidere se diventarne clienti. Quanto al buonsenso, batteri di fogna o no, non riesco a capire il “bisogno” degli ogm se non per chi, appunto, ce li vuole smerciare a un momento o l’altro della nostra vita (contadini o consumatori). E allora, davvero, perché rischiare un mondo più avvelenato?