Ultimamente, non so perché, mangerei chili di rucola e di tutte le sue sorelle erbe piccanti/amare riesca a trovare in giro: la rucola quasi quasi la strapperei dalla terra per mangiarmela anche cruda, se non fosse che con questo freddone l’idea di una bella minestra fumante mi fa diventare molto paziente.
Tra l’altro per questa zuppa non c’è stato neanche bisogno di scomodare Giobbe, visto che tra pensarla e prepararla ci ho messo tipo dieci minuti, complice il fatto che avevo cotto un po’ troppo orzo perlato il giorno prima e ne avevo una scorta pronta da parte. Quando ho così tanta voglia di qualcosa in genere vado a sbirciare nel librone di bioterapia per che cosa si usa quell’alimento piuttosto che quell’altro, così capisco qual’è il mio punto debole in quel determinato momento. Non che mi serva a qualcosa saperlo, al limite per dirlo al dottore… pura curiosità scientifico-empirica :-)
Nel caso specifico leggevo che la rucola è consigliata a chi si trova in uno stato psicofisico di debolezza (l’inverno per me è una croce), perché stimola la ripresa dell’organismo. Inoltre ha una certa percentuale di iodio, che stimola tutte le funzioni organiche, è antiscorbutica (ehhh… sono sicura che zac ha una battuta ad hoc sull’argomento) ed emolliente.
Se decidete di preparare questa minestra aspettatevi un sapore molto intenso, bello piccante e *decisamente* amaro (proprio quello che volevo oggi :-)); e non dite che non vi avevo avvertiti!
Ingredienti:
un mazzetto di rucola (quella con le foglie grandi e lobate)
150 grammi di orzo perlato
un mazzetto di cipolline fresche
una testa di aglio rosso
acqua (o brodo vegetale) quanto basta
olio extravergine d’oliva
sale marino integrale
pollo o coniglio già cotti (del tutto facoltativi)
Per prima cosa cuocete l’orzo; basta bollirlo come la pasta per dieci minuti – un quarto d’ora (a seconda della consistenza che preferite). Poi scolatelo e mettetelo da parte, coperto perché non si raffreddi troppo.
Schiacciate gli spicchi d’aglio uno per uno, asportate la buccetta e metteteli in una pentola insieme all’olio (basta coprire il fondo della pentola, più un pochino).
Mettete tutto a scaldare su fiamma bassissima; se riuscite a inclinare la pentola in modo che l’aglio sia completamente immerso nell’olio è ancora meglio (a proposito!!! Avete letto su Gennarino il tutor su come soffriggere l’aglio? Posso fare un attimo la ola perché noi lo diciamo da sempre? L’unica differenza è che io indulgo ad una leggera doratura e alla croccantezza, ma izn come tutti sanno finirà nel girone delle golose. Grazie Teresa!!). Mi ricompongo: quando l’aglio sarà bello dorato e croccante toglietelo dall’olio e mettetelo in un piattino da parte 8-)
Aggiungete subito all’olio caldo le cipolline lavate e tagliate a pezzetti (compresa la parte verde!); lasciatele cuocere un pochino, poi mettete la rucola ben lavata e tagliata grossolanamente, la carne (se vi va, altrimenti saltate questo passaggio), infine l’orzo; mescolate, alzate la fiamma e versate l’acqua (o il brodo) che avrete messo a bollire a parte. Per la quantità di liquido regolatevi a seconda di come vi piace; io l’ho fatta poco liquida, la mia cultura culinaria partenopea mi impedisce di annacquare le minestre (con grande disappunto dello zac… sigh).
Lasciate cuocere ancora qualche minuto, spegnete e servite bollente.
E gli spicchi d’aglio croccanti che avete lasciato nel piattino? Metteteli a tavola, chi sa che qualcuno non faccia come noi e li lasci cadere distrattamente sulla cima della minestra (dopo però clausura per due giorni) :-9
Mmmmm….solo x l’aglio la proverei…peccato che la mia tolleranza al gusto amaro sia piuttosto bassa(trovo amaro il chinotto ed il pompelmo :-/)..ma nn sia mai detta l’ultima parola..;-)
Anche io negli ultimi tempi cerco molto i carciofi, chissà perché, IZN invece le erbe amarognole…..il corpo sta facendo una richiesta precisa, è interessantissimo, c’è qualcuno che può dare delle risposte a questo?
Questa minestra deve essere un vero toccasana per il corpo oltre che per la mente. Stasera la faccio anche io!
Direi proprio che la presenza dell’aglio (antibiotico naturale), della rucola (ricca in vitamina C e comunque erba amara, per cui adatta al fegato), dell’orzo (zuccheri), della cipolla (ottima per il drenaggio renale) rendono questa minestra adattissima anche in caso di influenza. :-)
@soniuccia68: le erbe amare e i carciofi sono ottime per il fegato, evidentemente sia te che izn sentite in questo momento, il bisogno di un maggior drenaggio epatico.
http://ilpastonudo.it/marzo-o-dellamara-leggerezza/
io adoro la rucola, ma acquistando con il gas il mio contadino non ce l’ha a gennaio….aspetterò fino a luglio…o magari userò le puntarelle!
@elena galeazzi: grazie mille, speravo proprio di essere sentita da te…e abracadabra! Vedo di rimettermi un pò in regola.
@izn: hai sentito cara? Ancora una volta io e te siamo sullo stesso canale…
come mi diverte questa cosa!
E domani ci risiamo con i carciofi, li adoro come non mai.
Posti una ricettina ad hoc???????
—a proposito di amaro.. quando ero piccola mia mamma faceva una zuppa di cicoria fagioli bianchi e pezzetti di pane secco… il tutto bollente con sopra olio fritto e aglio .—
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chissà Elena che ne pensa?
A proposito di gusto amaro io ho da preparare una verdurina chiamata in dialetto siculo SINAPO non saprei tradurla è tipica penso della mia zona il ragusano, è un’erba spontanea, viene bollita, tolta l’acqua in eccesso e semplicemente condita con olio e peperoncino. L’altro giorno me la sono trovata al ristorante macrobiotico, con la pasta, buona. Chissa gli effetti di questa verdura, ne conosco una variante si presenta con foglia piccola chiamata sinapello che è leggermente più dolce.
Potrei preparala come suggerisce izn sostituendola alla rucola, potrebbe essere un’idea vi saprò dire.
@Annuccia: si, è vero la Senape, come la conosco io dato che anche il mio suocero è siciliano, la raccogliamo anche noi, cresce spontanea ed è molto buona e fa benissimo.
@Cleofe: Cleofucccia cara, vedrai che uno di questi giorni faccio un salto a Roma e ti vengo a trovare!
@cleofe: gran parte degli studi della Dottoressa Arcari (fondatrice del metodo della Bioterapia Nutrizionale) sono partiti proprio dalla tradizione culinaria regionale italiana.
il piatto a cui ti riferisci lo definirei un piatto “saggio”.
Fagioli, che danno la quota proteica, che contengono silicio – rimineralizzante – pensa a quanto sudavano i contadini e che hanno zuccheri a più lento rilascio; la cicoria, drenante epatico e renale; il pane che da gli zuccheri a più rapido assorbimento; olio che da la quota dei grassi e la vitamina E e che soffritto fa da stimolo epatico; aglio, che è un antibiotico naturale, ipotensivo, antidepressivo ,ecc. ecc.
Direi che a quel piatto non mancava proprio nulla. :-)
la proverò di sicuro. prima però una curiosità: ma l’orzo e le cipolline non addolciscono neanche un po’?