Tutto il lavoro che il professor Giannattasio svolge (e adesso anche la sua rubrica qui sul pasto nudo, che immagino gli dia un bel po’ da fare insieme a tutto il resto) è solo la punta dell’iceberg dello sforzo di divulgazione che fa ogni giorno; e uno degli argomenti che in assoluto lo appassiona di più è ovviamente la salute dei bambini, già da quando sono solo un piccolo sogno che si sta concretizzando nella pancia delle mamme.
Matteo Giannattasio
È successo che qualche tempo fa il Nostro mi disse che stava tenendo un ciclo di incontri che aveva come argomento l’alimentazione dei cuccioli (e la sua correlazione con le allergie) proprio nella scuola steineriana che abbiamo scelto per la pulcina.
Mai decisione fu più autolesionista, visto che per raggiungere l’asilo tra distanza e traffico ci vogliono tipo tre quarti d’ora; fatto sta che a noi quel posto piacque molto a pelle dalla prima volta che lo visitammo (sopra tutto trovammo adorabili i bambini che lo frequentavano, gentili, educati e supercreativi), e ancora adesso ogni volta che ci andiamo ci dà un senso di serenità, e questo lo riteniamo impagabile (inoltre questo Natale ho ricevuto il primo “lavoretto” della piccola nella mia carriera di mamma: una candela di vera cera d’api (!!!) infilata in un portacandele fatto con una fettina di tronco d’albero. Che cosa potevo chiedere di più?).
Insomma, quasi neanche mi stupii che due cose così belle della mia vita si incrociassero in qualche modo, e colsi al volo il suo invito a partecipare ai due ultimi appuntamenti, di cui adesso vi voglio raccontare. Proverò a riassumere i punti salienti della conversazione, cercando di fare meno confusione possibile (le cose da dire sono tante – ecco perché ho dovuto dividere il post in due parti), e sperando che possano esservi utili; come al solito quando si ha a che fare con il professor Giannattasio si scoprono sempre fatti che lasciano a bocca aperta :-O

Comincerò col riportarvi che fino agli anni ’50 del secolo scorso i bambini non manifestavano allergie agli alimenti, ma solo ad alcuni antibiotici; le allergie alimentari erano pochissime (a parte l’intolleranza al lattosio). È importante precisare che la differenza sostanziale tra allergia e intolleranza, è che nella prima è coinvolto il sistema immunitario, nella seconda no (per cui da un’intolleranza si può guarire).
Secondo il professor Giannattasio l’allergia non è una malattia, ma un processo che il nostro organismo si inventa per reagire ad altre malattie. Se ci pensate infatti i sintomi più comuni delle allergie sono bruciore degli occhi, mucose umide, gonfie e infiammate, rossore: un eccesso di calore e di acqua che vuole andare verso l’esterno. L’organismo sta cercando di sciogliere qualcosa.

I bambini di una volta erano caldi, paffutelli, avevano la pelle tonica e rosea. Oggi il 10% dei piccoli nasce con le stimmate della dermatite atopica; la pelle è secca, e con eczemi secchi che sono umidi solo nella fase iniziale; non sciolgono, tendono piuttosto alla sclerosi, che in senso generico è un indurimento – freddo – dei tessuti. L’allergia è appunto il tentativo dell’organismo di reagire alla tendenza precoce verso la sclerosi. Ad esempio i bambini che nascono con la dermatite atopica (e io ne so qualcosa) vanno riscaldati in ogni modo. Compreso un immenso amore, che è la fonte di calore più grande che possediamo.
Le malattie di oggi sono lo sbocco di questa sclerosi. Il tumore è l’estrema conseguenza di questa freddezza: l’assenza assoluta di calore); l’asma allergica (un’estrema irrecuperabile secchezza) è la conseguenza del non aver tenuto conto del fatto che l’organismo voleva assolutamente essere infiammato e dell’aver fatto ricorso a potenti e duraturi trattamenti con cortisonici per reprimere i sintomi dell’allergia.
Ecco perché le allergie, come la febbre (una delle risorse più importanti del nostro organismo, che stimola il sistema immunitario e uccide i batteri, e scioglie le tossine che devono essere allontanate), vanno prevenute o guidate, ma mai represse precipitosamente con i vari antistaminici e cortisonici, che le bloccano sul nascere. Indubbiamente può essere necessario ricorrere ai cortisonici se i sintomi sono molto gravi, ma non dev’essere la regola: il più delle volte infatti i sintomi dell’allergia possono essere controllati (=non repressi) con delle buone pratiche e un’alimentazione adeguata.
Anche le malattie esantematiche sono tutte malattie infiammatorie, che il sistema immunitario usa come palestra per diventare grande (avete presente le mamme di una volta che quando venivano a sapere che un bimbo aveva il morbillo mandavano subito i figli a giocarci?). Ai giorni nostri purtroppo la percentuale di bambini che sviluppano dermatite atopica e allergie ai pollini e a tanti altri inalanti in tenerissima età è impressionante, e tende a crescere. Attualmente il 20% di bambini manifesta allergie respiratorie, e si stima che questa percentuale nel 2020 arriverà al 50% se non si cambia rotta.
Come vi dicevo, il 10 per cento dei nostri bambini nasce con la dermatite atopica.
L’8% dei piccoli al disotto dei tre anni ha un’allergia alimentare, ad esempio al latte, all’uovo, al grano, alla soia, mentre pochi anni addietro questa percentuale era meno della metà. Un bambino su 100 è celiaco. Tanto per fare un po’ di chiarezza sulla celiachia, un tempo veniva chiamata intolleranza al glutine; è anch’essa una patologia nella quale è coinvolto il sistema immunitario, anche se con un meccanismo diverso da quello delle allergie: in questo caso l’agente responsabile è il glutine che è presente nel grano, nell’orzo e nella segale, ma non negli altri cereali.
Cosa è cambiato da 60 anni a questa parte? Tante piccole grandi cose, che messe insieme hanno mandato in tilt il nostro sistema immunitario. Intanto i bambini una volta andavano a dormire alle sette, salutare abitudine che rispettava il bioritmo dell’organismo, mentre adesso molti di loro il letto non lo vedono prima di mezzanotte, mettendo in sofferenza il loro corpicino che avrebbe voluto andare nel mondo dei sogni molto prima.
Le mamme in gravidanza anni addietro vivevano un periodo di pace, isolate da qualsiasi stress; il lavoro manuale era molto alleggerito e non impegnava troppo l’intelletto; adesso le donne incinte sono spesso molto stressate intellettualmente e sottoposte a mille ansie, che passano al bambino già nel grembo e lo rendono più facilmente “sclerotico”.
Il boom economico e la conseguente industrializzazione (che per carità, sarebbe stata anche una cosa positiva se non ci fossimo persi il buon senso per strada) ci ha fatto passare dall’agricoltura familiare, ecosistenibile e rispettosa dell’ambiente, alla “rivoluzione verde” con un massiccio e crescente utilizzo di pesticidi (è ormai noto che c’è una diretta relazione tra uso di pesticidi e Parkinson e si sospetta anche che i pesticidi possano essere responsabili di alcune forme di disturbo dell’attenzione nei bambini), concimi e nitrati di sintesi, in nome del “tutto subito” e alla contaminazione ambientale, data ad esempio dalla diossina che origina dalla combustione di materiali sintetici e dalla produzione di certi pesticidi.
Gli animali sono stati imprigionati e costretti a vivere come un incubo ogni singolo giorno della loro vita: sapevate che le mucche degli allevamenti intensivi vivono 4 anni, invece dei 20 anni delle mucche felici? In alcuni casi gli vengono anche asportate le corna (come il becco ai polli).
Senza parlare della loro alimentazione, che è esattamente l’opposto di quella che dovrebbe essere, finalizzata com’è a far produrre tanto latte ma di scadente qualità (c’è un articolo di Giannattasio proprio sulla qualità del latte in rapporto all’alimentazione delle mucche sul numero appena uscito di Valore Alimentare, trovate un breve sunto sul blog).
La stragrande maggioranza delle persone oggi si alimenta con un buon 80% di alimenti industriali contro un 20% di fresco, mentre, quando il boom economico era ancora alle porte, si acquistava cibo fresco ogni giorno ed il rapporto era di un 70% di fresco contro un 30% di conservato (o trasformato), oltretutto con la sostanziale differenza che non venivano utilizzati additivi sintetici (un esempio? sapevate che Il succo di arancia rossa è rosso solo grazie ad un colorante sintetico, che fortunatamente è proibito nel biologico?).
Il latte materno è stato sostituito dal latte artificiale, con tutte le conseguenze di cui abbiamo plurimamente parlato qui sul pasto nudo. Con l’arrivo inaspettato di migliaia di sostanze di sintesi il sistema immunitario, abituato a distinguere in modo semplice tra buono (alimento) e cattivo (veleno) non riesce più a capire cosa va bene e cosa no, ed ecco l’insorgere delle malattie immunitarie, sempre più frequenti.
Il sistema immunitario è stato messo a soqquadro anche dall’uso indiscriminato di farmaci e vaccini (ho detto “indiscriminato” non “normale”; non cominciate a darmi addosso, ché qui sul pasto nudo non si parla di medicina, solo di alimentazione, occhei?). Secondo ciò che ha detto Matteo il sistema immunitario si comporta come un bambino che deve apprendere, per poi applicare ciò che ha imparato nel corso della vita; motivo per cui *necessita* di avere un ottimo insegnamento. Di questo non si tiene conto. L’alimentazione con cibi scadenti e zeppi di additivi è uno dei cattivi insegnamenti che il sistema immunitario del bambino riceve sia durante l’allattamento (se la mamma non si cura della qualità del cibo che consuma) che lo svezzamento. Anche durante la gravidanza la mamma dovrebbe scegliere alimenti di qualità per permettere al sistema immunitario del bambino in formazione un ottimo apprendimento.
Oltretutto la memoria immunitaria si eredita dai genitori di generazione in generazione (esistono delle ricerche che hanno dimostrato che se i nonni si sono alimentati in modo sbagliato possono avere nipoti con disturbi metabolici!!). Quindi se il mio sistema immunitario è confuso probabilmente anche quello dei miei figli lo sarà, e per rimetterlo in ordine ci sarà bisogno di tanta cura nei primi anni di vita. Se ad esempio uno dei due genitori ha un’allergia (di qualsiasi tipo) la possibilità che anche il bimbo ce l’abbia è del 50%; se ambedue i genitori sono allergici la possibilità sfiora l’80% :-(
La situazione è questa, e una delle cose che si possono fare per correre ai ripari, oltre ad evitare lo stress noi per primi (ché i bimbi assorbono tutto ciò che siamo e che facciamo) è migliorare l’alimentazione dei nostri cuccioli (e la nostra); nel prossimo post vi illustrerò i consigli pratici che ho annotato perché i nostri bimbi siano caldi, morbidi e umidissimi :-)
p.s.: indovinate chi è la piccola peste al centro della foto?